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 La montagna di fuoco
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luisa camponesco
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Inserito - 03/01/2006 :  11:38:34  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

La montagna di fuoco


Hans Humber, impiegato da tempo presso la Compagnia Olandese delle Indie, salì sul brigantino che lo avrebbe portato, attraverso il mar della Sonda, all’isola di Krakatoa.
Carico di vivere e generi di prima necessità, sarebbe tornato a Giava con tè e spezie molto richieste nella madre patria.
Nato ad Appeldorn venticinque anni prima, non vedeva la sua città da più di 7 anni, quando, salito come mozzo su di una nave, aveva fatto vela verso oriente. Di strada ne aveva fatta molta in quegli anni, era salito gradino dopo gradino sulla scala sociale fino a diventare un importante membro della Compagnia, ora quel viaggio, l’ultimo prima di tornare in Olanda.
- Salve signor Humber, stanotte la terra ha tremato, il dio del fuoco è adirato con noi.
- Oggi mi sembra tutto normale, anche il mare è calmo.
- E’ questo che mi preoccupa, il mare è troppo calmo, prepara qualcosa di orribile.
- Prepariamoci a partire Jeremy, e non preoccuparti, tutto andrà bene!
Jeremy Lumboa un nativo convertito al cristianesimo, senza abiurare del tutto l’antica religione, era il braccio destro di Hans, e si era guadagnata anche la fiducia degli altri membri dell’equipaggio. Il 25 agosto del 1883 il Marhapit, salpò, verso Krakatoa.

La missione protestante, insediatasi nell’isola una decina d’anni prima, si preparava a celebrare il primo matrimonio cristiano. Il reverendo Pollok dava le ultime istruzioni ai neofiti.
- Joseph, corri da padre Christopher e chiedigli se può ricevermi.
- Ma reverendo! È un prete cattolico!
- Lui mi ha invitato ai suoi primi battesimi, ora è mio dovere ricambiare la cortesia.
Joseph, poco convinto, obbedì, si stava dirigendo verso la missione cattolica quando il sentiero sul quale camminava tremò facendolo ruzzolare.
- Ecco – urlò – questa è una punizione divina. – e prese a correre verso il villaggio.

La cena era pronta, il profumo invitante della minestra di farro, solleticava le nari dei due uomini.
- Padre meglio non lasciarla raffreddare.
- Sono d’accordo reverendo.
Padre Christopher aspirò il brodo con un inconsueto rumore.
- Scusami Pollok questo lo faccio fin da quando ero bambino, e so che non è una cosa educata.
- Ti confesso Christopher che io mangio spesso con le mani.
Si divertirono con quelle ed altre innocenti confessioni.
- Sei diventato improvvisamente serio Chris, cosa succede?
Christopher si pulì accuratamente la bocca con il tovagliolo.
- E’ vero sono preoccupato. Oggi ho voluto fare una passeggiata fino ai boschi alti, sai il silenzio aiuta la meditazione, gran parte della vegetazione aveva perduto tutto il fogliame ed era di un colore grigiastro. Inoltre da qualche notte sento insoliti brontolii.
- Stai pensando al vulcano?
- Si! E non mi piace per nulla.
- Joseph una volta mi ha raccontato che al tempo di suo nonno era accaduta qualcosa del genere, ma senza danni. – proseguì Pollok
- Comunque - rispose Chistopher – c’è una sola cosa che possiamo fare.
- Allora andiamo.
Nella chiesetta, col tetto di paglia, i due uomini pregarono in silenzio.

Si rincorrevano, sulla spiaggia ombreggiata da palme, Joseph e Joana, futuri sposi. Erano cresciuti insieme e, dopo la conversione della ragazza anche Joseph seguì la nuova religione portata dai colonizzatori.
- Joana, dobbiamo completare il rito.
- Non possiamo Joseph, ora siamo cristiani.
- Lo hanno fatto i nostri genitori e tutti gli altri prima di loro, non credo sia male. Dio non si arrabbierà con noi per questo, vedrai Joana andrà tutto bene.
La ragazza era titubante, salire sulla Montagna di fuoco per il rito nuziale faceva parte della tradizione della sua gente, non era convinta di far bene ma non voleva scontentare Joseph. Acconsentì di malavoglia, una sensazione di pericolo turbava i suoi sonni da qualche notte. Guardava la montagna e il fumo che usciva, da bambina suo padre le diceva che la montagna parlava solo quando era arrabbiata, allora erano necessari sacrifici per placarla. Era sempre stato così, fino a quando erano giunti gli uomini dalla pelle chiara a parlare di un Dio unico buono e misericordioso.

