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 White River
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luisa camponesco
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Inserito - 09/10/2005 :  19:19:44  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco


White River


Imboccò il vialetto con tutta velocità lanciando un urlo.
- Jason! Quante volte ti ho detto di non fare così! – Martha Hole si era affacciata alla porta, con ancora infilati i guanti da forno.
- Lavati le mani! Il pranzo è quasi pronto.
- Vacanzeeee!!! – il ragazzo corse in casa e quasi investì Martha. Lei sorrise benevola, gli era molto affezionata e anche alla sua famiglia.
Marta si occupava della casa mentre i genitori di Jason erano al lavoro. Nonostante non fosse più giovane le pareva di tornare al tempo in cui accudiva Tim, il padre di Jason.
Tim la considerava un membro effettivo della famiglia e anche per Martha era la stessa cosa. Non ricordava quasi più la sua città d’origine, Savannah, ma solo il tugurio dove era nata e la miseria in cui viveva insieme ai suoi fratelli. Poi il destino girò in un giorno di primavera, quando raccolse un portafoglio caduto dalla tasca di un distinto signore.
Lo rincorse e glielo consegnò con un certa trepidazione, poteva non essere creduta. L’uomo rimase sorpreso da quel gesto, non contò il denaro, sicuro e fiducioso, ma si informò dove abitasse e così il giorno dopo bussò alla sua porta. Parlò con i genitori e in breve, Martha si trovò su di un treno diretto a Chicago. Era solo una bambina quando entrò in casa di Edward e Pauline Moran, i nonni di Jason.
- Marthaa hai preparato la torta al cioccolato?
- Si! Ma la mangerai solo dopo aver finito tutta la verdura!
- Puahhh !!! – Jason fece una smorfia di disgusto, mentre Martha sorrideva soddisfatta.
Jason mangiava in fretta per arrivare presto alla torta.
Martha scuoteva la testa, era sempre così,quando faceva i dolci che piacevano alla famiglia.
- Vedi di lasciarne una fetta anche per mamma e papà!
Con la bocca piena e la faccia imbrattata di cioccolato, Jason fece cenno di si col capo.
A metà pomeriggio, la Ford Explorer grigia di Tim entrò nel vialetto e come di consueto, scese dalla macchina per spostare la bicicletta del figlio.
- Non imparerà mai – disse rivolto alla moglie Maggie.
- Martha ha preparato la torta! – il ragazzo corse loro incontro con la bella notizia, Maggie lo abbracciò.
Qualcosa non andava, la mamma non era del solito umore.
- Ho fatto qualcosa che non va? – chiese
- No tesoro sono solo un po’ stanca.
In effetti era un po’ pallida ma rassicurò il figlio dicendo che tutto andava bene. Jason non era convinto e la conferma gli venne quando vide sua madre parlare sommessamente con Martha e questa portarsi la mano alla bocca. Spiare i grandi era una di quelle cose che non doveva fare mai, quindi, pensieroso, si rinchiuse in camera sua a fantasticare.
All’ora di cena pareva che tutto fosse tornato come sempre, con la solita allegria, quando…
- Jason ho una cosa importante da dirti – Tim assunse un tono serio.
- Devo darti una piccola delusione riguardo alle vacanze, purtroppo io e la mamma non possiamo trascorrerle con te, un impegno molto importante ci trattiene qui a Chicago.
Jason ammutolì, sognava da mesi quelle vacanze ed ora….
- Ma abbiamo pensato ad una soluzione che spero ti piaccia davvero tanto.
Lo sconforto del ragazzo era, però, evidente con gli occhi arrossati prossimi al pianto.
- Tu trascorrerai la più straordinaria vacanza che un ragazzo possa sognare. Senti! Ti ho mai parlato di zio Steve? Veramente è il fratello del nonno, ma è un personaggio incredibile. Vive a Pine Ridge….
- Nel Sud Dakota!!! – Jason spalancò gli occhi.
- Proprio così. Pensa, avevo la tua età e lui mi ha portato sulle Black Hills con un mulo e tutta l’attrezzatura per cercare oro.
- Lo zio Steve è un cercatore d’oro?
- Sì Jason è un cercatore d’oro e vorrebbe tanto conoscerti.
- Allora andrò a Pine Ridge?
- Molto meglio, zio Steve ha una casetta proprio sul White River, potrai anche pescare.
Jason incominciava a vedere la cosa sotto un’altra luce, anche se infondo, gli spiaceva non essere con i genitori.
- Andrò da solo?
- No tesoro, Martha verrà con te – Maggie gli fece una carezza e Martha una smorfia così buffa che tutti risero.
Lasciare Chicago, con il rumore e il traffico e andare in luogo selvaggio era una vera avventura, Jason si sentiva un pioniere. Quella mattina con la macchina stracarica lasciarono lo stato dell’Illinois ed attraversarono lo Iowa.
Jason non si staccava dal finestrino non voleva perdere nulla di ciò che vedeva e certe meraviglie possono coglierle solo gli occhi di un ragazzo.

