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 Una voce amica nella notte
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luisa camponesco
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Inserito - 20/12/2004 :  14:53:48  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Una voce amica nella notte


Era il suo turno, come tutte le notti, lì, davanti al telefono a chiedersi quanti disperati avrebbero chiamato e soprattutto, se lo avrebbe fatto lui, con la sua voce, calda profonda e tremendamente malinconica…
Il primo trillo fu alle 23.05 una voce roca di donna.
- C’è qualcuno alla porta ho paura !
- Stia calma, se la porta è chiusa non deve temere.
- Potrebbe essere mio marito, mi ha detto che me l’avrebbe fatta pagare, mi picchia in continuazione… - la voce s’ incrinò per il pianto e la comunicazione si interruppe all’improvviso.
- Pronto! Pronto! – nessuna risposta
Si appoggiò allo schienale e fissò l’orologio da parete, “le 23 e 15” un’altra lunga ed interminabile notte ad ascoltare la gente.

Era stata una sua scelta, fatta un anno prima. Quel giorno con la sua amica Olga passeggiava in centro quando lesse, quel titolo di giornale, “Pensionato trovato morto dopo due mesi”.
- Ma è una cosa terribile possibile che nessuno se ne sia accorto prima – era veramente sbalordita.
- Non è un caso isolato – rispose Olga
- Sapessi quanta gente vive sola e nessuno si cura di loro, ma qualcosa si può fare…
- Dimmi Olga cosa?
- Da qualche mese mi sono unita ad un gruppo d’ascolto telefonico, facciamo dei turni, in particolare la notte e ascoltiamo la gente che vuol parlare. Lo potresti fare anche tu Clara!
- Non ho la preparazione necessario, non saprei come fare.- rispose.
- Questo si può facilmente superare. Abbiamo uno psicologo che ci da una mano e poi…ci vuole amore, tanto amore per la gente.
- Mi hai incuriosito, come hai cominciato Olga?
Olga trasse un sospiro, socchiuse gli occhi a quel ricordo.
- Vedi un anno fa frequentavo un negozio di parrucchiere, ormai eravamo diventati amici. Lui viveva solo ma era un grande comunicatore, faceva sentire le donne tutte belle ed importanti. Spesso parlavamo di amori, di storie di tutti i giorni, sai di quelle cose che ti fanno sentire parte di qualcosa di grande. Aveva un cane al quale era legatissimo, portava le foto in negozio era orgoglioso come se fosse un figlio. In fondo quel cane era la sua famiglia, ma un giorno mi ha detto:
- Lo sai le persone che vivono sole come noi che fine fanno?
- No! Risposi allora ridendo
- Noi, cara siamo quelli che se muoiono di sabato li trovano il lunedì.
- Quella frase mi aveva lasciato un senso di amarezza ma lui si mise subito a ridere raccontando aneddoti ed io scordai l’accaduto. Una settimana dopo lo trovarono morto sul divano della sua sala, i vicini furono richiamati dall’abbaiare furioso del cane, era un lunedì. Questo episodio mi ha segnato profondamente e ho deciso di fare qualcosa, un amico mi ha presentato al gruppo. Mi dico spesso che quello che faccio è solo una goccia nel mare, ma faccio quello che posso. Questa sera sono di turno, vieni a vedere, poi deciderai.

Da quella sera, Clara Martinelli divenne membro attivo del gruppo telefonico d’ascolto “Gli amici della notte”. Quante storie aveva sentito, quante persone desiderose di parlare, per attenuare una solitudine spesso insopportabile … ed ecco, ore 23 e 45 di nuovo il telefono.
- Ho deciso di farla finita, non ne posso più di questa vita infame… lo farò stasera.
Clara sapeva, ormai per esperienza, che questo genere di telefonate, nella maggioranza dei casi non ha esito così tragico, ma sono solo persone che voglio sentirsi dire di non farlo. Naturalmente non tutti i casi sono uguali, quindi è necessario considerare la telefonata come una minaccia reale.
- Vogliamo parlarne prima? Cosa dice di raccontarmi qualcosa? Così posso rendermi conto di ciò che le sta accadendo.
- Lei non può aiutarmi! Nessuno può farlo!
- D’accordo ma mi dica il perché!
Un singhiozzo dall’altra parte.
- Lei non mi vuole più! Non vuole più saperne di me, me lo ha detto chiaramente.
- Ho capito, quindi lei pensa che facendola finita risolverebbe il problema. Ma a chi lo risolverebbe? A se stesso o a quella donna?
Seguì un attimo di silenzio
- Non capisco la domanda! – rispose l’uomo
- Intendo dire, a chi farebbe un favore togliendosi di mezzo? A colei che lo ha lasciato forse?
- In questo modo si sentirebbe in colpa, e porterebbe il rimorso per tutta la vita! – rispose lui
- Mi permetta di dissentire, le persone dimenticano facilmente anche i sensi di colpa! Io avrei un’idea migliore.
- La ascolto!
- Rimandi ogni decisione a domani mattina, anzi, attenda il sorgere dell’alba, quando il cielo si tinge di rosa e la città incomincia a svegliarsi, poi scenda in strada si mescoli alla gente, ascolti le loro voci, osservi i loro volti, immagini i pensieri le preoccupazioni che ognuno porta quotidianamente ed infine parli a sé stesso, si interroghi, valuti i pro e i contro della sua decisione. Passeggi in un giardino, guardi gli alberi e pensi che in primavera i loro rami si copriranno di vita nuova. La vita che si rinnova è speranza…
- Belle parole le sue, anche toccanti ma la realtà è diversa lei non può capire…
- Ha ragione, infatti è per questo che sono qua… per capire.
- Mi scusi non volevo essere scortese…so che lei fa quello può…ma…aspetterò l’alba. – chiuse la comunicazione, Clara percepì un tono meno amaro nella sua voce.
Storie di ordinaria disperazione, se si può considerare tale la disperazione, Clara continuava a domandarsi se avesse usato le parole giuste, se fosse riuscita davvero a fargli attendere l’alba. Quando sorge il sole le cose si vedono in modo diverso, meno cupo, meno triste.
Nell’ora successiva non accadde nulla di rilevante, un’anziana non trovava più il suo gatto, un’altra aveva fatto un brutto sogno, voleva raccontarlo e farselo spiegare. Clara trovò il modo di dialogare con tutti, ci metteva il cuore anche se le palpebre diventavano sempre più pesanti.
L’1 e 45, di nuovo un trillo.
- Pronto! Sono Clara
- Che bello udire la tua voce! – era lui, l’uomo misterioso che la chiamava ogni notte a quella stessa ora.
- Oh ! salve – rispose e la voce le tremò un po’
- Oggi mi sei mancata, mi manchi sempre quando non ti sento.
- E’ successo qualcosa di nuovo? – cercò di mantenere un tono più distaccato
- Si! Ma te ne parlerò dopo, ora voglio sapere se stai bene.
- Sto bene grazie! E dalla tua voce sento che anche tu stai bene.
- E’ vero! E’ cambiato molto nella mia vita dalla prima volta che ci siamo sentiti. Ricordi?

