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 Un milione d'anni fa
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luisa camponesco
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Inserito - 13/04/2006 :  20:30:35  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Un milione d’anni fa

La nebbia densa mescolata a vapore sulfureo che fuoriusciva dalla terra avvolgeva la foresta e rendeva brillanti le enormi foglie. Un gruppo di sauri brucava l’erba più tenera, la terra tremò i sauri si misero a correre verso l’interno del territorio, mentre un vulcano esplodeva.
La nube piroclastica viaggiava a velocità incredibile, al suo passaggio ingoiava intere foreste ed oscurava il sole. L’aria infuocata e irrespirabile, i sauri rimasero sommersi dal materiale solido.
Poi com’era cominciato tutto finì. Qualche sbuffo di vapore fuoriuscì dalle crepe del terreno si disperse nell’aria densa. Nel cielo color arancione alcuni pterodattili volteggiavano in cerca di cibo.
A miglia di distanza in una pianura erbosa, alcuni velociraptor inseguivano un brontosauro, stavano per raggiungerlo quando un tremore, accompagnato da un rombo assordante li spaventò ma non era un’eruzione vulcanica, il rumore veniva dal cielo.
Un oggetto circolare era penetrato nell’atmosfera e stava planando proprio in quella radura. I velociraptor osservavano, nascosti dalla vegetazione l’intruso che aveva interrotto la loro caccia. Il sole tramontò e sorse prima che accadesse qualcosa di nuovo. Un’apertura apparve sui fianchi di quella sfera appiattita ed essere bipedi uscirono all’aperto. Camminavano dentro ingombranti involucri portando pesanti attrezzature che posarono sul terreno.

- Questo è il primo pianeta che osserviamo mentre si sta evolvendo in terraformazione naturale.
- finora abbiamo terraformato pianeti in modo indotto. Ora prenderemo nota della composizione del suolo, dell’aria e dei tempi evolutivi delle specie animali e vegetali.
- questo sarà il nostro campo base
- stendete una rete plasmatica tutt’intorno a questa zona. Formate una cupola!

Così comunicavano, quegli esseri, fra loro. Certo, i sauri non potevano saperlo, ma impararono subito a star lontano dalla barriera protettiva.
Sotto l’invisibile cupola i bipedi avevano installato un vero e proprio laboratorio di analisi.

- La squadra Omega si prepari ad esplorare il territorio. Kit ed armi standard. Rientrate prima del calar del sole. Niente imprudenze né iniziative personali. Attenetevi al Protocollo Alfa.

Muniti di decodificatori ambientali tre individui lasciarono il campo per addentrarsi nella foresta.

- Beta1 catalogherai la vegetazione. Beta2 tu le forme di vita animale, tu Jota analizzerai la composizione chimica dell’acqua, dell’aria e del suolo. Vi troveremo qui prima del calar del sole. Contatti ogni due ore.

Si divisero ed ognuno prese direzioni diverse.

La vegetazione aveva colori e forme diverse, Beta1 incominciò ad annotare i vari tipi flora e il grado di crescita. I colori intensi lo colpirono forse erano anche profumati, ma questo non avrebbe potuto saperlo, un casco trasparente gli copriva il capo. Raccolse dei campioni di fiori e dei primi pioppi e larici. Un coleottero grosso come un pugno gli passò davanti, la sorpresa fu tale che per poco non cadde.
Beta2 registrava e contava i componenti dei vari branchi, poi raggiunse un nido d’uova di T. Rex dopo essersi accertato della lontananza della femmina.
Jota, che guidava il gruppo, mentre analizzava il terreno e la composizione chimica dei gas presenti nell’aria, non si accorse, intenta com’era, d’essere osservata.
Nascosto dalla folta vegetazione uno stegosauro seguiva le sue mosse, poi all’improvviso la terra tremò di nuovo mettendo in fuga un branco di triceratopi. Un fiume rosso scese velocemente, da un vulcano.
- RIENTRO IMMEDIATO ALLA BASE!
I tre si mossero all’unisono per trovarsi al punto d’incontro. Il terreno si spaccò in più punti e fuoriuscì del vapore bollente.

All’interno della cupola, si tolsero i caschi e ripresero fiato.
- A rapporto!
Si presentarono all’interno della nave, il Responsabile della missione li invitò a sedersi e a presentare la relazione di quanto avevano fatto all’esterno della cupola.
- Faremo più tardi una analisi approfondita di questi dati, adesso dobbiamo lasciare la posizione data l’instabilità del terreno e l’imminente eruzione esplosiva del vulcano contrassegnato YWT.
Ma poiché è importante osservare come essa avverrà ci porteremo ad una quota di sicurezza. Dopo di che ci dirigeremo in una prateria nell’altro emisfero.


L’eruzione fu spettacolare, materiali solidi furono lanciati in aria ad una altezza di quasi 45 km e un’intera foresta venne carbonizzata in pochi minuti.

- 60% acqua, 10% ossido di carbonio, anidride carbonica… cloro…. anidride solforica… azoto…

Dopo aver eseguito la registrazione dell’evento, la nave si spostò nell’altro emisfero ed atterrò in una pianura attraversata da un fiume e in parte acquitrinosa, assistettero ad una lotta fra dinosauri. Il terreno vibrava zolle d’erba volavano da tutte la parti, un giovane velociraptor attaccava un protoceratopo dal becco ad anitra. Una lotta per la sopravvivenza.
Jota volle avvicinarsi per registrare le fasi del cruento combattimento.

