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 Un mondo a prestito/parte terza
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Roberto Mahlab
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Venerdì 17 agosto

Arrivammo a Kuala Lumpur, la capitale, nella tarda serata e Tan aveva organizzato una cena con dei suoi deliziosi amici di affari, mi portarono al Restoran Oversea, la coda per entrarci era di dieci metri, non era facile prenotare, mi accorsi di essere l’unico europeo nell’immensa sala. Mi stavano facendo un onore che mi commuoveva. Non c’era un solo argomento che l’amico di Tan non toccasse, dai vini italiani alla cottura degli spaghetti, Tan osservò che c’era una sola questione di cui il suo amico non poteva parlare ed era quella delle bellissime ragazze cinesi e un’occhiata alla sua promessa sposa che digrignava i denti seduta al suo fianco mi fece comprendere la duplice ragione di quel sottile commento.

§§§

Ottawa
“In mezzo secolo in questa posizione, non ho mai visto una situazione del genere”, il governatore della Banca Centrale canadese rispondeva alle pressanti richieste di spiegazioni da parte del primo ministro : ”Le Borse cedono in tutto il mondo, l'Unione Europea ha promesso una inchiesta sulle agenzie di rating che non hanno avvisato gli investitori dei rischi. Signor primo ministro”, concluse con preoccupazione “Nonostante la globalizzazione delle notizie e la velocità di trasmissione, le reazioni sono state lente, perchè nessuno ha mai visto una cosa simile prima. L'informazione ci arriva all'istante, ma la difficoltà è comprenderla”.

In diretta sulla Cnbc, l’anchorman che sta moderando in studio un dibattito tra esperti di finanza dei diversi continenti, si mette all’improvviso a gridare :”La fed americana ha abbassato il tasso di sconto all'apertura dei mercati, di mezzo punto, il costo del denaro alle banche scende, una boccata di ossigeno in una situazione di possibile recessione evidentemente giudicata più importante del rischio di inflazione. Una svolta nella crisi, le banche cercavano liquidità e il sistema creditizio rischiava il collasso. L’indice dow jones a New York è salito di botto di 300 punti. Che farà adesso la banca centrale europea?”, si rivolse agli ospiti in studio, riprendendo l’abituale aplomb.
L’esperto francese quasi rovescia la poltroncina su cui è seduto per la rabbia, considera il taglio unilaterale americano come un’offesa personale, ripete con durezza le sue certezze sulla necessità di far salire i tassi europei per non abbassare la guardia nei confronti dell'inflazione.
Gli altri invitati rimangono esterrefatti per il rifiuto del francese di accettare che la realtà del mondo è sfortunatamente ormai assai lontana dalle sue convinzioni.

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Sabato 18 agosto
Ero all’ombra delle torri gemelle di Kuala Lumpur il giorno successivo, l’ultimo incontro nelle sale di un altro Shangri-La, un contratto da firmare con Heng e Ling, un gigante lui, di corporatura opposta lei, il cuoco ci portava una cesta di sum tim, dalla quale dovevamo scegliere un cibo, carne o pesce, che avrebbe bollito per noi. Ma non era finita, un altro piatto comparve sulla nostra tavola, un delizioso pollo al limone. Ling ci raccontò delle sue missioni di affari nei paesi della penisola arabica, i viaggi nel deserto e la cavalcata su un cammello alla quale era stata invitata da un principe, evidentemente colpito, ma lei non lo disse, dalla sua avvenenza.

§§§

Il poliziotto addetto al controllo passaporti dell’aereoporto di Djakarta, in Indonesia, non fece una piega quando si accorse delle banconote contenute nel passaporto del turista, era pratica comune nel paese considerato tra i più corrotti al mondo, intascò i dollari americani che gli avrebbero permesso di togliersi qualsiasi sfizio per i seguenti due mesi e appose il visto di ingresso, neppure la faccia del proprietario era interessato a verificare. John Richard, o qualunque fosse il suo nome, inforcò gli occhiali scuri e si diresse alla fila dei taxi, l'autista non si sorprese per l'indirizzo che gli veniva indicato, in quei giorni aveva caricato i personaggi più strani per accompagnarli negli alberghi vicini allo stadio e non era certo compito suo chiedersi, o chiedere, chi fossero, una buona mancia poi ricompensava sempre chi si faceva i fatti propri.

