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 Alien vs Predator
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Roberto Mahlab
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Inserito - 23/11/2004 :  18:01:57  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Quando fece il tutto esaurito al botteghino, non avevo avuto il coraggio di andare a vedere il mitico film Alien, ammetto di essere terrorizzato dai momenti in cui il protagonista avanza nel buio e non si avvede del mostro che silenziosamente gli compare alle spalle fino a sfiorarlo e poi facendolo voltare e affrontare la visione terrificante della enorme bocca che si chiude sul suo capo sminuzzandolo in mille pezzetti sanguinolenti.
Quando sullo schermo vedo scene del genere, mi viene voglia di alzarmi e mettermi a gridare orripilato verso l'attore :"ma scappa! ma e' possibile che ti sia ficcato in quell'antro oscuro?, ma guarda che se la bestia ti fa a pezzi non e' che poi ti potrai godere tutto il denaro che ti ha promesso il regista!".

Questo e' il motivo per cui nelle sale dove si proiettano i film del terrore, ci sono le locandine con la mia foto e la didascalia :"wanted, se si presenta alla cassa, allontanatelo".

L'altra sera ho sfidato la sorte e, mimetizzato sotto una enorme scatola di torrone al gianduia che avrei utilizzato per riempirmi la bocca durante le immagini piu' truculente, sono andato a vedere il film "Alien vs Predator", firmato dal regista Paul Anderson.
La saga dei personaggi di Alien si e' saldata con quella dei Predator, entrambi protagonisti anche di famosi videogiochi, la loro guerra che coinvolge gli abitanti del pianeta Terra e' rivelata da una spedizione di scienziati interpretati da attori sulla cresta dell'onda, quali Sanaa Lathan, Raoul Bova, Lanche Ericksen. Ma i protagonisti assoluti sono gli esseri degli altri pianeti, gli effetti speciali ne rendono comportamenti e combattimenti perfettamente verosimili.
Una delle qualita' del film, confermata in una intervista dal regista stesso, e' che non vuole spaventare gli spettatori, al contrario di episodi precedenti infatti i mostri compaiono quasi subito e non all'improvviso, la tecnica e' cioe' di fare in modo che il pubblico li accetti e non li respinga, anche se alcuni di essi sono davvero repellenti.

Cosi', piacevolmente consapevole che con i mostri spaziali si puo' convivere, sono tornato alla redazione di Concerto di Sogni, era in corso una riunione per scegliere la copertina del nuovo numero della nostra rivista...

... era una notte particolarmente gelida, inconsuete raffiche di vento spazzavano via le foglie in un turbinio vorticoso che indicava l'improvviso giungere dell'inverno, spinsi la porta dell'antico maniero e lo scricchiolante legno scheggiato cedette con un gemito sinistro, dal buio androne dell'ingresso potevo scorgere nel salone l'immagine dei miei amici gia' seduti attorno al tavolo della redazione mentre un camino acceso schizzava fiammelle avvolgenti e luminose, riposi il giaccione e mi annunciai :"sono io, eccomi, arrivo".
"Era ora", mi risposero, "e non venirci a raccontare le tue solite storielle sull'incontro con i mostri spaziali che hanno causato il tuo ritardo!". Mi apprestai a rispondere protestando, ma il fiato mi usci' di colpo perche' inciampai su una piastrella del pavimento e finii diritto nell'angolo piu' lontano e oscuro del corridoio, con la faccia a schiacciare la parete. Cercai di afferrare una specie di fessura con la mano per rimettermi in equilibrio e fu allora che notai una scritta in caratteri incomprensibili.


