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 20 Sfumature di Vita
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fairy dust
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Inserito - 15/07/2008 :  01:17:36  Mostra Profilo  Visita la Homepage di fairy dust  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a fairy dust
La vita è bella. Punto! Non ci sono altre parole per descriverla...con i suoi continui alti e bassi, è bella!
Voglia raccontarvi una storia. Una storia che parla di me, e di come mi sono innamorata di un certo Marco. Cari miei lettori, sarà una storia lunga, quindi pensateci bene prima di iniziare a leggerla.
Tutto ebbe inizio poco prima di capodanno.
La sottoscritta era fidanzata con un ragazzo, Andrea. Dopo un'ennesima troncatura della storia decidiamo dopo più o meno dieci giorni, di riprovarci, ma ad una condizione: Andrea non era più innamorato e io dovevo fargli ritrovare questo sentimento. Per un mese circa ho tentato di dedicare ogni fibra del mio essere a lui, mi sono autoeliminata per lui. Tutto per ricevere ancora quelle due paroline che insieme creano qualcosa di magico: "ti amo".
Fatto sta che ciò non avvenne mai, e dopo una discussione in cui mi è apparso veramente chiaro di quanto poco di me lui accettasse, decido di chiedere una pausa, cosa che doveva servire specialmente a lui per capire sul serio se voleva stare con me o con qualcosa di me.
Il giorno di capodanno andai a casa di Francesca, una ragazza conosciuta tramite Andrea. Quest'ultimo partecipò alla serata ed io, per placare la rabbia e l'imbarazzo che provavo nei suoi confronti, mi misi a sorseggiare birra. In poco tempo quei sorsi divvennero davvero troppi costringendomi poi, al momento del brindisi, sul letto di Francesca in preda ad autoconvincermi di non dover vomitare. Di quei momenti solo pochi ricordi: Andrea che mi bacia, mi coccola, io che contraccambio, lui che piange...tutto il resto è nebbia. Alle 5 mi alzo e mi dirigo in salotto dove sono tutti presi da qualche programma mattutino di italia1. Mi avvicino ad Andrea il quale mi invita ad inseguirlo in camera per dormire. Lo seguo. Arrivati in camera mi ritorna in mente il suo volto in lacrime: conoscendolo so perfettamente che lui piange quando succede qualcosa con me di grave (come le volte in cui ci siamo mollati); prendendo in considerazioni vari fattori, tra cui il mio piccolo stato alcolico, giungo alla conclusione che potrebbe avermi mollata. Chiedo informazioni a chi di dovere (lui) e scopro che i miei dubbi erano più che fondati. Il trauma è pressapoco inesistente per me. Ormai era una storia più trascinata che vissuta. Dormiamo insieme e il giorno seguente ci salutiamo ponendo fine alla nostra storia.
In quei giorni ho un attimo di debolezza con un certo Michele il quale, nonostante sapendo benissimo che io non volessi storie serie, si innamorò di me, e io dovetti abbandonare tutto: non me la sentivo proprio di iniziare una storia seria dopo averne chiusa una durata quasi un anno.
In tutto questo, quasi come un fungo, rispunta Andrea. Ci sono delle uscite, degli abbracci..dei baci..e il mio cuore desiderava solo il Ti amo tanto sudato e mai ricevuto. Tutta questa situazione cominciò pian piano a pesarmi e farmi sentire sempre più abbattuta, e allora decisi di chiudere i ponti quasi definitivamente con lui, almeno intanto che mi fossi calmata.
Una volta riacquistata la mia libertà inizio a guardarmi in giro, ma ancora convinta di non voler nessun uomo accanto.
In tutto questo, la mia professoressa di educazione fisica ci iscrive ad un concorso di danza per scuole: le olimpiadi della danza. Scopro che la classe che avrebbe partecipato con noi è la 4^F, classe di Marco, un mio ex compagno di 2^, della mia stessa età. Con lui ho un rapporto piacevole, ci parliamo tranquillamente ed è molto divertente stare in sua compagnia. Tra l'altro è un batterista, quindi l'unico tra tutti i maschi con un minimo di ritmo, il che lo rende perfetto per essere il mio partner al concorso, essendo io una "ballerina".
Dopo due giornate insieme passate a marinare la scuola, riesco a convincerlo a ballare con me. Pian piano, anche grazie al fatto che provavamo insieme il balletto a scuola 2 ore a settimana, il nostro rapporto comincia a maturare. E qualcosa in me comincia a cambiare. Inizio a vedere il mondo con occhi più semplici, a vivere una giornata in allegria solo perchè illuminata da un caldo sole. Inizio a vedere Marco con occhi diversi. A pensare a lui in modo diverso. Inizio a scoprirmi felice di incontrarlo a scuola, lo cerco con lo sguardo, non esiste parola pensiero o frase che non colleghi a lui.
