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Dounia Ettaib
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Inserito - 02/09/2009 :  16:01:40  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Dounia Ettaib  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Dounia Ettaib
"Viva Israele", molti di voi ricordano il libro di Magdi Allam, io in particolare mi ricordo il giorno della sua presentazione a Milano, ebbi l'onore di copresentarlo.
Quando il caro Magdi mi chiese di copresentarlo, ero talmente emozionata che non esistai neanche per un istante e dissi subito sì, dalla gioia chiamai un carissimo amico ebreo e glielo comunicai, non dimenticherò mai la sua risposta : " bene ci sarò anch'io, ma tu dovevi stare attenta e devi stare attenta", rimasi in silenzio per alcuni secondi, e gli dissi " sono troppo felice, la verità trionfa sempre!".

Vi confesso che a tutt'oggi non riesco a capire moltissime persone che mi stanno accanto, amici conoscenti, colleghi e spesso anche persone estranee, tutti mi giudicano una matta oppure una che non conosce la storia.
Ammetto la mia ignoranza personale, non conosco molto bene la storia araba, intendo quella vera, ho studiato psicologia spinta da una curiosità personale, non ho mai pensato di cercarmi una occupazione come psicologa anche se la vita fin da giovane mi ha dato quel dono innaturale di ascoltare gli altri, da questo mio ascoltare gli altri e dalla mia giovane immigrazione, in terza liceo ho deciso di studiare psicologia.

Sono nata in Marocco, a Casablanca, la città sull'Atlantico dalle case bianche, sono nata da genitori marocchini, mia madre cresciuta in una famiglia tradizionalista ma riconoscente alla colonizzazione francese, mia madre e i suoi fratelli hanno studiato dalle suore, mio padre nato in una famiglia modesta e cresciuto da una famiglia ebrea.
Da bambina sono andata a studiare dalle suore, malgrado mia madre tentò di iscrivermi in una scuola rabbinica, in quell'anno la scuola rabbinica decise di iscrivere solo i bambini ebrei, magari chi legge questo mio racconto si chiederà come mai in una scuola rabbinica una ragazza musulmana nata in un paese musulmano? La risposta è che i miei genitori volevano che io apprendessi al meglio la storia ed erano convinti che studiando in una scuola rabbinica avrei potuto apprendere al meglio la storia antica.

Studiare dalle suore in una città come Casablanca era considerato una quotidianità, non esistevano differenze, studiavo religione consapevole fin da bambina che io sono musulmana, lo sono perchè sono nata in un paese islamico da genitori musulmani, per me allora e a tutt'oggi sono musulmana perchè questa religione ha conquistato il Marocco, io come musulmana riconosco l'Islam dove sono cresciuta, l'islam che si riconosce come religione monoteista e riconosce l'unicità di Dio come unico creatore della vita e delle religioni. Fin da bambina mi hanno insegnato a rispettare il credo altrui e di riconoscere le altre religioni, tutte le volte che chiedevo a mia madre qual era la vera religione di Dio, lei mi rispondeva sempre che tutte le religioni sono la verità e l'unica verità la sa Dio, io le dicevo di nuovo: " allora noi siamo il popolo di Dio?", lei mi rispondeva : " no, tesoro il popolo di Dio è il popolo d'Israele." E io : " ma allora perchè i musulmani combattono il popolo di Dio, non temono la rabbia di Dio?", mi guardò a lungo e dopo un lungo silenzio mi disse : " tutti noi dobbiamo temere l'ira di Dio, ma noi non siamo quei musulmani, noi siamo diversi".

Sì noi siamo diversi, grazie a Dio io sono cresciuta rispettando le religioni, sono cresciuta consapevole di esere musulmana per nascita geografica, ma non ho mai capito perchè se un musulmano riconosce il Diritto di esistere dello Stato d'Israele è un infedele.
Non ci pensai più fino al 1995, l'anno in cui fu assassinato Itzhak Rabin, l'indomani del suo assassinio il nostro professore di comunicazione visiva ci chiese di dedicare l'ora per discutere su quel delitto orrendo e si rivolse proprio a me dicendomi : " Dounia, mi piacerebbe sentire la tua opinione.", in verità ero molto contrariata, ero infastidita e mi chiedevo perchè prima a me, perchè non chiede agli altri e poi a me? Comunque risposi con le parole che avevo nel cuore : " mi dispiace molto per questa morte, non perchè c'era la possibilità della creazione dello stato della Palestina, mi dispiace molto perchè chi lo ha assassinato è uno della comunità, con quello che ha passato il popolo d'Israele per me questo assassinio è come rinnegare la propria storia.", i miei compagni brontolavano, dicevano che avevo dato una risposta lunga ed incomprensibile, il mio professore disse che gli sarebbe piaciuto approfondire la mia risposta, ma i miei compagni si rifiutarono.
Da allora seguivo sì e no le vicende del Medio Oriente e non ho mai capito perchè i paesi arabi e i paesi del mondo non volevano riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele.