- Jota rientra!
- Non avremo più un’altra occasione!
– rispose Jota mentre la coda del velociraptor la sfiorava.
Lo scontro terminò inaspettatamente, il protoceratopo conficcò il becco nel fianco del velociraptor. Caddero al suolo entrambi e morirono dopo una lunga agonia. ( I loro resti furono trovati nel 1971 in Mongolia)
- Abbiamo assistito ad un evento incredibile. Questa registrazione susciterà molto interesse fra i nostri ricercatori.
- Bene Jota, un’altra disobbedienza come questa e sarai fuori dal programma di ricerca.
- Mahh….
– Jota tentò di giustificarsi, ma il Responsabile le intimò di tacere.

Jota meditava, ritenendo ingiusto il rimprovero, in fondo, uno degli obiettivi della loro ricerca era proprio quello di analizzare e studiare le forme di vita su di un pianeta in evoluzione, Beta1 la raggiunse. I due erano amici da tempo, avevano frequentato la stessa Accademia e si erano qualificati per quel viaggio.
- Il responsabile era preoccupato per la tua incolumità, non per altro.
- Ma ero consapevole di quello che facevo e stavo attenta.

Beta1 le mise una mano sulla spalla, non aveva mai nascosto il fatto di sentirsi attratto da lei, e non si sentiva sminuito dal fatto che fosse lei a guidare le spedizioni in esterno su questo pianeta come su altri. Furono interrotti dall’arrivo di Beta2
- Presto venite sta succedendo qualcosa di interessante.
Giunti in sala riunioni, il Responsabile accese uno schermo.
- La registrazione è di poco fa, abbiamo fatto una proiezione di cosa accadrà fra qualche migliaio di anni. Vedete! In questo punto la placca tettonica si sta spaccando e si allontanerà sempre di più fino a formare un nuovo continente.
- Flora e fauna si evolveranno in modo separato e peculiare!
Jota si accorse di aver pensato ad alta voce ed arrossì, il Responsabile si schiarì la voce e finse di non aver sentito.
Era pensierosa nella sua cabina quando Beta1 chiese di entrare.

- Oggi hai fatto una osservazione molto acuta, il Responsabile ci vuole vedere subito. Credo che ti abbia perdonato.
Il gruppetto degli esploratori si trovò radunato in sala tattica ed era evidente che il Responsabile stava per affidare loro un nuovo incarico.

- Questa sarà la vostra ultima uscita. Annotate e registrate tutto ciò che vedete, questo pianeta presto muterà aspetto.
Spense la luce e uno schermo si illuminò.

- Notate bene! Dalla cometa, classificata N01 si è staccato un enorme masso che ora vaga nello spazio. Dai nostri calcoli risulta che entrerà in collisione con questo pianeta fra 5.000 anni, stravolgendo tutto ciò che ora abbiamo visto. Come sarà e, se ci sarà una nuova evoluzione, questo non possiamo saperlo ma solo ipotizzarlo. Da qui l’importanza dei dati che potrete rilevare e che serviranno per i nostri futuri esperimenti. Vi auguro un buon lavoro.

Seguirono altre istruzioni e poi i tre esploratori fecero la loro ultima passeggiata sul pianeta.

La nave stava lasciando l’orbita, attraverso un oblò, Jota e Beta1 guardavano la terra allontanarsi.

- Chissà come sarà fra un milione d’anni –
- Sarà un bel pianeta, ricco d’acqua, di foreste e….di vita.

All’improvviso Beta1 si toccò il polso ed impallidì.
- Che succede Beta1?
- Il mio elettro-micro-induttore, l’avevo al polso, ora non c’è più.
- L’avrai lasciato in cabina.
-Forse hai ragione, ma vado a controllare.

Jota accompagnò l’amico nel suo alloggio ed insieme cercarono il piccolo congegno.
Nulla da nessuna parte.

- Ho un pensiero terribile Jota! Non vorrei averlo perso su quel pianeta.

Questa possibilità lasciò entrambi senza fiato.
- Cosa faccio ora Jota?Devo avvisare il Responsabile? La mia carriera è finita!
Jota rifletté un po’.
- Se fossi in te non direi nulla!
- Ma come faccio a tacere, potrei aver condizionato l’evoluzione di quel mondo.
-Il micro-induttore si autodistrugge appena viene urtato da qualcosa, basterebbe una piccola scossa, un chicco di grandine….. tranquillo Beta1 non hai stravolto nulla.
Rassicurato da queste parole, incominciò a pensare a casa, alla vita che l’attendeva e, stringendo la mano di Jota anche ad un futuro diverso.


°°°°°°

Nascosti fra la folta vegetazione, con lance rudimentali, gli ominidi seguivano il grosso mammifero.
Il vento cambiò e l’animale percepì un odore diverso e si mise in fuga, gli ominidi lo inseguirono.
Ma all’improvviso accadde qualcosa, un crepitio, il mammifero fu avvolto da una vampata e così pure la vegetazione vicina, l’animale cadde al suolo, i piccoli uomini, terrorizzati, lasciarono cadere le lance e si misero a correre verso la loro caverna.
Uno di loro si fermò e dopo parecchia esitazione tornò sui suoi passi. Osservò quel fiore rosso e giallo che mandava calore, aveva veduto ancora quella cosa, ma era sempre scesa dal cielo, mai spuntata dalla terra. Raccolse un lancia e tenendola dritta davanti a sé si avvicinò.
La punta si illuminò dello stesso fiore, la lasciò cadere preso da timore, poi si fece coraggio, la raccolse e si accorse che non faceva male.
Il fiore si muoveva rosso e vivido, sapeva che gli animali lo temevano, mandò un urlo e con la lancia ben salda in mano, raggiunse i suoi compagni.

così cominciò…. l’era del fuoco.




Luisa Camponesco

   
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