Come faceva non rammentare, il tono rabbioso delle sue parole, in quel primo incontro telefonico, erano passati mesi da allora e Clara lottava con sé stessa ma non rimanere emotivamente coinvolta. Questo le era stato insegnato “usa sempre il cuore, ma rimani al di fuori delle vicende personali” Come se la cosa fosse facile, molti, infatti, avevano lasciato il gruppo proprio per non esserne travolti.
- Certo che lo ricordo. – percepì un fitta, qualcosa era mutato
- La mia vita è cambiata da quella sera. La tua voce, le tue parole mi accompagnavano durante la giornata. Non vedevo l’ora che arrivasse la notte, il momento in cui ti avrei incontrata.
Il cuore di Clara vibrò, anche lei aspettava quella telefonata più delle altre. Spesso si domandava se fosse obiettiva, e fino a che punto si sentisse coinvolta. Ci si poteva innamorare di una voce?
- Ci sei ancora?
- Si scusa sono qua!
- Sai non ti sentivo più pensavo avessi chiuso la comunicazione.
- No al contrario sto attendendo che tu mi racconti le novità!
- Si certo! Ti ho mai detto quanto sei cara?
- Molte volte – sorrise Clara sapendo di non essere vista.
- Tu non sai immaginare quanto bene mi hai fatto, ero un uomo disperato, ora mi trovo ad avere nuove aspettative, sai di quelle che ti fanno sperare in futuro migliore…
Tacque per un attimo, come per cercare le giuste parole.
- Questa sera ci sentiamo per l’ultima volta…
Questa affermazione cadde come un macigno su Clara, che presa da un timore sconosciuto non seppe cosa rispondere.
- Mia cara e dolce amica della notte, sto partendo. Ho avuto una proposta di lavoro e mi porterà in Australia. Costruirò un ponte e voglio che sia bellissimo, perché se ho ripreso il gusto di vivere lo devo in parte a te. E poi ricordi? Tu me lo hai detto una volta “i ponti uniscono”. Penserò a te ogni giorno cercando di immaginare il tuo viso.
- Quando partirai? – Clara mascherò un singulto
- Partirò domani, starò via per anni. Ma un giorno tornerò e chissà se in una notte qualsiasi chiamando questo numero ritroverò una voce amica e …amata. Perdonami ma ora devo chiudere. Un bacio per te. – il clic segnò la fine della conversazione.
Clara rimase con la cornetta in mano ancora incredula al pensiero che non avrebbe più parlato con lui. Adesso si domandava se il desiderio di cominciare il suo turno era dovuto all’attesa di quella telefonata … non ebbe tempo di angosciarsi troppo, di nuovo il telefono squillò.
- Salve si ricorda di me?
- Ha chiamato prima vero?- Clara ricordò l’uomo che voleva farla finita.
- Sa! Avevo pensato che si fosse dimenticata, in fondo chi sono io, solo una voce.
- Siamo tutti delle voci, quello che conto e ciò che diciamo.
Un accenno di riso si udì dall’altro capo del filo.
- Perché lo fa? – chiese l’uomo
- Me lo sono chiesta anch’io, molte volte ma la risposta non era mai quella giusta, quindi non so cosa dirle, so solo che sono qui. E ci sarò anche domani e nei giorni che verranno.
Ancora silenzio
- Allora domani la troverò?
- Mi troverà!
- Grazie.

Erano le 6 e 30 la luce del mattino filtrava tra le persiane, Clara si soffermò a guardare il telefono orami muto da parecchio tempo. L’animo in subbuglio pensando ad una voce che non avrebbe più udito, aveva immaginato quel volto per tanto tempo, l’aveva sognato, fantasticato ed ora doveva rimettere i piedi in terra. Prese un profondo respiro e si apprestò a tornare a casa. Un nuovo giorno era cominciato, e qualcosa di nuovo sarebbe accaduto.
L’aria del mattino era fresca, le strade ancora semideserte, un motorino le passò accanto rombando, un profumo di caffè le solleticò le nari. Mentre si dirigeva verso il bar appena aperto ricordò la domanda “Perché lo fa?”. Chi sa! Forse un giorno avrebbe trovato la risposta.




   
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