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 Attacco al Quadrante Delta
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luisa camponesco
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Attacco al Quadrante Delta

La fascia di asteroidi appariva sul grande schermo come un’antica strada fatta di ciottoli. Era perfetta per lo scopo, nessuna astronave lyrana osava avventurarsi e correre, così, il rischio di una collisione. La stazione osservatorio era situata proprio al centro, perfettamente mimetizzata, solo le navi oriane conoscevano il percorso, segnato su mappe segrete e criptate. I negoziati tra Lyra e Orione si erano interrotti da parecchio, non era guerra dichiarata, ma alcune colonie sul confine avevano subito attacchi e notevoli danni, ed erano state evacuate. Nello spazio di nessuno, situato fra le due aree d’influenza, gli oriani avevano costruito la stazione attraverso la quale controllavano gli spostamenti di tutte le astronavi e cargo che transitavano nel quadrante Delta.

Il comandante Pine stava risposando nella sua cabina, quando fu destato da una voce nell’interfono.
- Comandante, sul ponte prego!
Si stiracchiò e stropicciò gli occhi, controllò l’orologio atomico, gli sarebbero spettate ancora due ore di sonno. Rassegnato si alzò.
- Spero per voi che valga la pena di farmi alzare – mormorò fra i denti.
Lo spazio circostante era monitorato con attenzione e in maniera ininterrotta.
- Cosa c’è di così importante? – chiese appena arrivato sul ponte.
- Una cosa che non riesco a capire! Venga a vedere! – l’osservatore, fresco di nomina, si mostrava timoroso, aveva soggezione del comandante.
Pine si avvicinò ad un monitor.
- Vede! Si tratta onde sub-spaziali anomale.
- Mandate una sonda a lungo raggio. - ordinò
- Potrebbe essere un nuovo tipo d’arma? – chiese allarmato il giovane.
Pine non rispose, si limitò a mugugnare, nemmeno lui riusciva a capire.

Gli ambasciatori di Lyra e Orione erano tornati sul loro pianeta e la tensione fra le due parti era a livello preoccupante. Le congetture, all’ordine del giorno, spie e contro-spie infiltrate più o meno a vari livelli, inviavano le più svariate notizie su nuovi e più potenti armamenti.
C’era stato un periodo sulla Terra, all’incirca un millennio prima, in cui era accaduto qualcosa di simile, ma non riusciva a rammentare bene.
Quella sera si collegò all’archivio storico e finalmente riuscì a trovare quello che cercava.
C’era due superpotenze, a quell’epoca, e il periodo storico fu ricordato col nome di “guerra fredda”, Pine pensò a quanto ciò fosse simile alla loro attuale situazione. Scaramucce di confine di poco conto, sequestri di cargo adducendo a violazioni dello spazio. Una storia che si ripeteva da tempo.

Mancava da casa da parecchio, aveva lasciato il suo mondo, la sua casa, i suoi amici, la sua donna, ma la situazione poteva precipitare da un momento all’altro e loro dovevano essere pronti.
L’anomalia si ripeté.
- Risultati dalla sonda?
- La sonda non rileva nulla, signore!
- Ma è impossibile!
- Che sappiano della nostra presenza?
- Questo è da escludere, e anche se lo sapessero non oserebbero avventurarsi fra gli asteroidi. Non dimenticate cosa è accaduto alla Tucan!
Nessuno poteva dimenticarlo, era esplosa con una tale violenza da rimanere polverizzata.
- Eccole di nuovo, appaiono e scompaiono.
Pine rifletté sulla situazione che si presentava nuova anche per lui.
- Passatemi la comunicazione su frequenza 01 nella mia cabina. – poi si allontanò in tutta fretta.

Da parete interna fuoriuscì un piccolo schermo, dopo aver digitato un codice, apparve il logo del comando supremo.
- Comandante Pine! - l’ammiraglio Glover appariva stanco e invecchiato - Presumo la situazione sia grave dal momento che mi ha chiamato su questa banda.
- Si ammiraglio! Il momento che temevamo è giunto.
La testa dell’alto ufficiale quasi scomparve fra le spalle.
- Metta in atto tutte le procedure necessarie, ma non mi chiami più sarò io a mettermi in contatto con lei. Le auguro buona fortuna.