La casetta in legno dello zio Steve era immersa in un bel bosco, un fuoristrada che non aveva visto un lavaggio da chissà quanto tempo era parcheggiato di fronte alla veranda.
Profumo di erba e legno e un filo di fumo che usciva dal camino.
- ZIO STEVEEEE siamo arrivati!!! – Tim gridò con quanto fiato aveva in gola.
- Non sono mica sordo!! – dal un boschetto vicino fece la sua apparizione un uomo anziano dall’aspetto imponente con due cani scodinzolanti
- E’ incredibile zio Steve sei esattamente come ti ricordavo.
- Pensavi forse di vedere un vecchio rudere? Invece tu sei cambiato parecchio.
- Sono cresciuto. – rispose Tim
- Mmmm ! Colorito pallido, e quanto ai muscoli c’è poco da stare allegri. Questo è tuo figlio?
Si avvicinò ad esaminarlo
- Forse per lui c’è ancora speranza, allora quando ve ne andate?
- Ma zio, siamo appena arrivati!
- Oh scusate non sono abituato ad avere ospiti credo dovrei invitarvi ad entrare…
- Io vorrei fare del tè, se mi dice dov’è la cucina!
- Chi è questa megera??
- E’ Martha la nostra governante. Rimarrà qui insieme a Jason
- State scherzando non voglio donne fra i piedi.
- Ti prego zio Steve – Maggie lo prese sottobraccio e gli disse qualcosa sottovoce. Doveva essere qualcosa di importante perché lui mutò subito atteggiamento.
Si raschiò la voce ma mantenne il tono burbero…
- Allora cosa aspettate? Scaricate i bagagli!
- Papà ! Ma sei sicuro che lo zio mi voglia?
- Sicurissimo Jason è stato proprio lui a chiedere di te. Non badare all’aspetto ti accorgerai che persona buona e generosa è lo zio, imparerai molto da lui.

Il tempo volò e per Tim e Maggie giunse l’ora della partenza.
- Vedrai Maggie che tutto andrà bene, sei una donna forte. – Steve le strinse con vigore la mano per confortarla.
- Cosa deve andare bene mamma?
- Le vacanze caro, le vacanze … - lo abbracciò prima di salire in macchina
A Jason si inumidirono gli occhi, vedendo partire i genitori, ma Steve intervenne subito.
- Allora giovanotto, pronto per una battuta di caccia?
- Come? Come ? Intende dire con fucili o roba del genere? – intervenne Martha
- Certo donna! Come pensi si possa cacciare? Coi cestini della merenda?
Martha e Steve si fronteggiavano, parevano due pugili sul ring. Jason pensò che, tutto sommato, sarebbe stata una vacanza interessante.
La mattina seguente uno scoiattolo scorazzava sul davanzale della finestra della sua cameretta, pareva che lo chiamasse, forse aveva fame. C’erano dei crakers nello zainetto ne prese qualcuno e lo sbriciolò.
- Non farlo! - la voce tonante dello zio lo fece sobbalzare
- Perché zio? Non gli piacciono?
- Al contrario gli piaceranno anche troppo, e ne vorrà ancora e così dimenticherà come procurarsi il cibo da solo. Se vuoi vivere in armonia con la natura impara a rispettarla e lei rispetterà te. Preparati ora andiamo sul fiume.
Il profumo della colazione preparata da Martha si sparse in tutta la casa mescolandosi con quello della resina e dei fiori di campo.
Jason uscì sulla veranda in attesa che lo zio fosse pronto, ma subito entrò urlando.
- Zio, zio! C’è un indiano là fuori!
- Un indiano? – fece eco Steve, ma appena lo vide esplose in una sonora risata.
- Jason ti presento Lupo Grigio, lui verrà con noi.

