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luisa camponesco
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Slot machine

Circondata dal deserto di Mohave, la città appariva piatta ed incolore, Pamela fermò la sua vecchia cabriolet a lato della strada, si accese una sigaretta, non avrebbe dovuto fumare, ma, in quel momento, le sembrava la cosa migliore prima di affrontare un’altra notte a servire ai tavoli del Casinò. Il sole, al tramonto, creava riflessi rossi ovunque. La prima volta che li aveva visti era rimasta estasiata, ma questo era successo molti anni prima, forse in una vita precedente. Da allora molte cose erano accadute, Si appoggiò allo schienale e fissò le striature bianche e rosa che interrompevano la compattezza dell’azzurro.

Doveva essere una vacanza premio, suo padre era stato il miglior venditore dell’anno, e, oltre alla promozione a capo-area, aveva vinto un viaggio di una settimana a Las Vegas per tutta la famiglia.
L’aria calda e secca del deserto li accolse all’aeroporto, ma tutti erano impazienti di vivere quei giorni diversi dalla routine quotidiana. Nulla lasciava presagire che quella vacanza si sarebbe trasformata in un incubo e avrebbe stravolto la loro vita.
La suite dell’hotel pareva una reggia, lei correva dal salotto alla camera ad esplorare ogni angolo.
- Mamma hai visto? C’è anche il bar con il frigorifero.
- Va a lavarti le mani e cambiati, tra poco scendiamo per il pranzo!
Diane, sua madre, la prese per mano e senza tanti preamboli la condusse in bagno.
- Mamma! Questo bagno è più grande della mia camera.
Il volto di Diane si oscurò per un attimo, preoccupato.
- Tuo padre è già sceso non voglio farlo aspettare, brigati Pam!
Pamela, chiamata affettuosamente Pam, si lavò in fretta i denti, spazzolò i bei capelli biondi, si fece una boccaccia allo specchio e….
- Sono pronta mamma!
Ogni hotel è anche un casinò, Diane e Pam si aggirarono fra i tavoli del Blackjack , delle ruolette , poker, chemin de fer e dei dadi ma di John nessuna traccia.
- Mamma io ho fame!
- Appena troviamo papà andiamo a pranzo
Lo cercarono per parecchio tempo fra la moltitudine della gente.
- Eccolo finalmente!
Era davanti ad una slot machine ed inseriva monetine in continuazione, il volto arrossato e teso.
- John! È ora di pranzo!
- Un attimo tesoro vengo subito, anzi facciamo così. Voi andate avanti, prenotate anche per me e vi raggiungo fra un attimo.
- Ma John!
- Oh ti prego Diane non incominciare, me la sono guadagnata questa vacanza.
Aveva alzato la voce, ma nessuno vi aveva fatto caso ad eccezione di Pam.
Al ristorante una cameriera venne loro incontro.
- Zona fumatori?
- Non fumiamo.
- Prego da questa parte!
Le pilotò ad un tavolo accanto ad una vetrata che dava su di un parco con palme che ombreggiavano i viali.
- Che bello mamma, ma papà non viene?
- Arriverà cara, arriverà.
John non si fece vedere per tutto il pomeriggio, mamma e figlia trascorsero le ore più calde in camera e verso sera scesero nel casinò.
John questa volta era al tavolo del poker, ma quando Diane si avvicinò vide un uomo diverso, qualcuno che non aveva mai conosciuto. Lo sguardo duro, gli occhi rossi la voce roca. Inutili i tentativi di ricondurlo alla ragione, da qui la decisione di tornare a casa con Pamela e lasciarlo al suo destino.
Trascorsero i giorni senza avere notizie finché…..
- La signora Albright?
Due uomini erano davanti alla porta con un’aria impacciata.
- Sono io – rispose Diane con un fil di voce
- Siamo spiacenti ma la casa nella quale ora abita è stata venduta, avete una settimana di tempo per lasciarla libera.
- Come sarebbe a dire che è stata venduta, la casa appartiene a me e a mio marito.
- E’ tutto scritto qui!
Le consegnarono alcuni documenti, Diane li lesse e si appoggiò alla porta per non cadere.
La sera stessa chiamò un vecchio amico dei tempi del college, ora noto avvocato.
- Calmati Diane, se c’è una via d’uscita io la troverò!
Si dettero appuntamento per il giorno successivo nel suo ufficio. Studiarono i documenti fino a sera inoltrata.
- Credo non ci sia nulla da fare, Diane, mi spiace, non c’è un cavillo al quale attaccarmi, le ha fatte bene le cose quel bastardo. Oh scusa Diane non volevo…
- Sono io che non capisco la casa appartiene a tutti e due come ha potuto venderla senza il mio consenso?
- Semplicemente perché è intestata solo a lui e come unico proprietario può fare quello che vuole.
- Impossibile mi ha detto che….
- Ti ha mentito, mia cara ti ha mentito!
Tornò a casa affranta, sua madre l’attendeva sulla porta.
- Ho messo Pam a letto tu dimmi com’è andata!
Le raccontò tutto fra le lacrime, domandandosi perché era successo proprio a lei.
- Tesoro, la mia casa e piccola ma c’è sempre la tua cameretta potrai dividerla con Pam fin quando non troverai una soluzione.
- Non intendo rimanere a guardare mentre la mia vita va in frantumi, ho ancora qualche carta da giocare.
Andò anche alla società dove John lavorava e così seppe che si era licenziato, andò in banca e scoprì che i conti erano stati chiusi e le carte di credito annullate. Ma Diane non si lasciò andare alla disperazione e con l’aiuto dell’amico avvocato trovò lavoro in un bar vicino casa, le mance non erano eccezionali ma le permisero di vivere dignitosamente.