La luce gialla intermittente era il segnale d’allerta di primo grado, di colpo tutto il personale della stazione si portò alle proprie postazioni.
Kristin stava sistemando alcuni farmaci in infermeria quando cadde in specie di trance e rimase immobile con gli occhi sbarrati. Subito soccorsa e dopo aver appurato che tutti i segni vitali erano nella norma la sottoposero ad una serie di esami. Poco dopo, nell’armeria, accadde la medesima cosa al responsabile del settore. I casi si moltiplicarono e in breve tempo l’infermeria si riempì.
Pine, subito avvertito, convocò d’urgenza il medico della stazione.
- Potrebbe trattarsi di un nuovo tipo d’arma?
- Non mi sento di escludere nulla, comandante. Sta di fatto che di qualunque cosa si tratti paralizza i centri nervosi, ma non uccide.
- Faccia tutto il possibile dottore, ma cerchi di scoprire il più possibile e soprattutto come potremmo difenderci.
Che i lyrani avessero sviluppato una tale tecnologia? Gli riusciva difficile crederlo.
Un sibilo percettibile solo ad un orecchio attento come il suo, gli annunciò l’arrivo di una chiamata sulla frequenza segreta.
Il volto dell’ammiraglio, sempre più teso e pallido.
- Pine! La situazione è confusa, non sappiamo nemmeno noi cosa pensare. I lyrani ci hanno accusato di averli attaccati con un’arma segreta. Un’arma che colpisce i centri nervosi. Abbiamo cercato di convincerli che non possediamo simili armi, ma loro si stanno preparando farci guerra.
- Ammiraglio! Lei mi ha preceduto, stavo appunto per chiamarla. Anche noi siamo stati attaccati da un’arma sconosciuta che colpisce, appunto, i centri del cervello senza uccidere.
- Ma allora questo cambia le cose! – esclamò l’ammiraglio - Devo avvertire subito l’Alto Comando. Mi farò sentire presto. Le invio le nuove coordinate per comunicare con me, ma lo faccia solo in caso di estrema necessità.
Il monitor tornò nero e rientrò nella parete. Pine prese a misurare a grandi passi il suo alloggio, non molto spazioso a dire il vero. Ma Pine non se ne accorgeva, la sua mente era un turbinio di domande senza risposta, mentre dall’infermeria giungevano continuamente notizie di nuovi casi. Andando avanti di questo passo più nessuno sarebbe stato in grado di governare la stazione.
Questo pensiero lo bloccò, ma se non erano i lyrani, chi stava facendo tutto questo?
Scese nuovamente nell’archivio e cercò se qualcosa di simile fosse accaduta nel passato.
Il quadrante Delta era in una posizione strategica, in pratica la porta d’accesso ad Orione e alla Lyra. Approfittare dell’antagonismo di due contendenti per invadere un territorio non era una strategia nuova, ma già stata usata e con successo.
Tornò in infermeria e si interessò ai nuovi casi. Ormai era chiaro, chiunque fossero gli aggressori, volevano impadronirsi della base spaziale, senza uccidere. Le congetture erano parecchie ed oscure.
Pine non intendeva arrendersi, avrebbe cercato ogni via percorribile. Convocò sul ponte tutti i collaboratori, ancora validi e fece loro il quadro della situazione.
- Questo è quanto vi dovevo dire, ora attendo suggerimenti.
Ingrid, una recluta addetta agli approvvigionamenti si fece avanti titubante.
- Col suo permesso signore!
Pine le fece cenno di proseguire.
- Ho notato signore, che le persone non colpite, hanno subito, in passato interventi al cervello anche di poco conto.
- E lei come fa a saperlo?
- Vede, come responsabile degli approvvigionamenti ho accesso alle cartelle cliniche di tutto il personale per sapere se qualcuno è allergico a qualche cibo o bevanda….
Pine rammentò, improvvisamente, di avere nel cranio un piccolissima placca di titanio, conseguenza di un intervento avvenuto quando era ancora piccolo.
- Se ha ragione lo sapremo presto! – questa era, comunque, una traccia, qualcosa su cui indagare.

Dopo due giorni si ritrovarono in venti in sala comando, inclusa Ingrid e tutti avevano subito, in passato, traumi al cervello e curati con interventi più o meno invasivi.
Solamente cinque di quel gruppetto si intendevano di armi e tattiche di combattimento, due sapevano pilotare intercettori. Pine sospirò a quella vista, come avrebbe fatto a fermare un nemico sconosciuto e agguerrito.
- Bene signori, il vantaggio che noi abbiamo sul nemico consiste nel fatto che conosciamo bene la fascia degli asteroidi. Dobbiamo fare in modo da indurli ad entrare e se ciascuno di voi farà ciò che dico vi garantisco che non ne usciranno più.
Tutti ascoltarono con attenzione le istruzione del comandante memorizzando i compiti loro assegnati poi corsero a prepararsi.
La stazione sembrava abbandonata, i segni vitali abilmente schermati e il silenzio totale
Il tempo sembrava essersi fermato, l’attesa interminabile………………..

