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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 L'uomo e il ragno
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Roberto Mahlab
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Inserito - 01/05/2004 :  14:40:28  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Un bel giorno di inizio della primavera, spostammo il computer su un tavolo che dava sulla grande vetrata dell'ufficio, la veduta sugli alberi che poco a poco aprivano i germogli sui rami e lo schiudersi delle foglie, le gocce di pioggia nelle giornate nuvolose, la grande strada colma di traffico nelle ore di punta e cosi' silenziosa nel resto della giornata, un panorama che si modificava di continuo e che colorava sia i momenti di pausa che quelli in cui era necessario spostare gli occhi sullo schermo. E di sera era bello osservare l'oscurita' della notte appena rischiarata dai lampioni oppure la luna nella vasta apertura del cielo o i punti luminosi degli aerei che si levavano dall'aereoporto non lontano, mentre scrivevo mail o racconti.

"Che cos'e' che si muove su questo tavolo?", esclamo' sorpresa la mia segretaria e braccio destro e sinistro e mente pensante mentre le sue mani scivolavano con maestria sulla tastiera per comporre una richiesta di pagamento ad un cliente ritardatario, "pare un insetto", concluse preparandosi a ordinarmi di sbarazzarla di lui. "No!", il mio grido strozzato la fece volgere, incuriosita, "non e' un insetto, voglio dire non e' un qualsiasi insetto, e' il ragnetto, il mio ragnetto, ti spiego", lei scuoteva la testa osservandomi tristemente come avesse perduto ogni speranza su di me e io proseguii con tono agitato e sentito :"e' il ragnetto che, quando il computer era sull'altro tavolo, tesseva dal soffitto allo schermo, ogni sera, quando scrivevo, incrociavo il suo piccolo sguardo, lo osservavo comporre quell'unico filo, ero ammirato dalla sua pazienza, ci sono tre metri dal soffitto al tavolo e certo doveva affaticarsi parecchio e non avrebbe mai potuto creare piu' di quel lungo filo, non sarebbe mai riuscito a comporre una intera ragnatela a causa della distanza, ci siamo fatti compagnia da mesi e mesi, dopo che abbiamo spostato lo schermo lui si e' trovato senza punti di riferimento, ecco perche' adesso cammina avanti e indietro perplesso sulla superficie del nostro tavolo".

"Fallo accomodare fuori", disse freddamente la mia segretaria, non avevo del tutto compreso se chiedesse a me di far uscire il mio piccolo amico oppure se stesse mettendosi d'accordo con lui perche' mi accompagnasse definitivamente all'uscita dell'ufficio. Sollevai con delicatezza il foglio su cui si trovava il ragnetto e, mentre la mia segretaria mi richiamava "e dopo riportami quella lettera, perche' la stavo finendo!", andai fino al terrazzo e posi delicatamente il mio amichetto su una foglia, tra una rosa che si apprestava a sbocciare e una fresia che gia' profumava tutto il balcone.
Mi parve che il ragnetto si volgesse verso di me e vidi nei suoi occhioni scuri la consapevolezza che era un addio, ma ne' io ne' lui potevamo cambiare il percorso della vita, quando le donne si mettono tra due amici, l'unica strada da percorrere e' accettare la separazione, augurandosi il meglio l'un l'altro.
Appena in tempo mi resi conto che non era il caso di dare una pacca di incoraggiamento sulla spalla del ragnetto e la mia mano si arresto' a mezz'aria e le dita si piegarono in segno di saluto. Poi, riportai la lettera che era servita da mezzo di trasporto alla mia segretaria che assenti' con lo sguardo.

A sera ero di nuovo solo in ufficio, le mie mani componevano un racconto, ma presto mi invase una fitta di nostalgia, quel filo lungo che mi aveva accompagnato per tanto tempo, quella dolce bestiola che, pur sbuffando per la fatica della sua costruzione, ascoltava senza interferire mai la mia voce leggere e recitare quanto scrivevo. Mi levai d'istinto e aprii la grande finestra del terrazzo, i miei occhi fecero fatica ad abituarsi al buio, fino a che lo vidi e mi sentii invadere dalla gioia, non piu' un filo, un'intera caratteristica tela aveva tessuto, finalmente aveva a disposizione una distanza umana tra due fiori vicini e non i metri da un soffitto verso il pavimento.
Evidentemente si accorse di me perche' smise per un attimo il suo veloce movimento, :"Hey man!", lo sentii nitidamente esclamare, :"ehy spider!", risposi di slancio, "give me five!", aggiunsi, appena in tempo mi resi conto che non era il caso che la mia manona incontrasse la sua zampetta e mi arrestai a mezz'aria in modo che le dita componessero un timido saluto.
E poi le parole sgorgarono, tra amici che si reincontrano dopo tanto tempo ed e' come se si fossero divisi appena ieri, gli raccontai della trama di un nuovo racconto che mi era venuto in mente e lui mi narro' della serenita' che lo pervadeva per essersi ritrovato all'esterno, nella natura, nelle misure proporzionali alla sua.

...passarono gli anni e le stagioni, nuovi scritti io tramai, nuove tele lui compose, ma il mondo procedeva di moto proprio e un giorno scoppio' la guerra tra gli aracnidi e gli esseri umani.
Fu lunga e dura e spietata e, una notte in cui ero di guardia, all'improvviso mi sentii soffocare e poco a poco perdere i sensi, mi rendevo conto di essere stato avvolto da una gigantesca tela e, nonostante gli sforzi, di non poter liberarmi. Fu nell'attimo in cui stavo per passare dalla coscienza al sonno definitivo che il mio sguardo quasi spento colse un dettaglio che mi illumino' la mente, quegli occhi di un antico amico, :"hey.... spider...", bisbigliai e all'improvviso la morsa si allento' e potei riprendere a respirare, :"hey.. man!", neppure la guerra pote' impedire l'abbraccio di due amici, poi ci dicemmo arrivederci a quando il mondo sarebbe stato di nuovo diverso...

"Si trovera' bene il tuo ragnetto sai?, tra le rose e le fresie dove lo hai posato ieri, vedrai, sara' contento", le parole gentili della mia segretaria mi risvegliarono dal vivido sogno che stavo facendo, appisolato sulla comoda poltrona dell'ufficio.

Roberto
(I racconti dell'ufficio)

   
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