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 Storie dal bosco incantato - Gelsomina
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luisa camponesco
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Gelsomina


Poteva essere una giornata qualunque, una delle tante nel regno fantastico di Abetaia. Eppure nell’aria si percepiva qualcosa di diverso e la tensione aveva coinvolto tutti gli abitanti.
- La smetti di agitarti, mi hai fatto venire il mal di testa. – gridò Oscar, la talpa, allo scoiattolo Peppino che saltava di albero in albero.
- Non trovo il giusto ramo di osservazione.
- E cosa devi osservare? – chiese Oscar
- La casa di Cornelius, sta succedendo qualcosa e non capisco cosa. Ecco, ecco, adesso ho trovato.
- Cosa vedi? Cosa vedi? Cosa vedi? – anche Oscar si era messo a saltellare.
- Cornelius sta spazzando…..ohhhoohhhahiaa……pataaapummmeteee.
Il ramo, troppo sottile, si spezzò facendo precipitare a terra Peppino.
- Ohiohiohioihooo – prese a lamentarsi Peppino massaggiandosi il fondoschiena.
- Uno scoiattolo che cade, questa è proprio bella. – scherzò Oscar – ma almeno hai visto qualcosa?
- Cornelius sta spazzando davanti casa!
- Sta spazzando davanti casa!!!! Questa si che è una notizia – fece eco Oscar – Ma chissà per quale motivo lo sta facendo?

- Lo so io, lo so io. – Da sotto una foglia apparve Zita la lumachina e poi sussurrando soggiunse – Pare stia arrivando la sorella di Cornelius, sssstt.
- CORNELIUS HA UNA SORELLA !!!! esclamarono sbalorditi Peppino e Oscar.
L’avvenimento era da prima pagina, nessuno, ma proprio nessuno avrebbe immaginato che Cornelius avesse una sorella.
- Ma tu, Zita, come fai a saperlo? – chiese Peppino
- Ero sul davanzale della finestra quando è arrivata Rosalinda la farfalla a portargli la notizia.
- Cornelius sarà stato felice – soggiunse Oscar
- Adesso che mi ci fai pensare non ha fatto salti di gioia.
Oscar e Peppino erano in fibrillazione, finalmente qualcosa di nuovo stava per succedere ad Abetaia.
Non ci volle molto per Peppino spargere la notizia ai quattro venti fino a giungere nelle stanze del palazzo della regina Altea.
- Dovremo organizzare un comitato di benvenuto- suggerì Drusilla la coccinella.
- Hai ragione Drusilla, Cornelius ha fatto tanto per ciascuno di noi, mi sembra giusto.
- Allora incomincio i preparativi.
Un furtivo via e vai per tutta Abetaia, tutti parlavano sottovoce, tutti tranne Peppino, lui i segreti non li sapeva tenere. E così, chissà come, si trovò davanti alla casa di Cornelius.
- Allora Cornelius, come ti va amico?
Lo gnomo lo guardò con sospetto.
- Stai facendo le pulizie di primavera? Ma non è ancora primavera!
Cornelius sospirò.
- Allora lo sai?
- Ioooo!!! Io non so nulla, e poi sono molto discreto lo sai!
Cornelius si grattò la testa.
- In quanti lo sanno.
- Praticamente tutti, ti stanno preparando una festa a sorpresa.
Dopo aver detto questo Peppino si mise una zampetta davanti alla bocca.
-Questo non dovevo dirtelo, amico mio promettimi che rimarrai sorpreso nella festa a sorpresa, altrimenti sono nei guai.
Vedendo il tormento dello scoiattolo Cornelius si rabbonì, in fondo non era un cattivo soggetto, solo chiacchierone, sbadatone, fanfarone, ma anche molto divertente.
- Tranquillo Peppino, mia sorella Gelsomina sarà contenta a lei piacciono le feste soprattutto quelle a sorpresa.
- Si chiama Gelsominaaaa!!!oh che bel nome, ma che bel nome – prese a cantilenare mentre balzava sul primo albero.
Cornelius scosse la testa, sconsolato, ormai tutti sapevano dell’arrivo della sorella, tanto valeva sapessero anche il nome.

