Il governo accoglie subito la decisione della corte.

Ci saranno titoloni domani sui giornali e articoli di fondo esultanti per la splendida democrazia vivente in quel paese straziato dalla guerra e dal terrorismo? Democrazia tale che il potere giudiziario decide per il benessere di quello che puo' essere considerato l'avversario?

Non e' la prima volta, succede spesso in Israele. E' l'unico paese al mondo in cui i palestinesi possono ottenere giustizia, quando non lo combattono.

Perche' la legge, il diritto, sono indipendenti da qualsiasi divisione territoriale, pensano in Israele. L'altro ieri sera sono stato alla proiezione di un filmato di una organizzazione israeliana che si occupa della cura e dell'istruzione dei bambini cerebrolesi, uno dei dirigenti del centro dice orgoglioso che sono ospitati bambini di tutte le religioni, non c'e' differenza, ebrei, musulmani, cristiani. Un bambino e' un bambino.

Intanto decine e decine di missili piovono sul territorio di Israele,
lanciati dai terroristi palestinesi dal territorio di Gaza, quello che Israele abbandonera' unilateralmente. L'altro ieri due di questi missili sono caduti su un asilo, un bimbo di quattro anni e la sua mamma non esistono piu'. Leggeremo titoloni sui giornali e articoli di fondo per esaltare chi dice che un bambino e' un bambino qualunque ne sia la religione o l'origine e per stigmatizzare chi uccide un bambino perche' e' Israeliano ed ebreo?

Il terrorismo viene definito comunemente e storicamente come un attacco volontario a civili innocenti. Tali attacchi volontari sono la risorsa piu' terribile sfruttata dalle organizzazioni fondamentaliste che propagano anche nei bambini la cultura della morte. Contrariamente alle culture che idealizzano un al di la' per meriti di buon comportamento nella vita, le culture della morte ritengono la vita un passaggio per gli assassini che troveranno nell'al di la' ricompense carnali e terrene. Viene insegnato ai
bambini che il paradiso non si raggiunge con gli atti di bene, ma con
l'omicidio. E' una differenza che incide nella strada della ricerca della pace, la pace puo' essere accordo con il vicino, oppure distruzione del vicino.

Un'idea di pace da raggiungere con la violenza e' condivisa credenza di movimenti ideologici europei che demonizzano Israele e lo ritengono il piu' pericoloso nemico della pace nel mondo. Ne consegue che l'esistenza stessa di Israele e' messa in dubbio e dunque la demonizzazione di Israele si spalma sulla definizione di razzismo.

Prova ne sia che nessun cittadino sudanese o cinese o cubano o indiano o pakistano viene aggredito per le strade d'Europa per la situazione al confine con il Ciad, nel Tibet o per la mancanza di liberta' nell'isola caraibica o per la guerra in Kashmir. Gli ebrei vengono
frequentemente angariati perche' identificati con Israele che non e'
considerato un paese che ha diritto di esistere. Dunque si tratta di un razzismo unico e duplice, contro Israele e contro gli ebrei, entrambi i razzismi non hanno ragione di essere, trattandosi di un paese democratico e di un popolo contro cui non e' verosimile esercitare persecuzione. Di qui l'identificazione con l'antisemitismo della demonizzazione di Israele, che si nasconde dietro termini equivalenti, quali l'antisionismo.

L'antisionismo e' la negazione del diritto del popolo ebraico a ritrovare la propria terra e a viverci in pace con i propri vicini. La negazione dei diritti del popolo ebraico si chiama antisemitismo.

C'e' una barriera che si sposta, per legge di un paese democratico, ci
sono barriere che si innalzano, inamovibili e diffuse, di razzismo contro un paese democratico e contro un popolo intero.

Bob Porter,
Un paese democratico, CNS