luisa camponesco
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Italy
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Inserito - 20/03/2010 : 09:03:32
La principessa Trine
Nella lontana Bulgaria un tempo si raccontava questa favola, ma forse le mamma e le nonne di quel paese la raccontano anche oggi. Mi è piaciuta e anche se sono grande le favole le leggo ancora volentieri, ma soprattutto mi piace raccontarle. State a sentire questa. ****In un paese lontano, in un bellissimo castello che si affacciava su di una valle e su verdi foreste, viveva un ricco principe e sua figlia una bambina di nome Trine. Gli uccellini cantavano tutto il giorno, i fiori mandavano il loro profumo e nel torrente nuotavano pesci grandi e piccoli., un vero paradiso dove tutti potevano essere felici, ma purtroppo la principessina era talmente ammalata da non potersi alzare nemmeno dal letto. Il principe suo padre era davvero disperato, aveva chiamato i più bravi dottori del regno ma nessuno era riuscito a capire di quale malattia si trattasse. Un bel giorno il principe dopo aver cavalcato nel vicino bosco decise di sedersi a riposare sulla riva del torrente e pensava, pensava…… - Cosa turba il principe di questo regno? Il principe si alzò di scatto e mise mano alla spada. Ma chi aveva parlato era una donna molto vecchia. Il principe, rassicurato, tornò a sedersi prendendosi la testa fra le mani. - La mia bambina nessuno riesce a guarirla. Ed io non so più cosa fare. - Forse posso aiutarti io. – rispose la vecchina. - Tu!!!! - Ma certo portami da tua figlia. Il principe, che le aveva provate tutte, pensò che peggio di così non poteva andare, allora fece salire l’anziana sul suo cavallo, la portò a palazzo e la condusse nella stanza di sua figlia. La donna dopo averla osservata attentamente disse al principe: “tua figlia ha la malattia della notte oscura.” - E si può curare? – chiese preoccupato. - Tua figlia dovrà, ogni mattina, attendere il sorgere del sole e gridare per tre volte con quanta voce possiede “POTENTE AURORA CONCEDIMI SALUTE E BELLEZZA” Il principe seguì il consiglio, portò la figlia alla finestra ed attese con lei il sorgere del sole. Incredibile a dirsi, ma la principessina incominciò a star meglio e il suo viso prese un bel colorito. Dopo qualche giorno Trine era diventata un vero splendore e, giocando nel parco incontrò la vecchina. - Adesso che sei guarita non hai più bisogno di chiedere all’Aurora salute e bellezza. Aurora ti ha donato parte del suo splendore. - Non ho nessuna intenzione di smettere. – rispose Trine – perché voglio diventare sempre più bella. – E così fece. Accadde un fatto strano, da quel giorno, il sole sorse sempre più tardi e le notti divennero sempre più lunghe. I fiori incominciarono ad appassire e i frutti non maturarono più. Una notte, un messaggero vestito di bianco si presentò alla principessa. - Aurora si sta spegnendo un poco alla volta, tu le stai togliendo la luce. - Se non te ne vai subito chiamo le guardie. – rispose Trine. Ogni giorno che passava la principessina diventava sempre più bella, ma le notti sempre più lunghe. Si presentò un altro messaggero, vestito di verde. - Se non smetterai di invocare Aurora, i campi non daranno più frutti e la gente inizierà ad avere fame - Non mi importa nulla, vattene! La terza notte si presentò un messaggero vestito di nero. - Domani sarà l’ultimo giorno di luce. Per tutta risposta la principessa si tirò le coperta sopra la testa. Il giorno dopo il principe decise di fare una battuta di caccia e Trine, più affascinante che mai decise di partecipare. Una strana nebbia avvolgeva il castello e il silenzio era calato sul regno, ma Trine non se curava, pensava solo ad essere bella. Il buio calò all’improvviso sul regno, non si vedeva più nulla e i cavalieri si dispersero. Il principe chiamò la figlia, ma lei non rispose, allora disperato si mise alla sua ricerca. Trine si trovò, dentro una grotta fredda ed umida e i tre messaggeri, quello vestito di bianco, di verde e nero erano di fronte a lei. - Devi restituire all’Aurora il suo chiarore. - Mai1 – esclamò Trine. - Non devi più gridare la formula al sorgere del sole. - Mai! – continuò testarda. - Non puoi tenere ciò che non ti appartiene. - Non intendo restituire nulla! – I tre messaggeri se ne andarono e la lasciarono sola. Trascorsero dieci giorni, ma in realtà erano dieci anni. Trine incominciò ad avere fame. Il primo messaggero le portò delle more, il secondo, del miele, il terzo una pagnotta ancora calda. Trine mangiò avidamente e la fame si placò. Poi una notte o forse era giorno ormai c’era sempre buio, la principessa udì un pianto lontano. - Chi sta piangendo – gridò - Piango per mia figlia scomparsa. Trine riconobbe la voce del padre e le prese una grande nostalgia. - Padre sono qui!!! - Figlia mia dove sei? - Sono qui in una grotta! - Ce ci fosse un po’ di luce troverei la strada. Trine comprese quanto fosse stata egoista e soprattutto quanto le mancava suo padre. - AURORA RIPRENDITI LA TUA LUCE, NON LA VOGLIO PIU’ - gridò con tutte le sue forze- Piano, piano sulla terra comparve un lieve chiarore che divenne sempre più intenso fino ad illuminare tutta la foresta e il principe e la figlia poterono finalmente riabbracciarsi. Vedendo il pentimento sincero della principessa, Aurora le lasciò la sua bellezza e mentre Trine con suo padre galoppavano verso il castello, una vecchia signora li guardava sorridendo prima di scomparire nel fitto del bosco.
Luisa Camponesco
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