Eracle si affacciò al terrazzo che dava sul giardino, Elios illuminava il pianeta con tutto il suo fulgore, Diana, la moglie, nuotava nel laghetto e appena lo vide lo salutò mandandogli un bacio.
Nonostante gli anni era rimasta bella e lui non si stancava mai di ammirarla. Rassegnato tornò al lavoro, purtroppo il tempo stringeva e doveva presentare la sua relazione all’Assemblea del Convivium.
Le sue ricerche sull’iperlux erano concluse, l’ostacolo era convincere gli anziani a dar applicazione costruendo l’astronave.
Le ricerche sull’iperlux lo avevano tenuto occupato per anni e con parecchie difficoltà. In primo luogo aveva dovuto tener testa a Crono, suo rivale, che negava con forza l’impossibilità di effettuare viaggi ad una velocità superiore della luce, ora avrebbe potuto prendersi la sua rivincita.
Raccolse la documentazione, scelse il mantello più sobrio e si preparò ad uscire.
Le strade di Artelaide, la capitale di Olimpus, data l’ora, erano poco affollate e questo era un vantaggio, meno gente lo vedeva, più possibilità aveva di arrivare in tempo all’Assemblea.
Poco più avanti scorse Tifone e Rea che discutevano animatamente, strana coppia pensò Eracle. Appena i due si accorsero della sua presenza, zittirono e si fermarono ad attenderlo.
Eracle avrebbe preferito ignorarli, ma ormai…
- Salve Eracle! – Tifone sfoggiò un sorriso stentato
- Salve Tifone, salve Rea.
- Oggi è la tua giornata – anche Rea tentò un approccio cordiale.
Eracle sapeva che non erano sinceri, anzi sarebbero stati i maggiori oppositori al suo progetto.
- A dire il vero mi aspetto molto dall’Assemblea. - esclamò
- Se il progetto merita, l’onore sarà tuo! – disse Tifone con malizia
Entrarono insieme nel grande edificio, molti consiglieri erano già arrivati e stavano prendendo posto nelle loro postazioni. La seduta si prevedeva interessante e alquanto combattuta. Molte altre proposte venivano presentate, ma solo alcune scelte. I fondi disponibili erano limitati, per questo motivo Eracle avrebbe fatto il possibile per presentare la sua invenzione nel migliore dei modi. Se fosse stata approvata, avrebbe portato consistenti vantaggi nella ricerca di nuovi spazi vitali.
Un breve fischio annunciò l’arrivo di Urano, presidente dell’Assemblea. Tutti si alzarono in piedi in segno di rispetto.
Urano presiedeva l’Assemblea da più di cento cicli di Elios, era molto anziano, ma possedeva ancora l’energia necessaria per comandare. Si sedette fra Iperione e Oceano, suoi stretti collaboratori.
- La seduta è aperta – Selene fungeva da osservatrice
- I progetti saranno esaminati in ordine cronologico di iscrizione. – continuò invitando tutti a sedersi, e la riunione plenaria ebbe inizio.
Una dopo l’altra furono illustrate e ampiamente decantate dai loro ideatori le varie proposte innovative. Eracle attendeva con una certa ansia il suo turno, era il penultimo, Tifone e Rea avrebbero chiuso con la loro presentazione.
Eracle sospettò che i due avessero tramato per avere l’ultima parola, era tradizione ormai che l’ultimo avesse le maggiori possibilità di essere approvato.
Finalmente fu chiamato, un respiro profondo, poi si avviò al centro dell’immensa sala.

