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 La caverna del Lupo Grigio
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luisa camponesco
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La caverna del Lupo Grigio

“Il sole illumina le terre rosse e le alture color ocra. Dorme la civetta all’ombra del saguaro e nella caverna il lupo attende. “

§§§§

Nel ranch di Peter Murdock a Long Valley Arizona, regnava una certa agitazione, in particolare nel recinto dei cavalli. Fulmine, lo stallone annusava l’aria, e Orso Bruno, il vecchio navaho che lo custodiva, sedeva assorto poco lontano.
- Cosa succede stamattina Peter?
Melissa, sua moglie osservava la scena mentre asciugava i piatti. Peter si alzò da tavola e andò alla finestra, e divenne subito serio.
- Cosa succede? – ripeté Melissa
- Non so cosa dire, ho visto Orso Bruno solo una volta assorto in quel modo. È stato molti anni fa, ero un bambino e mi raccontava una strana storia,…
- Che storia papà?
Gary, otto anni figlio di Peter e Melissa guardava suo padre con aria interrogativa mentre sgranocchiava una mela.
- Dovrai chiedere ad Orso Bruno se vuole raccontartela.
Gary uscì di corsa dalla stanza.
- Non vorrei che quel vecchio indiano gli riempisse la testa di frottole. – Melissa lo disse sotto voce quasi non volesse farti sentire dal marito, sapendo quanto fosse affezionato al navaho.
- Quel vecchio indiano, come tu lo chiami, conosce più cose di questa terra di quanto noi potremo mai saperne.
Peter calcò il cappello sulla testa ed uscì. L’aria, quel mattino era più fresca del solito, tanto da farlo rabbrividire; guardò suo figlio seduto accanto ad Orso Bruno, e rivide se stesso alla sua età,

- Orso Bruno, è vero che hai una storia da raccontare? Me lo ha detto papà!
- Lui è tornato – sussurrò l’indiano
- Lui chi?
- Non ora Gary, non ora.
Orso Bruno si allontanò dal ragazzo, prese un cavallo e si diresse verso le colline.
- Ma dove sta andando papà?
- Deve controllare una cosa.
- Cosa?
- Ha visto delle cavalle con i puledri che si dirigevano nel canyon.
- Vuole catturarle?
- Si, nessuno è più bravo di lui.
Era una bugia abbastanza credibile e Gary non fece più altre domande.

Il sole al tramonto pareva una palla infuocata e già si intravedeva la luna, pallida, quasi invisibile.
Seduto sulla veranda Peter, pensieroso, accarezzava il medaglione che portava al collo fin da quando era bambino. Raffigurava la testa di un lupo grigio. Gli era stato regalato da suo padre che, a sua volta lo aveva ricevuto in dono da BisonteCheCorre, padre di Orso Bruno. Il suo significato gli era ancora oscuro, ma sapeva che presto lo avrebbe dovuto dare a Gary.

Silenzioso come un puma Orso Bruno si avvicinò a Peter.
- Il vento della prateria mi ha parlato.
- Lo so.
- Il tuo sguardo è acuto e il tuo orecchio sa ascoltare, potresti essere un navaho.
Peter sorrise, era un grande onore, essere considerato un navaho. Orso Bruno gli era stato vicino fin da quando era bambino: gli aveva insegnato a cavalcare, a tirare con l’arco e a seguire le tracce degli animali. Avrebbe potuto essere il capo della sua tribù e invece si era dedicato a lui, lo aveva sempre protetto e Peter non aveva mai capito il motivo di questa scelta.
- Si avvicina il tempo.
- Si amico mio, dobbiamo preparare Gary.

