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 1 Due chiacchiere tra amici (presentiamoci)
 Il tiranno di neve
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Roberto Mahlab
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Inserito - 05/06/2003 :  19:13:26  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Si trovava sul molo del laghetto, nascosto nella foresta, ad un'ora di cammino dal palazzo della municipalita' di Concerto City, era solo, sicuro che nessuno lo potesse seguire o vedere.
Era tornato sovente in quel luogo durante gli ultimi mesi, ipnotizzato, affascinato da quel gigantesco pupazzo di neve sorto in inverno, si scioglieva settimana dopo settimana fino a scoprire la catasta di legna che ne formava l'ossatura e infine anche la legna scomparve, riposta nelle cantine.

Quello sarebbe stato anche il percorso del suo potere assoluto sull'isola di concerto di sogni? Si domandava. Come impedire il passaggio delle stagioni, come riuscire a mantenere per l'eternita' un rigido inverno che ricoprisse citta' e boschi, laghi e montagne. Aveva una premonizione, quel pupazzo di neve gli parve come un simbolo.

"Mangia, altrimenti chiamo il tiranno dell'isola e ti inghiottira'!". Il tono della donna era convincente abbastanza da costringere la bimba seduta sulla piccola seggiola ad aprire la bocca ed accettare il cucchiaio di minestra, gli occhioni enormi spalancati ad esprimere l'incredula paura per un ignoto entusiasmante, tutto da scoprire.
"Mammina..." mormoro' appena finito di deglutire "ha mangiato gia' tanti bambini il terribile tiranno?" Attese piena di aspettativa una risposta affermativa che avrebbe colorato i suoi sogni della notte.
"Ecco fatto, sei stata brava, hai finito la minestra, ora alzati, vai a giocare un po' con la tua bambola di pezza, vicino al tuo papa'". La luce del fuoco del camino illuminava il viso del padre concentrato nella lettura di antiche pergamene, la bimba gli si avvicino' e stette ad osservarlo per un po', finche' l'uomo se ne accorse e, levatosi gli occhiali leggeri, la prese con le braccia sotto le ascelle e ruotarono insieme. Caddero sfiniti e felici sulla poltrona di stoffa, lei parve addormentarsi sulla sua spalla, poi un occhio si apri', e poi l'altro e poi il suo nasino si arriccio' mentre la sua voce perplessa faceva :"Babbino, ha mangiato molti bambini il tiranno?". Il padre rise forte e le rispose :"Adesso e' ora di dormire, forza, andiamo, e se dormi subito subito vedrai che il tiranno rimarra' sempre fuori dalla tua stanzetta".

Torno' in cucina e si rivolse alla moglie che stava terminando di asciugare le stoviglie :"Cara... senti... ma il tiranno... il nostro tesoro continua a chiederci che cosa combina e noi usiamo il suo nome per convincerla a mangiare, a dormire, come i genitori fanno con tutti i bambini dell'isola immagino...."
"Una volta la nonna mi racconto' delle malefatte del tiranno..." rispose la moglie "vicende terribili su di lui si narravano anche quando ero bambina io.... certo che... " e apparve per un attimo pensosa :"mi raccontavano di lui quando volevano farmi mangiare la minestra o volevano che facessi questo o quello.... sai... forse e' dalle generazioni delle generazioni che si usa cosi'..."
"Non lo abbiamo mai neppure visto... " aggrotto' la fronte il marito... "Be', me ne torno alle mie pergamene, sto leggendo della grande tempesta che tanti secoli fa si abbatte' sulle coste della nostra isola.. " e, scuotendo la testa come per far cadere un pensiero, si ritiro' nel salone.

"Starlina!" la richiamo' la maestra. La bimba si scosse e distolse il bel viso dalla grande finestra dell'aula della scuola, il suo sguardo abbandono' malvolentieri il fitto del bosco, era primavera, la neve si era sciolta in pianura, ma le montagne attorno ancora ne mantenevano la traccia. "Si' maestra...maestra....la' fuori c'e' il terribile tiranno dell'isola?". L'insegnante parve presa alla sprovvista, poi si ricompose e si chino' all'altezza di Starlina e le carezzo' una guancia :"Be', penso di si', dopo tutto se non fai i compiti..." "Mi mangera'?" Completo' la bimba appoggiando il suo nasino fino a che i suoi occhi interrogativi guardarono in profondita' quelli della maestra.
"Ecco..." rispose dubbiosa "veramente non lo so.... e' quello che diceva a me la mia maestra, quando non mi sbrigavo a finire i compiti...."

"Tu l'hai mai visto?" era ora del ritorno a casa e Starlina si spostava da un gruppo di ragazzi all'altro "il tiranno, l'avete mai visto, ha mai mangiato qualche bambino davvero davvero?"
"Vi mangeraaa'... vi mangera' tuttiii ...uuuhhhhh ... " e con le braccia aperte come ali si avvicinava e poi si allontanava dagli amichetti.

La misteriosa figura avvolta in un mantello scuro si allontanava sul sentiero che dal laghetto riconduceva nel parco del castello della municipalita', la bambina correva ormai con gli occhi chiusi e senza avvedersene supero' il limitare della boscaglia fino a scontrarsi... "ahia!" esclamo' ritrovandosi a terra. "Ahia!" le fece eco una voce tonante da un corpo spinto contro un tronco. La bimba si accorse di un paio di mani che la sollevavano alle spalle e la rimettevano in piedi, poi una lieve carezza sulla spalla, come ad assicurarsi che non si fosse fatta nulla di male. Il cuore di Starlina perse un battito, il suo corpo si rifiuto' di muoversi per qualche istante, ma non udi' alcun rumore e con gli occhi chiusi si volto'. Rimase cosi' in attesa, ma non accadde nulla e apri' con lentezza prima un occhio, poi l'altro, il sentiero era del tutto libero. Si strinse sulle spalle lo zainetto e riprese la via verso il villaggio.

Si fermo' solo quando giunse alla radura di fronte alla casa della sua famiglia, si sedette su una grande pietra sotto l'antico castagno.. "ma qualcuno, qualcuno, ha mai visto il terribile tiranno, lui ha mai mangiato un bimbo, ha mai fatto qualche cosa di cosi' terrificante...", ragiono' tra se' e se'..."forse io sono solo una bambina e lui e' solo il tiranno dell'isola, forse e' tutto qui..." e il viso le si illumino' dello sguardo furbo dei bimbi quando da soli comprendono uno dei segreti della vita.. "forse lui non mangia i bambini, ma se non esistesse i bambini non mangerebbero, non farebbero i compiti...". Una farfalla dalle ali color giallo pastello inizio' a girarle attorno e la bimba ridendo allungo' le mani per prenderla, ma la farfalla sfuggi', per un poco si inseguirono fino a che la porta della casa si apri' e una donna si affaccio' :"Starlina, vieni, devi fare i compiti e poi mangiare..."

Dal castello della municipalita' di Concerto City un paio d'occhi di un inquietante colore misto giallo rubino avevano osservato tutta la scena ed erano poi spariti dietro le tende di una finestra illuminata, che si oscuro'. Una profonda cicatrice sul volto dell'essere, sotto la bocca, pareva in ghigno, ma non rideva.

Concerto... the musical.

   
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