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Roberto Mahlab
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Singapore, 8 agosto 2003
"Controllo di sicurezza sul bagaglio", cosi' vengono etichettate le valigie prescelte dalla polizia di frontiera all'aereoporto di Francoforte e per il passeggero giunto in Estremo Oriente non c'e' che accettare di riceverle il giorno successivo all'arrivo a destinazione. I militari in tuta mimetica del resto sono presenze neppure tanto discrete e mostrano quale sia il livello di allarne antiterrorismo in tutto il mondo.

L'alba a Singapore e' spettacolare, e' la stagione delle piogge nel
sudestasiatico e il cielo e' terso tra uno scroscio e l'altro, una estate che curiosamente e' piu' fresca di quella attuale in Europa.
Plumbei sono invece i titoli dei giornali e le ripetute immagini che
mandano in onda le televisioni. Il terrorista fondamentalista islamico
responsabile della strage di Bali, oltre duecento vittime, che esulta alla lettura della sentenza di condanna a morte emessa dalla corte di Giacarta in Indonesia,si volge alle telecamere con un ghigno demoniaco che fa' fremere di orrore tutta l'Asia e poi subito le riprese della nuova strage all'hotel Marriot della capitale indonesiana, le fotografie atroci dei bruciati vivi bendati da capo a piedi assistiti dai medici e dai famigliari in lacrime, i reportage descrivono il coraggio di quattro persone di nazionalita' di Singapore nell'affrontare l'orribile sofferenza. E non basta, arrivano i flash sull'auto bomba esplosa a Bagdad e su altri attentati minori che colpiscono un po' ovunque.

E' il week end della festa nazionale di Singapore, i festeggiamenti
avvengono sotto una sorveglianza capillare, in Indonesia la polizia cerca di mettere posti di blocco di fronte ad ogni obiettivo sensibile, ma gli osservatori sono scettici, il terrorismo vuole seminare strage e non e' possibile proteggere tutti gli obiettivi civili.
Nelle Filippine proseguono gli scontri tra l'esercito e gruppi terroristi legati ai movimenti fondamentalisti alla macchia, tre ne hanno uccisi in uno scontro a fuoco, additati come mandanti di diversi agguati.
L'Indonesia, da poco giunta sulla strada della democrazia, dibatte se
introdurre leggi eccezionali, come Singapore e la Malesia, leggi che danno la facolta' alle forze dell'ordine di prevenire arrestando i sospetti prima che compiano i loro atti, centotrenta terroristi sono stati arrestati dopo l'entrata in vigore di tali regole e la polizia afferma che questo ha permesso di prevenire gravissimi episodi.

Appena la sentenza di morte per il terrorista di Bali e' stata resa nota, una selva di commenti positivi si e' levata nel sudest asiatico, specialmente nei paesi a maggioranza musulmana, ormai la frattura tra l'anima di quello che viene definito il vero Islam compassionevole e la dottrina che invece ha dirottato la religione trasformandola in serbatoio di violenza, e' definitivamente compiuta.

Penang, Malesia, 10 agosto 2003
Il mio interlocuore mi racconta con stupore che appena dopo la distruzione delle statue del Buddah in Afganistan ad opera dei talebani, Buddah avrebbe giurato vendetta, come riportato sui giornali locali che avevano intervistato un saggio vietnamita. Pochi mesi dopo l'Afganistan fu liberato dalle forze americane e alleate. In Malesia l'etnia Malay, di religione musulmana, convive con l'altra meta' della popolazione di origine cinese e indiana. Un equilibrio su cui veglia il governo prettamente musulmano. Il primo ministro ieri, durante un discorso in cui ricordava come la legge eccezionale antiterrorismo abbia fino ad ora impedito tali atti sul territorio nazionale, ha tenuto a rimarcare come, nonostante la crisi economica di tre anni fa, non ci siano stati in Malesia conflitti tra le varie etnie e ha affermato che il merito e' nel bilanciato approccio all'Islam dei malesi e nell'attenzione offerta ai concittadini di altre religioni e origini.

L'antiamericanismo di facciata di un paese che aspira alla guida delle nazioni emergenti non nasconde e pubblicizza la cooperazione dei servizi segreti e della polizia con gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo che viene definito senza remora come estraneo ai veri insegnamenti dell'Islam.

Ogni giorno i giornali malesi sottolineano in editoriali la netta
separazione tra i valori della religione e i movimenti islamici legati ad Al Qaida che seminano la morte in tutto il mondo. Decine di musulmani ne sono pure vittime e i miei interlocutori osservano che per i fondamentalisti sono da uccidere non solo i non musulmani, ma anche i musulmani considerati non "abbastanza fedeli", alle regole fondamentaliste evidentemente.

Gli scopi che vengono addebitati ai movimenti terroristici sono la
creazione di nazioni islamiche, non solo nel medio oriente, ma anche qui nell'Asia del sudest, gli attentati e le stragi servono per distruggerne le economie tutistiche, allontanando gli stranieri e poi gli investitori, intimidendo i cittadini e i governi, maggiore e' il disordine sociale, maggiori possibilita' hanno i reclutatori presenti nelle madrasse, le scuole coraniche.

La stragrande maggioranza della popolazione di religione musulmana in
Malesia e in Indonesia vive un Islam moderato e, come dicono da queste parti, compassionevole, specialmente in Malesia il dibattito e'
apertissimo e avvincente, si tratta infatti di conciliare e di modernizzare i concetti religiosi in una societa' che ha fatto del paese una delle economie piu' sviluppate nel mondo, grazie anche alle ricchezze naturali e alle materie prime che vi abbondano.

La guerra tra il terrorismo islamico e il mondo civile non ha solamente un fronte esterno, ma anche un fondamentale fronte interno, quello nelle moderne societa' musulmane dell'Asia del sud est che lottano per non permettere che la loro religione venga dirottata e utilizzata per aspirazioni che sono del tutto politiche.

Bob Porter - South East Asia - Cns Concerto News System @2003

   
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