La rugiada brillava nel chiarore del primo mattino, il bosco dormiva ancora, nella casa di Cornelius un filo di fumo usciva dal camino, tutto era tranquillo fino a quando la porta di casa si spalancò di colpo.
- Eccomi fratello, sono arrivata.
Una folata di vento gelido fece rabbrividire il povero Cornelius il quale, nonostante tutto, allargò le braccia dicendo:
- Ben arrivata sorellina mia.
I due fratelli si abbracciarono e dopo i convenevoli, Gelsomina si lasciò andare sulla poltroncina preferita di Cornelius.
- Quando riparti? – chiese Cornelius con una vocina più vibrante del solito.
- Non ho ancora deciso, ma adesso berrei volentieri una bella tisana calda.
- Ci penso io- rispose lo gnomo
- No grazie, ho portato le mie erbe, dei tuoi intrugli non mi fido.
Cornelius sorrise a denti stretti ma si fece da parte.

Cornelius e Gelsomina, pur essendo fratelli non potevano essere più diversi, uno metodico e riflessivo, l’altra vulcanica ed istintiva, sempre in disaccordo su tutto. Quel giorno però filò tutto liscio, Gelsomina stanca per il viaggio si addormentò presto e Cornelius ne approfittò per uscire.
Le foglie di grindelium si potevano cogliere solo al sorgere della prima luna altrimenti appassivano e perdevano il loro potere curativo.
Tornò all’alba con una strana sensazione di disagio, infatti non appena aperto la porta trovò la tavola apparecchiata, pronta per la colazione, il pavimento perfettamente pulito, e……
- Dove sono finite le erbe che stavo essiccando? Le ampolle dei filtri? GELSOMINAAAAA!!!
Con il grembiule arrotolato in vita la sorella lo guardò con aria di sfida.
- Smettila di urlare e invece ringraziami che ho messo ordine questa che sembrava più la tana di un coniglio che la casa di un rispettabile gnomo.
- Per i baffi del grande troll, cosa hai combinato! Quelle erbe mi servivano, trovarle mi sono costate tempo e fatica e poi i conigli sono amici miei. Adesso cosa faccio! – Cornelius era disperato.
- Adesso ti metti seduto e fai colazione!
Discutere con Gelsomina era come pestarsi i piedi con un sasso per cui, preso un profondo respiro, Cornelius si sedette.
- Gelsomina te lo richiedo, dove hai messo le mie erbe?
- Le ho buttate, erano tutte secche!
- Ma dovevano essere …….grrrrrr - lo gnomo strinse i pugni e si costrinse a tacere, almeno per un po’ tanto per calmarsi..
- Sai Gelsomina, penso sia giusto presentarti anche agli amici di Abetaia. Sei pronta possiamo uscire?
- Si ma prima vorrei ripulire……
- NO, NO, lascia stare non affaticarti, usciamo alla svelta.
La spinse fuori casa ignorando le sue proteste.
Peppino, nascosto fra le radici di una quercia, saltò fuori fingendo di passare per caso da quelle parti.
- Ciao Cornelius bella giornata vero? Ma chi è questa bella signora?
- Peppino ma che sorpresa, questa è mia sorella Gelsomina, rimarrà qui per poc.…i em, em giorni
- Scusa Cornelius ma non ho capito! – esclamò Peppino
- Ho un po’ di tosse, meglio farmi una tisana a prima che peggiori. Saresti così gentile di accompagnare mia sorella a visitare Abetaia?
- Ma certo – rispose Peppino sorpreso, mentre Cornelius era già sparito.
Finalmente un po’ di pace, Gelsomina era arrivata solo da un giorno e gli pareva un secolo. Cercò di recuperare un po’ erbe che la sorella aveva gettato via con un ben magro risultato. Guardò la sua casa tutta bella e pulita ma in quell’ordine non trovava più nulla. Gli mancavano i bei fasci d’erbe appesi al soffitto e il profumo che emanavano, gli mancavano i rotoli di corteccia di quercia che usava per farne contenitori.
Stava ancora cercando le sue ampolle quando apparve Peppino tutto trafelato.
- Peppino! Dove hai lasciato mia sorella?
- Cornelius siamo disperati. Gelsomina ha tolto tutti i gusci di ghianda della mia tana, io li usavo per tappare le fessure durante l’inverno e poi……
L’elenco di quello che Gelsomina era riuscita a fare in così poco tempo era davvero lungo, Peppino non la finiva più di raccontare.
- ……e poi , come non bastasse, ha costretto Oscar a fare un bagno.
Cornelius non riusciva proprio ad immaginare Oscar in una tinozza da bagno. In fondo sua sorella aveva fatto qualcosa di utile per la collettività.
- Va bene, adesso dov’è?
- Era con Drusilla, andavano a palazzo.

