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 Il sacrificio di Pesach
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Roberto Mahlab
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Inserito - 11/05/2020 :  00:12:16  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Il popolo ebraico fuggì dall'Egitto senza avere neppure il tempo di far lievitare il pane, In ricordo di tale evento, per la settimana della festa di Pesach che rappresenta il passaggio dalla schiavitù alla libertà, mangiamo solo cibi non lievitati, principalmente la Matzà, il pane azzimo. E' consuetudine nei giorni precedenti effettuare nelle case la ricerca del "Chametz", i cibi lievitati, per nasconderli in angoli remoti o allontanarli addirittura dalle nostre dimore. Così esiste anche l'uso di "vendere" il Chametz, con contratti appositi che ci permettono di rientrarne in possesso dopo la fine della festa.

Solitamente i cibi non lievitati da cui ci si allontana sono alimenti comuni, ma esiste una eccezione : la mia collezione storica della più deliziosa cioccolata del pianeta, dei biscotti più gustosi e dei confetti alla ciliegia della Noberasco. Una collezione costosa e spettacolare che ho faticosamente costruito nei dodici mesi passati dallo scorso Pesach.

Mentre la mia segretaria e braccio destro e sinistro e mente pensante mi gestiva l'azienda, io ho rimuginato a lungo su come evitare di perdere la mia collezione di cibo Chametz o almeno di non perderci.
E all'improvviso le mie pupille di commerciante si sono illuminate :"vendere!", ho esclamato distogliendo la mia segretaria dalla telefonata con la quale stava definendo un affare con l'altra parte del pianeta. E' impallidita e si è appoggiata una mano sugli occhi scuotendo la testa.
"Non ti ho ancora detto l'idea che mi è venuta, perché ti disperi preventivamente?", le ho domandato. E lei ha risposto :"prima o dopo... con te non ha mai fatto differenza, ho solo anticipato i tempi". Ammiro il senso pratico delle donne.

"Senti, compreresti la mia collezione per un milione di dollari di modo da permettermi di rispettare i dettami di Pesach senza perdere denaro?", le ho chiesto fiducioso.
"Secondo te?", ha ribattuto. Mi sono concentrato e ho compreso che, per ragioni certo irrazionali, era un no.

Non mi sono fatto scoraggiare e ho fatto la stessa offerta ai miei fornitori in tutto il mondo. Purtroppo non hanno compreso l'occasione unica che proponevo, non sempre gli uomini d'affari colgono l'attimo.

Poi l'ho proposto a mia sorella, a mia mamma, alla mia nipotina e ai miei amici, ma tra chi ha preso tempo e chi ha mi ha risposto di non far loro perdere tempo, la vendita non si è concretizzata.

"Guarda che non ci devi guadagnare dalla vendita del Chametz, è una tradizione, non è un commercio", mi ha spiegato pazientemente la mia segretaria.
"Allora mi spieghi che collegamento esiste tra il fatto che Mosè fece fretta al nostro popolo e il fatto che io debba sbarazzarmi della più deliziosa collezione di cioccolata Camille Bloch del pianeta Terra?", ho ribattuto. E subito dopo ho avvertito una sensazione, come se tutti gli antenati mi stessero guardando con disapprovazione. No, non ho pensato che fossero gelosi o meglio golosi della mia collezione, però ho fatto buon viso a cattivo gioco e ho riflettuto e così sono arrivato all'unica soluzione possibile : mangiarmi tutto prima dell'inizio della festa.

Vediamo un po' da dove comincio : la barretta di Ragusa? I biscotti con uvetta e pistacchi?

E' un'ardua scelta, ma prima dell'inizio di Pesach la mia casa non avrà più traccia di Chametz. Sì, mi rendo conto che ammirerete il mio senso del sacrificio ma, come si dice, qualcuno lo deve fare.

Roberto Mahlab


   
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