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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/08/2021 :  12:13:32  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Anche quando il Planetario è chiuso, si possono osservare le stelle dal parco attorno all'elegante costruzione. Ho sposato questa tesi all'improvviso appena è comparsa in mezzo al cielo su cui si affaccia la finestra dell'ufficio una stella dal colore tendente verso l'arancione. E così ho deciso di stampare le mappe stellari del mese di aprile, ci ho messo sopra la bussola, ho messo il binocolo astronomico insieme a carta e penna in un sacchetto del supermercato e mi sono avviato verso il parco nella fresca notte di primavera. La ragione dell'attrezzatura riposta nel sacchetto del supermercato era per dare ascolto alle raccomandazioni della mia segretaria di non andare da solo di notte al parco del Planetario con il binocolo, insomma, con l'attrezzatura in quell'anonimo sacchetto mi auguravo di essere un astrofilo dilettante in incognito. La mia segretaria non era la sola a non incoraggiarmi, il tecnico che mi segue il software dell'azienda e che è appassionato fotografo si è rifiutato di darmi consigli sull'acquisto di una macchina fotografica astronomica perché gli ho detto che avrei voluto provarla nel parco e il tecnico che mi segue il marketing ha minacciato di finirmi se insisto con l'idea di portarmi dietro il telescopio al parco di notte per imparare a settarlo e se i teppisti della notte mi informano con i loro metodi che dopo una certa ora la zona è di loro proprietà.

Il primo problema è sorto quando mi sono accorto di aver dimenticato sulla scrivania le mappe e la bussola, probabilmente il mio inconscio tentava di mettermi in guardia dal disobbedire a così tante persone. Per un attimo mi sono commosso al pensiero che anche un palestrato lettore di Asterix come me possa avere un inconscio, come se fossi anche io parte del resto dell'umanità.

All'angolo della grande piazza prima del parco, di fronte ai miei occhi si è stagliata chiarissima e grandissima la falce di Luna e attorno gli astri che avevo intravisto sulla mappa dimenticata in ufficio. L'entusiasmo si è fatto tale che ho estratto dal sacchetto del supermercato il binocolo e l'ho indirizzato verso quello che mi pareva un ammasso che compariva e scompariva lontano sulle destra del nostro satellite. Le Pleiadi, una voce mi sussurrava dentro e per diversi minuti sono rimasto astratto dalla realtà circostante e la sera di oggi 11 Aprile verrà ricordata come il momento storico in cui decine di biciclette hanno evitato di mettere sotto un pedone perso ad osservare il cielo e fermo sul marciapiede di una delle più trafficate arterie della città.

Poco dopo entravo nel parco con entusiasmo, lo spettacolo del cielo era sempre più straordinario e mentre i passanti si chiedevano perché avessi gli occhi fissi sul cielo, io mi domandavo come mai i passanti non avessero gli occhi fissi sul cielo.


In mezzo al parco ho estratto i fogli e la penna e ho disegnato quello che vedevo, sia ad occhio nudo che con l'aiuto del binocolo. Più disegnavo muovendomi, più mi accorgevo che perdevo la direzione e che mescolavo e ripetevo gli stessi dettagli sul foglio. Mi addentravo sempre di più nei sentieri sotto i grandi alberi e non mi accorgevo che il tempo passava, la meraviglia che montava alla vista di due particolari astri che mi ricordavo di aver notato sulle mappe a poca distanza dalla falce di Luna, il pianeta Mercurio e la stella Aldebaran. Davvero erano proprio quelli che stavo osservando estasiato?

E quando ho deciso che era ora di tornare, il cancello da cui ero entrato era stato chiuso. Poco male, ho pensato, farò il giro largo. Era chiuso anche il cancello del giro largo. Iniziando a preoccuparmi mi sono diretto verso il cancello principale che, nelle serate di lezione al Planetario, era aperto fino a ora tarda, ma era chiuso anche quello. Sono i momenti in cui un duro palestrato come me digrigna i denti e si prepara a sopravvivere alla notte, immaginavo gli occhi dei sinistri abitanti delle tenebre del parco osservarmi.

Fu un ragazzino a salvarmi, correva per allenarsi e mi disse :"guardi che è rimasto aperto un cancelletto su uno degli angoli in fondo al viottolo" e poi ha ripreso a correre per uscire in tempo anche lui. Sono i momenti in cui un duro palestrato si rende conto che forse vale la pena tornare a casa, viene in mente chi ci è caro e ci aspetta e io ho sorriso al pensiero che presto avrei rivisto il pacchetto di patatine che mi ero ripromesso di mangiare per cena. Nessuno è veramente solo nell'universo, avrebbe concluso uno dei miei supereroi preferiti.

Infine sono tornato in ufficio con i miei schizzi e li ho messi a fianco delle mappe stellari e la domanda si è riposta : davvero ho osservato e disegnato Mercurio e Aldebaran?

Mentre sto mangiando le adorate patatine che sono rimaste ad aspettarmi, rifletto su due consapevolezze. La prima è quella che devo disegnare i segmenti di cielo rimanendo fermo e non continuare a spostarmi, altrimenti ripeto le stesse stelle. E la seconda è che prima di entrare in un parco è meglio che legga sulla cancellata gli orari di chiusura.

Roberto Mahlab


   
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