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 La guerra e la solitudine di Israele
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Roberto Mahlab
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Inserito - 15/07/2006 :  22:47:28  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Israele era sola, di fronte all'aggressione da sud ad opera dei missili di hamas da Gaza e da nord ad opera dei missili degli hezbollah dal Libano. Sola perchè mai nella Storia contemporanea si è assistito ad una aggressione militare contro un paese democratico e membro delle Nazioni Unite senza che la comunità internazionale si schierasse a sua difesa e supporto. Sola perchè nei notiziari si cancellava il tiro a bersaglio delle migliaia di missili contro Israele e si pretendeva che le migliaia di di missili contro Israele fossero la "reazione di hamas e hezbollah all'attacco di Israele". Sola perchè si tratta di discorsi del tutto paralleli a quelli dei famigerati "protocolli dei savi di sion", il falso antiebraico dell'epoca zarista che ancor oggi è un best seller nei paesi dittatoriali.
Se Israele non esistesse, certo non ci sarebbero stati gli attacchi della jihad, se gli ebrei non fossero mai esistiti, certo hitler non li avrebbe sterminati. Il capovolgimento tra vittima e aggressore è una tipica espressione dell'antisemitismo, cuore dell'odierno odio contro Israele. Antisemitismo che, ricordiamo, è parte integrante del jihadismo, uno dei punti fondamentali di esso è lo sterminio degli "infedeli", oltre alla schiavizzazione delle donne. L'antisemitismo islamico non è nato a causa di Israele, esso faceva parte della distorsione dei precetti coranici dai tempi appena successivi a Maometto. Distorsione coranica che è estranea alla gran maggioranza dei musulmani che sono massacrati dai jihadisti perchè considerati infedeli anch'essi. Se non si riesce a comprendere la storiografia del movimento jihadista nella Storia, non si riuscirà mai a capire per quale mai ragione i palestinesi hanno sempre respinto la possibilità di costituirsi lo stato, dal 1948 a Camp David al ritiro israeliano da Gaza. Se non si comprende l'assoluto fideistico del jihad, non si comprende la ragione dell'attacco distruttivo contro Israele da parte di hamas e di hezbollah, finanziati e diretti dai regimi della Siria e dell'Iran.
Il jihad è precedente e indipendente sia alla questione arabo israeliana, sia alla creazione di Israele, sia alle guerre israelo arabe, alcune delle quali terminate con trattati di pace, con l'Egitto e con la Giordania. Se non si ammette il significato di jihad non si può comprendere come mai le guerre con Egitto e Giordania si sono concluse con accordi territoriali, mentre le guerre con hamas, che ha dirottato l'autorità palestinese e con hezbollah, che ha occupato il Libano, non possono concludersi con accordi territoriali.
Perhè il jiahd non ha l'obiettivo della pace in cambio del territorio, il jihad è un imperativo "religioso".

Hamas è una emanazione del movimento fondamentalista dei "Fratelli Musulmani", il terrore dei regimi dei paesi arabi, in Algeria ci fu un colpo di stato per impedirne l'accesso al potere, in Egitto sono stati a lungo repressi e incarcerati, negli altri paesi arabi il solo pronunciare il loro nome comporta brividi nei governanti. Hezbollah è una creatura della rivoluzione sciita khomeinista, l'arma dell'esportazione della rivoluzione islamica. Lo statuto di hamas richiama la distruzione di Israele e degli ebrei, il dirottamento khomeinista dell'Islam reclama ugualmente lo sterminio degli ebrei con la distruzione di Israele.
Molti milioni di musulmani sono stati assassinati dagli integralisti islamici che si richiamano al dirottamento della fede islamica, tutti uccisi perchè considerati apostati della "vera fede".

La razionalizzazione di tipo occidentale sulle scelte dei movimenti jihadisti è una presa in giro di sè stessi, è come pretendere che il nazismo in fondo avesse radici sane, mentre la conquista del mondo e lo sterminio dei popoli erano nelle caratteristiche genetiche del nazismo, non sarebbe mai stato possibile un accordo di coesistenza.

