"Voglio ordinare due delle barche del vostro catalogo".

Da quando un cliente ha scambiato per delle barche le scarpette antiscoglio fotografate da me in modalità sfocata, la mia segretaria e braccio destro e sinistro e mente pensante non mi ha più lasciato scattare nulla, dai prodotti alle piante sul terrazzino.

"Ma io sono il migliore fotografo sulla piazza!", protesto ogni tanto, facendo riferimento al fatto che il terrazzino del nostro ufficio si affaccia su una grande piazza.

Com'è, come non è, è stata sempre la mia segretaria a immortalare ieri la rinascita dei fiori che sono sbocciati quali colorati inni alla nuova primavera che ha sostituito l'estate in questo strano anno. Dall'inverno scorso siamo passati alla prima primavera, l'estate non è arrivata ma è stata sostituita da un altro autunno e da fine agosto ecco una nuova stagione fresca che le piante e i fiori hanno scambiato, probabilmente con perplessità, in un'altra primavera. Da domani sarà autunno e poi nuovamente inverno.

Se quest'anno diverrà la norma per il futuro dell'umanità, i bambini delle nostre latitudini sicuramente chiederanno agli imbarazzati genitori : "Mamma, perché a scuola ci insegnano che le stagioni sono quattro?".

Sui volti degli spettatori dei concerti di Antonio Vivaldi si manifesteranno espressioni di stupore quando l'orchestra attaccherà il tema dell'estate. Tanto che si narra che il compositore, avvertito nell'empireo dei grandi di tutti i tempi, cancellerà con una gomma dallo spartito le note della stagione non più esistente e la sua opera muterà il nome in "Le tre stagioni di Antonio Vivaldi".

E finalmente l'unica a fregiarsi dell'appellativo "quattro stagioni", sarà la pizza. Quella adorata dalle Tartarughe Ninja nel film intellettuale che ho visto ieri sera.

Ma ecco la rosa che si è infilata tra le braccia del plumbago. Si sono messi in posa, come consumati attori. Complici delle incredibili vicende dei nostri "racconti dell'ufficio"...

Roberto Mahlab - I racconti dell'ufficio