Mi sento quasi ossessionata.
All'inizio ho pensato fosse solo una cotta passeggera, alla quale non dare troppa importanza, ma tutto aumentava in me...Poi, il 10 marzo 2008 accadde il fattaccio: più o meno alle 9 di sera, Marco inizia con me una conversazione in chat: "ciao amore, ti va se vengo a trovarti? ho bisogno di coccole..." accetto (mica sono scema), ma mantengo un certo distacco per non aspettarmi nulla...non è vero...a dirla tutta ho chiamato la mia amica Marta per dirle del fatto, e la mia voce esprimeva solo gioia, immensa gioia...
Alle 10 circa arrivò. Mi raccontò che con la sua fidanzata non andava molto bene, e lo stare con lei non gli bastava più. Dopo varie confessioni sui nostri stati d'animo e le novità del periodo ci sdraiammo sul letto per iniziare le fatidiche coccole. Ma non erano le stesse di altre volte. Non erano i semplici grattini sulle braccia e sulla schiena, erano baci sul collo, abbracci stretti, carezze, sguardi...eravamo un NOI per la prima volta..era con me e io con lui...non avrei coluto nient altro in quel momento. Solo sentire il suo profumo, che buono! Accarezzargli i capelli e sfiorargli le labbra con la mano per fargli capire quanto avrei voluto baciarlo. Nient'altro avvenne quella sera tra di noi, ma qualcosa avvenne in me: mi stavo innamorando. Mi stavo innamorando di quel suo modo di fare così egocentrico e rude a volte e così dolce e sensibile in altre. Mi stavo innamorando del suo modo di essere al contempo poeta e batterista in un gruppo death metal. Amavo lui così semplice e così inclassificabile, un po' come me..lui così bimbo e così uomo.
Il giorno seguente, nessuno dei due diede strani segni di cedimento: era tutto tornatò alla normalità, anche se io ero molto più felice di prima. Nei giorni seguenti mantenni questo stato di nirvana, fino a che non decisi che dovevo in qualche modo renderlo a conoscenza di ciò che mi faceva provare e ringraziarlo di tutto ciò. Ma come farlo senza che lui pensi che voglia qualcosa in cambio (cosa sbagliatissima e falsissima)? Destino volle che proprio in quei giorni conclusi la lettura di un libro di Fabio Volo dal titolo "Un posto nel mondo": un libro che parla di viaggi, amore, crescita interiore e sogni...perfetto! Decisi di regalargli quel libro l'ultimo giorno di scuola, al quale avrei allegato una lettera scritta il 15 marzo.
Ma ecco che la vita fa sbucare da dietro l'angolo in suo consueto "ostacolo". Pochi giorni prima di Pasquetta, mio padre mi propose di trascorrere quella giornata festiva da lui in montagna e di portare anche un paio di amici se lo desideravo. Presto fatto, lo chiesi subito a Marco, il quale insospettito dal fatto che avessi invitato solo lui, mi disse: "per me ti piaccio, ma non vorrei sembrare egocentrico". Penso che in quel momento ho assunto tutti i colori tendenti al viola e al rosso sul volto per l'imbarazzo...grazie al cielo il tutto avvenne tramite chat, il che mi rese molto più facile nascondere l'emozioni...mi limitai a rispondere: "oooh che te ne frega alla fine?? puoi farti i castelli in aria che vuoi stela =)" in questo modo mi sono meritata un "bella risposta!" . Fatto sta che per un impegno già preso, non accettò l'invito e nemmeno io, alla fine, andai in montagna.
Successivamente una mattina a scuola riparliamo della questione "mi piaci, non mi piaci". Io mi butto sulla difensiva con un discorso simile a: "bè Marco, alla fine cosa vuoi sapere con questa domanda? Mi piaci come persona? Sì, cosa c'è di male? Mi piace stare con te? Sì e la cosa mi sembra abbastanza reciproca. Poi vuoi sapere se mi piaci fisicamente? Oggettivamente sei un bel ragazzo, chi può negarlo.." insomma in un modo o nell'altro riuscì a cavarmela e riuscì a sviare l'argomento citando una frase del libro di Fabio Volo sulla bellezza delle labbra: di quanto sia eccezionale come non si possono congiungere per dire "ti odio" e come possano farlo per dire "ti amo". Fu così che scoprì che stava già leggendo il libro! La mia reazione fu evidentemente quella di una persona delusa e contrariata, e tra i miei ripetuti "no, non dovevi farlo!" alla fine dovetti spiegargli il motivo, svelandogli anche l'esistenza della lettera. Ovviamente lui si mostrò abbastanza sorpreso e compiaciuto della cosa, ma non insistette molto per scoprire qualche altro particolare, rispettando la mia scelta di mantenere tutto in segreto.
