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 Ogm : opportunità, paure, miti
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Roberto Mahlab
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Relazione sulla conferenza dello scienziato Aaron Faith all'università di Milano prima della pandemia

Dal vostro inviato speciale – Milano, conferenza su OGM, opportunità, paure e miti.

In sala erano presenti anche ventinove ragazzi di un liceo di Brescia in procinto di partire per un viaggio di studio in Israele.
Lo scienziato israeliano Aaron Faith ha parlato in perfetto italiano, ha lasciato il nostro paese, dove è nato, negli anni novanta per trasferirsi in Israele. Lavora all'istituto di studi sul deserto Blaunstein all'università Ben Gurion a Sde Boker. E’ una zona del deserto del Negev su cui cade un bicchiere d'acqua all'anno, mentre il resto di Israele gode del clima mediterraneo. Il suo ambito di studi è la metabolomia, cioè l'analisi chimica di un campione.

Uno dei progetti famosi di quelle zone è la viticoltura nel deserto. Anche il gusto del vino rappresenta un campione chimico che può essere misurato, condizionato dalla pianta, dall'ambiente, dall'atmosfera e dalle pratiche di viticoltura.
Si sono scoperte tracce di viti risalenti a centinaia di migliaia di anni fa e la tecnologia della viticoltura in quella zona risale a seimila anni fa. Il regno di Israele esportava la produzione vinicola in tutta l'area del Mediterraneo. Il vino era usato addirittura come unità di scambio. Tutto cessò con l'occupazione da parte dell'impero ottomano che estirpò i vigneti e le aziende vinicole. Nel 1870 la produzione riprese da parte degli ebrei nella zona di Efrat. Credevano nel progetto personaggi quali Moses Montefiore e il barone Rothschild. Il problema era che venivano usati qualità e metodi di viticoltura francesi e quindi la resa era bassa. Oggi invece gli ultimi dati dicono che la produzione di vini in Israele è di ben 36 milioni di bottiglie di qualità pregiata.

Questa è stata la piacevole introduzione all'argomento della serata : gli Ogm.

Gli ogm sono l’unica soluzione per sfamare un mondo che si sta inaridendo e salinizzando. Il Negev è il laboratorio ideale perché rappresenta il modello del futuro di zone del pianeta desertificate.
In Francia i vigneti della regione del Bordeaux soffriranno per il cambiamento climatico e così avverrà nel Friuli dove sono già in funzione progetti misti Italia-Israele per l’irrigazione a goccia. Il Friuli in apparenza è una regione piovosa, ma ha sofferto per ridotte precipitazioni e alta temperatura con la conseguente morte di piante e l’abbassamento della qualità del prodotto, l’acqua viene ritenuta con difficoltà dalle caratteristiche del terreno ed è per questo che la regione si è rivolta a Israele.

L’ingegneria genetica non è l’unico metodo per salvaguardare i vigneti, esiste ad esempio un metodo denominato 'grafting', ma possiamo migliorare altre coltivazioni tipo le melanzane, il mais, la colza e la canna da zucchero solamente con l’ingegneria genetica.
In realtà si tratta di un metodo che usiamo da diecimila anni, cosa altro è la selezione di piante aventi determinate caratteristiche rispetto alle piante originarie, anche se poco a poco ci siamo ritrovati con il problema di una omogeneità dopo aver perduto la varietà. Non potremo produrre più piante, ma potremo trovare metodi affinché le piante esistenti producano di più.

Il vero “bio” è costituito dalle piante originarie di diecimila anni fa. La selezione fatta prima della comparsa degli ogm ha fatto sì che, ad esempio, oggi le piante di riso mantengano i chicchi sulla pianta stessa senza più diffonderli. Non solo, proprio il riso carente di vitamine causa nelle popolazioni che maggiormente lo utilizzano come quasi unico alimento problemi di cecità proprio per la mancata ingestione di tali vitamine. La contestazione di organizzazioni occidentali, tipo Greenpeace, verso la modifica genetica per ripristinare il contenuto vitaminico nel riso, paradossalmente punisce i popoli, come in India e in Africa, che tali organizzazioni dicono di voler difendere, dunque siamo all’immoralità. In Africa il mais è spesso uno degli unici alimenti, i progetti di ingegneria genetica permettono di ottenere varietà che contengono le vitamine necessarie alla dieta di sopravvivenza. Così avviene anche con progetti che uniscono le caratteristiche di diversi tipi di pomodori provenienti da diverse zone del pianeta.

Caso importante è quello della colza, da cui si estrae l’olio e di cui il Canada produce una varietà geneticamente modificata, grazie ad una protossina il prodotto interagisce con un batterio ed elimina le larve che rovinano la produzione.
In Germania la cosiddetta peste del mais provoca danni per 11 milioni di euro l’anno. E così avviene in Africa. Solo che la Germania comunque non muore di fame senza mais, l’Africa sì. In Africa il mais rappresenta il cinquanta percento della dieta e anche qui una cosiddetta Bt-tossina uccide le larve che rovinano il raccolto.

