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 Svastiche e l'attacco ad Israele
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Inserito - 12/07/2006 :  14:47:01  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Admin Invia un Messaggio Privato a Admin
Non può non apparire come sinergica l'azione effettuata durante i festeggiamenti per la recente conquista calcistica in cui ignoti hanno imbrattato di Svastiche e croci celtiche la zona del Ghetto di Roma con quanto stà accadendo in Israele con la colpevole disattenzione dei media.

In Israele piovono oltre 700 missili inviati dai territori palestinesi e dalla striscia di Gaza e viene mostrato come l'esercito israeliano reagisca in modo "spropositato" al solo rapimento di un soldato mentre invece si sta cercando di eliminare le sorgenti di morte.

A brevissimo si innalzerà il livello dello scontro con altre componenti estremiste e terroristiche provenienti da altre zone limitrofe di Israele che attaccheranno quest'ultimo (che presumibilmente reagirà) e sarà interessante verificare quale sarà il taglio dato dalla stampa a questi eventi.

Vedremo, con attenzione.


Roberto Mahlab
Amministratore



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Inserito - 12/07/2006 :  16:16:29  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Uno dei primi appunti che un gruppo di autorevoli giornalisti italiani fece tempo fa a Israele, gli editori di Concerto di Sogni erano all'incontro, fu che il paese non controbatteva alla propaganda di immagini falsificate operata dal terrorismo palestinese con una simile azione di visibilità relativa alle vittime degli atti di terrorismo, neppure i volti dei più di mille assassinati nei ristoranti, sugli autobus, nei locali di Israele e dei settemila feriti con le membra e la mente distrutti hanno mai visto la luce sui media internazionali. E' ovvio il pudore delle famiglie ed è ovvio il rispetto che i media israeliani devono avere per esse.

Non solo, neppure le decine di migliaia di vittime irachene del terrorismo conoscono le prime pagine con interviste e volti delle famiglie dei morti e delle persone ferite e così per le vittime del terrorismo afgano. Quasi non vengono più riportate le notizie delle stragi nei due paesi. Anzi, i media enfatizzano la vita e le immagini dei terroristi suicidi palestinesi, riportano ampiamente le grida di bin laden su al jazeera. Le vittime non fanno notizia, gli aguzzini fanno notizia. Le vittime spariscono in maniera tale che la Storia, a poco a poco, scompare. E i soldati italiani in Iraq diventano "occupanti" e gli americani sono responsabili di aver sovvertito l'ordine in Iraq e in Afganistan e gli israeliani di opprimere il popolo palestinese. L'irrealtà ripetuta diviene "verità" e, per esempio nel nostro paese, ormai non passa settimana che su "Liberazione" non compaia una vignetta antisemita, non passa più giorno che dalle parole di esponenti di estrema sinistra non si richieda un intervento militare contro Israele e non passa ora che sul Manifesto non compaia un'analisi "serissima" che dimostra che i responsabili dei 700 missili che cadono su Israele da Gaza libera siano gli israeliani e non passa riunione in cui alcuni dei nostri politici che non appartengono alla sinistra riformista stringano la mano ai politici iraniani che hanno appena dichiarato il loro scopo di sterminare gli ebrei.

E così la notizia importante, che il terrorismo in Iraq non era iracheno, ma di Al Qaeda, non passa più. Eppure a leggere tra le righe si scopre che Zarqawi era giordano e che Zawahiri è egiziano.
Dunque si può approfondire che l'Iraq è un paese finalmente libero dal tiranno, ma aggredito da un terrorismo esterno, lo stesso che ha aggredito New York, Londra, Madrid, Bali.
E se si dimentica questo fatto, si cade naturalmente nell'errore e si abbandona il popolo iracheno al nemico della civiltà.