(Per lo spettatore di questa trama, i caratteri erano in una scrittura mista di gotico geroglifico e la traduzione era :"sfiora queste parole con la mano destra e si aprira' la botola, sfiorale con la mano sinistra ed essa si richiudera'")

Fui catapultato verso il basso e rotolai per lunghi minuti in un canalone perpendicolare che conduceva al centro della Terra fino a fermarmi su uno sterrato sollevando una nuvola di polvere che mi fece tossire. Mi rialzai e a tentoni trovai nella tasca il cellulare che utilizzai come sorgente di luce per capire dove mai mi trovavo. I miei occhi si abituarono poco a poco all'ambiente e notai meravigliato che pareva una caverna, tanto larga che non riuscivo a scorgerne i lati, di fronte a me si innalzava una gigantesca sfinge ai piedi della quale una immensa scalinata conduceva ad uno stretto cunicolo. Avanzai cautamente, il cuore in tumulto, forse per puro caso avevo scoperto i resti di una antica civilta' e l'indomani la nostra rivista avrebbe avuto l'esclusiva e i miei amici si sarebbero congratulati con me e non mi avrebbero piu' rimproverato le fantasie con le quali li affliggevo.

Presto mi persi, era un labirinto, mi misi a correre in preda al panico, fino a che le forze mi abbandonarono e mi accasciai al suolo, cercando di riprendere fiato. Una goccia mi cadde sul volto, era un liquido denso, appiccicoso, poi un'altra, rotolai di fianco, il quadrante luminoso del cellulare puntato tutto attorno sulle rocce tutte uguali, poi compresi che le gocce provenivano dall'alto e mi paralizzai, non avevo la minima intenzione di scoprire che cosa c'era sulla mia testa. Tanto piu' che si udiva una specie di roco sospiro. E un altro alle mie spalle. Pietrificato mi raggomitolai in posizione fetale e rimasi immobile. Un solletico al collo, poi il silenzio, per un lungo secondo.

Se fosse stato un film, avrei rimproverato il protagonista per essersi cacciato in quell'antro, ma era tutto reale e il protagonista ero io.
Sollevai piano piano la testa, volsi con cautela gli occhi, un ruggito agghiacciante unito ad un osceno immondo volto di bestia si avvento' verso di me, balzai in piedi e mi misi a correre, sentivo le staffilate dei tentacoli che mi sfioravano e un alito caldo e maleodorante sulla nuca, vidi una apertura sulla sinistra e mi ci gettai a peso morto, un tentacolo mi sfioro' proprio mentre cadevo, ma non si arresto' su di me, con la coda dello sguardo vidi che si allungava in un'altra direzione fino ad avvinghiare una creatura che era spuntata improvvisamente dall'oscurita', altissima, ricoperta da una armatura irta di pungiglioni, i due esseri si gettarono l'uno contro l'altro e io fui testimone di una lotta furibonda e mortale, compresi, ero capitato in mezzo alla guerra tra gli Aliens e i Predators.

I mostri erano dappertutto attorno a me, gli uni ruotavano gli arti a denti di sega e gli altri sputavano un nauseante e viscido collante limaccioso, mi premetti il piu' possibile in un angolo, avrei voluto essere invisibile, composi sul cellulare il numero dell'editore della nostra rivista :"sono io, sono Roberto! mi trovo in mezzo ad una battaglia tra due eserciti di mostri galattici!, aiutatemi!".
"E figurarsi", una voce ironica dall'altro capo, "siamo qui ad aspettare te per decidere la prima pagina e tu, guarda un po', ti trovi da qualche parte nell'universo tra due gruppi di creature dell'altro mondo che magari ti vogliono mangiare!, ma quando metti quella testa a posto e ritorni tra noi?", e la linea fu interrotta.

Non c'e' nulla di peggio, credetemi, di essere in mezzo ad un conflitto galattico e di dover sostenere l'incredulita' degli amici, ci si sente... incompresi... ecco.

Furono sufficienti due ombre che avvertii risalire verso di me a rendermi consapevole che quello sarebbe stato il mio ultimo pensiero e, tremando incontrollabilmente, alzai lo sguardo come si fa verso il ptolone di esecuzione, uno dei mostri avvicinava alla mia gola una affilatissima lama rotante e un altro mi stava per lanciare addosso un liquido ribollente e verdastro.

