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 Il signore di Alassio
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 12/10/2006 :  19:26:06  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
Il signore di Alassio


Mentre in albergo stava chiacchierando con un amico, Alfonso vide un bambino che lo indicava alla mamma, gridando:- Mamma, mamma, il signore di Alassio! Il signore di Alassio! Guarda, Guarda, è lui! E’ lui!-
La madre si voltò a guardarlo e Alfonso credette di riconoscere la signora, ma non di certo il ragazzino, il quale invece si sbracciava a salutalo. Anche la madre sembrò riconoscere Alfonso e si avvicinarono.
- Lei è il signore che ha salvato mio figlio nel mare di Alassio, si ricorda? E’ successo qualche anno fa, ma Paoletto non si è mai dimenticato di lei.- La signora era contenta di rivederlo e mostrava un’aria di grande cordialità.
- Alassio? Ah sì! Certo!- fece Alfonso- Il bambino che stava affogando. Non mi dica che è lui! E’ molto cresciuto e non l’avrei riconosciuto.-
- A quei tempi aveva cinque anni, adesso ne ha dieci ed è molto
- sviluppato. Lei è stato eccezionale e se non fosse intervenuto, Paoletto sarebbe sicuramente morto. Mi creda, le saremo grati per la vita.-
Infatti, una estate di qualche anno prima, Alfonso e sua moglie avevano affittato una bella villa ad Alassio per trascorrervi due mesi al mare. Erano stati felici e beati e andavano sempre a nuotare come pesciolini. Che senso di pace in quella villa! Il mare era là vicino e ne udivano lo sciabordio. La natura li circondava e di notte, la luna splendeva alta nel cielo, illuminando d’argento la tranquilla superficie marina. Sembrava un paesaggio di fiaba, lui era stato pervaso da un senso d’euforia e avvertiva d’essere in armonia con il mondo intero. La visione di quel mare infinito e del cielo trapunto di stelle lo aveva stordito. Di giorno sguazzavano nel mare e si facevano vicendevoli scherzi. Alfonso aveva scoperto un anfratto della costa dove vi era uno scoglio molto alto. L’aveva scalato e da lassù aveva visto, ai suoi piedi, il mare azzurro e brillante e poi la costa che sporgeva come una cresta intorno alla baia. Era tornato sul suo scoglio di mattino molto presto e tutto era silenzioso e immobile. L’acqua era ferma e liscia come l’olio. Non s’udiva che il motore di qualche motoscafo in lontananza e il grido dei gabbiani che volavano bassi sul mare. Vicina vi era anche la spiaggia e lui e Marta vi andavano per usufruire degli ombrelloni e delle sdraio.
Un giorno il mare era molto agitato e i bagnini sconsigliavano di fare il bagno. Invece un bambino spericolato e disubbidiente s’era buttato in acqua. In men che non si dica la violenza dei cavalloni l’aveva trascinato via ed aveva cominciato a gridare aiuto. I bagnini avevano cercato di raggiungerlo con il sandolino, ma venivano scaraventati lontano dalla corrente, dunque se nessuno fosse intervenuto lanciandosi in mare per salvarlo, il bambino sarebbe di certo affogato. Alfonso non ci aveva pensato due volte e s’era buttato, mentre Marta gli gridava di stare attento e di non farlo. Ma in cuor suo lui sapeva che la moglie preferiva che lo facesse, che si mostrasse coraggioso e sprezzante del pericolo pur di salvare una vita umana. Lei preferiva sempre l’altruismo innanzitutto. Aveva affrontato il mare e aveva creduto di non farcela e di annegare; poi era arrivato vicino al bambino e lo aveva visto già privo di forze e semi svenuto. L’aveva afferrato con tutte le sue forze e aveva nuotato sorreggendolo con la testa fuori dall’acqua. Quando era arrivato in prossimità della spiaggia, alcuni coraggiosi avevano fatto una catena di braccia per aiutarlo, e lui aveva affidato loro il bambino. Quindi si trattava di salvarsi lui, ma era stremato e si stava lasciando andare, quando aveva udito le urla della moglie. Allora aveva combattuto strenuamente contro i cavalloni e la violenza della corrente. Ce l’aveva fatta ed era arrivato a riva dove la moglie l’aveva abbracciato terrorizzata e felice. La madre del bambino s’era mostrata molto grata per il suo gesto. Successivamente lui e Marta erano andati in ospedale a trovare il bambino.
- Davvero sei tu il signore che m’ha salvato?- aveva chiesto Paoletto.
- Sì, sono proprio io e sono contento d’averlo fatto, giovanotto,- aveva risposto Alfonso.-
- Io non ti dimenticherò mai signore lo sai? -
E così era veramente stato. Paoletto non si era mai più scordato di lui.

Gabriella Cuscinà

   
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