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 La forza della voce/Il cortocircuito
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Roberto Mahlab
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Inserito - 25/11/2013 :  20:25:56  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Un apprezzato studio di consulenti del lavoro, moglie e marito mi ricevono, con le mani davanti agli occhi, l’uomo mi dice :”"Siamo al delirio, è un cortocircuito”.

“Dottoressa, lei ha fondato questo studio, quando?”
“Nel 1999 e voglio subito dire che mi vergogno di essere italiana e spesso sento una rabbia fortissima!” (Si commuove)

“Siete consulenti del lavoro, avete una mano sulla realtà …”
“Le aziende stanno arrancando, oltre alla crisi economica c'è una crisi finanziaria insostenibile, il sistema bancario non funziona, l’imprenditoria italiana sta vendendo le proprietà per autofinanziarsi”.

“Voi vedete quello che succede e che altri non vedono …”
“La crisi finanziaria ha un effetto domino, non paga più nessuno, diversi colleghi hanno attivato la cassa integrazione nei loro studi professionali”.

“Il lavoro è scomparso?”
“Paradossalmente il lavoro ci sarebbe, le aziende parlano di commesse ma a prezzi sempre più bassi, è lo spettro della deflazione, così si rischiano i monopoli, chi rimane si prende tutto, il libero mercato non ci sarà più, prima c’erano dieci aziende in un settore, se oggi ne rimangono due, dove va a finire la concorrenza?”

“Si parla di normativa sul lavoro …”
“Gli incentivi per assumere sono una vergogna, da addetti al lavori noi diciamo che sono una presa in giro, sono pacchetti politici, fanno finta di fare”.

“Le ricadute sulla vostra clientela?”
“Il nostro lavoro è quintuplicato, oltre alla gestione delle problematiche normali, siamo impegnati a gestire le crisi aziendali e le procedure concorsuali”.

“Avreste bisogno di collaboratori?”
“Non possiamo assumere per diverse ragioni :
- non ho la certezza di poter pagare stipendi e contributi, ci stanno affossando
- l’inasprimento fiscale, tasse e tasse, poi i clienti chiudono e non ci pagano e io ci pago sopra le tasse
- prima l’ici costava 400 euro, adesso l’imu ci costa 5000 euro!”

“Il fenomeno tanto richiamato dell’evasione?”
“L’evasione fiscale proviene principalmente dai grossi gruppi, anche se certo la sommatoria dell’evasione comprende tante realtà. Lo stato è a conoscenza della verità, quale è il grosso dell’incidenza, del resto i primi che rubano sono loro. E’ più comodo perseguire il mancato scontrino del panettiere o organizzare operazioni tipo “Cortina” piuttosto che scoperchiare un sistema che si conosce ma che politicamente non si vuole colpire”.

“Dove sono i politici rispetto alla situazione che descrivete?”
“La politica va fatta sul territorio, nel nostro paese il territorio non è collegato ai centri di decisione politica.
Le riunioni del parlamento dovrebbero farle di notte e di giorno dovrebbero stare sul territorio, nelle aziende, tra gli operai, a migliorare la sanità. Si sta parlando dei problemi dei trasporti : andiamo a vedere che cosa succede negli appalti, ci mangiano tutti quanti, per questo da cento il costo diventa cinquecento”.

“Il futuro?”
“Si vive alla giornata, si controlla che ci sia qualcosa in frigo e si tira avanti Ma se questa condizione dovesse arrecare ulteriori problemi, io farei di tutto.
Sono figlia di contadini, studiavo di notte, di giorno lavoravo e sono riuscita a creare questo studio professionale. E, come donna, ho dovuto tirare sempre fuori le unghie”.


“E’ un problema essere donna nel mondo del lavoro?”
“Sì, alla fine però ho superato tutti i maschietti a cui tutto era dovuto e alcuni di loro non sono riusciti neppure a superare l’esame di stato”.

“Perché succede questo alle donne in Italia?”
“Per retaggio culturale.
La colpa è anche di noi donne, se sono figlie d'arte è tutto dovuto e tutto pronto. Per quanto riguarda le altre, sono soprattutto le giovani ad essere consapevoli che tutto è inutile, sono porte chiuse per le donne. Allora ‘mi accaso, mi diverto, chi me lo fa fare”, un appiattimento culturale e sociale”.

“La colpa della situazione non è solo dei politici?”
“No, insisto sull’appiattimento culturale generale, i cinquantenni hanno fatto un grosso errore, non hanno trasmesso ai figli il passato, le vicende storiche del paese, c'è un buco pazzesco. E’ un appiattimento sociale che fa comodo all’avanzata della politica in tutti i settori, sono riusciti ad anestetizzare il popolo.
Quando ne parlo con i giovani, mi rispondono di avere aspettative basse e intanto si divertono e poi vedranno.
E non conoscono la lezione della seconda guerra mondiale, la memoria di chi ha combattuto per dare loro la libertà e la democrazia, i giovani non sanno”.

“Sembra la descrizione di un paese totalitario … “
“Sì, con il vestitino democratico, un appiattimento sociale che serve per mantenere il potere, la politica intera lo ha gestito”.

“Perché piuttosto i giovani non vanno in piazza?”
“Non c’è più quanto esisteva prima, c'erano aggregazione e discussione politica”.

“Non c’è allora una volontà da parte di chi governa di cessare l’assalto alle imprese a suon di tasse? Così distruggeranno il sistema economico … “
“Ma la politica così sopravvive. I tagli che stanno sbandierando? E come possono farli sul serio, devono mantenere i favori fatti agli amici”.

“Cosa osservate nel vostro lavoro di raccordo tra stato e aziende?”
“Il sistema è in cortocircuito. Riorganizzano gli enti statali e poi non rispondono, i funzionari non sono preparati, gli sportelli sono chiusi e gli addetti che si ritrovano di fronte i cittadini infuriati non possono fare altro che rispondere :’mi dispiace’ e si prendono gli insulti dalla mattina alla sera tutti i giorni”.

“E nelle aziende cosa accade?”
“Ormai lavoriamo 7 giorni su 7, è un lavorare brutto, vediamo le aziende che si spengono, i lavoratori che vengono licenziati”.

“Cosa si fa per rimediare?”
“Mi dispiace dirlo, sono diventata individualista, sto alla finestra, fino a che esiste il mio orticello vivo alla giornata, poi quando mi avranno tolto quello per cui ho lavorato per una intera vita, farò di tutto”.

“Non siamo ancora a questo punto?”
“Ci siamo vicini, ma da solo cosa fai?”

“Prima ha detto che si vergogna di essere italiana, perché?”
“Per la classe politica che abbiamo e che non rappresenta la società, mi vergogno per loro, mentre le aziende saltano come birilli!”.

“Ci sono ancora soldi in giro?”
“Ci sono grazie ai risparmi e al capitale delle aziende che vendono i loro patrimoni immobiliari, stiamo usando le riserve”.

“Che dice degli studi settore?”
“Fino a che non assumo, non ci ricado, se assumo invece sì!”

“Una considerazione finale?”
“Sì, è stata una chiacchierata molto importante, perché questa iniziativa accende un lumicino in un buio totale, perché siamo soli, solo parlando può nascere la speranza”.

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(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).

   
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