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 Lungo il fiume
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luisa camponesco
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Inserito - 05/05/2006 :  15:26:46  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Lungo il fiume

Lo ricordava così, da sempre, fin da quando era fanciullo, il fiume che scorreva con un ritmo antico, passando sotto il ponte gorgogliando.
Tutte le estati le trascorreva nella grande casa di famiglia in quella campagna che ogni anno si vestiva di colori brillanti, di sfumature di verde, di colori gialli e rossi.
Avrebbe potuto rimanere per ore a guardare l’acqua scorrere, senza annoiarsi e, lasciarsi cullare dall’onda dei ricordi. Il disegno che teneva fra le mani lo aveva fatto l’anno del suo primo incontro col fiume. Suo padre lo aveva incorniciato e appeso nella grande cucina in modo che tutti potessero vedere quanto era stato bravo nel disegnarlo.

°°°°

Gli inizi di quel giugno 1943 trovarono la famiglia di Federico in pieno trambusto, lasciare la città era più che urgente, era essenziale.
- Maria! Porta gli scatoloni in fondo alle scale il camioncino dovrebbe arrivare tra poco.
- Subito signora!
Federico saltellava fra una stanza e l’altra rincorrendo la sua palla.
- Federico per favore smettila di giocare, stiamo per partire.
- Che bello mamma dove si va?
- In campagna dai nonni.
Federico rimase un po’ deluso, pensava a qualcosa di più allettante, magari al mare.
- Ci staremo per molto mamma?
- Il tempo che sarà necessario.
Valige e bauli furono portati fin sul marciapiede. A Federico sembravano eccessivi tutti quei bagagli per una vacanza estiva.
- Mammaaa non trovo la Kitty!!! – Susanna la sorellina cercava la sua bambola.
- Susanna non abbiamo tempo da perdere, in casa dei nonni ci sono altre bambole.
- Senza la mia Kitty io non mi muovo. – incrociò la braccia e fece il broncio.
Lo schiaffo della mamma fu inaspettato, non l’aveva mai fatto prima. Dopo il primo momento di sorpresa a Susanna scesero grosse lacrime e anche a sua madre gli occhi si inumidirono. Da lontano Antonio, il padre, aveva assistito alla scena e, comprese lo stato d’animo della moglie, ma i bambini non potevano capire cosa stava accadendo.
- Ma guarda chi c’è qui! Che sta aspettando la sua mammina!
La bambola Kitty era fra le mani del papà. La signora Marta trasse un sospiro di sollievo, Susanna si era quietata.
Il camioncino arrivò puntuale tutto venne caricato in gran fretta, solo al momento di serrare la porta a Marta tremò la mano, allora Antonio, delicatamente, le tolse le chiavi e chiuse, il rumore secco delle mandate parevano tuoni, come se un temporale si stesse avvicinando.
- Papà! Ma la mamma non ha mai pianto quando si partiva per le vacanze.
- La mamma non piangeva Federico era solo un po’ di polvere.
Federico si convinse della risposta e l’allegria prese il sopravvento. Lasciarono la città alle spalle e la campagna venne loro incontro, con i suoi colori le sue trasparenze, Susanna, guardava con la boccuccia aperta le distese dei campi.
- Mamma! Dove dormiremo stanotte?
- Ohhh vedrai cara c’è un bel lettino solo per te con la copertina rosa e tanti fiorellini.
Susanna si mise a cullare Kitty e a cantarle una ninna nanna.
Lungo la strada incrociarono molti blindati, Antonio fece il viso scuro.
- Potrebbe accelerare? Prima arriviamo e meglio sarà!
La velocità aumentò e con essa anche gli scossoni e i sobbalzi sulla strada piena di buche.
- Che bello è come essere sulla giostra!
Questa cosa elettrizzò anche Federico che mise un braccio fuori dal finestrino per sentire l’impatto dell’aria. Marta prontamente lo rimise a sedere.
La fattoria era ancora immersa nel silenzio, a parte il ruspare delle galline e il grugnito del maiale.
- Bambini andate con la mamma mentre io scarico i bagagli.
Marta presi per mano Federico e Susanna si diresse verso il porticato, una donna anziana si affacciò alla porta e abbracciò Marta. Marta pianse.
- Federico! Susanna! Questa è mia zia Margherita. Resteremo qui con lei e con i nonni per un po’.
- Un po’ quanto mamma?
- Un po’ Susanna solo un po’.
Anche i genitori di Marta vennero incontro alla famiglia e dopo primi abbracci presero per mano i bambini.
- Latte appena munto e pane appena sfornato, chissà che fame avrete!
In effetti la frettolosa partenza non aveva consentito loro di fare colazione e quell’invito fu gradito a tutti. Così ebbe inizio la loro nuova vita.

