luisa camponesco
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 Inserito - 04/10/2003 : 09:29:09
Elisabeth stava catalogando le ultime immagini arrivata dallo Hubble Space Telescope che riguardavano il settore Omega Centauri. Quella sera era particolarmente fredda, tutta intirizzita si stringeva attorno al corpo la giacca a vento. Aspettava un ospite, la sua venuta era stata preannunciata da una telefonata da Washington. Guardava in continuazione l'orologio, era in ritardo ma quello era il suo turno di sorveglianza all'osservatorio e comunque aveva del lavoro da fare. Finalmente una voce:
- Signorinaaa
- salga pure, sono qua
- scusi il ritardo ma sono stato trattenuto da un impegno improvviso. Sono Marc Cooper docente di astrofisica alla Columbus University, molto lieto
- Elisabeth Carter - si strinsero la mano
- il motivo della mia visita è che sono interessato all'osservazione di alcune nane rosse nel settore G4
- si accomodi pure - rispose Elisabeth aprendo la cupola
- mi dispiace doverla trattenere oltre il suo orario di servizio, ma la mia ricerca ha delle scadenze improrogabili
- non fà ,nulla sono abituata - e si rimise a controllare i fotogrammi arrivati.
Il professore si accomodò sulla poltroncina e iniziò la sua osservazione.
- Ha mai pensato, guardando il cielo, che molte delle stelle in questo momento non esistono più
- certo, la loro luce impiega milioni di anni per giungere a noi
- le ho fatto una domanda sciocca, lei è un'esperta, eppure io ci rifletto sempre su questa cosa. L'universo è vivo, le stelle nascono e muoiono, esplodono o implodono, diventano nove o buchi neri......
Per un pò il professore tacque, poi ad un tratto:
- pensi alla possibilità di fare viaggi nello spazio, raggiungere altre galassie
- questo è impossibile - lo interruppe Elisabeth - le distanze sono tali che è impensabile un viaggio simile
- e se fosse possibile? - replicò , la raggiunse e prese un foglio dal tavolo
- immagini che le estremità di questo foglio rappresentino la distanza fra due galassie - curvò il foglio senza piegarlo avvicinando i bordi
- cosa vuole dimostrare?
- che l'universo può avere dei punti di curvatura, in questo caso le distanze, come vede, sono molto ravvicinate
- è un ipotesi tutta da provare - lei rispose
- solo per il momento, signorina, solo per il momento
Cooper ritornò al telescopio, ma Elisabeth ebbe la sensazione che sapesse molto di più di quanto avesse detto. Il silenzio cadde fra di loro ma la mente della ragazza era in fermento. Ogni tanto lo osservava, lo vedeva prendere appunti e tracciare strane linee. Non era necessario tutto questo per osservare delle nane rosse.
- lo sà Elisabeth che il nostro Giove, con la sua massa, è un'enorme calamita che attira a sè i meteoriti proteggendo in tal modo la terra?
- si - rispose - ho visto poco tempo fa le immagini dell'impatto di un grosso asteroide nella sua atmosfera, non oso pensare cosa avrebbe fatto se fosse entrato in collisione con la terra. In fondo Giove è una stella mancata.
Il professore le sorrise e continuò la sua ricerca, ed infine:
- credo di aver finito, non mi resta che ringraziarla dell'ospitalità
- quando vuole professore, lei sarà sempre il benvenuto.
Una stretta di mano e Cooper se ne andò. Elisabeth era pensierosa e dopo un pò prese in mano il telefono:
- Centralino? Mi passi la Columbus University di New York, grazie
Poco dopo una voce femminile le rispose:
- mi scusi ,vorrei avere notizie del professor Marc Cooper, docente di astrofisica presso di voi, mi interessano alcune sue pubblicazioni
- un attimo che controllo - e poco dopo - spiacente non ci risulta alcun docente con questo nome
- grazie non fa nulla - e chiuse la comunicazione
Nel frattempo Cooper raggiungeva un camper poco distante
- allora hai preso le coordinate? - chiese una voce dall'interno
- certo le ho proprio qui
- nessun sospetto da parte della donna?
- nessuno
- allora possiamo tornare a casa. Sai abbiamo a che fare con una specie intelligente e curiosa che farà molta strada in futuro, non mi meraviglierei che un giorno fosse rappresentata nel Grande Consiglio
- neppure io - rispose Cooper
Elisabeth rifletteva tamburellando le dita sul tavolo, in fondo se lo aspettava, poi guardando verso il telescopio pensò che la risposta potesse essere proprio lì, in ciò che quell'uomo stava osservando.
Fu allora che vide il foglietto bianco sul pavimento, lo raccolse, portava ancora i segni ben visibile e leggibili degli appunti del professore. Curiosa ,si mise al telescopio, impostò le coordinate e le apparve un piccolo sistema solare nella galassia a spirale M31 nota col nome di Andromeda, distanza dalla terra 2.200.000 anni luce.
Un sistema solare attorno al quale ruotavano pianeti e alcuni poteva avere caratteristiche simili alla terra.
Cooper guardò nuovamente l'osservatorio e si augurò che Elisabeth cogliesse gli indizi che aveva lasciato e comprendesse.
Lui sapeva che lei avrebbe presto iniziato le ricerche sulla curvatura spaziale e suo figlio le avrebbe completate.
L'umanità , entro il secolo, avrebbe colonizzato Marte ed Europa
poi..............il balzo verso l'infinito.
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