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luisa camponesco
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Space station

La zona ristoro pullulava di gente per la maggior parte proveniente dal settore Vega, il barista spillava in continuazione birra eusiana, l’atmosfera era quella che solitamente precede l’arrivo di un cargo.
- Comandante! Una comunicazione dalla Deimos
- Me la passi nel mio alloggio.
DerKok, comandante della stazione, si diresse a grandi passi nell’area 4. Di padre terrestre e madre nativa di Abbràs un pianeta nel gruppo delle Pleiadi, possedeva il fascino magnetico che la fusione delle due razze sapeva dare. Occhi dorati e capelli argentei nessuno sapeva sottrarsi al senso di autorevolezza che emanava.
- Li avete trovati? - chiese
- Sono sul cargo comandante, non ci sono dubbi.
- Da cosa deriva la vostra convinzione?
- I nostri scanner hanno rilevato il loro DNA.
- Avete fatto un buon lavoro adesso provvedo io ad accoglierli.
La comunicazione si interruppe, DerKok aveva atteso quel momento da molto. I responsabili della distruzione della stazione AlfaUno sarebbero presto caduti nella sua rete. Strinse la mascella al pensiero dei compagni morti in quel disastro. Era solo una stazione laboratorio che analizzava gli effetti delle particelle gamma sugli essere viventi. Ma soprattutto il pensiero di lei, Octylia, la donna del suo cuore perduta per sempre.
Si avvicinò all’interfono.
- Goyle! Subito qui!
Goyle capo della sicurezza e fratello di Octylia aveva anche lui un conto in sospeso con i sabotatori.
- Novità?
- Stanno arrivando!
Goyle strinse i pugni.
- Non vedo di incontrarmi con quei figli di….
- Calma Goyle, ti capisco ma stavolta non possiamo sbagliare. C’è un’altra cosa … - DerKok fece una pausa. – Ho chiamato Xandra.
Goyle si fece rosso in viso.
- Avresti dovuto avvertirmi.
- Metti da parte i tuoi risentimenti, ci serve il suo aiuto lei è un telepate.
Xandra, come tutta la sua gente comunicavano fra loro telepaticamente. Bellissima dalla carnagione ambrata e gli occhi viola, era figlia dell’ambasciatore Zord del pianeta Styus e aveva ereditato da lui la capacità di comunicare verbalmente con le altre razze. Xandra e Goyle aveva avuto una storia importante anni prima, che aveva lasciato il segno nel capo della sicurezza, ed ora, il rivederla dopo tanto tempo gli procurava disagio misto a rabbia.
Un breve suono alla porta.
- Avanti!
Xandra entrò e dopo aver dato solo un’occhiata a Goyle si rivolse a DerKok.
- Comandante è un piacere rivederla!
- Prego Xandra accomodati, anzi accomodatevi tutti e due.
La tensione che si percepiva nell’aria era quasi palpabile.
- Goyle è già al corrente di tutto e per quanto riguarda te Xandra non c’è bisogno di molte parole, come da Protocollo Uno comma 10.
Il Protocollo Uno era stato approvato, dall’Assemblea dei Pianeti Riuniti, poco dopo i primi contatti con gli styusiani, in pratica proibiva ai telepatici di leggere i pensieri di chi non fosse consenziente. Ma in casi di pericolo, attentati, o comunque di minacce per la vita personale ed altrui, era consentita una deroga dettata per l’appunto dal comma 10.
- In questo caso possiamo andare- Goyle si era già alzato.
- Non così in fretta amico mio. Dobbiamo prima stabilire i rispettivi compiti. Xandra, tu dovrai analizzare i pensieri di alcuni passeggeri della Deimos, in quanto a te Goyle in apparenza esplicherai i soli compiti quale capo della sicurezza in modo da non insospettire alcuno, ma dovrai stare in stretto contatto con Xandra e me e tenerti pronto ad ogni evenienza con le tue squadre.
In quel momento chiamarono all’interfono.
- Comandante! Rissa in sala mensa.
- Allora io vado! – il capo della sicurezza attivato il comunicatore da polso – Squadra Blu in sala mensa. – uscì dall’ufficio del comandante seguito da Xandra .
- Non mi serve la tua presenza. – disse rivolto alla donna. – succede sempre prima dell’arrivo di un cargo, è ordinaria amministrazione.
- Temo invece che dovrai sopportare la mia presenza. Potrebbe essere un diversivo.
Goyle provò uno strano rimescolamento interiore, ricordo di un passato mai dimenticato.