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Lunedì 20 agosto

Borsa di Tel Aviv
“Yoni, vendi tutto il vendibile a New York e compra tutto il comprabile qui da noi, il dollaro va a fondo e la nostra banca centrale vuole alzare i tassi!”

Central Park, New York
Il presidente della Manhattan Trust ha sbattuto la porta del suo istituto e, lasciando attoniti i suoi collaboratori, è andato a prendere la sua nipotina all’uscita da scuola, “qualsiasi cosa facciamo, non serve a nulla”, lo sentono gridare sulle scale.
“Guarda nonno, i gabbiani!”, la bimba stringe forte la mano dell’uomo anziano, che si sente gonfiare il cuore di gioia. “Volano via tesoro, del resto la volatilità dei mercati è quanto di più preciso si possa dire per definire quello che sta accadendo” e scoppia a ridere da solo.

Borsa di Tokio
“Non ho capito se devo vendere o comprare”, un giovane operatore finanziario si accascia stremato sulla tastiera del computer, "ieri ho preso a prestito lo yen allo 0,5 di interesse e ho comprato dollari australiani al 6,5 con un ritorno dell’11 percento per via della differenza dei tassi e del cambio, oggi in pochi minuti tutti i guadagni sono stati spazzati via per il crollo del dollaro australiano, tutto vola, i rapporti tra le valute diventano imprevedibili di ora in ora”.
“Mi sa che i bei tempi del carry trade sono passati”, sbotta scoraggiato il suo collega alla postazione vicina.

Università di Manchester
“Nonostante dai titoli dei media non appaia, il motore del pianeta non si è fermato”, il professor Rickland si aggiustò gli occhiali e notò che i suoi studenti pendevano dalle sue labbra, “per sorprendente che possa sembrare, la saggezza dell’Asia sudorientale si propone come esempio al resto del mondo. In Malesia ieri il governo ha annunciato che le tasse personali caleranno al 28 percento e quelle aziendali al 26 percento, per salvaguardare i consumi.
Taiwan non ha avuto bisogno alcuno di tagliare tassi, Hong Kong vede una doppia opportunità, la liberalizzazione degli investimenti dalla Cina e la liquidità prodotta dalla federal reserve americana. Nei prossimi giorni ho invitato alla nostra facoltà il premio nobel Yunus dal Bangla Desh, sapete che sostiene il capitalismo della produzione individuale, che consente di mettere i più poveri in condizione di produrre e diventare autosufficienti.
A Singapore il governo ha rilevato che l’attesa di vita raggiunge gli 80 anni e non è più logico andare in pensione a 62 anni. Ci sono due generazioni, una di 85 e l’altra di 60 anni già in pensione, i nonni insieme ai figli. Visto che non si rimetteranno tutti subito a lavorare, l’età pensionabile verrà rapidamente aumentata dal governo a 68 anni, altrimenti il sistema farà crack sia per i pensionati presenti che per quelli futuri. E ai già pensionati verrà offerta la possibilità di essere reimpiegati con un salario, di modo da arrotondare e quindi spendere di più.
La diminuzione delle tasse e l’aumento dell’età pensionabile, sono le risposte che si attende una società dei consumi che ha visto crescere considerevolmente la speranza di vita”.