Il mare parve all’improvviso ribollire, il brigantino si piegò pericolosamente sul fianco sinistro, tutti gli uomini corsero in coperta a fissare le casse con corde più resistenti, le vele ammainate, il carico della stiva riposizionato. La nave riprese il normale assetto.
- Cosa è successo? Il cielo è sgombro di nubi! – gridava Hans dal cassero
- Lo sapevo che sarebbe accaduto. – Jeremy si fece il segno della croce – meglio tornare a Giava.
- Niente affatto dobbiamo raggiungere Krakatoa
I contorni dell’isola apparvero all’orizzonte in una grigiastra nebbiolina, con il binocolo puntato, Hans scrutava il fumo che si levava dal vulcano.
- Comandante guardi! – un marinaio indicava il mare
Una quantità incredibile di pesci affioravano ormai morti. Un mozzo ne raccolse alcuni.
- Secondo voi cosa è successo? – chiese Hans
- Non saprei signore- rispose il comandante in seconda – ma ho visto qualcosa di simile quando navigavo molto più a nord, allora la causa era stata l’asfissia.
- Ammainate una scialuppa e controllate lo scafo!
L’argano si mosse e la barca con tre marinai a bordo scese lentamente sfiorando i fianchi della nave.
- SIGNORE!!! – urlò un marinaio – qui l’acqua è più calda di un brodo.
- Tirateli su e cerchiamo di raggiungere l’isola il più presto possibile.

Joseph e Joana si arrampicarono sul costone della montagna in luogo che solo i nativi conoscevano. La caverna si apriva nel lato sud del vulcano, le pareti portavano testimonianze degli antenati, descrivendone la vita, le tradizioni, in pratica tutta la loro storia con graffiti e disegni.
- I nostri padri e ancora prima i loro padri, si sono recati qui, congiunto le mani con quelle della sposa e giurato fedeltà.
- Siete pronti! – una donna di età indecifrabile era apparsa all’ingresso della caverna. La luce alle sue spalle proiettava un’ombra sinistra sulla roccia.
- La strega della montagna! – esclamò Joana nascondendosi dietro Joseph.
- Sono la custode del sacro fuoco – rispose la donna – ed ora preparatevi al rito.
All’inizio parve solo un lieve tremito poi la montagna si mosse.

- Reverendo Pollok, reverendo Pollok - il bambino ansimava per la corsa.
- Calma, calma, cosa c’è di così urgente!
- Reverendo, Joana e Jpseph sono saliti sulla montagna …… - non riuscì a finire la frase perché la terra sussultò.
Il Marhapit attraccò proprio in quel momento, l’urto lo fece sbattere contro il pontile di legno, sfasciandolo, urla si levavano da tutte le parti. Alcuni tetti in paglia del villaggio presero fuoco.
- Presto portate i secchi con l’acqua. – Rudolph Pollok si arrotolò le maniche della camicia ed incominciò a dare ordine, nel frattempo giunse anche padre Christopher che, con gli abiti coperti di cenere, prestò il suo aiuto.
- Chistopher io devo andare sulla montagna, Joseph e Joana sono lassù!
- Padre Onnipotente proteggili, io vengo con te.
- Tu devi rimanere qui! devi aiutarli! – Pollok indicò la gente del villaggio che correva in ogni direzione. Fu proprio allora che Hans Humber apparve, come un fantasma fra il fumo degli incendi.
- Preparatevi ad evacuare, non potrò rimanere per molto ancorato alla banchina. – la sua voce sovrastava il boato del vulcano.
- Pensi lei a radunare la gente del villaggio, io e il reverendo Pollok abbiamo una missione da compiere.
- Rimarrò fino a quando mi sarà possibile, ma devo pensare anche al mio equipaggio. – incominciò a dare ordine e a radunare gli abitanti sulla spiaggia.

I due uomini, che avevano imparato nel corso degli anni a stimarsi, ora correvano fianco a fianco sui pendii del vulcano nel disperato tentativo di salvare due vite umane.
La vegetazione, un tempo molto rigogliosa e fiorente, non esisteva più, molti arbusti ardevano come tizzoni, il caldo insopportabile e il fumo irritava la gola.
- La grotta dovrebbe essere sul versante sud! – Christopher cercò di individuare il sentiero.
- Mi sento responsabile… - un colpo di tosse impedì a Pollok di proseguire.
- No, amico mio, tu hai fatto ciò che ti dettava il cuore e l’amore per questo popolo, non hai nulla da rimproverarti. Ecco la grotta!
Una frana aveva ostruito l’ingresso.
- JOSEPH !!JOANA!!
Un flebile lamento giunse dall’interno.
- Presto Chistopher spostiamo questi massi.
Una lotta contro il tempo, mentre un fiume incandescente scendeva a valle. Con le mani scorticate e ustionate dal calore della roccia lavorarono come forsennati fino a scoprire un passaggio abbastanza largo da far passare una persona.
- Il reverendo Pollok si introdusse nell’apertura, Joseph era chino su Joana.
- Aiutami! E’ incastrata!
Il masso era troppo pesante.
- Christopher aiutaci!
Unirono le forze fino a spostare la roccia quel tanto che bastava per togliere la ragazza.
- Credo abbia una gamba rotta.
- La porterò sulle spalle – disse Joseph - è colpa mia se si trova qui.
- Risparmia le forze, dobbiamo far presto. – Pollok vide il corpo della vecchia poco lontano – per lei non c’è nulla da fare. Presto ora usciamo di qui!

