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 Arandora Star - Un libro per non dimenticare
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Elena Fiorentini
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Arandora Star
una tragedia dimenticata

di
Elena Fiorentini

Feci un balzo quando al termine del telegiornale delle otto sui RAI 1 venne intervistato un anziano distinto signore dalla vaga pronuncia inglese. Si trattava di uno dei pochissimi sopravvissuti della famosa nave Arandora Star , la nave inglese affondata dai tedeschi 2 - VII - 1940.
Venne annunciato che ne avrebbero dovuto parlare ancora il giorno dopo con ulteriori interviste e informazioni. In realtà non se ne parlò più e tornò tutto ancora una volta nell’oblio. Ero molto interessata all’argomento,feci perciò una ricerca in internet. Trovai solamente la notizia data degli emigranti morti sull’Arandora in un giornale di Lucca, che aveva perso molti concittadini nella tragedia.Ora, prima di parlarne, ho fatto nuovamente un giro in internet e ho trovato un numero consistente di pagine. Oltre al sito di Lucca , ho trovato l’elenco completo dei morti, il sito di Bedonia, un’altra loclalità che subì gravi perdite, il sito www.valtaronework.com , un sito di Parma e più volte le notizie di un libro uscito ora di Serena Balestrucci, ci sono anche diversi siti inglesi.
Perché tanto interesse da parte mia?
Al n° 195 nell’elenco dei morti si legge: Egidio Friggi, Motta Visconti E[emigrante?], nato il 29 - XI –1086[ morto sull’Arandora Star il 2/7/1940]
Egidio Friggi era uno dei miei prozii, che non conobbi mai, fratello di mio nonno,Pietro Friggi.
Egidio era cuoco. Era emigrato in Inghilterra, dove aveva trovato lavoro e una graziosa mogliettina di vent’anni più giovane di lui. Avevano avuto tre figli ed erano felici.Non mancava il lavoro né il buon umore. Se non che i potenti della terra si intromettono sempre nelle vicende familiari. L’Italia entrò in guerra, agli emigranti con moglie inglese, presumo, venne offerta la possibilità di prendere la cittadinanza inglese. Lo zio Egidio rifiutò, così mi venne narrato, ma tutto lontano nel tempo.
Il testimone sopravvissuto, che all’epoca aveva vent’anni, raccontò che dagli inglesi vennero considerati nemici e perciò radunati in un campo di concentramento a Liverpool. Il gruppo più numeroso era quello degli Italiani. C’erano Tedeschi,Ebrei. Vennero fatti salire sull’Arandora Star per essere deportati in campi di lavoro in Canada. Vennero imprigionati dietro a dei cancelli blindati. La nave venne bombardata dai tedeschi. I prigionieri avrebbero potuto salvarsi, ma erano prigionieri.Non conosco il seguito della testimonianza, avrebbe dovuto comparire a Rai 1 mattina il giorno dopo, non se ne fece più nulla.
Morirono tragicamente affogati in attesa di soccorsi che avrebbero potuto intervenire tempestivamente.Ci furono invece inspiegabili ritardi e in Inghilterra se ne discute ancora adesso.

Zia Phillis, chiamata affettuosamente dai parenti italiani zia Felissa, terminò così il suo racconto nella sua casa di Londra, ancora con le lacrime agli occhi:
“ Volevo molto bene a tuo zio. Era una persona meravigliosa, sapeva tante cose e amava l’arte. Mi portava a visitare le gallerie d’arte e mi spiegava i quadri, era sempre allegro. Basta piangere, due mesi e poi lavorare, ci sono i bambini piccoli. Lo stato inglese mi ha dato il lavoro... ” Anche la testimonianza di zia Phillis è lacunosa, perchè , tra il suo italiano e il mio inglese....però, mi domando:...lo Stato Italiano? lo zio è morto perchè non aveva rinunciato alla cittadinanza italiana? i vari governi succedutesi negli anni che cosa hanno fatto per questi cittadini?...pare, da ciò che ho letto, nulla..
Tornamo alla zia. Non si risposò più la dolce e bella zia Phillis. Il ricordo della tragedia pare che l'accompagnasse finchè ebbe la capacità di ricordare. Man mano non riconobbe più nessuno e si spense finalmente serena.
E. F.