Hamas e hezbollah si introducono nelle strutture dei paesi e li ingoiano. L'osservazione che hamas ha vinto elezioni democratiche nei territori palestinesi non regge, infatti l'alternativa che avevano gli elettori era il corrottissimo regime degli eredi del corrottissimo Arafat. Gli hezbollah libanesi, emanazione dell'Iran e della Siria, sono il risultato della vittoria in quei paesi della componente jihadista di dirottamento coranico sulla componente che ritiene che religione e stato debbano rimanere divise. Quest'ultima componente vincente in Iraq ha permesso al paese di imboccare la strada costituzionalista.

Dunque per comprendere la dinamica della crisi medio orientale di questi giorni, è fondamentale comprendere la divisione tra Islam jihadista e Islam costituzionalista. Dove predomina il secondo, ogni accordo è ovvio, dove prevale il primo, non esiste una qualsiasi possiblità di accordo, proprio per ragioni di "fede".

Con Gaza libera i palestinesi potevano costituirsi lo stato, invece non solo non l'hanno fatto, ma hanno iniziato a tirare missili contro Israele. In Libano hezbollah aveva ottenuto la possibilità di insediarsi nel governo stesso del paese, non solo non ha sfruttato l'occasione per riciclarsi democraticamente, ma ha iniziato anch'esso a tirare missili contro Israele.

Non esiste alcuna possibilità di confondere tra vittima e aggressore se si desidera davvero approfondire la Storia contemporanea, se non lo si desidera, è evidente che il sospetto di pregiudizio antiebraico, caro alla vecchia Europa, risalta.

Un uomo si è levato per sollevare la solitudine di Israele di fronte all'aggressione, il suo nome è George W. Bush. Il presidente degli Stati Uniti nel corso del vertice G8 a San Pietroburgo ha detto semplicemente la verità, la stessa verità che lo aveva portato a ottenere la fine della dittatura talebana in Afganistan e la fine della dittatura di Saddam Hussein in Iraq, la fine cioè di personaggi che avevano sulla coscienza la morte di centinaia di migliaia di musulmani, che usavano il dirottamento della fede islamica per distruggere gli "infedeli" ai loro progetti jihadisti e aggressivi.

Se gli Stati Uniti non fossero intervenuti in Iraq, oggi la jiahd di hamas, di hezbollah, di Siria, di Iran e di tutti gli altri paesi arabi travolti dai movimenti fondamentalisti avrebbe distrutto Israele e conquistato anche, se non i territori, le coscienze dell'imbelle Europa.

Dopo il discorso di Bush a San Pietroburgo, le maggiori democrazie occidentali hanno smesso di nascondere la testa sotto la sabbia e hanno iniziato a ricordare che esiste una risoluzione delle Nazioni Unite, la numero 1559, che pretende il disarmo delle milizie hezbollah in Libano. Fu una risoluzione proposta dagli Stati Uniti e dalla Francia nei giorni rivoluzionari che estromisero l'invasore siriano dal territorio libanese.

Quando hezbollah attacca Israele, significa che non solo la risoluzione dell'Onu è stata violata, il disarmo di hezbollah non è avvenuto secondo le richieste internazionali, ma che viola la risoluzione anche chiunque non riconosca che siamo di fronte all'aggressione di un movimento dichiarato illegittimo dalla comunità internazionale verso un paese democratico e membro delle nazioni unite, quale è Israele. Dunque significa allearsi di fatto a chi non riconosce l'autorità delle risoluzioni delle nazioni unite.

La Germania del cancelliere signora Merkel ha riconosciuto la responsabilità di hamas e hezbollah, così il premier britannico Tony Blair, così, seppure a denti stretti, il presidente francese Chirac. In Italia, per troppe ore e in troppi ambienti, si è taciuta l'origine della guerra, l'attacco a Israele e si è sottolineata solo la controffensiva di Israele, controffensiva bollata tra l'altro come "invasione", quando in realtà si tratta, per il momento, di una offensiva aerea contro le basi missilistiche degli hezbollah, basi missilistiche che ricevono ordini operativi da Siria e Iran. Stati Uniti, Germania, Francia, Lega Araba, hanno apertamente accusato Siria e Iran di essere i burattinai dell'attacco a Israele. La lega araba si è spaccata tra ieri e oggi, Siria e Iran sono sotto accusa da parte degli altri paesi arabi i cui governi sono terrorizzati da una possibile deriva della crisi che porti al loro rovesciamento e alla loro sosituzione con regimi e movimenti jihadisti, i Fratelli Musulmani sono una realtà grave e così i movimenti finanziati da Teheran e Damasco, il medio oriente diverrebbe la culla della jihad mondiale e le infiltrazioni dell'altra componente fondamentalista wahabita-salafita, la famigerata Al Qaeda, non hanno ovviamente bisogno di particolari conferme.

