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 Seconda Giornata della Pace dei Giovani ad Asti
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Di Baroncia Simone Ad una settimana dall'incontro mondiale dei giovani per la pace, il fondatore del Sermig -Ernesto Olivero- invita tutti ad essere ad Asti domenica 3 ottobre.
"Quando i giovani decidono di incontrarsi per qualcosa di importante, si danno un appuntamento: sono i giovani che convocano i giovani. Il 1° Appuntamento si è tenuto a Torino il 5 ottobre 2002 e vi hanno partecipato 100.000 giovani provenienti dall'Italia e dal mondo. Con il contributo di tutti è stato redatto il documento "Ridisegniamo il mondo partendo dai giovani e dalla pace". Il 13 maggio 2003 con una delegazione di giovani l'abbiamo consegnato con Dom Luciano Mendes de Almeida, al Presidente brasiliano Luiz Inàcio Lula Da Silva perché se ne facesse portavoce presso le Nazioni Unite. L'Appuntamento dei Giovani della Pace è promosso dai giovani che frequentano l'Arsenale della Pace di Torino e hanno redatto la Carta dei Giovani, dieci punti che racchiudono le loro migliori volontà, per dare un futuro a loro stessi e all'umanità intera. L' Appuntamento biennale è un'occasione per i giovani di incontrarsi, di realizzare scambi di idee e risorse che possano renderli sempre più forti e consapevoli. Oggi è tutto "mondiale": benessere ma anche fame; bisogni dei giovani ma anche mode, dipendenze e sballi; finanza ma anche impoverimento della società; informazione ma anche non-informazione; pace ma anche guerra, violenza, terrorismo... Anche l'Appuntamento del 3 ottobre è Mondiale: si rivolge ai giovani del Nord e del Sud del Mondo che hanno a cuore le sorti del mondo intero. È l'indifferenza - degli italiani, dei brasiliani, degli africani, degli arabi, degli americani, dei cinesi, dei russi, degli indiani, … - la maggior azionista delle ingiustizie, dell'odio e delle guerre; ogni gesto è complice di scelte di pace o di scelte di non pace. I giovani sono i protagonisti del cambiamento se accettano anzitutto di cambiare se stessi, se non si limitano a manifestare contro la guerra e scelgono di costruire la pace partendo dalla loro vita. Oggi non basta più dire "no alla guerra", dobbiamo dire "sì alla pace". Non dobbiamo illuderci che sia la stessa cosa. La pace non si esaurisce nel no detto alla guerra, ma comincia da lì. Dire sì a gesti quotidiani di bene, sì al perdono, al dialogo, alla solidarietà. Dire sì alla libertà, al diritto di tutti di vivere, di nascere, di nutrirsi, di curarsi, di realizzare le proprie aspirazioni. Dire sì ad una economia che non affama e non depreda le risorse, ma le mette a disposizione di tutti. Dire sì alla scienza e alla tecnologia, alle risorse e alle intelligenze, investire nella pace e nella vita piuttosto che nella ricerca militare e nella fabbricazione delle armi. Lo slogan dei Giovani della Pace è "Giovane, il futuro sei tu". Il domani sarà come i giovani di oggi lo vorranno, come si impegneranno a costruirlo. Il domani sarà di chi lo amerà di più. Questo slogan esprime anche la fiducia degli adulti verso i giovani, con la volontà di mettersi in ascolto e aiutarli a diventare protagonisti. Il tema di questo Appuntamento sarà il dialogo, premessa indispensabile per ogni serio cammino di pace. Ci sarà pace solo se, in ogni circostanza, sceglieremo di dialogare, sceglieremo il dialogo come unica strada degna dell'uomo per risolvere conflitti e tensioni, per prevenire ed affrontare i problemi che spesso causano l'insorgere e il dilagare di violenza e terrorismo, per formare le nostre coscienze, per incontrarci tra religioni superando gli integralismi, per affrontare le ragioni del credere e del non credere. Se alcuni aspetti che improntano l'oggi conquisteranno il domani, non ci sarà futuro per nessuno, ricchi e poveri, credenti e non credenti. Ma l'oggi è ancora nelle nostre mani e possiamo ancora modificarlo. Dobbiamo accettare di sederci attorno ad un tavolo, disposti a cambiare qualche nostra abitudine, a riconoscere, dove c'è, un pregiudizio, o un'ignoranza, nelle nostre care idee. Se il dialogo diventa il nostro stile di vita, il nostro metodo, un segno dei tempi, possiamo sperare ancora nel cambiamento. La Città di Asti e il suo territorio sono da sempre sensibili alle problematiche emergenti, generose e concrete nel trovare risposte immediate. Abbiamo ritrovato queste caratteristiche in molti amici che ci seguono da tempo come Giuliana, Luisa, Giovanni, Giovanna, Marco, Adriano, Lidia, Paolo, Eliana; le abbiamo ritrovate nel Vescovo Mons. Francesco Ravinale, nel Sindaco Vittorio Voglino e nell'Assessore comunale Beppe Passarino, nel Presidente della Provincia Roberto Marmo e nell'Assessore Maurizio Rasero, nel Provveditore agli Studi Francesco Contino e nel Dirigente Scolastico Gianfranco Miroglio. Le abbiamo ritrovate nel Presidente della Regione Enzo Ghigo e nell'Assessore Mariangela Cotto che avevano sostenuto l'Appuntamento di Torino e hanno rinnovato l'appoggio e l'adesione della Regione Piemonte. L'entusiasmo con cui questa iniziativa è stata accolta ci ha convinti che Asti è la città ideale per il 2° Appuntamento dei Giovani della Pace. Inoltre Asti, città