Da lì decisi che da grande avrei studiato psicologia per capire cosa ci succedeva da adulti e capire in che modo le religioni influenzano la nostra educazione e la nostra vita da adulti.
Passarono 10 anni, nel luglio del 2005 ebbi l'onore di rappresentare la comunità marocchina alla festa d'intronizzazione del Re del Marocco, in quell'occasione conobbi una ragazza marocchina che viveva in Israele, a Tel Aviv, lavorava per un'agenzia dell'Onu, ero incuriosita, volevo sapere come era la vita in quel paese, come si viveva da musulmana in un paese ebreo, mi avvicinai, lei come me d'altronde faceva fatica a parlare il nostro dialetto, le chiesi se parlava inglese, mi disse di sì e parlammo in inglese, alla mia domanda mi rispose: " è uno stato democratico, non esistono differenze di religioni, anzi sapessi quante donne islamiche fuggono da Gaza e trovano aiuto a Tel Aviv!", io mi dicevo :" come donne che fuggono??? Quanti servizi ho visto in televisione di donne hamasine orgogliose di esserlo, quanti servizi in tv arabe su donne violentate dall'esercito israeliano!", le dissi tutto ciò e lei mi rispose che erano tutte calunnie, anche dentro di me non ho mai potuto credere che una donna possa essere fiera al 100 percento del suo velo imposto, come non ho mai potuto credere che un esercito impegnato nella salvaguardia di un paese possa andare in giro per le strade a violentare donne. Ci parlai per tutto il tempo e mi sentivo illuminata!! Sentivo con le mie orecchie da una mia connazionale che vive in Israele che è un paese democratico.. Quella sera stessa rimasi colpita da un'altra vicenda, nella hall dell'albergo insieme a noi c'era un ebreo ortodosso, anche lui rappresentava la comunità ebraica americana di origine marocchina, vidi che il receptionist gli consegnava la chiave della sua stanza, quando prese la chiave rimase perplesso e a lungo in silenzio, poi vidi che il receptionist gli diede un'altra chiave e poi il signore si allontanò. Io incuriosita mi avvicinai alla reception e chiesi al receptionist : " il signore non fuma? Per questo gli ha dovuto cambiare stanza?", il receptionist mi guardò e mi disse : " no, oggi è venerdì, tra un pò inizia lo shabat, gli ho dato una stanza al primo piano, la prima era al nono piano sarebbe stato costretto ad usare l'ascensore, mentre così può usare benissimo solo le scale.", io aggiunsi : " è stato lui a chiedere di cambiare stanza?", il receptionist: " no, l'ho fatto io, mi ero scordato che oggi fosse venerdì". Rimasi colpita e felice, perchè ancora nel mio paese esiste il rispetto.

Nel 2007 fui invitata alla festa d'indipendenza dello Stato d'Israele, per me fu una gioia immensa, finalmente da marocchina musulmana potevo partecipare a quella festa e potevo testimoniare la mia verità, per tutto il mese mi ero preparata un mio discorso riprendendo dei versetti dal corano e confrontandomi con mia madre, mi sentivo prontissima, arrivai ai giardini di Piazza Guastalla, ovunque andavo vedevo poliziotti, allora pensavo dentro di me, qua ci sarà qualche ministro, ecco perchè la presenza di questo schieramento. Giunta a destinazione chiesi a Davide Romano, l'amico che mi ha invitata, se ci sarebbe stato qualche ministro, mi rispose di no, allora gli chiesi perchè c'erano tutti quei poliziotti, mi rispose che era sempre così per la loro protezione, dentro sentii un tuffo al cuore, non capivo perchè festeggiare l'indipendenza di uno stato richiedesse la presenza della polizia. Salii sul palco avvilita, il mio discorso lo lasciai da parte, ero riuscita solo a dire poche cose e a sperare che negli anni futuri tutta la comunità del mondo potesse festeggiare il giorno d'indipendenza libera come sventola libera la bandiera nell'aria.

Dopo un mese, quando Magdi mi parlò del suo libro e mi fece quella proposta, mi sono detta che è giusto che sia così, bisogna avere il coraggio di sostenere una verità e bisogna avere il coraggio di sostenere la vita.

Dounia Ettaib


   
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