Un puntino luminoso apparve vicino alla fascia, molti altri lo raggiunsero, contarli era impossibile tanto erano numerosi. Parvero incerti sul da farsi, poi uno alla volta penetrarono fra gli asteroidi.
Erano prudenti, talmente attenti al loro percorso da non accorgersi che alcuni massi, muovendosi, alle loro spalle, avevano chiuso il passaggio. Avanzavano e una polvere finissima avvolse le ultime navette aliene, che, disorientate si scontrarono contro i massi.
Nella sala di comando, Pine, contava i puntini luminosi che si spegnevano, ma erano ancora troppi e non avrebbero tardato ad accorgersi della trappola, dovevano eliminarne almeno la metà per avere una speranza di vittoria.
Una speranza che venne presto spazzata via. Si accorsero dell’inganno ed incominciarono a sbriciolare uno ad uno gli asteroidi veri e quelli falsi.
- Lanciate le mine! – urlò, ormai non serviva più mantenere il silenzio radio.
E la battaglia incominciò, violenta, gli intercettori attaccarono i vascelli periferici, ne abbatterono più che poterono prima si soccombere, poi fu la volta degli altri appostati sugli asteroidi con i cannoni laser, ma le tute impedivano i movimenti. Anche Ingrid che non aveva mai imbracciato un’arma dimostrò di possedere un incredibile coraggio. Venti uomini di fronte ad un’intera flotta che si battevano come leoni. Quella resistenza dovette stupire non poco gli aggressori ma riuscì a rallentare la loro avanzata verso il centro della fascia, verso la stazione oriana.
Pine capì che l’epilogo era vicino, allora si mise una tuta prese un bazooka al plasma e uscì all’esterno. Gambe divaricate arma sulla spalla li attese, sarebbe almeno morto con onore.
La navetta nemica raggiunse la distanza di tiro, Pine prese la mira, ma questa esplose e lui non aveva ancora sparato, allora chi lo aveva fatto?
Molte altre esplosioni seguirono, le navi aliene cambiarono rotta per fronteggiare un nuovo nemico materializzatosi dal nulla. Pine seguiva, incredulo, le nuove navi erano veloci e maneggevoli, ma non capiva ancora chi fossero. La preoccupazione per i suoi uomini prese il sopravvento, li chiamò, uno ad uno. Ingrid era ferita, ma gli altri stavano meglio. Ordinò a tutti di rientrare.
Li attese con ansia, mancavano solo i due intercettori. Ingrid fu portata subito in infermeria.
- Mi spiace comandante non sono stata brava.
- Non dica sciocchezza, io non avrei saputo far di meglio.
- Comandante! Chi sono quelli? – chiese
- Non si preoccupi, pensi a star bene. La terrò informata.

Tornò in sala comando mentre fuori infuriavano i combattimenti, venne raggiunto dai superstiti ed anch’essi, sbigottiti, seguivano gli eventi sullo schermo.
- Signore! – un giovane guardiamarina interruppe il silenzio. – ho visto ancora quei vascelli!
- Li sa riconoscere?
- Sono della Lyra.
- Non mi dire che siamo stati salvati da loro! – lo disse con un moto di rabbia
Pine fu interrotto dall’arrivo di un messaggio da parte dell’ammiraglio Glover.
- Pine! I lyrani ci hanno informato proprio ora del tentativo di invasione di una specie aliena altamente evoluta. Se dovessero oltrepassare la fascia degli asteroidi la loro avanzata sarebbe incontenibile. Ho inviato sul posto le nostre migliori navi da combattimento che si uniranno a quelle della Lyra. Lei comandante ha già fatto quanto era in suo potere e per questo ha la nostra riconoscenza, se vinceremo sarà anche per merito suo.
L’ammiraglio chiuse la comunicazione e Pine strinse i pugni.
- Ci sono ancora intercettori nell’hangar 12, mi serve un volontario che mi faccia da secondo.
Tutti si offrirono.
- Grazie! Siete il miglior equipaggio che abbia mai avuto.

Si gettò nella mischia con l’emblema di Orione disegnato sulla fusoliera, attaccò le navi nemiche, ne abbatté parecchie.
I motori di una navetta vicino alla sua avevano preso fuoco. Pine gli si accostò e fece cenno al pilota di seguirlo. Lo condusse all’interno della stazione per prestarli soccorso. L’uomo della Lyra gli fece un cenno di ringraziamento, una nuova amicizia? Forse no, ma era comunque un inizio.

°°°

Dopo questo evento, Lyra e Orione dettero vita ad un organismo detto delle Galassie Unite, la cui presidenza sarebbe toccata, a turno fra ciascun aderente.
Una sorta di ombrello contro le invasioni esterne e un modo per dirimere le controversie interne. Sottoscrissero il documento costitutivo con una cerimonia solenne.

Nella stazione osservatorio del quadrante Delta, un equipaggio con divise diverse controllava costantemente lo spazio infinito.

Infinito, come infinita è la storia degli uomini.


Luisa Camponesco

Edited by - luisa camponesco on 23/10/2005 17:00:30

   
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