Trascorsero anni da quel giorno, Pam era cresciuta e dopo il liceo cercava lavoro, i soldi non bastavano mai, soprattutto ora che sua madre si era ammalata e le costosissime cure aveva assorbito i pochi risparmi. Non aveva più visto suo padre ne avuto alcuna notizia, e del resto, non ne voleva sapere, ma quella telefonata le giunse inattesa.
- La signora Albright?
- Sono Pamela Albright dica pure a me!
Un colpo di tosse dall’altra parte, come volesse prendere tempo.
- Questo è lo studio notarile Osborne, ho fra le mani un documento che vi riguarda, redatto da John Albright.
- Non c’è nulla che possa interessarci di John Albright
- John Albright è deceduto un mese fa, quello che ho fra le mani è il suo testamento. Trovi il tempo di venire a Las Vegas, è nel suo interesse.
La mano le tremò, aveva odiato suo padre per tutti quegli anni, ed ora non provava alcun piacere a quella notizia. Il notaio le fissò un appuntamento e le diede l’indirizzo dello studio.
Ne parlò con Diane, piansero insieme, Pam decise di andare a Las Vegas.

Lo studio del notaio era polveroso ma fresco. Un computer in un angolo, libri e faldoni sparsi ovunque.
- Si accomodi signorina Abright
La accolse con un sorriso, un uomo di mezza età, stempiato e con una tendenza alla pinguedine.
- Al telefono mi ha detto che si tratta del testamento di mio padre!
- Esattamente
- Mi scusi ma mi è difficile credere abbia lasciato qualcosa in eredità!
- Certamente non si tratta di una fortuna, è bene poca cosa, ma io ho il dovere di consegnarvela. Ecco qua! Questo è l’atto di proprietà di una casetta situata a qualche chilometro dalla città, e questo è il libretto di risparmio. Ho bisogno che lei firmi il consenso, poi le consegno tutto.
Sul libretto c’erano 5.000 dollari, con quei soldi sua madre avrebbe potuto completare la cura, era già qualcosa.
- Ah mi scusi, dimenticavo, c’è una lettera indirizzata a Diane Albright

Era curiosa di sapere che tipo di casa stava per ereditare. Indirizzo alla mano e cartina della zona si avviò alla ricerca. Quella città aveva fatto tornare a galla brutti ricordi, ma lei e sua madre avevano voltato pagina da molto tempo, eppure provava ancora dolore.
Il gruppo di casette apparve in mezzo al rosso del deserto come un’oasi, un po’ di verde qua e la, alcune con la piscina. Un uomo prendeva acqua da una cisterna…
- Scusi!!! – gridò Pamela
- Dica!
- Cerco la casa di John Albright
L’uomo la guardò con circospezione.
- Sono sua figlia!
- Ahhh, !! L’accompagno volentieri. Accipicchia così lei è la figlia di John!
Incominciò a raccontare di suo padre, di come aveva vissuto in quegli anni, man mano si avvicinavano alla casa, Pamela venne a sapere molte cose, il resto lo avrebbe scoperto presto.
- Siamo arrivati è quella! – Indicò una casetta dall’aspetto dimesso, segno evidente che non era abitata da parecchio tempo.
- Ho fatto quello che ho potuto! – disse riferendosi allo spazio verde che la circondava. – le chiavi le troverà nel vaso vicino alla porta, qui nessuno ruba niente anche perché non c’è nulla da rubare.
- Grazie dell’aiuto. – Pam strinse la mano all’uomo congedandolo.
Rimase assorta e indecisa davanti alla porta, si sentiva un’intrusa e in un certo senso lo era, da quando si era estraniata da tutto ciò che riguardava suo padre, ma doveva entrare in quella casa.
L’interno era fresco, dalle ante filtrava il chiarore del giorno, le spalancò una ad una con furia, quasi a voler fugare i fantasmi del passato. Passò in rassegna le stanze, si sedette sul letto, sul comodino il ritratto di lei bambina con sua madre, una bibbia e un diario. Lo prese ed incominciò a leggerlo, smise solo a sera inoltrata ed allora, solo allora scoppiò in un pianto liberatorio. Si addormentò.

Al mattino aveva preso la sua decisione e la comunicò telefonicamente a Diane poi si recò in città, in quello stesso Hotel di tanti anni prima e andrò dritta in direzione.
- Sono Pamela Albright vorrei prendere il posto di mio padre John nel caso fosse ancora disponibile.

Si era attardata nei ricordi, Las Vegas stava già accendendo la sua cascata di luci, rimise in moto e si diresse al lavoro. L’armadietto ero quello di suo padre e anche il lavoro era lo stesso, servire ai tavoli, ma le mance non deludevano mai. Tutte le sere passava fra i tavoli del poker e del blackjack e alle slot machine e tutte le sera qualcuno si accaniva su di esse.
Tutte le sere rivedeva suo padre e il dramma che lo aveva accompagnato in quegli anni, un dramma che lei aveva conosciuto da poco. A modo suo, suo padre si era riscattato, lei lo aveva perdonato. Una luce incominciò a lampeggiare accompagnata da un suono prolungato, qualcuno era riuscito a svuotare una macchinetta. Una piccola fortuna cadeva ai piedi di qualcuno.
- Marc! Esco un attimo a fumare una sigaretta. Sostituiscimi!
- Ok Pam vai pure.
Dall’altro lato della strada una coppia festeggiava il matrimonio, tra bevute di birra e risate.

Quella era Las Vegas, la si poteva amare od odiare, ma esisteva e sarebbe esistita sempre come il vento caldo del deserto.




Luisa Camponesco

Edited by - luisa camponesco on 22/05/2006 20:08:11

   
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