Il mattino era il momento più bello della giornata per Gary, che iniziava con una buona dose di frittelle e succo d’acero e poi c’erano mamma e papà, tutti insieme a far progetti per la giornata.
- Oggi sellerò Stellina, che ne dici Gary ti andrebbe?
- Mmmm, papà perché non Fulmine?
- Oh santo cielo, non vorrai andar su Fulmine! – intervenne Melissa – Non glielo permetterai vero? – chiese rivolta a Peter.
- Orso Bruno cavalcherà Fulmine.
- E tu papà?
- Oggi andrai con Orso Bruno, io devo andare a prendere il foraggio in città. Verrò un’altra volta. Ora va a prepararti.
Gary non se lo fece ripetere due e corse via.
- Cos’è questa storia che tu non vai! – Melissa era preoccupata.
- Non ti fidi di Orso Bruno?
- No, ma cosa dici, solo che avrei preferito ci fossi anche tu.
- Non questa volta Melissa, ma stai tranquilla, Orso Bruno è sempre stato con me e come vedi sono cresciuto piuttosto bene, non credi? - Le diede una piccola pacca sul sedere suscitando le sue proteste, poi l’abbracciò.
Gary era fin troppo felice di uscire e poi con Orso Bruno un autentico guerriero navaho.
- Perché non usi la sella?
- Perché uomo e cavallo sono una cosa sola. Ma tu, piccolo uomo pallido, con sella.
- GARY! ASPETTA – Peter corse verso di loro. – Volevo darti questo. – Si tolse il medaglione con l’effige del lupo grigio e la mise al collo del figlio.
- Ma papà è tua!
- Ora non più.
Il navaho fece un cenno d’assenso poi con Gary si diresse verso le colline.

§§§

Cavalcarono per parecchie ore e si fermarono per riposare sotto la roccia nota come “Becco d’aquila”
- Ora ho capito perché si chiama così – disse Gary dopo aver bevuto un’abbondante sorsata d’acqua.
Orso Bruno gli porse del pane e formaggio
- Mangia piccolo uomo e ascolta ciò che sto per dire.
L’indiano protese la mano verso la valle.

- C’è stato un tempo in cui questa valle era così verde che il Grande Spirito decise di scendere su di essa, e prese forma di lupo. Ma il popolo dei navahos aveva fame e lo invocò; allora il Grande Spirito popolò la valle di bisonti. Erano così numerosi che l’erba scomparve, ma il popolo dei navahos non ebbe più fame. Così fu per molte primavere, ma un giorno vennero uomini da lontano e con le loro armi uccisero tutti i bisonti e il popolo dei navahos ebbe ancora fame. Allora invocarono ancora il Grande Spirito di aiutarli. Quando il Grande Spirito vide ciò che gli uomini pallidi avevano fatto nella sua valle si adirò e mandò lo spirito del grande Lupo Grigio che uccise tutti i cacciatori bianchi, poi fece un patto con i navahos; Lupo Grigio sarebbe rimasto nella sua caverna e avrebbe scacciato ogni bianco che sarebbe apparso in questa valle.
- Davverò Orso Bruno? Ogni bianco? Ma noi siamo bianchi e siamo nella valle come mai Lupo Grigio non ci ha scacciato?
- È qui che cambia la storia, piccolo uomo. -
L’indiano chiuse gli occhi e rimase in silenzio ad ascoltare le voci del vento poi proseguì il suo racconto.
- Un giorno uomini bianchi armati entrarono ancora nella valle, e cacciarono bisonti, Lupo Grigio disse ai guerrieri navahos di ripararsi dietro le colline mentre lui scatenava una tempesta contro gli invasori. Solo più tardi FalceDiLuna si accorse che suo figlio era scomparso. Tutti i guerrieri si misero alla sua ricerca. Il figlio di FalceDiLuna aveva otto primavere e voleva già combattere a fianco del padre. Nessuno lo aveva visto allontanarsi dal campo; lui, armato solo di un bastone era andato nella valle ma si era perso nella tempesta.
- Scommetto che Lupo Grigio lo ha salvato.
- Lasciami finire piccolo uomo. Quando il cielo si oscurò il piccolo navaho si mise a correre alla ricerca di un riparo, trovò una caverna e vi entrò. Il vento era così forte che sollevava anche i massi, ma poco dopo nella caverna entrò anche un altro essere umano piangente e spaventato. Il piccolo indiano sollevò il bastone pronto a difendersi quando si accorse che il nemico era piccolo come lui, e aveva il viso pallido come la luna quando sorge. I due ragazzi se ne stavano il più lontano possibile l’uno dall’altro, poi venne il freddo che si trasformò in gelo. I due fanciulli si avvicinarono per scaldarsi a vicenda. Fu così che Lupo Grigio li trovò, un piccolo navaho abbracciato ad un piccolo uomo bianco. Lupo Grigio provò compassione e li scaldò con la sua folta pelliccia. Fu così che BisonteCheCorre incontrò tuo nonno e divennero fratelli.