La lava aveva invaso il sentiero furono costretti ad aggirarla allungando il percorso di parecchio. Il fuoco era ovunque.
- C’è un ponte sospeso sull’altro versante, se il fuoco non l’ha raggiunto potremmo ancora passare. – Christopher fece strada mentre Pollok aiutava Joseph a sorreggere Joana.

Il fuoco lambiva le funi che sorreggevano il ponte.
- Potrebbe non reggere, dovremo passare uno alla volta. Vai tu Joseph e porta Joana con te.
Poiché Joseph esitava Pollok e Christopher lo sospinsero fin sul bordo costringendolo ad attraversare.
Il ponte oscillò pericolosamente, Joseph si aggrappò alle funi e Joana emise un grido. Passo dopo passo, con la ragazza sulle spalle, lentamente lo oltrepassò, sotto scorreva un torrente di lava che illuminava i loro volti di una luce rossastra.
- Tocca a te Christopher.
- No! Precedimi!
- Non abbiamo tempo per decidere, passeremo insieme, ce l’ha Joseph ce la faremo anche noi.
Non erano convinti di farcela ma non avrebbero accettato nessun’altra condizione. Procedettero quasi affiancati, ma con orrore, giunti a metà del ponte, si accorsero che alcune funi aveva preso fuoco.
- Che ci piaccia o no, ora dobbiamo correre! – esclamò Christopher cercando di nascondere la paura.
Aumentarono l’andatura ma il ponte prese ad oscillare maggiormente, una fune si ruppe e Pollok scivolò. Rimase aggrappato, Christopher lo afferrò per un braccio.
- Fate presto si sta rompendo anche l’altra! – urlò Joseph protendendo le braccia.
Non fece a tempo a dirlo che il ponte si staccò da un lato e i due uomini sbatterono contro la roccia. A forza di braccia, aggrappandosi a ciò che rimaneva guadagnarono la sponda. Joseph aiutò l’uno e poi l’altro.
- Ce la siamo vista brutta amico mio.
- Si vede che il buon Dio ha altri progetti per noi.
Un boato fece intendere loro che era meglio affrettarsi a tornare al villaggio.

Hans, con l’aiuto dell’equipaggio, aveva imbarcato quasi tutti i giovani, gli anziani si rifiutavano di lasciare le loro abitazioni. Per far posto a più gente possibile avevano svuotato la stiva e gettato in mare tutto quello ritenuto non indispensabile.
- Comandante! La situazione peggiora dobbiamo salpare o non si salverà nessuno.
- Ancora un attimo, voi, intanto, preparatevi!
Hans scrutava, il denso fumo nella speranza di veder apparire Pollok e Christopher. Temeva per la loro sorte ma non c’era più tempo doveva lasciare l’isola.
- Sciogliete gli ormeggi, levate l’ancora……
- COMANDANTE HUMBER!!!
Due ombre emersero da quella nebbia grigia, con le braccia alzata facendo cenni disperati.
- Rimettete la passerella! – Hans corse loro incontro
- C’è ancora posto per due?
- Certo venite.
- Non per noi – Pollok si scostò per lasciare vedere Joseph e Joana – portali con te
- Ma voi due?
- Noi rimaniamo qui con loro – Christopher additò tutti quelli che non volevano lasciare l’isola.
- Ma sapete cosa vi aspetta?
- Fai buon viaggio Hans e che Dio ti protegga. – e si avviarono a portare conforto a chi rimaneva.

In mare aperto Hans e il suo equipaggio assistettero, impotenti, all’esplosione del Krakatoa e l’isola sprofondò era il 26 agosto 1883.

°°°°°

È trascorso più di un secolo da allora, ma nella acque del mar della Sonda, fra Sumatra e Giava, una nuova montagna di fuoco sta emergendo.
Il nuovo Anak Krakatau, attivo e pericoloso, ora è lì dove prima sorgeva il vecchio Adak Krakatoa.




Luisa Camponesco

Edited by - luisa camponesco on 03/01/2006 11:53:05

   
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