- Come ben sapete da molti cicli di Elios mi sto occupando delle ricerche sull’iperlux.
Risatine sommesse si levarono ovunque, pochi credevano nella possibilità di viaggiare a tale velocità, e consideravano Eracle un inguaribile sognatore.
Incominciò a proiettare sullo schermo, la basi sulle quali si fondava la sua teoria.
- Presi due punti nello spazio che chiameremo alfa e beta…. – disegnò le linee di congiunzione.
- L’universo che è elastico si può comprimere o dilatare…. – continuò
Poi proiettò lo schema dei motori.
- Questi motori, di nuova concezione, con una rivestitura di dragonio dello scafo della nave, possono passare da un punto all’altro seguendo queste direttrici….
Il silenzio era calato all’improvviso e tutti si erano fatti più attenti, mentre Eracle procedeva nella illustrazione del suo progetto.
Le formule si susseguivano sempre più complesse, ed infine il dettaglio dei motori azionati con un mix di antimateria e adenite un combustibile estraibile dal sottosuolo di Olimpus.
- Come avverrebbe la compressione dello spazio? - chiese Urano in persona sporgendosi verso di lui.
Questo genere di domanda dimostrava che Eracle era riuscito ad interessare il grande Urano e non era cosa di poco conto.
Eracle si drizzò raccolse le idee e cercò il modo di esprimere il concetto più semplicemente possibile.
- Non si tratta di comprimere lo spazio. L’universo pulsa come un grande cuore, si contrae e si espande. È necessario cogliere i punti di contrazione, e passare attraverso essi, in questo modo…
Descrisse il processo attraverso una formula matematica.
- Com’è possibile sapere se la formula è esatta? – intervenne Tifone sperando di metterlo in difficoltà.
- Beh è possibile dimostrarlo in un ambiente privo di atmosfera. Nel mio laboratorio ho fatto diverse prove…
- Venga al dunque – intervenne – Epimeto, illustre ed influente membro dell’Assemblea – a cosa ci servirebbe una nave spaziale ad iperlux?
- Potremmo passare da una galassia all’altra nel tempo che Elios impiega per completare un solo ciclo. – rispose Eracle
Un mormorio di stupore si levò dal Convivium.
- E’ tutto da dimostrare! - urlò Tifone
- Posso farlo! – rispose Eracle.
- E poi quanto ci costerà? – gridò qualcuno dei presenti
- E quanto tempo….
Urano alzò la mano per far tacere tutti.
- Prenderò la mia decisione, non appena avrò visto l’esperimento – tuonò
- La parola ora passa a Tifone – annunciò Selenia
Tifone, con l’aiuto di Rea presentò il progetto del megavisor, un modo di comunicare in tempo reale da un punto all’altro del pianeta con la sensazione di trovarsi nella medesima stanza. Dovette ammetterlo, Eracle, quel progetto era interessante quasi quanto il suo.
Al termine dell’Assemblea, Urano congedò tutti, avrebbe esaminato con attenzione tutti i progetti presentati e scelto quello che, a suo avviso, fosse il più utile per Olimpus.
Fuori dal Convivium tutti sostarono per commentare quanto aveva appena veduto e ognuno esprimeva le proprie opinioni.
- Io opterei per il megavisor pensate parlare e vedersi come fossimo nella stessa stanza, si potrebbero fare anche delle feste, il vantaggio è che se ti annoi basta un clic e sei ancora sulla tua poltrona preferita e …per giunta solo.
- Non sono d’accordo – replicò la compagna – anzi lo ritengo pericoloso. Cosa accadrebbe se nessuno si spostasse più da casa perché lo riterrebbe inutile? In fondo basta un clic per ritrovarsi fra la gente, ma la realtà è ben diversa, questo porterebbe ad una involuzione culturale e sociale.
Eracle ascoltava tutti i commenti mentre si dirigeva verso casa.

- Come è andata caro? – chiese Diana andandogli incontro
- Stamattina ero più ottimista, ma ho visto l’invenzione di Tifone ed ora ho qualche dubbio.
- Non smettere di sognare la tua nave e credici fermamente. Dai parliamone hai già pensato a chi porteresti con te, nel caso il tuo progetto fosse approvato?
Prese un rotolo da uno scaffale.
- Dimmi cosa ne pensi? – chiese rivolto alla moglie
- Io sarei il responsabile, ma al comando metterei Poseidone, Ermes alle comunicazioni, Ares alla sicurezza, Atena alla strumentazione scientifica, Bellerofonte alle macchine…. – si entusiasmò, già si immedesimava nella situazione, e vedeva quella nave solcare le vie dell’universo.
Trascorsero alcuni cicli senza aver notizie, Eracle camminava in continuazione nel suo studio.
- Consumerai il pavimento – lo rimproverò affettuosamente Diana.
- Non so cosa pensare, questa attesa mi innervosisce.
- Stanno chiamando vado a vedere – Diana si allontanò lieve come una piuma.
- ERMES !!!! – lo stupore si dipinse sul volto di Eracle.
- Volevo lo sapessi da me. Il tuo progetto è stato approvato. Aspetta! Non è così semplice. – prese un attimo di pausa
- All’inizio era stato dato il consenso per Tifone e il suo megavisor, poi, all’improvviso, Urano ha cambiato il suo voto in tuo favore. Ora devi stare attento, guardati alle spalle, Tifone non te l’ha farà passare liscia. Ammetto di essere contento per te, spero proprio che il giorno in cui realizzerai la tua nave penserai a me. A proposito come la chiamerai?
- La chiamerò Argos - poi gli batté una mano sulle spalle.
Diana guardò il marito poi sollevata prese la faretra e uscì nel giardino. Tirare con l’arco era il suo modo per scaricare la tensione .

- Chissà se ho preso la decisione giusta – mormorò Urano scuotendo il capo.
- Sono sicura che è quella giusta – rispose Gea – lo sai, Cassandra non sbaglia, lei legge i segni. Un mondo nuovo ci attende, noi pianteremo i nostri semi e nuovi germogli cresceranno. Coraggio marito mio.
- Vorrei avere anch’io la tua sicurezza. – replicò Urano sommessamente

Urano e Gea si tennero per mano mentre Elios infuocava l’orizzonte e gli aironi dorati del tempio si alzavano in volo.