Ci sono tredicimila missili puntati contro Israele dagli hezbollah, ci sono fabbriche che sfornano missili puntati contro Israele a Gaza.
Il sud e il nord di Israele sono stati devastati dalle piogge di missili da Gaza e dal Libano. Nessun paese al mondo potrebbe ovviamente accettare, senza fare nulla, un solo missile, contro Israele ne sono stati lanciati più di mille e la minaccia è che ne siano lanciati nei prossimi giorni più di diecimila.

Israele è in corsa contro il tempo per distruggere le basi di lancio, ma questo non condurrà necessariamente alla fine della guerra che, ricordiamo, è stata scatenata in base ad "un atto di fede", il jihad, la guerra santa.
Il colpo di testa di hezbollah è stato bollato dal primo ministro libanese alla Cnn come "errore strategico". Se Israele riesce a distruggere hezbollah, i regimi di Siria e Iran subiranno un colpo devastante e i popoli arabi considereranno l'imposizione della jihad come non inevitabile e si solleveranno chiedendo democrazia. Dunque hezbollah ha aperto la pentola dei serpenti a sonagli, ne ha scoperchiato di fronte al mondo le responsabilità. Il punto interrogativo è : quale sarà la loro reazione?

Questa osservazione spiega il parossistico movimento delle cancellerie mondiali questa sera, si levano le richieste di un intervento delle Nazioni Unite sul governo libanese affinchè disarmi hezbollah e lo cacci dal confine con Israele. Si tratta evidentemente di un tentativo disperato, non esiste altro modo di disarmare e allontanare hezbollah se non per mano militare. Significherebbe un intervento militare sotto la bandiera delle nazioni unite contro hezbollah e, automaticamente, un colpo mortale per Siria e Iran.
Un colpo mortale all'Iran che ha sabotato i negoziati con i paesi occidentali per la questione del nucleare e che, mentre trattava, ha dato l'ordine dello scatenamento dell'attacco contro Israele.

Questa è la situazione a stasera, mentre i campi di battaglia stanno reclamando il sangue di tanti esseri umani, un nodo che è venuto al pettine, lo scontro epocale, storico, tra le due componenti dell'Islam, quella costituzionalista e quella jihadista, l'affannarsi delle diplomazie è più che giustificato, non solo gli equilibri, ma il futuro stesso del pianeta sono in bilico.

Dietro al fondamentalismo che piaga il mondo musulmano ci sono i problemi irrisolti, l'analfabetismo in percentuali elevatisime, su circa trecento milioni di abitanti della zona, oltre il venti percento non sanno nè leggere nè scrivere, la schiavitù della donna, il cinquanta percento delle donne sono mantenute nell'analfabetismo e nella mancanza degli elementari diritti umani, in quella parte di mondo musulmano vengono tradotti annualmente in media solo trecento libri, la rendita petrolifera non viene utilizzata per infrastrutture e occupazione ma dilapidata dai governanti, le madrasse, le scuole islamiche, traviano la mente di intere generazioni incitando i giovani ad essere shahid, martiri. Un buco nero pauroso che potrà essere colmato solamente se il resto del mondo appoggerà finalmente i movimenti democratici, riformisti e liberali che pur esistono nei paesi arabi e musulmani.

La vera questione di questi giorni, che ha condotto alla crisi attuale e che riempirà le pagine dei giornali nei prossimi tempi, sarà se il mondo arabo e musulmano seguirà la strada dell'Iraq e della Turchia, la via costituzionalista, oppure la strada della Siria, dell'Iran, di hamas e di hezbollah e di al qaeda.

Non è certamente interesse del resto del mondo non contribuire alla sconfitta di tali aberrazioni e l'intervento del resto del mondo deve partire dalla conoscenza e dall'informazione, dalla consapevolezza che la crisi mediorientale attuale non è da addebitare a Israele, ma al terribile conflitto che lacera l'Islam e che ha scatenato la furia degli elementi dell'orrore del jihad contro chiunque lo ostacoli.

Roberto Mahlab - Concerto News System

   
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