di forte immigrazione da Paesi stranieri, può diventare un laboratorio di integrazione; questa giornata, caratterizzata da un'apertura mondiale, può contribuirvi in modo significativo. E' stato creato un comitato che si farà carico della preparazione e dell'organizzazione della giornata. L'uomo e la donna possono dirsi tali solo se sanno vedere fino in fondo i problemi reali del tempo che si trovano a vivere. La fotografia del mondo di oggi è drammatica e senza senso. Non possiamo accettare che perfino i bambini siano utilizzati come kamikaze. Non possiamo accettare che in Africa e in altre parti del mondo si arruolino i bambini, perché sono ubbidienti e non costano niente, perché gli adulti non vogliono combattere. Non possiamo accettare eserciti fatti di bambini, addestrati, drogati e mutilati per diventare soldati tra i più feroci… Nel mondo la strage degli innocenti continua. Non vogliamo abituarci a questa malvagità. La nostra indignazione non deve restare una sterile denuncia, vogliamo che i bambini siano al primo posto in questa giornata dedicata al dialogo e alla pace. Dobbiamo costringere l'ONU e le istituzioni internazionali ad aprire gli occhi e ad intervenire in difesa dei bambini forzati a diventare soldati, dei bambini usati per la guerra e per il terrorismo; a farsi carico in modo decisivo delle sorti dei bambini che nel mondo subiscono gli effetti del sottosviluppo e della malnutrizione, sono privati dell'istruzione e sfruttati per il lavoro, sono vittime del commercio di organi, dell'abuso sessuale. La vera credibilità dell'ONU inizia dal saper affrontare in modo decisivo ed immediato il dramma dei bambini. Questo sarà l'appello che si alzerà forte da Asti il 3 ottobre. Ma vogliamo anche che il 3 ottobre sia caratterizzato da un segno concreto di solidarietà. L'obiettivo è salvare almeno 100.000 bambini in Romania, Georgia, Brasile, Italia, Argentina, Bangladesh, Vietnam, Cambogia, Birmania, Tanzania, Sudan, Kenya, Costa d'Avorio, Congo, Uganda, Liberia, Giordania, Iraq… attraverso realtà che operano sul posto con cui il Sermig collabora da tempo e che saranno presenti ad Asti, documentando ai presenti i progetti di aiuto e il metodo di lavoro. L'operazione di solidarietà avrà poi un seguito con la "Turin Marathon" il 17 aprile 2005 con lo slogan "CORRERE VERSO LA PACE per salvare almeno 100.000 bambini nel mondo". Questa Maratona continuerà ad avere gli stessi obiettivi per i prossimi anni. I Giovani della Pace sono aperti all'incontro e al confronto con tutti. Per questo Appuntamento i giovani invitano altri giovani, gli industriali altri industriali, i Sindaci altri Sindaci, i Comuni altri Comuni, la Provincia, la Regione e così ogni istituzione civile o religiosa, perché cresca la partecipazione di tutti i settori della società e sia sempre rappresentato il mondo. I Gruppi e le associazioni inviteranno i loro referenti a livello nazionale ed internazionale. Tutti possono partecipare e portare il proprio contributo alla giornata, sia precedentemente attraverso il portale www.giovanipace.org che direttamente durante la giornata. Gruppi giovanili, scuole, associazioni di volontariato sono invitate a preparare un contributo attraverso il teatro, la musica, mostre, pittura, fotografia, animazione di strada, ecc. Saranno coinvolte le scuole di ogni ordine e grado che si prepareranno alla giornata sviluppando il tema del dialogo con elaborati, espressioni grafiche, animazioni. Trasformeremo la scuola dell'obbligo dei giorni feriali in una domenica della scuola scelta con il cuore. DOMENICA 3 OTTOBRE E' UNA GIORNATA DI SCUOLA A TEMPO PIENO. Dobbiamo tutti quanti educarci a vivere a tempo pieno l'amore, la giustizia, la pace. Solo allora l'amore, la giustizia, la pace porteranno frutti buoni per tutti gli uomini e le donne. Chi vive con questo stile non va in ferie, non stacca mai. Domenica 3 ottobre vogliamo tutti imparare e invitiamo tutti i giovani a diventare allievi ma anche maestri. Saranno coinvolti nella preparazione della giornata i giovani italiani e stranieri che in questi anni hanno collaborato con l'Arsenale della Pace, ma soprattutto la Città di Asti e i Comuni della Provincia con i suoi giovani, con la sua gente. Noi adulti non siamo stati in grado di portare l'umanità ad una svolta decisiva verso la pace e la giustizia. Dobbiamo avere il coraggio e la saggezza di metterci in ascolto dei giovani. Dove abbiamo fallito noi, possono essere più incisivi loro. Per questa ragione il punto centrale dell'Appuntamento è il "G8 alla rovescia" che diventa "8G - 8 Giovani". Prendendo in prestito la sigla del periodico raduno dei "Grandi della Terra", saranno 8 giovani a raccontare la loro vita, le loro speranze e gli adulti, i "potenti" ad ascoltarli. Un "G8" alla rovescia" non è uno slogan, è un guardare le cose da una prospettiva diversa, anzi da una prospettiva opposta. Vuol dire accorgersi dei piccoli e della loro sapienza, accorgersi della loro intelligenza non ancora piegata dall'abitudine, dalla rassegnazione, dalla violenza e rivolgerci ai "grandi", perché non dimentichino il consiglio prezioso di sapersi far "piccoli". Fonte: Sermig


Fonte:Sermig
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