Perchè identifichiamo il "nemico della civiltà"? Perchè il jihad non ha nulla a che fare con il nazionalismo, il jihad è una fede che contempla la morte per chiunque non ne faccia parte, per i musulmani innanzitutto, per i cristiani, per gli ebrei. Il jihad ha due componenti fondamentali nella nostra epoca, i wahabiti di Bin Laden e i Fratelli Musulmani. Il loro obiettivo non è ovviamente un accordo o la pace, il loro obiettivo è abbattere tutti i regimi arabi, sterminare tutti i musulmani che si oppongono (dall'Algeria all'Iraq) e sterminare, en passant, i cristiani e gli ebrei. Bin laden e i Fratelli Musulmani hanno colpito anche in Europa, dunque è evidente che cade del tutto la giustificazione del terrorismo come "resistenza locale", il terrorismo proveniente da tali matrici è aggressivo, non reattivo e ha come scopo la conquista del pianeta. Non per nulla il jihad fu alleato degli imperi centrali nel corso della prima guerra mondiale e alleato di hitler nella seconda guerra mondiale. Non per nulla il jihad fu combattuto dai reparti sionisti dell'esercito britannico sia nella prima che nella seconda guerra mondiale, reparti sionisti che si affiancarono alle forze arabe nazionaliste in Giordania e in Iraq che vedevano il risorgere della nazione ebraica in Palestina come spinta per la creazione di stati arabi indipendenti e democratici.
Ma il mufti Amin el Husseini, zio di Arafat, era il leader del jihad arabo palestinese negli anni trenta e assassinò tutti i musulmani che gli si opponevano e che volevano convivere con gli ebrei di Palestina.

Uno dei leitmotiv degli estremisti nostrani, è che Israele nacque a causa della cattiva coscienza europea dopo la seconda guerra mondiale a scapito di uno stato arabo palestinese al quale gli ebrei rubarono la terra. Peccato che questa visione così perfetta sia smentita addirittura da un documento nazista che incaricava l'esercito tedesco di correre in appoggio dei leader jihadisti complici dei nazisti che combattevano contro gli inglesi in Iraq nel 1941. Nel documento risulta che i tedeschi avrebbero dovuto portare a termine la soluzione finale anche dei cinquecentomila ebrei residenti in Palestina nel 1942. 1942. Nel 1942 c'erano cinquecentomila ebrei in Palestina. Cinquantamila di essi erano arruolati nell'esercito britannico, una brigata giunse anche in Italia e liberò parte dell'Emilia Romagna. Dunque è assolutamente un falso storico dire che gli ebrei arrivarono in Palestina dopo la seconda guerra mondiale per costituire uno stato scacciando i palestinesi. La presenza ebraica in Palestina, dopo la diaspora, fu sempre addirittura maggioritaria nella stessa Gerusalemme e tutti i trattati internazionali, dichiarazione Balfour, dichiarazione Sykes Picot, dichiarazione Peel fino addirittura al famigerato "libro bianco" del solito stolto primo ministro Chamberlain che precluse agli ebrei europei la salvezza in Palestina, confermarono la necessità di una separazione territoriale e statuale tra gli ebrei e gli arabi residenti in Palestina, dunque già all'inizio del novecento e nei periodi successivi era conoscenza comune la realtà sul territorio. Del resto come avrebbero potuto tutti gli ebrei europei andare in Palestina per soppiantare gli arabi dopo la seconda guerra mondiale visto che erano stati sterminati? la Storia ci dice che gli arabi rifiutarono la risoluzione della spartizione della Palestina delle Nazioni Unite del novembre 1947, Israele la accettò, era una spartizione che confermava la realtà. I paesi arabi la rifiutarono e inglobarono i territori su cui avrebbe dovuto sorgere un ulteriore stato arabo palestinese. Ottocentomila ebrei furono cacciati dai paesi arabi, non furono solo gli arabi palestinesi a ritrovarsi profughi.

Ed è degno di nota che molti tra i leader arabi degli ultimi decenni erano stati ferventi ammiratori o combattenti dalla parte dei nazisti, dal mufti fino ai vertici del partito Baath iracheno, quello di Saddam Hussein e fino ai leader golpisti egiziani, Nasser in testa. E' degno di nota che l'organizzazione della liberazione della Palestina non fu fondata dopo la vittoria di Israele nel 1967, ma fu fondata dall'egiziano Arafat nel 1964. Non fu fondata per "liberare i territori palestinesi" dunque perchè semplicemente Israele non occupava nel 1964 Gaza e la Cisgiordania, territori che erano sotto la sovranità di Egitto e Giordania, ma fu fondata con l'obiettivo quindi di distruggere Israele, è sempre stata quella la "Palestina" che volevano liberare, come attualmente e' Israele che Hamas vuole "liberare", Hamas, appendice dei Fratelli Musulmani sunniti il cui scopo di fede è, ricordiamo, simile a quello del wahabita saudita Bin Laden, la conquista del pianeta.

