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 Editoriale/La Memoria e il presente
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Roberto Mahlab
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Inserito - 27/01/2007 :  15:45:51  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Domenica 28 gennaio 2007, in occasione della commemorazione del 27 gennaio ovvero della giornata della Memoria per i sei milioni di Ebrei sterminati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, l'associazione Amici di Israele ha invitato i rappresentanti dei partiti politici italiani a partecipare al corteo.

Le risposte sono state tutte positive con una appendice da parte del responsabile milanese del partito di "rifondazione comunista" che suscita perplessità, infatti l'uomo politico ha aggiunto : "...in ogni caso noi non vogliamo che il corteo esprima sostegni politici impropri a stati come Israele: non c´entra niente con la Giornata della Memoria...».

Una tale affermazione merita l'editoriale della nostra rivista Concerto di Sogni che aderisce con la più grande solidarietà e partecipazione alla giornata della Memoria.

Fin dalla fine degli anni trenta e dunque già prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, c'erano già mezzo milione di ebrei nell'allora mandato britannico in Palestina, oltre al fatto che la città di Gerusalemme ha sempre avuto una maggioranza di popolazione ebraica e dunque la seconda guerra mondiale e il nazismo hanno solo ritardato la ricostituzione successiva dello Stato di Israele, non solo, un numero, grande o piccolo, dei sei milioni di assassinati sarebbero divenuti cittadini dello Stato di Israele.
Dunque quanto afferma l'esponente di "rifondazione comunista", partito al governo in Italia, paventando orripilato che la commemorazione possa esprimere sostegno politico ad Israele, è del tutto storicamente fuori luogo, Israele è parte della Shoah così come la Shoah è parte di Israele.

Si ripete per l'ennesima volta l'ideologica incapacità di accettare la Storia da parte di certa "sinistra" che adora farsi veder piangere gli ebrei morti mentre si scandalizza per gli ebrei vivi.

Senza contare che per un partito che addirittura si riconosce nel comunismo non è possibile contestare che i regimi comunisti non furono certo cortesi verso gli ebrei, l'intera storia dell'Unione Sovietica sta a dimostrarlo, dunque è davvero inquietante che gli eredi del comunismo mantengano atteggiamenti privi di riscontro storico che incitano ad un nuovo antisemitismo, quello che ai nostri giorni demonizza sempre e comunque Israele, spesso e volentieri associato, nei discorsi, alle "lobby ebraiche che appoggiano Israele acriticamente".

"Memoria" significa, tra l'altro, ricordare di modo da non lasciare più che accada e, che i detrattori di Israele lo vogliano o no, un popolo è un popolo se ha una Memoria comune e
dunque non è possibile pretendere di scindere la Storia passata e presente del popolo ebraico, Israele compreso. E' chi si spaventa per il "sostegno improprio" ad Israele a dover riconsiderare con l'approfondimento, lo studio e abbandonando il fanatismo, la sua posizione verso Israele, non sono gli ebrei a dover nascondere il nome di Israele per far piacere a chi legge la Storia con il paraocchi dell'ideologia.

Se al tempo del nazismo fosse esistito istituzionalmente Israele, la Shoah non sarebbe avvenuta, se Israele non si fosse ricostituito decidendo di difendersi contro l'aggressione esterna, la cancellazione del popolo ebraico sarebbe proseguita senza freni, grazie anche ai paesi comunisti che finanziavano i movimenti terroristici.
Chi ancora oggi si richiama al comunismo e si spaventa al solo comparire della parola "Israele" non si rende conto che far saltare autobus, discoteche, tirare missili, minacciare distruzione atomica, significa volontà di genocidio, la stessa volontà che mosse hitler e i nazisti.

C'è di più : la seconda guerra mondiale scoppiò a seguito del via libera concesso dall'Unione Sovietica alla Germania nazista, il patto Ribbentrop-Molotov per la spartizione della Polonia. Se la sede del comunismo, anzichè allearsi al nazismo, si fosse schierata con i paesi antinazisti, la Shoah difficilmente sarebbe avvenuta, infatti i nazisti non avrebbero potuto agire in Polonia, poi in occidente e poi di nuovo all'est, dopo il giugno 1941 e l'attacco all'Urss.
Dunque è sorprendente che un partito che si qualifica "comunista" detti le sue condizioni alla commemorazione della Shoah, dovrebbero venire a capo chino e in silenzio.