La sala mensa era in subbuglio, un terrestre di New Land e un mercante arcoriano se le davano di santa ragione. In un angolo il barista raccoglieva scommesse su chi dei due avesse la meglio. La squadra blu era già in posizione attendeva solo un ordine che però tardava ad arrivare. Goyle incrociò le braccia poi si rivolse al barista.
- A quanto lo dai il terrestre?
- Uno a dieci, vuoi puntare capo?
- Non oggi! – Goyle si sedette su uno dei pochi tavoli rimasti intatti per godersi la scena.
- Con questo vuoi dire che non farai nulla per impedire che si ammazzino? - Xandra spalancò gli splendidi occhi viola.
- Non si ammazzeranno, chi vince si aggiudica il carico migliore della Deimos, è così che vanno le cose qui.
- Siete dei barbari!
- Non ti azzardare a…..
- La Deimos ha attraccato all’hangar Omega2 . – la voce del capitano impedì il litigio, Goyle e Xandra seguiti dalla squadra blu si diressero correndo al luogo dello sbarco.
Le operazioni di scarico si svolsero in tutta tranquillità, il mercante arconiano, vincitore dello scontro, iniziò a contrattare il prezzo della partita di liquore verde di Pienz, molto apprezzato per la sua gradazione alcolica e lasciò i tagli di seta grictiane all’avversario terrestre. Pareva tutto normale ma Xandra aveva ampliato i suoi poteri mentali.
- Eccoli, stanno trasportando i contenitori di liquore. Sono in tre con l’uniforme delle navi mercantili interstellari di classe Gamma. Una delle casse contiene esplosivo W901.
Goyle imprecò fra i denti, se quell’esplosivo fosse piazzato in prossimità della Cupola avrebbe causato uno squarcio tale da compromettere la stabilità della stazione. Comunicò alla squadra di vigilare sulla destinazione dei contenitori e di avvisare subito in caso di comportamenti anomali.
- Come vanno le cose? – la voce del comandante gracchiò attraverso il comunicatore.
- Li abbiamo individuati non li perderemo di vista.
- Prudenza! -
Xandra spinse la mente anche su altri membri della Deimos.
- Hanno un complice! È l’ufficiale agli approvvigionamenti, lui ha procurato il contenitore con l’esplosivo.
- Interessante Xandra, avviso DerKok.
La situazione si stava evolvendo, i tre con l’esplosivo avevano preso un corridoio laterale, mentre sulla Deimos l’addetto ai rifornimenti veniva arrestato.

- Come mai non l’avete scoperto prima? – chiese DerKok al comandante dell’astronave.
- Perché non appartiene all’etnia dei sabotatori e i nostri strumenti non hanno potuto rilevarlo.
- Dove si trova adesso?
- È sotto custodia, vuole assistere all’interrogatorio?
- Certamente! Porto con me una persona.
Mentre Goyle e la sua squadra seguivano i sabotatori, DerKoK e Xandra si recavano nella camera di sicurezza della Deimos.

- Come capitano della Deimos il prigioniero è sotto la mia responsabilità, lei potrà comunque interrogarlo ma ci sono limiti che non dovrà superare.
- Ne sono consapevole – rispose DerKok
C’era una guardia armata davanti alla porta della cella che si scostò immediatamente all’arrivo del capitano.
Seduto sulla branda, l’uomo, con le braccia incrociate, fissava il pavimento.
- Non ho nulla da dire a nessuno! - e chiese di essere immediatamente rilasciato!
- Non prima di aver risposto ad alcune domande. Prego comandante DerKok.
DerKok, dopo uno sguardo di intesa con Xandra formulò la prima domanda.
- Da quanto tempo conosce BlackFox?
- Mai sentito nominare!
- Dov’è la sua base?
- Mai sentito nominare!
- Quanti fanno parte del gruppo?
- Ma è sordo? Non conosco nessun BlackFox.
- Grazie comandante, non ho altre domande. – DerKok salutò lo stupito comandante della Deimos e tornò su Space Station.
- Cosa mi dici Xandra?
- Alla prima domanda ha mentito solo in parte, in realtà non ha avuto rapporti diretti con l’organizzazione, ma sa che la base si trova su di uno degli asteroidi della fascia di Loomax.
- Puoi darmi le coordinate?
- Certamente! Per quanto riguarda il numero dei componenti non lo conosce esattamente poiché continua a variare, ma si aggira attorno alle cinquemila unità, tutte operative. Sinceramente non capisco perché si sia unito ad una organizzazione criminale, in fondo non gli manca nulla…
- Denaro mia cara, è solo una questione di denaro. Se riusciranno a mettere fuori uso la Space Stazion, BlackFox avrà il controllo di tutto il quadrante. Il solo pensiero mi fa rabbrividire.

Goyle e la squadra blu seguivano i movimenti dei sabotatori che in quel momento si erano fermati nella stiva di carico 11.
- Signore! Sensori attivati!
- Molto bene pronti a registrare anche i loro respiri, non voglio perdermi nulla. – sibilò il capo della sicurezza.
Xandra raggiunse Goyle che mostrò un’apparente indifferenza ma il cuore prese a battere più forte.
- Si stanno muovendo!
I sensori mostravano il movimento dei segni vitali, puntini luminosi che si muovevano su di un mini-monitor. Xandra estese la mente.
- Due si dirigono alla Cupola, l’altro all’hangar navette.
- Quelli che vanno alla Cupola portano anche l’esplosivo, il complice, invece, prepara la via di fuga. - intervenne Xandra
- Dobbiamo dividerci, quattro uomini con me, tu Xandra prendi il resto della gruppo e impedisci che fuggano.
Gli occhi di Xandra mandarono bagliori di rabbia.
- Non ti permetto di scaricarmi in questo modo!
- Perché no! Tu lo hai fatto con me anni fa!
- Stanno posizionando l’esplosivo! – gridò un membro della squadra.