Che storia incredibile, avrebbe raccontato ai suoi compagni di essere andato in canoa sul fiume con uno zio cercatore d’oro e un indiano cheyenne.
Il fiume si snodava come un nastro argenteo fra canyons, rapide e anse tranquille. Lupo Grigio remava sicuro con la sua pagaia, mentre una natura selvaggia e splendida fatta di colline e terre rosse, scorreva sotto i suoi occhi come un film western.
Approdarono ad una piccola spiaggetta e legarono per bene la canoa, poi presero setacci e pale.
- A cosa servono zio?
- A cercare oro ragazzo!
- Oro?
Gli occhi di Jason si illuminarono.
- Vieni! Piccolo uomo – era la prima volta che Lupo Grigio gli rivolgeva la parola.
Si incamminarono lungo un sentiero appena tracciato. Camminarono per almeno un ora sino ad arrivare in una insenatura. Deposero gli oggetti e si misero al lavoro.
- Vieni Jason, ora vedrai come si estrae l’oro dal fiume.
Steve e Lupo Grigio immersero le pale nell’acqua, raccolto del fango lo passarono nei setacci. Alcune pagliuzze gialle apparvero sul fondo.
- Zio, quello è oro?
- Certo ragazzo!
- Allora siamo ricchi?
Steve rise forte imitato dall’indiano.
- Non proprio Jason, non proprio
Le ore passavano e il ragazzo incominciava ad annoiarsi, allora incominciò ad esplorare i dintorni, dapprima rimase nelle vicinanze, poi si allontanò sempre di più. Gli uomini intenti al lavoro non si accorsero di nulla. Tutto era nuovo e fantastico, scoiattoli, farfalle, piccoli roditori, ogni passo una scoperta e non si accorse si essersi allontanato tanto dal fiume. Giunse sotto una roccia sporgente, un miagolio lo fece rabbrividire, il puma lo osservava dall’alto, dimenticò le raccomandazioni ricevute e si mise a correre finché scivolò per diversi metri, un dolore alla caviglia lo fece gridare.
Il puma lo aveva raggiunto, lo osservava acquattandosi in posizione di attacco. Jason non aveva più voce, chiuse gli occhi attendendo l’inevitabile.
Il tomahawk fendette l’aria e si conficcò sull’albero a pochi centimetri dall’animale che fuggì in un baleno. Lupo Grigio controllò la caviglia di Jason.
- Niente di rotto, puoi camminare!
Jason cercava di nascondere la paura provata e farsi vedere forte e coraggioso.
- Non lo avevo visto! – disse per rompere il silenzio - Grazie Lupo Grigio.
Sulle spalle dell’indiano raggiunse il fiume dove lo zio Steve lo attendeva scuro in viso.
- Devi impararne molte di cose prima di avventurarti in questi luoghi. Lezione numero uno, lasciare le proprie tracce se vuoi che si sappia dove ti stai dirigendo.
Il dolore alla caviglia diminuì nel corso della giornata, grazie anche al particolare impacco di fango fattogli dall’indiano.
- Per il bene tuo e per la mia tranquillità, meglio non dir nulla a Martha. Intesi?
Jason chinò il capo mortificato, ma da quel giorno le cose cambiarono. Lupo Grigio gli insegnò a seguire le piste, ad ascoltare gli alberi, a leggere le nubi ad annusare il vento. Con un piccolo arco e le frecce, il viso dipinto di ocra insieme all’indiano andò alla scoperta dei sentieri segreti dei Sioux.
Imparò il verso del coyote e dell’aquila reale, e venne il giorno in cui incontrò nuovamente il leone di montagna.
“E’ lo spirito della montagna” gli aveva detto Lupo Grigio “rispettalo, rimani immobile ma senza temerlo, lui capirà”
Questa volta non fuggì, anche se il cuore gli scoppiava nel petto, non si mosse, controllò la paura e si sentì parte della terra che calcava. Il puma gli mostò i denti poi con indifferenza se ne andò.
- Il piccolo uomo bianco ora sa vivere come un guerriero. – Lupo Grigio aveva osservato tutto a distanza, ma pronto ad intervenire.

°°°°°°

- Santo cielo!! – Martha era agitata
- Presto Jason, papà e mamma stanno per arrivare. E tu sembri un selvaggio chissà cosa penseranno…
Il ragazzo era abbronzato e si era irrobustito, ma c’era di più, era cambiato dentro.
Quasi non lo riconoscevano, Tim e Maggie mentre lo abbracciavano, sembrava impossibile il ragazzino pallido si era trasformato in un ometto. Steve era soddisfatto e Tim lo capì era successa la medesima cosa anche a lui molti anni prima.
- Sai Jason, la mamma non è stata molto bene e ha dovuto essere curata, ma ora è tutto a posto. – Tim cercava le parole adatte per spiegare quanto era accaduto.
- Lo avevo sospettato, ma vorrei tanto che d’ora in poi non mi teneste nascosto più nulla. – Jason era cambiato anche nella voce. Volle caricare i bagagli senza l’aiuto di nessuno.
- Lasciatelo fare! – disse lo zio Steve – ora sa cavarsela da solo.
- Credo che abbia ragione. – intervenne Martha che nel frattempo aveva imparato ad apprezzare il modo di vivere del vecchio.

Quando venne il momento del commiato Steve era sparito.
- Lo zio non ama gli addii - disse Jason salendo in macchina – in cuor suo ci ha già salutato.

Mentre l’auto imboccava la superstrada, il grido di un’aquila sorprese tutti, tutti tranne Jason, lui sapeva che nella macchia Lupo Grigio e lo zio Steve lo seguivano col pensiero. Un ultimo sguardo alle acque limpide del White River, e poi ….incontro al futuro.





Luisa Camponesco

Edited by - luisa camponesco on 09/10/2005 19:27:21

   
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