I due fondamentalismi, wahabita e dei Fratelli Musulmani, hanno trovato oggi un nuovo alleato, la componente sciita di Teheran, quell'Ahmadinejad che vede l'Imam in sogno e che riceve istruzioni per la distruzione di Israele e la negazione dell'Olocausto. Apparentemente è un paradosso, gli sciiti infatti sono praticamente degli infedeli per i fondamentalisti integralisti, non occorre andare lontano per ricordare gli stermini dei musulmani sciiti ad opera delle altre componenti fondamentaliste islamiche, del resto la cronaca di ogni giorno dall'Iraq ci dice che per i terroristi le moschee sciite sono obiettivo primario. Ma quando qualcuno vede l'Imam in sogno, c'è poco da fare e il povero popolo sciita dell'Iran si trova a fianco di chi addirittura li odia.

Si comprende dunque che il territorio e il nazionalismo non hanno nulla a che vedere con quanto sta accadendo oggi e che ha la sua origine lontana nel tempo, il jihad, si tratta di un atto di fede. Lo sterminio degli impuri non è un atto trattabile, non finirà con un accordo, l'accordo non è contemplato dal fanatismo genocida, il genocidio è un dovere.

Giorno dopo giorno l'assedio verso Israele si stringe, Hamas a sud e a est, Hezbollah al nord, la Siria e l'Iran che danno gli ordini ai terroristi. Paradossalmente è un equilibrio instabile quello che regge l'alleanza tra i gruppi fondamentalisti, abbiamo visto il perchè riguardo agli sciiti e dobbiamo considerare che il presidente siriano non è che sia visto bene dai fondamentalisti, è un alawita, un'altra setta minoritaria minata anch'essa dai fratelli musulmani, in Siria vince chi ammazza di più e il cemento comune per non perdere il potere è la guerra a Israele.

Esiste un modo per fermare il jihad evitando il dilagare del conflitto che si avvicina all'orizzonte?

Sì, ne esiste uno. Se si forma un movimento pacifista assai diverso da quello fasullo a cui siamo abituati, un movimento che scenda in piazza e chieda le dimissioni dei tiranni e la fine del terrorismo, i democratici, ce ne sono parecchi, che nei paesi arabi e musulmani del medio oriente vengono imprigionati, torturati, assassinati, godranno di un appoggio autorevole, i regimi dittatoriali dovranno tenerne conto a meno di non rischiare la rottura delle relazioni con i paesi occidentali. Oggi in molti dei paesi musulmani del medio oriente la scelta per i cittadini è tra il regime militare e dittatoriale e il regime islamico fondamentalista. Per intenderci tra Al Fatah e Hamas. Si comprende che non si tratta certo di possibilità di scelta davvero democratiche. Un governo è democratico non perchè viene votato dalla maggioranza della popolazione, ma perchè garantisce e tutela le minoranze e governa democraticamente, altro che Hamas.

Questa situazione è dovuta al triste fatto che la terza via liberaldemocratica e riformista non può rafforzasi a causa della scelta di campo opportunista di molti paesi europei. Se nelle piazze d'Europa i "pacifisti" avessero manifestato a milioni per richiedere le dimissioni di Saddam anzichè per difenderlo, la Storia sarebbe andata diversamente, i movimenti intestini avrebbero avuto coraggio e forza. Se oggi, invece di stringere le mani dei nuovi nazisti di Teheran, l'Europa dichiarasse il proprio supporto ai movimenti democratici antiregime, la realtà sul campo si modificherebbe senza bisogno di interventi esterni.

La cecità dell'Europa ci porterà alla guerra, perchè l'Europa non comprende quale è il metodo per evitarla, non sorridere ai terroristi e ai tiranni per ingraziarseli momentaneamente sacrificando Israele e gli alleati, ma affiancandosi ai musulmani democratici che lottano contro i tiranni e i terroristi, quelli che hanno fatto la fila per votare sotto le bombe di Zarqawi a Bagdad, gli studenti di Teheran, i liberali incarcerati a Damasco e al Cairo.