Io non so perche' ebbi quella curiosita', forse negli esseri umani l'impulso freudiano della conoscenza e' piu' forte dell'evidenza delle situazioni, :"tu sei un Alien o un Predator?", mi rivolsi con voce atona ad uno dei mostri, ":E tu? quale sei dei due?", chiesi all'altro.
L'arto rotante del primo essere si arresto' ad un millimetro dalla mia gola, il liquido velenoso dell'altra creatura si gelo' a mezz'aria senza distaccarsi dalle otto lingue penzolanti. Non e' facile riuscire a distinguere la sorpresa sui volti di mostri galattici, ma le loro espressioni si stavano trasformando senza dubbio in perplessita' sempre piu' profonda. Il rumore degli scontri in tutta la caverna tacque, i superstiti tra i due gruppi di contendenti aggrottarono quello che gli esseri galattici possono aggrottare, poi alcuni si sedettero con i volti da dinosauri tra i tentacoli e altri si appoggiarono alle pareti grattandosi con le lame rotanti le strutture che contenevano i rilevatori, riconobbi che erano gesti di ricerca di consapevolezza interiore.
"Non lo sapete?", ripresi coraggio e urlai, "vi combattete da cosi' tanti tempi dei tempi che non vi ricordate piu' chi sono gli Aliens e chi i Predators?, avete perso la vostra identita'?"

Fu sorprendente osservare quegli esseri giganteschi e mostruosi crollare a terra confusi, uno di essi si sdraio' accanto a me come fosse su un lettino e considerasse me l'analista, mi chiesi seriamente quanto gli avrei potuto chiedere di parcella.
Poi scossi la testa con forza, no, dovevo trovare il modo di andarmene da li', adesso o mai piu', e dovevo impedire a quelle orride creature di raggiungere la superficie, avrebbero cancellato la vita sul nostro pianeta. Mi venne un'idea, feci squillare il cellulare e dissi ad alta voce :"ok ragazzi, per oggi l'ora di analisi e' terminata, ci vediamo tutti qui domani alla stessa ora", cautamente mi spostai verso l'apertura laterale del luogo e poi mi volsi e mi misi a correre e a correre, non so come avvenne, certo la forza della paura mette le ali ai piedi e talvolta regala la buona sorte, mi ritrovai all'imboccatura della galleria in cui ero caduto, c'erano degli appigli ai lati e mi arrampicai fino a che raggiunsi il punto di ingresso, appoggiai una mano all'esterno e avvertii che la botola stava per richiudersi, con uno sforzo sovraumano balzai fuori, un attimo prima dello schianto che indicava che la porta verso quel mondo si era richiusa, insieme a quel sotterraneo e al suo mostruoso contenuto.

Strisciai sul pavimento fino alla luce della grande sala in cui i miei amici erano seduti attorno ad un tavolo colmo di ogni deliziosa cibaria, mi aggrappai allo stipite della porta, smisero di parlare e si accorsero di me :"Ma... Roberto.. che ci fai li' conciato in quel modo?, i vestiti stracciati, ricoperto da un disgustoso viscido liquido? hai fatto indigestione di cioccolata?"

Ansai, la voce non mi usciva, cercavo di spiegare muovendo le mani, tentai di atteggiare il mio volto a smorfie che mostrassero l'orrore degli esseri da cui ero sfuggito... "non... sotto... chiuso...", smozzicavo, mi guardarono sbigottiti.
"Va bene, abbiamo capito, senti, tornatene a casa, fatti un bel bagno e una buona dormita, per la prima pagina non preoccuparti, ci pensiamo noi" e ripresero a parlare tra loro.

"No... io... Alien... Predator...", mormoravo, ma non mi sentivano, abbandonai le braccia senza piu' forze e trascinai i piedi verso il portone di uscita, l'aria aperta fu come una frustata, compresi che non sarebbe stato possibile che mi credessero. Ma un giorno lo avrei narrato, in un racconto, altro non potevo fare e, se a qualcuno ancora fosse capitato di riaprire quella botola, se fosse scampato agli Aliens e ai Predators e fosse ritornato in superficie, avrebbe compreso che il mio racconto non era altro che realta'.

Roberto

Dove c'e' il grande cinema, concerto c'e'

   
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