Edited by - Elena Fiorentini on 28/10/2004 13:39:11

Elena Fiorentini
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Inserito - 25/10/2004 :  17:07:38  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
L'Arandora Star non era nemmeno una nave della marina militare, era una elegante nave da crociera.
Una cartolina dell'epoca.
***

***

Il libro di Serena Balestrucci,
che documenta le vicende che accompagnarono l'affondamento della nave.
***
Quando l'Italia entrò in guerra nel mese di giugno del 1940, molti italiani in Scozia vennero imprigionati. Le mogli e le madri della maggior parte delle famiglie italiane che vivevano nel Regno Unito hanno dovuto arrangiarsi- non soltanto i loro movimenti erano limitati severamente ma molti dei loro uomini vennero deportati nell'Irlanda del Nord, nell'Isola di Man, o Orkney per essere trasferiti in Canada e in Australia.
Molte donne vennero inoltre internate successivamente e trasferite nelle città di Beauly, Huntly e Tomintoul.

Arandora Star era una elegante e lussuosa nave da crociera.
Venne costruita da Cammel Laird & Company di Birkenhead in 1927, e utilizzata dalla linea blu per le crociere principalmente in America del sud e in Africa del sud.

Con la seconda guerra mondiale l'Arandora venne ormeggiata a Liverpool per ricevere ordini. Lo scopo era quello di essere utilizzata per deportare i prigionieri di guerra.
Il 2 luglio 1940 una torpedine da un sommergibile tedesco, il U-47, colpì la nave, al largo del litorale irlandese. A bordo c'erano 734 italiani, ne morirono 486. Dei 479 tedeschi a bordo, ne morirono 175.
la nave venne affondata.
E. F.

Edited by - Elena Fiorentini on 26/10/2004 10:00:30Vai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
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Inserito - 26/10/2004 :  09:41:56  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
dal sito www.scotsital.com

...446 uomini italiani persero la vita.

Questi uomini erano civili, in gran parte stabilitisi nel Regno Unito fin dai primi del 1900. Molti fra gli internati avevano figli o altri parenti arruolati nell'esercito britannico.
Agli internati furono negati tutti i diritti , compresi quelli riconosciuti di solito ai prigionieri dalla Convenzione di Ginevra. Molti, durante l'internamento, furono derubati delle loro proprietà.
Dopo gli arresti, avvenuti nel giugno del 1940, i familiari degli internati furono tenuti all'oscuro di ciò che stava accadendo ai loro mariti, fratelli o padri.
Per disposizione del Governo britannico le famiglie degli internati che risiedevano nelle zone costiere furono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni e a trovare rifugio nelle città - mogli e figli senza più alloggi, mezzi di sostentamento, né assistenza di alcun tipo.
Le famiglie degli internati non vennero informate che molti di loro sarebbero stati deportati oltreoceano.
L'Arandora Star, diretta in Canada, salpò senza scorta, sovraccarica e senza che fosse rispettato il rapporto passeggeri/scialuppe di salvataggio.
L'80% dell'equipaggio a bordo della nave aveva iniziato a lavorare il giorno stesso della partenza. All'equipaggio, ai soldati e agli internati non fu data alcuna istruzione su come comportarsi in caso di emergenza.
La nave era stata ridipinta di grigio e aveva le sembianze di una nave da guerra. Non esponeva il contrassegno della Croce Rossa, né altri segnali di identificazione.
Le scialuppe, molte delle quali fuori uso, si trovavano al di là del filo spinato che ricopriva la nave in diversi punti strategici.
I prigionieri, ammassati nelle cabine, furono trattati duramente. Molti degli italiani che dormivano sul pavimento dell'ex sala da ballo della nave si ferirono gravemente quando il siluro colpì la nave mandando gli specchi in frantumi.
I superstiti dell'Arandora Star, una volta sbarcati nel Regno Unito, subirono altri maltrattamenti e, nonostante le sofferenze patite, molti di loro vennero nuovamente imbarcati per essere deportati in Australia.
I familiari delle vittime dell'Arandora Star non hanno mai ricevuto scuse ufficiali, né un risarcimento dal Governo britannico. Il Governo americano, che aveva predisposto l'internamento di molti civili giapponesi durante la guerra, in seguito si scusò con le famiglie provvedendo a risarcirle. Nessun civile giapponese perse la vita per mano degli americani.