Da notare è che prima della comparsa dell’ingegneria genetica, si usavano senza risparmio insetticidi e pesticidi. Di conseguenza con l’ingegneria genetica si usano meno.
Riguardo al controllo di sicurezza, essa ha raggiunto livelli elevatissimi rispetto ai primi esperimenti di trenta anni fa, esistono protocolli strettissimi prima di poter immettere un prodotto transgenico sul mercato, a volte passano dieci anni di ricerca per ottenere l’approvazione.

Solo in Italia fanno ancora scalpore gli ogm e sono in genere rari i finanziamenti finalizzati alla ricerca scientifica. Sono concetti che non passano nel nostro paese, anche se gli ogm sono in grado di salvare il futuro del mondo. Il problema, rileva Aaron Faith, è l’ideologia che permea il nostro paese, i movimenti contro la globalizzazione, l’ignoranza verso la scienza, il terrorismo mediatico. La contrarietà si manifesta con le classiche frasi :”contro l’America che ha il monopolio degli ogm”. Il che è falso perché oggi tanti paesi sono entrati nella competizione globale per questi prodotti, come la Cina e il Brasile.

L’esempio della canna da zucchero. La canna da zucchero produce, ovviamente, lo zucchero che è una molecola. Lo zucchero da ogm è identico allo zucchero non ogm. Eppure deve essere etichettato in modo diverso, il che causa un terrorismo contro gli ogm, specialmente quando sull’etichetta vengono indicati insieme i due nemici dell’ideologia e cioè gli ogm e Israele.

Lo scienziato ha ricordato come anni fa avesse assistito ad uno spettacolo di Beppe Grillo contro gli ogm in cui il comico affermava che rischiavamo di ritrovarci in una banana i geni di un pesce. E non aveva idea che il gene è una sostanza chimica e tutto l’esistente ha gli stessi vocaboli che lo compongono, i pesci come le piante, la biologia e la chimica sono gli stessi. (Ndr : tutto l’esistente è composto dagli elementi della tavola degli elementi, tutto quanto, le stelle, noi esseri umani e la coca cola).

L’esempio delle patate. Le patate verdognole contengono alcaloidi che sono nocivi per la salute. Gli ogm evitano che ci siano alcaloidi nelle patate. Nei prodotti ogm i componenti di alcuni allergenici sono diminuiti.

Riguardo alla polemiche contro “ogm e multinazionali”, esse sono assurde, dovremmo boicottare anche la Microsoft di questa stregua.
Purtroppo la politica ha lasciato l’Italia, prosegue lo scienziato, di 10 anni indietro rispetto al mondo sviluppato.

Come si possono evitare i pericoli eventuali nella ricerca sugli ogm, pericoli che dipendono dall’eventuale interazione con altri agenti naturali? Proprio studiando gli ogm in aree desertiche tipo il Negev, dove non esiste per evidenti motivi il pericolo di interazione.

La Fao, l’ente delle Nazioni Unite per l’alimentazione, ha chiesto ufficialmente che siano adottati metodi per l’aumento della produzione per evitare il rischio di carestie. Aaron Faith mostra che la mancanza di cibo e acqua è una della cause delle ondate di profughi, ovviamente senza dimenticare la guerra. Dunque è assurdo pretendere di produrre solo “bio”, quello che si deve fare è aumentare il prodotto per singola pianta.

Come ulteriore esempio delle condizioni in cui si trova l’Italia, Aaron Faith descrive uno degli pochissimi testi che si trovano nel nostro paese, scritto da un medico, il titolo è :”I semi del futuro”. Gli argomenti proposti contro gli ogm sono letteralmente assurdi :”bisogna proteggere la tradizione del nostro mais italiano, gli ogm provocano malattie, la carne porta alla guerra, i popoli vegetariani hanno creatività, l’ingegneria genetica è stata la causa delle guerre in Libano, Somalia e Ruanda”. Questo è l’esempio di come l’ideologia più folle freni lo sviluppo scientifico e tecnologico nel nostro paese. La Germania, da paese guardingo nei confronti dell’ingegneria genetica, è diventato una potenza in tale campo, grazie alla Bayer. Il problema, insiste lo scienziato, è tutto italiano.

A conclusione, Aaron Faith ha riassunto che è da diecimila anni che gli esseri umani modificano, con i mezzi a disposizione di ogni singola era, i prodotti agricoli, le varietà esistenti in natura in origine non esistono più. Da 100 anni siamo riusciti ad inventare metodi di nutrimento particolari per le piante, da 50 anni ha fatto la sua comparsa l’ingegneria genetica e da 20 anni le tecnologie di ricombinazione. Di conseguenza tutti i prodotti agricoli sono ogm. I discorsi ideologici vanno ribaltati : i prodotti ogm garantiscono il necessario incremento vitaminico, proteggono da malattie, hanno un favorevole impatto ambientale e contro l’inquinamento, inibiscono gli allergeni, fanno diminuire l’uso di pesticidi, garantiscono un maggiore assorbimento di potassio e altri minerali vitali.

Roberto Mahlab - Cns - Concerto News System

   
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