Non era certo il momento di discutere per cui Xandra, disobbedendo all’ordine, seguì Goyle.

I sabotatori armeggiavano con il W901, avevano piazzato detonatori in tre punti chiave in modo tale da procurare il maggior danno possibile.
- Non si sono accorti di noi – la mente di Xandra lo aveva sfiorato, un lampo doloroso lo scosse per un istante. La donna leggeva i suoi pensieri.
L’elemento sorpresa avrebbe giocato a loro favore, ordinò agli uomini di disporsi a semicerchio in questo modo li avrebbero bloccati più agevolmente
- Attento Goyle incominciano ad avere dei sospetti.
Un raggio a particelle attraversò la Cupola, uno della squadra cadde.
- Li voglio vivi! – urlò Goyle e lo scontro si fece cruento.
Mortali raggi tracciavano linee rosse nell’aria, uno dei sabotatori copriva il compagno che stava attivando i detonatori. Goyle avanzò allo scoperto sparando in continuazione.
- NOO GOYLE!!
- Fatevi avanti figli di una cagna roxiana
Uno dei due cadde ma l’altro puntò l’arma alla testa di Goyle e premette il pulsante rosso, rosso come morte.
Un lampo accecante, ma non senti nulla, era ancora in piedi. Impossibile che avesse sbagliato la mira a quella distanza, eppure anche l’altro sabotatore giaceva a terra mentre lui era incolume. Solo dopo si rese conto che Xandra giaceva ai suoi piedi. Si era volutamente posta sulla linea di fuoco.
- XANDRA XANDRA!!!!
Si chinò su di lei con un singhiozzo.
- Ma cosa credevi di fare?
- Ti ho perso una volta non potevo permetterlo ancora. I detonatori Goyle…
Bisognava disinnescarli ma erano un intreccio di fili che formavano un macabro disegno.
Bastava un errore, un piccolo errore e tutto era perduto.
- Signore! Chiamo un esperto?
- Non c’è tempo!
Qual’era il circuito da interrompere.
- Segui il filo d’Arianna- suggerì la mente di Xandra.
- Cosa?
Xandra soffriva terribilmente ma continuava ad usare i suoi poteri.
- Segui il filo d’Arianna.
Goyle comprese, il filo d’Arianna era un, un qualcosa di diverso, che non c’entrava con l’insieme, come un quadrato in mezzo a molti cerchi.
Il tempo passava e si avvicinava il momento dell’esplosione. Rivoli di sudore gli appannavano gli occhi, ma del filo d’Arianna nessuna traccia.
- Non lo trovo Xandra.
- Non usare gli occhi ….
Era un gioco che facevano quando erano ancora insieme, all’inizio era stato difficile, ma poi aveva imparato, riusciva a scoprire dove si era nascosta e lei lo premiava con i suoi baci.
Chiuse gli occhi scacciando l’immagine di Xandra mentre correva fra le sue braccia e si concentrò sul meccanismo.
All’inizio erano solo colori confusi, verde, violetto, arancione e ….Non era un colore, non avrebbe saputo spiegarlo ma quello che vedeva non era un colore. Prese a seguirlo in un incredibile caleidoscopico labirinto. Un buco nero, finiva in un buco nero. Introdusse un disturbatore ad onde e l’intermittente ticchettio ebbe fine.

- E’ tutto finito Goyle. – la voce di DerKok lo scosse da quella specie di trance, cercò con lo sguardo Xandra .
- Se la caverà ora è in buone mani. Puoi raggiungerla in infermeria e fatti dare una controllata hai bisogno di riposo.
- Ma….
- Abbiamo preso anche l’altro sabotatore e non solo, due navi da guerra si stanno dirigendo nella fascia di Loomax .

Il medico di bordo aveva appena finito di curare l’ultimo ferito.
- Si sdrai! – disse rivolto a Goyle.
- Prima voglio sapere come sta Xandra.
- Glielo chiederà personalmente dopo che l’avrò visitato.

Era ancora più bella, avvolta nella coperta termica.
- Perché lo hai fatto?
- Fatto cosa?
- Salvarmi la vita.
La donna gli tese la mano.
- Anni fa sono stata costretta a lasciarti senza spiegazioni, la vita di mio padre era in pericolo, ma ora…..
- Ora non ti libererai più di me. – concluse Goyle.

°°°

- Comandante! Il Nebra chiede il permesso di attracco.
- Permesso accordato.
- Signore! Rissa in sala mensa.
- Sicurezza in sala mensa!

Goyle e Xandra seguiti dalla squadra si diressero nella zona del tafferuglio.
- Questa volta voglio scommettere. – mormorò Xandra
Goyle spalancò gli occhi stupito.
- Sei diventata una barbara!
Si presero per mano e un’allegra risata risuonò fra le grigie paratie.


Luisa Camponesco

   
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