§§§

"Centomila in quello stadio e potevano essere un milione, quasi quasi mi dispiace che gli indonesiani non li abbiano fatti entrare tutti, anche se sono sicuro che una buona busta abbia fatto chiudere più di un occhio alle frontiere", nel suo ufficio all'ambasciata britannica di Kuala Lumpur, sir Roland scrutava il filmato dell'adunata fondamentalista a Djakarta, :"riesci a riconoscere qualcuno della lista dei ricercati?", si rivolse a Lisa seduta vicino a lui. "Ne ho identificati un paio sir Roland, a dimostrazione che si è trattato di qualcosa di grosso, posso suggerire che l'importanza dell'avvenimento è paragonabile al meeting di Durban che precedette l'attacco a New York nel 2001?". "Lisa, la tua analisi mi gela il sangue nelle vene, penso che tu abbia ragione, si sono riuniti lì non per caso, sta succedendo qualcosa e i coordinatori di tutti quegli estremisti lo sanno, si stanno scambiando certo le parole d'ordine per far partire delle azioni clamorose e il cielo sa che se qualcuno non li ferma, ci avviamo alla catastrofe", Lisa fu turbata dai timori di sir Roland, ma il suo sguardo si attardò ancora sullo schermo, un fotogramma in particolare, un volto tra la folla, ma era stato troppo veloce, non poteva essere.

§§§

Era l’ultima sera del mio soggiorno, non tutti i pezzi mio corpo mi seguirono nel viaggio di ritorno in occidente, eppure ero stato attento a non sedermi al sole dopo le nuotate in piscina, non mi rendevo conto che i raggi dell’astro a quella latitudine attraversavano le nubi e l’ombra delle palme e così avevo cambiato pelle, come le lucertole, la vecchia cadde, sostituita dalla nuova. Che male! Il prezzo dello Shangri-La.

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Roberto Mahlab
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Martedì 21 agosto

La sala d'attesa di prima e di business class all'aereoporto di Singapore è un luogo dove si potrebbe passare tranquillamente e felicemente una lunga parte dell'esistenza, centinaia di metri quadrati a moquettes con divani e poltrone, grandi schermi alle pareti sintonizzati sulle maggiori televisioni internazionali, un bar e due grandi buffet riempiti ogni mezz'ora con ricercate delizie culinarie, giganteschi acquari con coralli e pesci coloratissimi, banchi con i quotidiani di tutto il pianeta appena sfornati dalle rotative dei più diversi fusi orari e tutta questa meraviglia compresa nel prezzo del biglietto, se ci si annoia è sufficiente fare un salto fuori dal lounge e perdersi nell'infinità di uno dei più grandi duty free shop del mondo. Enormi tabelloni informano il viaggiatore ad ogni istante sullo stato del volo che dovrà prendere, indicando la porta di imbarco e la via più rapida per raggiungerla, infatti l'aereoporto è talmente grande che bisogna mettersi in marcia per tempo per non perdere il proprio aereo.
Lisa si abbandonò sul divano tenendo a distanza visiva il suo borsone da viaggio, sovente gli altoparlanti informavano i passeggeri in transito che tutti i bagagli raccolti dagli addetti al servizio di sicurezza senza proprietario nei pressi, sarebbero stati rimossi e inviati al controllo di polizia, una misura resasi necessaria a causa dei ripetuti e fondati allarmi terroristici. Un bambino di neppure tre anni aveva incollato il suo viso al grande acquario e emetteva incomprensibili suoni di estasiata esultanza. "Phil, dove sei? non allontanarti per favore", la voce della madre lo richiamò da una poltrona dall'altra parte dell'acquario, ma il bimbo non parve reagire, rapito dai colori dei pesciolini che uscivano e rientravano da castelli di sassi costruiti nell'acqua e ricoperti di coralli.
Un bicchiere posato su un tavolino vicino attrasse l'attenzione di Lisa, si volse e il respiro le si bloccò in gola, :"John? John Richard?", il suo cuore prese a battere furiosamente, l'uomo si volse appena e non affrontò subito lo sguardo della donna. Lei strizzò gli occhi per osservarlo bene, eppure sembrava proprio lui, la corporatura, tutto corrispondeva, solo i capelli erano pettinati diversamente, aveva una barba di diversi giorni e gli occhiali con una montatura spessa che gli nascondeva i dettagli del viso. Si sentì confusa e ancora di più quando l'uomo le rispose con un accento marcatamente americano :"mi perdoni signora, ci deve essere un equivoco, io mi chiamo..." una pausa come volesse riflettere, poi uno sguardo alle bottiglie sul banco del bar :"Walker, John Walker, Johnny per gli amici di Kansas City, ora mi scusi, chiamano il mio volo e devo riprendere mio figlio", e si alzò in fretta, raccolse una borsa a mano dagli intarsi dorati sui fianchi, tirò su il bambino e superò di gran lena l'angolo dell'acquario scomparendo alla vista di Lisa. La madre del piccolo se lo vide recapitare in grembo :"è suo vero? era dall'altra parte dell'acquario". "Oh grazie, mi dispiace che si sia disturbato!", rispose la donna, "non si preoccupi, grazie a lei del prestito" ribattè l'uomo e, senza attendere la risposta della stupefatta signora, si lanciò verso l'uscita della sala.

