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 The silent exodus
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Roberto Mahlab
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Inserito - 16/11/2004 :  21:45:58  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Ieri sera il salone del palazzo della provincia a Milano era stracolmo, quasi mille persone per la grande prima italiana di un documentario straordinario :"The silent exodus", diretto dal regista francese Pierre Rehov.

Utilizzando filmati dell'epoca e interviste ai testimoni oggi viventi in diversi paesi dell'occidente e in Israele, viene ricostruita una tragedia parallela e successiva allo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti e che, per pudore rispetto alla strage piu' grande, e' stata lasciata in secondo piano. Durante gli anni trenta e quaranta del secolo scorso le comunita' ebraiche residenti nei paesi arabi furono soggette a pogrom spaventosi, donne stuprate, uomini crivellati di colpi, sinagoghe date alle fiamme, con l'avvento del nazismo e lo scoppio della seconda guerra mondiale, i dittatori dei paesi arabi si allearono a hitler e le persecuzioni si fecero ancora piu' tragiche. Alla fine della guerra e dopo la riedificazione dello Stato di Israele, un milione di ebrei furono spogliati di tutto e cacciati dai paesi arabi. Inizio' l'esodo definitivo verso Israele e verso i paesi dell'occidente. Le persecuzioni continuarono negli anni e contemporaneamente allo scoppio dei conflitti tra Israele e i paesi arabi confinanti, a poco a poco scomparvero anche le radici di antichissime comunita', che precedevano addirittura storicamente la comparsa dell'Islam nel quinto secolo. Da Casablanca a Tripoli, da Bagdad a Damasco, dal Cairo ad Orano, da Beirut allo Yemen, il fuoco del pogrom cancello' un intero mondo e il suo enorme apporto alla civilizzazione.

Oggi i media sottolineano unicamente la situazione dei profughi arabi dai territori su cui rinacque Israele, dimenticando sia che furono gli arabi a rifiutare il progetto di spartizione della Palestina tra arabi ed ebrei votato dalle Nazioni Unite, sia che i seicentomila arabi che fuggirono erano convinti dalla propaganda dei paesi arabi che sarebbero tornati da padroni dopo la distruzione di Israele. Passarono le generazioni e i profughi palestinesi sono ancora dove erano mezzo secolo fa, nei campi e nelle citta' appositamente create dai paesi arabi che ben si guardarono dall'assorbirli. Tra India e Pakistan si ebbero grandi scambi di popolazione, cosi' tra Italia e Jugoslavia, cosi' tra la Germania e i paesi europei confinanti, solo coloro che furono poi considerati i profughi palestinesi non ebbero la capacita' di integrarsi in altre societa'. Il milione di ebrei cacciato dai paesi arabi invece non si rassegno' allo status di profugo e rinuncio' ad ogni richiesta di riconoscimento o di indennizzo, al diritto di rimpatrio e addirittura alla speranza che la loro Storia un giorno potesse venire raccontata. Oggi e' avvenuto e nessuno potra' piu' dire che non lo sapeva e nessuno potra' piu' sostenere il cosiddetto "diritto al ritorno dei profughi palestinesi" senza essere considerato reo di desiderare la distruzione finale dello Stato di Israele. Anche perche' dovrebbero spiegare come mai si parla di rifugiati palestinesi addossandone la colpa ad Israele quando fino al 1967 il territorio della Cisgiordania era occupato dalla Giordania e Gaza era dominio dell'Egitto, dal 1948 al 1967 ci sono 19 anni. E "l'organizzazione per la liberazione della Palestina" fu fondata nel 1964, dunque tre anni prima del 1967, con dunque l'evidente scopo di non riconoscere neppure il diritto all'esistenza dello Stato di Israele.

Di tutto questo si e' parlato al dibattito che e' seguito alla proiezione del documentario, insieme al regista e a prestigiosi giornalisti quali Magdi Allam del Corriere della Sera e Carlo Panella del Foglio.

Naturalmente nelle famiglie ebraiche di origine orientale si e' sempre parlato degli avvenimenti che hanno costretto gli ebrei alla fuga dai paesi arabi, questa e' una lista parziale (fonte Jerusalem Report del 12 gennaio 2004):

Marocco : nel 1948 c'erano 265.000 ebrei, oggi ridotti a 5.700
Tunisia : nel 1948 c'erano 105.000 ebrei, oggi ridotti a 1.500
Algeria : nel 1948 c'erano 140.000 ebrei, oggi ridotti a zero
Libia : nel 1948 c'erano 38.000 ebrei, oggi ridotti a zero
Egitto : nel 1948 c'erano 75.000 ebrei, oggi ridotti a 100
Libano : nel 1948 c'erano 5.000 ebrei, oggi ridotti a 100
Yemen : nel 1948 c'erano 55.000 ebrei, oggi ridotti a 200
Siria : nel 1948 c'erano 30.000 ebrei, oggi ridotti a 100
Iraq : nel 1948 c'erano 135.000 ebrei, oggi ridotti a 100
Aden : nel 1948 c'erano 8.000 ebrei, oggi ridotti a zero

Non uno degli ebrei che ha trovato asilo in Israele o altrove in occidente e' stato lasciato in campi profughi e tutti fanno parte di vitali democrazie, nessuno di loro e' andato in giro a far esplodere auto bomba, a distruggere con attentati suicidi ristoranti, discoteche e autobus. Il giorno in cui Israele e il suo popolo sparso saranno presi ad esempio dai palestinesi e il giorno in cui il popolo palestinese, assurto a dignita' di nazione di fatto nel tempo, si sbarazzera' dei suoi capi corrotti, quel giorno la pace dei popoli non conoscera' ostacoli.

Negli anni tragici dei pogrom i miei genitori vivevano nel ghetto ebraico di Bagdad, uscivano al mattino non sapendo se sarebbero tornati a casa, nel 1941 un colpo di stato filonazista scateno' una grande strage di ebrei, mio padre sali' sul tetto della casa, deciso a vendere cara la pelle e a difendere la sua famiglia. Arrivarono gli inglesi che salvarono il paese e gli ebrei. Mio padre fu uno dei primi a riuscire a fuggire in occidente dall'Iraq negli anni cinquanta. I racconti che i miei famigliari spesso mi narrano di quei tempi e di quelle azioni che fanno impallidire gli agenti segreti dei film che il cinema di avventura ci propone, sono testimonianze storiche che e' giunta l'ora di rendere pubbliche, perche', come ha detto una delle persone intervistata dal regista Pierre Rehov, "se non racconteremo noi la nostra Storia, lo faranno altri". E' quello che e' avvenuto fino ad ora ed e' quello che ha stravolto l'equilibrio delle nazioni e dei popoli d'Europa e che oggi paghiamo con la disinformazione sulla crisi nel Medio Oriente, disinformazione che allontana la pace, delittuosa mancanza che ha condotto negli ultimi due anni altri ad inseguire gli ebrei per strada nel centro di Milano, con le stridule grida :"Ebreo, Israele usurpatore deve essere distrutto".

Racconteremo la Storia, affinche' nessuno mai piu' la racconti al nostro posto.

Roberto

   
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