Da lì in poi i momenti da soli si afflievolirno, un'ultima coccola un pomeriggio, intensa, il desiderio era cresciuto, era tutto meno imbarazzante e più vissuto, ma niente bacio, non ancora.
Si giunge allora al 6 giugno 2008, ultimo giorno di scuola. Proprio quel sabato si tenne la festa d'istituto, ed io approfittai della libertà di circolazione e cercai di non perdere d'occhio Marco. All'una era prevista l'esposizioni delle ammissioni agli esami, ma i miei compagni (temendo forse di perdere il posto, non so) vollero dirigersi nell'atrio mezz'ora prima. E lì c'era anche Marco. Salutò le mie compagne augurandogli buone vacanze pensando che stessero andando via. Poi si avvicinò a me e mi prese in braccio,e lì avvinghiata lui a mo' di cohala attaccato all'albero, mi sentivo splendidamente. Stetti lì un po' finchè non iniziai a pesargli (anche 40 kg di donna sopo una po sono pesanti), ci salutammo ancora per circa 4 volte prima che me ne andai seriamente cercando di non voltarmi...
Da quel giorno l'ho sentito poche volte in chat, per pochi minuti...Poi venne il giorno prima della terza ed ultima prova scritta della maturità. Mi sentivo agitata, la tensione era alle stelle, sentii Marco nel pomeriggio tramite chat, e mi consigliò di andare a farmi un giro da sola per rilassarmi. Seguii il suo consiglio e mi ritrovai a campo marte sdraiata nell'erba a pensare..ai miei compagni...a lui...lui c'è sempre nella mia mente ormai. Lo vorrei lì con me, ma penso d'altra parte che sarebbe un'emozione in più che non riuscirei a trattenere e scoppierei a piangere. Il giorno seguente lo incontro per caso...lo abbraccio, piango, tremo, rido, sono strana ai suoi occhi. Il giorno seguente gli spiego il mio comportamento parlandogli del mio stato emotivo di quei giorni, lui capisce e mi fa giungere alla conclusione che lui è uno dei pochissimi che vorrei accanto in quel momento.
Il giorno dell'orale, il 30 giugno, non venne. Lo sapevo già, lavorava quindi non sarebbe mai potuto venire.
Non lo sento più. Provo a mandargli un sms quando so i risultati dell'esame, niente. Provo in msn, ancora niente.
Comincio a rassegnarmi e faccio l'ultimo tentativo con msn, e finalmente chattiamo! Lui è giù, si è mollato da poco con la sua ragazza, è stanco per il lavoro e ha voglia di staccare la spina. Io sono un attimo più serena rispetto al periodo degli esami ma non sono in pienissima forma, anche io avrei voglia di staccare la spina. Mio papà mi propone un week end di totale relax in montagna spronandomi a chiedere a Marco di accompagnarmi.
Giovedì 3 giugno gli mando il messaggio più freddo e distaccato che potevo mandargli: "vecio appena puoi fatti sentire che ti devo chiedere una cosa". La sera lo sento al telefono per chiedergli di venire in un parco in compagnia di alcuni amici della mia sorellastra, purtroppo non può perchè deve provare con la sua band, ma incuriosito dal messaggio, mi chiede spiegazioni. A causa della scarsa liquidità presente sul cellullare, sono costretta a rimandare la proposta in un secondo momento. La serata prosegue in tranquillità, torno a casa e mi butto nei miei sogni. Alle 10:30 circa del mattino seguente, suona il campanello. Mia sorella va ad aprire: "chi è?....aspetta che dorme, provo a svegliarla"...si avvicina alla mia camera, e intanto la rabbia in me per essere stata svegliata cresce: "chi è?"..."è marco, chiede se scendi.." Io balzo in piedi a occhi sgranati come se non mi fossi mai addormentata e invito Marco a salire chiamandolo dalla finestra. Dice che starà lì non molto perchè deve adare in ufficio. Gli parlo della montagna, lui accetta la proposta e promette di farmi sapere al più presto se sarà o meno impegnato quel giorno (26 luglio). Ci mettiamo sul mio letto abbracciati, finchè lui non se ne va al lavoro.
Da allora, non l'ho nè visto nè sentito. Ma c'è tempo. Intanto io aspetto, e magari spero anche un po' non trovate?
E se volete sapere il modo in cui gli dichiarerò tutto è un libro...che parla di me, di lui, di noi, ma specialmente di me perchè riceva una cosa che solo io poso dargli..la scoperta della sottoscritta...bè...che dire?
comunque andrà, sarà un successo!


Cri_chan

   
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