Lisa aveva il volto tra le mani, premette con le dita sulle meningi fino a che riuscì a riscuotersi, corse verso l'uscita e guardò in tutte le direzioni, sia verso il duty free che verso le due possibili vie di transito che l'uomo avrebbe potuto prendere per arrivare agli imbarchi, ma non lo scorse, non c'era.
"Senta, lo so che non è affar mio, ma è già da venti minuti che c'è un bagaglio da viaggio isolato nella sala, vicino all'acquario", un uomo di spalle stava descrivendo animatamente alle ragazze del desk di ingresso la sua preoccupazione, :"credo che di questi tempi tutti i viaggiatori debbano dare una mano ai controlli, capisce che cosa intendo". "Grazie signore, mandiamo subito a prenderli, ma vedrà che è stata solo una dimenticanza di qualche passeggero", l'importante era tranquillizzare sempre i viaggiatori, affinchè non si scatenasse il panico per nulla, due agenti in borghese si avviarono verso l'acquario e l'uomo non si volse verso il punto in cui Lisa era ferma appena fuori dalla sala. La donna cercava di concentrarsi per schiarirsi le idee, John o chiunque fosse non poteva essere andato lontano, sarebbe rientrata nella sala e avrebbe preso il cellulare dal bagaglio e avvisato sir Roland di quanto presumeva di aver visto. Si volse e rimase scioccata, due uomini stavano portando via il suo bagaglio a mano, :"ehi, che fate, è mio", li inseguì, "suo signora?", i due agenti si arrestarono, :"ce lo può dimostrare, ci può dire che cosa contiene?".
E mentre Lisa, spazientita e distratta, tentava di rispondere con coerenza alle domande dei due sospettosi addetti alla sicurezza, un uomo si staccava dal bancone dell'ingresso e si avviava indisturbato verso la direzione del suo imbarco.

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Sul volo di ritorno della Singapore Airlines non ascoltai la musica, avevo sonno, la hostess mi suggerì di trasformare la poltrona in letto, una nuova possibilità per i passeggeri di business class, mi chiese se avevo visto dal foglio di istruzioni come si faceva e risposi di sì. Passarono dieci minuti, ero riuscito ad infilare una mano nello schienale e non veniva più fuori. L’hostess si avvicinò, premette un tasto che non avevo neppure notato e la poltrona si trasformò in un vero letto, con tanto di lenzuola. Ricambiai il suo sguardo beffardo con un sospiro di resa, d’accordo, ero solo un uomo solitario alla ricerca del suo Shangri-La a cui le donne offrivano in prestito la loro saggezza e abilità, ma per favore, poteva indicarmi come riprendere possesso del mio intero braccio rimasto incastrato nello schienale?

“Singh!, anche tu su questo volo, che coincidenza, come stai?”, un signore cinese vestito in un impeccabile abito da sartoria si avvicinò ad un conoscente che aveva intravisto nel sedile dietro al mio. “Che piacere rivederti Cheng! Sono alla ricerca di nuovi clienti per mia azienda di software, temo che la richiesta dagli Stati Uniti cali a causa di un possibile rallentamento della loro economia”, rispose espansivo il signore indiano che portava sul capo un elegante turbante grigio.
“Ti capisco Singh, siamo tutti in volo di questi tempi, in fondo gli analisti definiscono il mercato come ‘volatile’” e scoppiarono a ridere tutti e due.
Nel sedile accanto al mio invece un uomo abbronzato stava armeggiando con un borsone dalle fibbie dorate, “posso aiutarla signore?” gli si rivolse cortese una hostess. “Oh grazie, stavo rovistando nella mia borsa, non riuscivo più a trovare la penna, purtroppo passerò tutto il volo e poi anche quello successivo a scrivere un lungo e noiosissimo rapporto”.