Cornelius si diresse, con una certa trepidazione, verso il palazzo di Altea
- Cornelius! Puff, puff, puff, rallenta devo parlarti. – Zita la lumachina cercava di raggiungerlo.
- Non dirmi che mia sorella ha sistemato anche casa tua!
- Troppo difficile anche per lei visto che me la porto sempre dietro. No, ma Drusilla mi manda a dirti di andare subito da Altea
- Ci sto andando! -
Avesse avuto le ali, ma nessuno in quel momento era disponibile, anzi, a parte Zita, sembrava che Abetaia fosse deserta. Doveva essere accaduto qualcosa di grave.
Aveva il fiato corto quando arrivò in vista del palazzo di Altea. C’era un silenzio innaturale, il portone d’ingresso, solitamente sorvegliato dalle guardie era spalancato, con il cuore in subbuglio entrò e il buio totale lo avvolse.
Cornelius non temeva il buio, ma il buio della notte nel bosco era tutta un’altra cosa, questo invece lo intimoriva.
Ma dov’erano Altea, Drusilla, Trappola con i suoi cervi volanti e….Gelsomina, dov’era Gelsomina?
Questo pensiero lo preoccupò moltissimo, se fosse accaduto qualcosa alla sorella non se lo sarebbe mai perdonato.
Brancolava ancora immerso nei suoi dubbi e rimorsi, quando improvvisamente la luce riapparve.
- SORPRESAAAAAA !!!!!!!
Erano tutti lì, gli abitanti di Abetaia vestiti a festa e, in mezzo a loro, raggiante più che mai Gelsomina accanto alla regina Altea.
- Visto che la sorpresa è riuscita! – Peppino schivò per un pelo lo scappellotto di Cornelius.
- Allora la festa a sorpresa era per me e non per Gelsomina! – lo gnomo comprese d’essere stato abilmente raggirato.
Fili d’erba come corde di un’arpa presero a vibrare e note melodiose si confusero con l’allegria e gli applausi degli abiteiani.
- Questo è un modo per esprimerti la nostro riconoscenza per tutto quello che hai fatto e che farai. - disse la regina.
Cornelius era commosso.
- Io pensavo che mia sorella avesse combinato qualche guaio.
- Se è per questo ne ha combinati parecchi, ma non li chiamerei guai, abbiamo imparato tutti qualcosa..
Gelsomina si avvicinò al fratello.
- Sei arrabbiato?
- No, solo non mi aspettavo tutto questo.
- Ti vogliono bene Cornelius e te ne voglio anch’io.
Lo gnomo si aggirava nella grande sala facendo domande un po’ a tutti.
- Dimmi Oscar, non sei furioso per via del bagno!
- In principio si eccome, ma poi mi sono accorto che non mi grattavo più come prima. Un vero sollievo.
- Ehi Peppino, come va la tua tana senza gusci di ghiande?
- Ah molto meglio, Gelsomina mi ha detto che il muschio sigilla di più e ha proprio ragione.

Cose come queste accadono solo nel magico regno di Abetaia, dove c’è armonia, le piccole liti e i contrasti svaniscono al calar della sera e ogni giorno è una nuova avventura.

Dormì più del solito, quella notte, Cornelius e si destò al profumo di menta e camomilla.
- E’ ora per me di andare, fratellino.
Gelsomina era sulla porta con il suo fagotto a spalle.
- Gelsomina dove stai andando?
- Ero venuta a trovarti, volevo sapere come stavi. E poi ti ho messo la casa sottosopra, ma ho rimediato, guarda!
Dal soffitto pendevano fasci di erbe da essiccare, menta, tarassaco, camomilla, ma chissà perché davano un senso di pulizia e ordine, eppure c’erano anche prima ….
- Non posso rimanere, questo è il tuo posto fratello, il mio è da un’altra parte.

La guardò dirigersi sul sentiero che portava a valle, chiedendosi se l’avrebbe rivista e ad un tratto la foresta gli sembrò più vuota.
Prese il sacchetto di paglia intrecciata e uscì alla ricerca di nuove erbe per le sue tisane.
Vide Zita fare colazione su di una foglia umida mentre gli giungeva all’orecchio il vociare rissoso di Oscar e Peppino.
- Ciao Cornelius – salutò la farfalla Rosalinda
- Ciao Cornelius - salutò Drusilla – Vado di fretta.
- Ciao Cornelius….ciao….
Abetaia si destava, lentamente, un venticello lieve soffiava fra i rami portando il cinguettio degli uccelli e…..si, quello era proprio il suo posto, e Cornelius col cuore leggero si diresse di gran lena verso il torrente.
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Gelsomina


Luisa Camponesco

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