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 Gli occhi nella notte
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 25/07/2006 :  08:33:55  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
Gli occhi nella notte

Liliana aveva due figli molto piccoli che sovente dormivano con lei nel letto matrimoniale, giacché il marito partiva in continuazione, essendo un rappresentante di commercio. I bambini sostituivano il padre ed erano felici di stare nel lettone accanto alla loro mamma.
Una notte, essi dormivano e lei invece non aveva ancora preso sonno. Nell’oscurità più assoluta, si sentì sfiorare un piede. Spalancò gli occhi e vide dinanzi a sé due occhi gialli e spiritati che la guardavano sgranati. Fece un salto e gridò. Accese la luce e i figli si svegliarono.
-Mamma, mamma, che c’è?- fece il più grande di quattro anni. L’altro di due anni aveva la bocca aperta ed era spaventato.
-Niente, niente tesoro, non è stato nulla, non preoccuparti, dormite sereni,- disse per non allarmare i bambini. Però era tutt’altro che tranquilla e si alzò. Perlustrò tutta la casa, ma non trovò né vide nulla. Dunque tornò a coricarsi, ma si dispose con il capo ai piedi del letto, quasi a voler proteggere i figli. Infatti quegli occhi gialli li aveva chiaramente visti e le avevano fatto pensare ad uno spirito maligno, un qualcosa di diabolico! Si sentiva percorrere da brividi di raccapriccio.
Se non quando, poco dopo, avvertì alcunché di morbido che le sfiorava la guancia. Ancora una volta saltò in aria e gridò. Nuovamente i bambini si svegliarono e si spaventarono. Avevano cominciato a piangere, si stringevano a lei singhiozzando e dicevano : - Mamma, mamma, perché gridi? Che c’è? Ch’è successo?-
Liliana era davvero impressionata e si guardava attorno come se da un momento all’altro dovesse vedere comparire un mostro. Ma non vedeva nulla, non c’era nulla. Cercò ancora di calmare i figli e farli addormentare spegnendo la luce. Mentre si girava però vide, all’angolo della stanza, due occhi gialli tremendi e spalancati. Riaccese la luce terrorizzata e questa volta i bambini si misero a urlare. Tremavano ma all’improvviso uno di essi, tra le lacrime, indicò per terra. Lei si girò di scatto e vide un gatto con gli occhi gialli. Era acquattato e li osservava. Da dove era saltato fuori? Non l’aveva mai visto! Abitavano al settimo piano, dunque era impossibile che fosse entrato da fuori. Che fosse proprio lui lo spirito maligno?
Si riscosse dandosi della cretina e dopo aver tranquillizzato i bimbi, andò a prendere il gatto che le sembrò bellissimo. Si trattava di un esemplare d’angora con il pelo soffice e bianco. Si faceva accarezzare ed era tranquillo e pacifico. I suoi figli vollero pure toccarlo e giocare con l’animale. Dopo li fece coricare e finalmente si addormentarono.
Certo da qualche parte la bestia doveva pur essere entrata! L’indomani avrebbe fatto delle ulteriori ricerche. Infatti il giorno dopo perlustrò tutta la casa cercando di capire da quale apertura fosse entrato il gatto, ma non riuscì a capirlo, né ad immaginarlo. Nel frattempo era diventato il beniamino dei bambini che giocavano beati con lui.
-Mamma, possiamo tenerlo? E’ nostro?- chiedevano.
-No- rispondeva lei- non è nostro e non possiamo tenerlo. Appena troveremo i padroni, dovremo restituirlo.-
- Ma mamma stanotte è venuto da solo! E’ nostro e vuole stare con noi,- insisteva il figlioletto di quattro anni.
- Amore, non è nostro e troveremo i legittimi proprietari.
Il giorno dopo quando tornò il marito, fu sorpreso della novità.
-Secondo me, avete lasciato la porta aperta e non ve ne siete accorti,-
disse con aria saccente.
- La porta non era aperta! Ci mancherebbe!- disse Liliana sicura del fatto suo.
-Allora è piovuto dal cielo!- ironizzò il marito.
Comunque nell’arco di due giorni, tutta la famigliola s’era affezionata al gattino che era socievole e affettuoso. Finanche il marito giocava con lui. Ma si chiedeva sconcertato da dove fosse entrato e non riusciva a trovare una risposta. Sembrava davvero un mistero! Un’apparizione prodigiosa!
Sennonché verso sera, Liliana attraverso la finestra aperta della veranda, sentì la signora del piano superiore che chiamava: “Penelope. Penelope. Ma dove sei? Penelope. Ma dove è la mia gattina?”
Una luce s’accese sua nella mente: stava cercando il gatto d’angora!
Doveva accertarsi che fosse una femmina e poi parlare con la signora, la quale continuava a chiamare: “Penelope. Penelope. Ma vuoi farmi impazzire? Dove sei Penelope?”
Era una femmina, sì. Doveva proprio essere Penelope. Allora cominciò a domandarsi come avesse fatto a introdursi nel suo appartamento. Forse era caduta e s’era aggrappata ai fili della biancheria. Quindi era riuscita evidentemente a trovare un varco nella finestra per introdursi a casa sua.
Liliana si affacciò e chiamò la coinquilina del piano superiore.
-Signora! Scusi signora! Sta cercando un gatto d’angora?-
Subito vide comparire, sopra di sé, la testa della signora.
- Sì, sì, sto cercando il mio gatto bianco. L’ha visto mi scusi?-
- Certo che l’ho visto! E’ venuto a farmi visita l’altra notte e non capivo da dove fosse arrivato. Non sapevo che lei avesse un gatto.-
La proprietaria sembrava felice e non finiva di ringraziare: -Grazie, grazie, cara signora. Non sa che gioia! Proprio non capivo che fine avesse fatto! L’ho cercato per due giorni ed ero disperata. Grazie signora, grazie.-
- Ma si figuri! Io invece non capivo da dove fosse entrato, ma evidentemente è caduto giù.-
I suoi figli, quando videro la signora che era scesa a riprendersi Penelope, furono molto delusi, ma il padre promise loro che avrebbe acquistato quanto prima un gattino d’angora tutto bianco.


Gabriella Cuscinà

   
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