Mi tirai la coperta sotto al mento e mi addormentai, sotto l’aereo passarono di nuovo la Tailandia, l’India, il Pakistan, l’Iran, la Turchia e il Mediterraneo, ero sereno, con dentro il sole e la luna, l’orizzonte ritrovato.

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Pechino
“Nonostante la propaganda, non è neppure pensabile che ci sganciamo dal dollaro”, riferiva il ministro delle finanze cinese ai colleghi nel corso di una riunione di cui la stampa non sarebbe mai stata informata, “le nostre riserve sono in dollari, è come se fosse la nostra valuta per il momento, siamo interessati che rimanga in salute”.

Massachussets Institute of Technology
Il professor Lester Thurow risponde pacatamente ai giornalisti che sono accorsi per chiedergli lumi su una sua recentissima clamorosa intervista :”vi confermo che la pretesa cinese di crescita all’11 percento non è veritiera. Infatti la statistica governativa stessa ammette che il 70 percento dell’economia delle zone rurali non cresce. I tassi di crescita possono essere controllati dai consumi elettrici che sono ad essi proporzionali. Nei paesi industrializzati il prodotto interno lordo cresce del 45 percento rispetto al consumo energetico. Se ne deduce che il tasso di crescita reale cinese è dal 4,5 al 6 percento. L’11 sarebbe piuttosto il tasso di crescita delle aree urbane, ma non è quello nazionale. Il guadagno pro capite europeo è sceso dal 85 percento al 66 percento rispetto a quello americano negli ultimi vent’anni. Però la Cina dice che nel 2100 supererà addirittura gli Stati Uniti, ma non è possibile perché ai tassi attuali, dato che i due paesi partono da basi diverse, i 1.000 dollari della Cina rispetto ai 48.000 degli Stati Uniti, si trasformeranno nel 2100 a 40.000 dollari per la Cina e a 650.000 dollari per gli Stati Uniti. Come volevasi dimostrare”, concluse il luminare del Mit, “del resto i cinesi savi riconoscono che le percentuali, senza i valori assoluti, non vogliono dire nulla”.

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Roberto Mahlab
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Mercoledì 22 agosto

La radio del taxi che mi riportava a casa dall’aereoporto era sintonizzata sul notiziario :”il debito pubblico supera il prodotto nazionale lordo”. “Bentornato in un paese che vive a prestito”, osservò con sarcasmo l’autista.
"Come tutti, temo", risposi dopo qualche attimo.

§§§

Londra
“Gordon, non siete nell’euro, ma avete delle responsabilità”, il tono del ministro delle finanze tedesco era vicino alla rabbia verso il premier britannico, ”in Europa gli investitori sono talmente terrorizzati che sono tornati a comprare i titoli di stato, ma la sterlina sta cadendo, sono vere le voci che il tesoro di sua maestà sta immettendo liquidità per salvare una banca?”
Il primo ministro britannico rispose freddamente :”se fossi in te, darei piuttosto un’occhiata alla lista delle banche tedesche esposte e che stanno ballando sul precipizio”.

Parigi
Il presidente di Paribas era furioso, :”come sarebbe che avete deciso di non fare credito alla più grande banca di Francia, anche voi siete una banca, siamo nella stessa barca!”, la risposta del presidente del Credit Agricole fu lapidaria :”non prenderla sul personale Jacques, non so quanto la tua banca sia esposta e forse non lo sai nemmeno tu, le banche hanno smesso in tutta Europa a prestarsi denaro a vicenda, oggi la Barclays britannica è stata costretta a rivolgersi alla Banca d’Inghilterra perchè gli altri istituti privati hanno rifiutato qualsiasi prestito. E’ come la peste amico mio, ciascuno di noi chiude le porte di casa perché non sappiamo se chi entra sia portatore del contagio”.