Ci sono persone che stanno tenendo sveglie le coscienze e raccontando la realtà, vi suggerisco la lettura dei loro libri, essi hanno in mano la possibilità di salvarci tutti quanti, se salveremo i democratici dei paesi musulmani : Magdi Allam con il suo "Io amo l'Italia, ma gli italiani la amano?" (Mondadori), Carlo Panella con "Il libro nero dei regimi islamici" (Rizzoli), Christian Rocca con "Cambiare regime, la sinistra e gli ultimi 45 dittatori" (Einaudi).

Se e quando i "pacifisti" che inneggiano ai tiranni e, senza rendersene forse conto, al jiahd, verranno sostituiti nelle piazze dai pacifisti veri che chiederanno la cacciata dei capi terroristi, la caduta dei regimi tirannici e si adopereranno per aiutare i democratici nei paesi musulmani contro la deriva fondamentalista, allora eviteremo quanto si sta profilando. Altrimenti il grigio attuale diverrà nero, come alla vigilia della seconda guerra mondiale e le immagini delle sofferenze dei militari e dei civili diverranno ancora più spaventose.

E non dimentichiamo che la jiahd è ormai in Europa e che il nostro continente è divenuto una delle culle da cui partono gli atti terroristici nel mondo intero, la agghiacciante prospettiva è che il jihad è già tra di noi nella sua giornaliera opera di normalizzazione delle coscienze e di intimidazione. Mentre da noi si corre in piazza a manifestare contro Israele e gli Stati Uniti.

Roberto Mahlab - Concerto News System


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Roberto Mahlab
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Inserito - 12/07/2006 :  22:58:48  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
L'alleanza tra Siria e Iran, siglata nelle scorse settimane, è stata l'equivalente del patto Ribbentrop-Molotov della fine di agosto del 1939, l'accordo tra hitler e stalin per la spartizione della Polonia e il via libera alle armate naziste.

Pochi giorni dopo l'accordo militare aggressivo tra Damasco e Teheran, hamas ha intensificato gli attacchi missilistici e gli attacchi di terra al territorio israeliano e poi il via libera a Hezbollah dal Libano.

Stasera le notizie parlano di ulteriori perdite israeliane, segno che hezbollah ha fatto scattare delle trappole preparate con anticipo.

La guerra che si prefigura è una delle più difficili per Israele, l'obiettivo del nemico è la distruzione del paese e lo sterminio dei suoi abitanti. Hezbollah schiera dodicimila missili in Libano, con tecnici iraniani, le truppe siriane sono state allontanate verso il nord grazie alla pressione diplomatica di Stati Uniti e Francia, ma evidentemente il pazzo dittatore di Damasco, Assad, non se ne è dato ragione, il suo sogno del Libano appendice della Siria non ha requie.

Israele deve correre contro il tempo, ha pocchissimi giorni, forse ore, prima che quei missili si abbattano sul nord del paese. Il dubbio sulla fine di questa guerra non c'è, gli arabi saranno sminuzzati, ma le perdite di Israele rischiano di essere pesanti. L'intervento nella guerra di Siria e Iran è probabilissimo, come pure l'intervento degli Stati Uniti.

L'Egitto ha parlato apertamente del sabotaggio delle azioni di mediazione operato da Iran e Siria, i burattinai di hamas e hezbollah. Il fermento nei paesi arabi e musulmani è straordinario, su un fronte come sull'altro, dall'Iraq liberato giungono voci di appoggio incondizionato della popolazione verso Israele, i democratici egiziani lanciano accuse di fuoco contro hamas. Pare arrivato il momento del tutto per tutto, i fondamentalisti fanatici hanno compreso che questo era il momento di attaccare, altrimenti si sarebbero trovati in difficoltà a causa della pressione del mondo intero.

Si apre una crisi che potrebbe modificare la carta geografica e i governi di molti paesi della regione. Una crisi che riflette il precipitare della guerra intermusulmana, di cui l'occidente e anche Israele sono solo comprimari seppur chiamati al fronte, ma la guerra dirà se vincerà l'islam civile o l'islam fondamentalista, sono questi i due veri protagonisti.

Roberto Mahlab - Concerto News System


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