Tra il 10 e l'11 giugno del 1940, a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, tutti i cittadini italiani di sesso maschile residenti in Gran Bretagna - in età compresa tra i 18 e i 70 anni furono arrestati dalle forze dell'ordine. Gli arresti furono condotti in tutta fretta, gli uomini furono portati via dalle loro case e dai posti di lavoro, destinati all'internamento per ordine del governo britannico.
Come dimostrato dal rapporto della Croce Rossa e da altre testimonianze, gli italiani internati furono maltrattati dalle autorità e tenuti in condizione disumane, senza cibo a sufficienza, senza servizi igienici né assistenza medica. Quando il governo prese la decisione di deportare un certo numero di internati in Canada ed in Australia, la nave "Arandora Star" salpò dal porto di Liverpool diretta verso il Canada con a bordo circa 1500 uomini tra prigionieri italiani, tedeschi ed ebrei.

La mattina del 2 luglio del 1940, al largo della costa irlandese, l'Arandora Star venne silurata ed affondò, causando la morte di circa 700 uomini, tra cui 446 italiani, tutti residenti nel Regno Unito. Le colpe delle autorità e tutti i tragici eventi che ne conseguirono sono stati narrati ed analizzati in un libro pubblicato nel 1980, "Star of Shame", l'unico libro che tratta del disastro basandosi sui racconti di molti sopravvissuti italiani, tedeschi ed ebrei. Il libro non è mai stato reperibile in Gran Bretagna.

Arandora Star
Una Tragedia Dimenticata
Maria Serena Balestracci

Nel 2002, in Italia, è uscito il libro "Arandora Star, una tragedia dimenticata", di Maria Serena Balestracci. Il libro si avvale di ricostruzioni storiche, documenti, nonché di testimonianze dirette di persone che furono colpite dalla tragedia, oggi residenti in Italia, e che per anni hanno taciuto il loro dolore. A seguito dell'uscita del libro, in Italia nell'ultimo anno abbiamo assistito ad un 'risveglio' dell'attenzione verso questo evento così trascurato. Molti giornali si sono occupati dell'Arandora Star, e due autorevoli giornalisti come Gian Antonio Stella e Corrado Augias hanno parlato della tragedia nei loro nuovi libri (rispettivamente "L'orda" e "I segreti di Londra"), menzionando il libro di Maria Serena Balestracci.

The Star of Shame
Des Hickey and Gus Smith
Madison Publishing, Dublin

The failings of the authorities, and the tragic events which followed the sinking of the Arandora Star have been vividly recorded in a book published in 1980 entitled "Star of Shame" - the only book of the disaster based on factual accounts of many of the survivors Italian, British and German. This book, written in English, was not available for sale in Britain.

........ diffondi il nostro indirizzo web tra tutte le persone che potrebbero essere interessate:

www.ArandoraStarCampaign.com

Edited by - Elena Fiorentini on 26/10/2004 10:08:24Vai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
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Inserito - 27/10/2004 :  19:57:36  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini

Sembra inutile questo ricordo?
Sono passati molti anni, ma , oltre ai figli ancora viventi in Inghilterra e i loro figli e nipoti,anche in Italia c'è chi si ricorda del grave fatto.
Ricevo dal nipote di Egidio Friggi queste parole: "..grazie per il commovente ricordo di "ARANDORA", ricordo ancora quelle giornate
quando dalla Croce Rossa arrivò l'annuncio. Tante cose potrei dire, ma al prossimo nostro incontro..."
Grazie, zio, anche del tuo ricordo.
E. F.

Edited by - Elena Fiorentini on 27/10/2004 20:00:07Vai a Inizio Pagina

   
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