Tokio
“E’ diventato del tutto inutile tergiversare”, stava dicendo il presidente della Banca Centrale Giapponese alla riunione con i suoi esperti, :”le banche centrali devono immettere liquidità sui mercati, altrimenti le banche private, che non hanno più fiducia l’una nell’altra, bloccheranno i prestiti alle colleghe e il sistema si arresterà e poi collasserà”.

Francoforte
“Ma signor presidente”, il governatore della Banca Centrale Europea tentava invano di calmare il presidente Sarkozy che premeva :”i tassi devono tornare ad essere politici, la fed ha rimediato alla situazione, non capisco perché la Bce si rifiuti di abbassare i tassi, ma che aspettate, che tutte le aziende chiudano e che tutte le famiglie perdano la casa?”
Il presidente della Bce Trichet riflettè che mai come in questa crisi la spaccatura europea si era rivelata così vasta, “signor presidente, lei sa che ho la responsabilità di decidere tra liquidità e inflazione e la politica della banca centrale europea è stata chiara fin dal principio”, rispose secco il banchiere.
“Monsieur Trichet, se la fed americana taglia i tassi e la Bce li aumenta, finiamo in recessione, il vostro è fanatismo economico!” e Sarkozy sbattè il ricevitore, lasciando il titolare della più importante istituzione europea sbalordito.

Wichita, Kansas
“Non posso ripagare alla scadenza il mutuo che mi avete concesso”, l’anziana signora Meredith confidava con un filo di voce al dirigente della compagnia che le aveva garantito il prestito, “ma per voi che volete che sia! Siete così grandi e siete stati così gentili a farmi quel mutuo, anche se vi avevo raccontato che mia figlia se ne era andata con quell’energumeno di Jack, piantando me e i debiti, io non sono certo un problema per voi, vero signor Tibbet?... signor Tibbet…? Lei è sbiancato all’improvviso, non sta bene, devo chiamare soccorso…?”.

§§§

"Bentornato maggiore", due militari accolsero il maggiore David Ben Haim all’aereoporto Ben Gurion di Tel Aviv, un'automezzo lo attendeva all'uscita per condurlo al comando del Mossad, nella borsa da viaggio con la fibbia dorata un documento che aveva redatto durante il volo, la testimonianza di quanto aveva visto e, soprattutto, ascoltato a Djakarta. L'attenzione dell'ufficiale fu attirata per un momento dal cartellone pubblicitario di Calvin Klein, "non male da prendere a prestito, per la prossima volta", si ripromise.

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Reuters - 6 settembre : un attacco aereo israeliano avrebbe avuto luogo oggi nel nord della Siria, obiettivo un presunto reattore atomico segreto, il governo di Gerusalemme rifiuta qualsiasi conferma, il governo di Damasco smentisce e accusa Israele di aggressione immotivata. Il governo degli Stati Uniti esprime preoccupazione per un possibile legame tra la Siria, l'Iran, la Corea del Nord e i gruppi terroristici islamici la cui intenzione sarebbe di ottenere un ordigno nucleare.

§§§

8 settembre – Londra
“Crack bancario? Ma andiamo George, non esageriamo adesso”, il ministro del tesoro britannico rassicurava un deputato alla Camera dei Comuni.

16 settembre - Londra
“I nostri soldi, per quali balordi investimenti avete usato i nostri soldi?!?”, centinaia di persone erano in coda agli sportelli della Northen Rock che si ritrovava a dover far fronte ai ritiri improvvisi e contemporanei dei clienti, dopo le voci di possibile crack.
“Non credo che abbiate altra scelta che farci un prestito”, il direttore della Northen Rock si rivolgeva a quello della banca centrale britannica, “altrimenti rischiamo un effetto a catena”.

Central Park, New York
“Nonno, mi presti mezzo dollaro per un gelato?”, il presidente della Manhattan Trust aveva preso l’abitudine di fare passeggiate nel parco con la nipotina, aveva messo la compagnia in liquidazione, dopo aver salvato il salvabile. “Mezzo dollaro? Ma certo, eccolo tesoro”.
“Quando sarò grande te lo restituirò nonno”, promise con tono serio la bambina. “Conto su di te”, le rispose il nonno, ridendo di gusto.
.


Fine

Roberto Mahlab

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