Cambiare letto può portare difficoltà ad addormentarsi. Federico era abituato al materasso di lana e invece quello sul quale era sdraiato scricchiolava ad ogni movimento, allora pensò di andare a cercare la mamma.
Era in cima alle scale che davano sulla cucina, quando li sentì parlare e la curiosità prese il sopravvento, si sedette sul gradino di legno, badando a non fare rumore. Attorno al tavolo c’erano i suoi genitori, i nonni e la zia.
- Se avessimo avuto un’altra soluzione non saremmo venuti qui!
- Marta! Questa è anche casa tua! E noi siamo i tuoi genitori, i nonni dei tuoi figli, dove mai potevi andare se non qui!
Marta mise una mano sul braccio del marito.
- Potreste trovarvi in pericolo anche voi, Antonio è ricercato, non ha mai fatto mistero delle sue idee, ha denunciato….
- Non ci importa di quello che ha fatto, ora siete qui e ci rimarrete.
Zia Margherita si alzò di scattò quasi a sottolineare le sua affermazione.
- C’è dell’altro. – soggiunse Antonio – non intendo rimanere nascosto mentre altri rischiano la loro vita, non sono un codardo.
- Basta così Antonio! Esci con me un attimo ho qualcosa da dirti. – Giulio il padre di Marta lo prese per un braccio e lo condusse all’aperto.
Federico non capiva ciò che stavano dicendo, ma il nonno e suo padre erano usciti per parlare, doveva essere importante. In punta di piedi rientrò nella sua cameretta, aperta la finestra si sporse e li vide proprio di sotto. Il nonno si accese la pipa, il chiarore del fiammifero gli illuminò per un attimo il volto.
- Cosa credi di fare Antonio?
- Voglio fare quello è giusto!
- Sono d’accordo, domani mattina ti incontrerai con il mezzadro, lui ti dirà cosa fare!
L’odore del tabacco si sparse nell’aria e per poco Federico non starnutì, il nonno e il papà parlavano ora fitto fitto e a bassa voce, solo alcune esclamazioni di stupore di suo padre gli giungevano all’orecchio ma nulla di più. Deluso ritornò a letto ma deciso a scoprire quel mistero.
Il canto del gallo annunciò il sorgere dell’alba, Federico si girò ancora assonnato nel letto cacciando la testa sotto il cuscino. Il parlottio sommesso degli uomini gli ricordò quanto era accaduto la sera precedente e la voglia di sapere, cosa stesse accadendo, lo destò del tutto. Attraverso le tenda ricamata, scorse, nell’aia, suo padre, il nonno e un altro uomo che con i gesti indicava la direzione del fiume, suo padre si dimostrava attento ed annuiva, ogni tanto col capo. Federico avrebbe voluto essere una farfalla per volare vicino a loro ed udire ciò che si stavano dicendo, il mistero era sempre più fitto.
Suo padre e il nonno lasciarono l’altro uomo e tornarono verso la fattoria, Federico apri un po’ la finestra, l’aria profumata di erba e fieno entrò nella stanza.
- Allora Antonio siamo d’accordo hai capito cosa devi fare!
- Comincerò stasera stessa, credimi Giulio non avrei ma pensato…..
I due uomini erano entrati in casa e le voci si smorzarono ma non il senso di ansia di Federico, ansia mista a timore.
La giornata incominciò con l’allegro chiacchierio di zia Margherita, tra il profumo di caffè e di una torta che portava lo stesso nome della zia.
- Allora bambini oggi andiamo in esplorazione dei dintorni, e vedrete tante belle cose che in città non ci sono.
- Possiamo andare a vedere il fiume? – Federico era stato pronto nella sua richiesta e colse impreparata la zia che forse aveva altri itinerari.
- Bhe certo se volete andremo a passeggiare lungo il fiume.
- Evvivaaa!!! – Susanna gettò in aria la sua Kitty – che bello zia andiamoci subito!
Federico si innamorò subito del fiume, si sedette sulla sponda e lanciò alcuni sassi nell’acqua. Un pescatore da lontano gli fece un cenno di saluto e una trota guizzò lì vicino.
Una barca scendeva lenta, l’uomo remava con un ritmo cadenzato, zia Margherita ebbe un moto di sorpresa come se lo conoscesse e la cosa non sfuggì a Federico, solo Susanna pareva non accorgersi di nulla intenta com’era a rincorrere farfalle.
La giornata trascorsa serena, nel pomeriggio i bambini si divertirono spingendosi sull’altalena e facendo la gara a chi andasse più in alto, tutto sotto lo sguardo vigile di Marta.
E venne la sera, per Federico il momento della verità. Vestito di tutto punto, sotto le lenzuola attendeva che accadesse qualcosa. Un cigolio, quasi impercettibile, la porta della cucina che dava sull’aia si stava aprendo. Svelto come un gatto, il bambino scese le scale e segui l’ombra che si dirigeva furtiva verso il fiume.
La notte era fresca e non c’era la luna, le lucciole apparivano, come luci intermittenti fra i cespugli, il miagolio di un gatto, e il latrato lontano di una cane, tutto era tranquillo, almeno in apparenza.
Il rumore dell’acqua gli fece capire d’essere vicino alla meta. Udì parlare, riconobbe la voce del padre. Stava dicendo a qualcuno – “ Sono il genero di Giulio. “
- Sono onorato di incontrarla, lei è il giornalista che ha osato sfidare il regime. – fu la risposta
- Lei ci sarà molto utile data la sua conoscenza della lingua tedesca.
- Giulio mi ha detto cosa devo fare!
- Lei sarà le nostre orecchie, le informazioni che saprà fornirci per noi saranno vitali. Venga ora la presenterò al gruppo!
Salì in barca e si allontanò. Federico non aveva capito nulla, ma era sicuro che di qualsiasi cosa si trattasse doveva essere pericolosa. Con questa angoscia nel cuore tornò verso casa.
Incominciò da quella sera lo strano andirivieni notturno del padre verso il fiume, sempre seguito dal bambino.
Una notte si addormentò dietro un cespuglio, fu destato dal parlottio di alcune persone, sbirciò attraverso le foglie, la luna illuminava il volto di tre uomini, Federico riconobbe in uno di essi l’uomo in barca che aveva fatto sussultare zia Margherita. Doveva assolutamente sapere cosa si stessero dicendo, si avvicinò di soppiatto.

