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 1 Due chiacchiere tra amici (presentiamoci)
 25 aprile - la solidarietà di Concerto di Sogni
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Roberto Mahlab
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Inserito - 26/04/2006 :  16:43:08  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Siamo del tutto allibiti per come si possa arrivare a bruciare i vessilli storici di coloro che liberarono l'Italia dai nazifascisti, anche Concerto di Sogni si associa allo sgomento che pervade il nostro paese e presenta la solidarietà alle persone offese da tanta incredibile mancanza di elementari nozioni storiche, oltre che da tanta inaccettabile violenza. Più che "no global", direi si tratta di "no brain".

Proponiamo di seguito due testimonianze interessanti perchè nei contenuti richiamano i fatti storici di quei terribili anni della seconda guerra mondiale e raccontano delle imprese delle forze alleate in Italia e della Brigata Ebraica che ne fece parte, ricordiamo che la Brigata era in forza all'ottava armata britannica.
Speriamo che queste testimonianze siano utili per chi desidera approfondire ulteriormente i fatti storici e vi auguriamo una buona lettura.

Per inciso, ricordiamo che ieri si commemorava il giorno della Shoà, in Israele la vita si è fermata per un intero minuto al suono delle sirene in ricordo dei martiri.
Gli avvenimenti di Milano sono stati dunque quanto di più inopportuno si potesse concepire, l'assurdità più totale.

Concerto di Sogni
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From: Notizie su Israele <israelenews@ilvangelo.org>
Date: Wed, 26 Apr 2006 12:48:39 +0200

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26 aprile 2006
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Sito internet: http://www.ilvangelo.org/attinew.html
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Ambasciatore israeliano, rabbia e vergogna per le bandiere bruciate

Ehud Gol commenta gli avvenimenti di ieri durante il corteo di Milano organizzato per la festa della liberazione

ROMA «Da ebreo e israeliano, ieri, mi sono colmato di vergogna e di rabbia alla vista del barbaro comportamento dei "fascisti" della sinistra estremista che hanno profanato la sacralità della festa della liberazione del 25 aprile, assieme alla memoria dei caduti della Brigata Ebraica in Italia, dando alle fiamme le bandiere dello Stato d'Israele nel corso del corteo di Milano»: è quanto afferma, in una dichiarazione, in ordine a quanto accaduto ieri a Milano, l'ambasciatore
d'Israele, Ehud Gol.
«Come ogni anno - aggiunge l'ambasciatore israeliano Gol - anche nel prossimo mese di maggio mi recherò, assieme alle famiglie, sulle tombe dei caduti della Brigata Ebraica che sacrificarono la propria vita per liberare l' Italia e che, da allora, sono sepolti nella sua terra, in Emilia Romagna. Sarebbe opportuno che l'Italia ufficiale, in quella occasione, chiedesse loro scusa, alla luce del comportamento teppistico di ieri a Milano. Indigna in maniera particolare il fatto che questi elementi hanno ritenuto opportuno bruciare le bandiere d'Israele proprio nel giorno in cui lo Stato ebraico commemorava la Shoah e onorava la memoria dei sei milioni di vittime sterminati dai nazisti».
«Queste persone, così come gli altri che negano la Shoah e invitano alla distruzione dello Stato d'Israele- conclude Ehud Gol -, sono un pericolo per il mondo democratico occidentale».

(La Stampa, 26 aprile 2006)

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Manifestazione di Milano, 25 aprile 2006, autonomi bruciano la bandiera Israeliana

Testo di una lettera aperta inviata all'onorevole Fassino dopo i fatti avvenuti ieri a Milano.

Onorevole Fassino, non solo conoscendo la posizione che Lei ha sempre mantenuto nei confronti degli Ebrei e dello Stato di Israele, ma anche per il sentimento di sincera stima che nutro verso la Sua persona, ritengo doveroso comunicarLe lo sdegno che mi ha pervaso, nell'apprendere che alcuni autonomi hanno insultato e spintonato la rappresentanza della Brigata Ebraica nel corso della manifestazione di ieri a Milano.

Forse quelle persone ignoravano che oltre 130.000 volontari Ebrei hanno combattuto, sui vari teatri di guerra, durante il secondo conflitto nelle truppe Alleate, e che 5.000 uomini della Brigata Ebraica, insieme agli Anglo Americani, ha partecipato alla Liberazione del Nostro Paese, ignorano quegli autonomi che il 3 marzo 1945 la Brigata Ebraica ha combattuto nei pressi di Imola insieme ai gruppi di combattimento "Friuli" e "Cremona", portando a termine uno dei pochi assalti frontali con la baionetta e che in quell'azione perirono 33 uomini, che oggi riposano nel Sacrario di Piangipane. Non sanno, gli autonomi, che la Brigata Ebraica ha partecipato attivamente alla liberazione di Ravenna, Faenza, Russi, Cotignola, Alfonsine ed Imola, pagando un debito di sangue.

Per quegli autonomi, le bandiere Isareliane (la bandiera Israeliana nasce proprio in onore della Brigata Ebraica, infatti è identica), rappresentavano il sionismo imperialista da combattere e bruciare: nè più ne meno come fanno in Medio Oriente persone di cui posso - in parte - capire l'azione di bruciare un simbolo mosse dall'odio, solo perchè ne giustifico l'ignoranza. Ieri a Milano, Onorevole Fassino, persone meno ignoranti hanno agito come certi scalmanati palestinesi, davanti a silenziosi rappresentanti delle Istituzioni Italiane che hanno speso solo tiepide parole di condanna, quando non hanno approvato il grave atto.