Il vento era cessato all’improvviso e un silenzio innaturale scese sulla collina.
- Orso Bruno perché mi hai portato qui? La storia non è finita vero?
- No Gary non è finita ma ora riposati. - L’indiano stese una coperta all’ombra e fece stendere il bambino poi lui, incrociate le gambe, prese a meditare.

Era già pomeriggio inoltrato quando Gary si svegliò; Orso Bruno aveva acceso un fuoco fissava le fiamme e, lentamente, riprese il racconto.
- I due ragazzi divennero uomini, e un nuovo patto venne fatto fra gli uomini e lo spirito del Lupo Grigio, ma, poiché gli uomini non sono tutti uguali, il grande Lupo ogni tanto ritorna per vedere se i discendenti dei due giovani sono degni di continuare a vivere in questa vallata. Ora tocca a te piccolo uomo, dovrai incontrare Lupo Grigio, e dimostrare coraggio e animo nobile.
Hai otto primavere proprio come tuo nonno ei mio padre quando incontrarono il Grande Lupo. Vai Gary, vai nella sua caverna, lui ti attende.

Gary sgranò gli occhi.
- Tu verrai con me?
- Dovrai andare da solo, il medaglione che porti al collo ti indicherà la strada.
- Ho paura Orso Bruno, il lupo mi farà del male? Non voglio andare.
- Se non andrai, piccolo uomo, nella valle tornerà la tempesta e spazzerà via ogni cosa, uomini bianchi, navahos, bisonti, cavalli.
- Anche Fulmine?
- Ogni cosa Gary, ogni cosa.

Gary lanciò un’occhiata colma d’angoscia verso il cavallo.
- Cosa devo fare Orso Bruno?
- Entra nella caverna.
- Ma non so dov’è
- Si che lo sai. Tuo padre ha fatto le medesime domande quando aveva la tua età e lo ha incontrato. Dimostra il tuo coraggio, mio piccolo uomo dal grande cuore.
Un vento forte ed impetuoso si levò all’improvviso sollevando polvere rossa. Gary chiuse gli occhi e cercò di proteggerli con la mano. Quando li riaprì si trovò in un buio fitto, soffocò un singulto, ma lui era un Murdock come suo padre e suo nonno non doveva piangere. Fece un respiro profondo e attese.
Non accadde nulla per parecchio tempo poi un soffio caldo gli accarezzò il viso e, lentamente, i contorni della caverna divennero più nitidi. Si guardò attorno, con la mano sfiorò la parete rocciosa e si domandò come ci fosse arrivato; avverti una presenza, si girò lentamente e lo vide.
Il grande Lupo Grigio era davanti a lui, lo fissava con occhi penetranti, terribili; gli girò attorno squadrandolo e poi tornò a fissarlo mostrando con un ringhio i denti aguzzi. Gary strinse i pugni e gonfiò il petto. Il medaglione che portava al collo prese a brillare come il più puro dei diamanti, il lupo indietreggiò e si accucciò. Non aveva più l’aspetto minaccioso di prima ora il suo sguardo era dolce quasi amorevole. Gary sentì una forza nuova pervaderlo, non aveva più paura, si avvicinò al lupo e lo accarezzò.

La luna era già alta quando si ritrovò sulla collina.
- Il piccolo uomo ora è diventato uomo. - Orso Bruno era accanto lui- E’ ora per te di tornare a casa. Vieni!
Lo aiutò a salire sulla groppa di Fulmine.
- Stellina vi seguirà.
- Tu non vieni Orso Bruno?
- No mio coraggioso amico. Devo percorrere una strada, che mi condurrà in una valle ancora più verde.
- Ti rivedrò?
- Forse un giorno. – Diede una pacca sul fianco del cavallo che subito prese a trottare lungo il pendio, Stellina li seguiva.

Gary in groppa a Fulmine, senza sella, uomo e cavallo una cosa sola, ne percepiva la forza e i movimenti fluidi. Orso Bruno aveva ragione, si girò per un ultimo sguardo alla collina e lo vide stagliato contro la luna, lo sguardo rivolto verso il cielo e una mano posata sul capo d’un Lupo Grigio.












Luisa Camponesco

   
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