- Si! Sono sicuro di quello che dico, si tratta di Antonio Andreani, il giornalista, quello che state cercando.
- Sarà ricompensato per questa sua informazione, lo cattureremo….

Suo padre sarebbe arrivato tra breve, il bambino ormai conosceva bene i tempi e il percorso che faceva Antonio con il mezzadro. Ma quegli uomini chi erano? Cosa volevano da suo padre? Avevano detto “lo cattureremo”.
Doveva avvisarli, forse erano in pericolo. Corse verso il ponte, li avrebbe fermati prima che arrivassero al pontile della fattoria, avrebbe detto loro cosa aveva sentito dire.
Vinse la paura del buio e dei rumori misteriosi della notte, inciampò, cadde e si rialzò, ma alla fine raggiunse il punto più vicino al ponte, dove confluiva l’acqua di un canale di irrigazione, stanco ed affannato si sedette in attesa.

Una mano lo afferrò per il collo e con l’altra gli tappò la bocca, era stato scoperto. Ma le sorprese non erano finite, alla tenue luce di una lanterna apparve il volto di nonno Giulio.
- In nome del cielo, cosa ci fai qui?
Il nonno era più sorpreso di lui, Federico, fra un singhiozzo e l’altro raccontò tutto.
- Tu non sai in che guaio ti sei cacciato! – lo rimproverò Giulio ma, presa la lanterna incominciò a fare segnali verso il ponte.
Una barca accostò, silenziosa, alla riva, inutile dire lo stupore di Antonio nel vedere il figlio, lì in piena notte, insieme al nonno.

Le informazioni, fornite dal bambino, salvarono la situazione, Antonio e il mezzadro non tornarono alla fattoria se non a guerra finita. Per il resto della famiglia la vita, in quegli anni, fu dura ma sopravvissero. Federico non fu mai punito per quelle sue scappatelle notturne, ma Marta in cuor suo benediceva la sorte per averli dato un figlio così coraggioso.

Federico Andreani divenne giornalista proprio come il padre, ammodernò la fattoria con tutti i confort ed ora si godeva gli anni della sua terza età nella quiete della campagna.
- Nonno, chi ha fatto questo disegno?
- Proprio io Marco, quando avevo la tua età!
- Miticooo nonno!!!
Guardò il nipote e rivide sé stesso.
- Vieni con me!
- Dove andiamo nonno?
- A passeggiare lungo il fiume, voglio farti vedere il posticino dove mi nascondevo quando…

E così nonno e nipote si incamminarono lungo il sentiero verso il pontile accompagnati dal frinire delle cicale.






Luisa Camponesco

Edited by - luisa camponesco on 05/05/2006 17:35:30

   
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