La folla era al fianco dei simboli palestinesi o alle bandiere del "Che", ma dove erano questi la liberazione del nostro Paese? Perchè si è permesso a degli scalmanati di stravolgere il senso di questa manifestazione che doveva essere un momento di avvicinamento, seppur temporaneo, di persone magari con idee diverse, ma unite in una festa comune?

Le sarò grato di una suo pronunciamento su tale increscioso episodio.

Con Stima.

Alberto Cherti

(da ShalomIsraele, 26 aprile 2006)

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Carmine Monaco
Viaggiatore



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Inserito - 26/04/2006 :  17:02:08  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Carmine Monaco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Carmine Monaco
25 Aprile, offesa e oltraggiata la Liberazione dal totalitarismo nazifascista

Il "25 Aprile", così come è oggi, rischia di perdere i suoi valori e i suoi significati più alti. Il monopolio politico, organizzativo e culturale cui è soggetto, sta per trasformare la Festa della Liberazione dal totalitarismo nazifascista europeo e dagli orrori da questo causati nei decenni del suo dominio, sfociati nella Seconda guerra mondiale e in 40 milioni di morti, nella Festa delle divisioni nazionali, dell'intolleranza, dell'odio e dell'aggressione ai danni di chi non condivide le idee di chi esercita tale monopolio.
Una forma di violenza politica ripugnante che non si ferma neppure davanti a chi porta con legittima fierezza lo striscione che ricorda gli eroi veri, che quella guerra combatterono dalla parte giusta, come la Brigata ebraica, uomini che versarono un notevole contributo di sangue alla liberazione dell'Europa dagli europei nazifascisti; striscione portato da membri della Comunità ebraica di Milano, che vide migliaia dei suoi deportati e sterminati dai nazifascisti. A costoro sono stati dedicati cori nazisti come: «Intifada, intifada! Palestina libera, Palestina rossa! Stato di Israele, stato terrorista! Sionisti assassini!». Per fortuna la dignità di patria è stata salvata da quei tanti che in piazza si sono subito dissociati applaudendo il passaggio della brigata ebraica e gridando «pace, pace».
Un odio che non si ferma neppure di fronte a Paolo Brichetto, ex deportato al campo di concentramento di Dachau, decorato con medaglie alla Resistenza dal presidente Ciampi, ultranovantenne invalido, bloccato su una sedia a rotelle, e papà del Ministro Letizia Moratti.
Un odio che non si ferma neppure davanti a un sindacalista per definizione vicino agli operai, come Savino Pezzotta, contestato dagli squadristi autonomi rossi in piazza San Babila, quegli stessi che al passaggio di Dario Fo, accompagnato da Franca Rame, hanno invece indirizzato applausi e cori di «bravo, subito sindaco». Al premio Nobel gli autonomi hanno chiesto di fare qualcosa per gli arrestati per gli incidenti in corso Buenos Aires dello scorso 11 marzo, colpevoli unicamente di aver lanciato molotov e bombe caricate a bulloni all'indirizzo di mamme e bambini, questi sì, giustamente accusati di voler mangiare un panino nientemeno che da Mc Donald! «Lo stiamo già facendo - ha risposto Franca Rame - siamo in contatto con le loro famiglie».
Un odio che porta ancora una volta i soliti "quattro imbecilli" squadristi skinheads rossi a gridare l'orribile, nauseante, vergognoso slogan: «10 - 100 - 1000 Nassirja».
Con tali premesse, cosa sarebbe successo se al corteo si fosse unita una rappresentanza delle forme armate alleate (per capirci, inglesi e americani) che liberarono davvero l'Europa dagli europei nazifascisti? Riuscite ad immaginarlo?
Apprezziamo le dichiarazioni di condanna giunte da parte di Romano Prodi e le attestazioni di solidarietà di Walter Veltroni e del candidato a sindaco di Milano Ferrante nei confronti della Moratti. Dichiarazioni a posteriori necessarie, dovute, obbligate. Ma cosa è stato fatto per prevenire simili episodi? Nulla. Ed è al buio di questo nulla che le condanne espresse dai leader del centrosinistra, futuri governanti di questo Paese, risultano inadeguate e superficiali.
Vogliamo vivere in un paese i cui leader politici e governanti, di fronte a simili episodi, si assumono la responsabilità etica, morale, politica e culturale di abbandonare il corteo, di interrompere il discorso, di sospendere ogni attività, fino a quando gli autori di questi infami episodi non siano stati isolati e allontanati. Niente di più di quanto quelle stesse Autorità chiedono che sia fatto durante una qualsiasi partita di calcio. Chiediamo che si rispettino tutti coloro che hanno combattuto, non solo comunisti, ma anche liberali, socialisti, cattolici, ebrei, repubblicani, per liberare l'Europa dagli orrori del nazifascismo. Chiediamo che si rispettino le vittime di tali orrori.
Chiediamo che il 25 Aprile sia la Festa della liberazione da ogni totalitarismo, da ogni fascismo e da ogni forma di squadrismo.
E se non possiamo ottenere il rispetto di tutto ciò che costituisce la scala più alta dei valori della Liberazione, ebbene, che se ne faccia a meno di festeggiare.

Carmine Monaco

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