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luisa camponesco
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Inserito - 03/09/2003 :  16:10:21  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Helen era nata in una fattoria del Middle West, era l'ultima di undici figli. Carnagione pallida e di costituzione gracile, non era stata la benvenuta in quella famiglia di contadini dove il lavoro della terra sempre duro e faticoso richiedeva l'impiego di braccia forti.
Il padre scuoteva il capo - che ce ne facciamo di questa? Fosse stato un maschio!. Helen crebbe nonostante tutto, la sua carnagione rimase pallida , il suo fisico gracile e non si poteva nemmeno dire bella.
Alla sera , quando tutta la famiglia si riuniva per la cena i fratelli ridevano e scherzavano, raccontavano i fatti della giornata, lei rannicchiata in un angolo ascoltava in silenzio e sognava di volare sopra le nuvole , per vedere com'era il mondo dall'alto.
Nemmeno a scuola ebbe successo, quasi nessuno dei suoi compagni le rivolgeva la parola se non per schernirla, a parte Grace l'unica che qualche volta faceva la strada con lei.
Gli anni passarono, il liceo finì, i compagni parlavano del College e del futuro che li attendeva. Helen pensava - che futuro attende me? - ma non ebbe risposta.
La sera della festa di fine anno , indossò l'abito più bello che aveva , anche se era stato portato da generazioni di donne della sua famiglia, quando si specchiò si accorse di assomigliare più ad uno spaventapasseri che ad una ragazza di 18 anni , ma nonostante tutto si recò al ballo speranzosa anche se nessuno si era offerto di accompagnarla.
Non scordò mai quella sera, tutte le sue compagne danzavano felici fra le braccia dei loro ragazzi, lei appoggiata ad una parete avrebbe voluto scomparire in essa.
Fu così che il giorno seguente si alzò di buon mattino e andò ad arruolarsi nel corpo dei Marines degli Stati Uniti .
In famiglia la notizia fu accolta con sollievo, specialmente dal padre - una bocca in meno da sfamare -.
Negli anni che seguirono , Helen mise tutta la sua rabbia nel durissimo addestramento, che contribuì a rinforzarle il fisico e le umiliazioni le indurirono l'animo.
Imparò ad usare ogni tipo di armi, divenne una tiratrice scelta, ottenne il rispetto dei compagni, ma cancellò ogni sentimento dal suo cuore.
L'ordine arrivò all'improvviso, la partenza quasi immediata per un luogo non ben definito dell'estremo oriente, era stato avvistato un campo di addestramento per terroristi .
Il pozzo era quasi asciutto e Fatma guardava sconsolata la fanghiglia sul fondo del secchio. L'acqua era da sempre un problema, ma ora la situazione era insostenibile. Si domandava cosa avrebbe potuto fare lei, lei era solo una donna, nata in un villaggio lontano , era stata ritenuta una vera sfortuna dal padre che avrebbe dovuto pensare alla sua dote , invece riuscì a venderla per tre mucche ad un uomo molto più anziano di lei e lo considerò un ottimo affare. Il marito aveva modi brutali, Fatma subiva le percosse in silenzio , fortunatamente i veli coprivano tutti i lividi. Poi nacque Omar e la vita divenne più sopportabile. Omar era tutta la sua vita.
Il campo dei marines sorse in tutta fretta, non bisognava perdere tempo , i cingolati erano già in movimento e gli uomini pronti ad attaccare. Incominciò l'avanzata.
Per Fatma quello era un giorno come tanti , con le solite cose da fare, così di buon mattino, con Omar sotto il braccio e la brocca sul capo si diresse verso il pozzo.
Non si accorse degli uomini che strisciavano con le armi in pugno e nemmeno dei carri armati che dall'altro lato prendevano la mira. Per Fatma quello era solo un giorno come tanti.
Quando scoppiò l'inferno e le armi cantarono il loro inno mortale, lei cadde colpita in pieno petto, si accasciò coprendo col suo corpo il piccolo Omar, una lacrima le scesa sul viso.
Helen da lontano vide la donna cadere, lasciò il mitra e si mise a correre incurante delle pallottole che fischiavano attorno e dei richiami dei compagni. Raggiunse Fatma, la girò lentamente, le prese una mano, i loro sguardi si incontrarono e i loro cuori si parlarono.
Un breve sorriso poi........il pianto di un bimbo.
Un urlo sovrastò il rumore della battaglia, un braccio si levò verso l'alto, un drappo bianco sventolò.
Helen pareva un gigante, in un momento tutta l'amarezza di anni scomparve per lasciare spazio ad un sentimento diverso emerso all'improvviso, ma che c'era sempre stato. Ora un piccolo essere reclamava il diritto di vivere. Helen si rialzò e si incamminò verso la sua linea. Le armi tacquero su entrambi in fronti, intimorite dall'incedere lento ma sicuro di quella donna dal volto pallido che stringeva al petto un bambino di un colore diverso.

   
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