Un pensiero angosciante poi : se è vero che se Israele allora fosse già esistito, la Shoah non sarebbe probabilmente avvenuta, questo significa che nei giorni nostri Israele è responsabile di non farla avvenire nuovamente, ne consegue che non permetterà che l'Iran si doti dell'arma nucleare.
Nei giorni scorsi il primo ministro britannico Tony Blair ha tenuto un discorso dai toni churchilliani, ha avvisato il suo paese che si preparano giorni di conflitto sanguinoso, gli Stati Uniti hanno mosso la flotta nel golfo persico, in Israele certo ci si prepara e non certo a subire il primo colpo. Nelle cancellerie dei paesi democratici sono allo studio progetti per finanziare ed appoggiare la resistenza interna degli oppositori iraniani al regime di Ahmadinejad e dei fanatici di Teheran.

Dunque oggi come durante la seconda guerra mondiale le democrazie anglosassoni e il popolo ebraico si apprestano ad affrontare il nuovo nazismo, come viene ben definito anche dalla sinistra responsabile, quella del "manifesto di Euston", e oggi come allora chi si richiama al comunismo pare stare all'inizio dall'altra parte e ha addirittura timore che si pronunci la parola "Israele" di fronte alla possibilità del nuovo sterminio.

Che accadrà nelle piazze d'Italia se la situazione precipiterà?

Ieri a New York l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione che condanna il "negazionismo", ovvero la negazione dell'Olocausto. Centoquattro paesi si sono dichiarati a favore, l'Iran, organizzatore della conferenza negatrice della Shoah, si è dissociato, proprio mentre procede spedito il progetto per la costruzione dell'arma atomica che, nei discorsi del leader iraniano Ahmadinejad, dovrebbe cancellare Israele dalla faccia della Terra.

La risoluzione delle Nazioni Unite stabilisce che tutti gli stati membri devono "rifiutare senza riserve ogni negazione, totale o parziale, della Shoah come evento storico e ogni attività volta a tal fine".

Lo sterminio di sei milioni di ebrei europei ad opera dei nazisti è riconosciuto dalla comunità internazionale come un fatto storico, non una opinione. E la negazione della Shoah non è una opinione ma un'arma, uno strumento di guerra del vecchio antisemitismo di matrice europea che si è fuso con il nuovo antisemitismo di matrice fondamentalista islamica, la negazione dell'Olocausto viene utilizzata come negazione della legittimità dello Stato di Israele.

Il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha ieri denunciato con grande fermezza l'equivalenza tra antisionismo e antisemitismo, le parole che già Martin Luther King aveva pronunciato sono risuonate di nuovo forti e limpide.

Questo mentre è in corso un interessante dibattito in Italia su eventuali leggi che puniscano penalmente chi nega la Shoah nel nostro paese.
Purtroppo dal punto di vista degli ebrei, si tratta di un dibattito estremamente doloroso, infatti i negatori dell'Olocausto non sono pensatori indipendenti che esprimono opinioni, ma sono pedine della guerra continua al popolo ebraico. Lasciando da parte la questione della punibilità che tocca altre sensibilità di diritto civile, il problema è la parificazione tra l'affermazione della Shoah e della sua negazione, entrambe "opinioni" e dunque, in teoria, fino ad ora ammissibili. Di fatto se un ebreo viene apostrofato per strada con la frase :"La Shoah non è mai avvenuta", dovrebbe accettare tale aggressione antisemita come una legittima opinione a cui magari proporre l'opinione opposta? Significherebbe riconoscere la rispettabilità all'opinione dei negatori della Shoah, in caso contrario addirittura il cittadino ebreo diverrebbe responsabile dell'impedimento della libera espressione?

Dunque, come spesso accade, le norme del diritto civile dei paesi democratici vengono sfruttate dagli antidemocratici, un problema assai dibattuto e che appare di difficile soluzione legale, pur in un tempo di guerra come quello che stiamo vivendo.

Roberto Mahlab - Concerto News System 2007 - @ Concerto di Sogni


   
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