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 "Il riscatto della vita"
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Roberto Mahlab
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Inserito - 30/05/2003 :  22:05:01  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

"L'arte o e' bella o non e' bella", non ci sono vie di mezzo, recita il detto che lascia poco spazio all'animo del singolo. Ma che dire quando l'arte entra nell'animo e pur nella semplicita' della rappresentazione riesce a raccontare le ansie di un popolo intero, come riflesso della condizione del singolo? "L'arte sa raccontare oppure non sa raccontare", puo' essere il motto della danza moderna, poco colore, eppure rapisce il pubblico e, invece di porgere un ovvio significato, esorta ad entrare nell'animo di coreografi e ballerini, per comprendere, ed e' allora che il pensiero vaga, un singolo movimento sul palco ricorda mille movimenti della vita.

I ballerini del gruppo "Vertigo" erano ieri sera sul palco del teatro Manzoni a Milano che presentava l'avvenimento intitolato "Il riscatto della vita". Raccontavano con una danza sobria, esatta, schiva, esponevano il loro mondo e invitavano ad entrarci, artisti validi e portatori di invalidita' nella coreografia intitolata "La forza dell'equilibrio", il dolore che si tramuta in parola muta, i movimenti, anche difficili, che diventano racconto della trasformazione di chi offre e chi prende, semplicita' sconvolgente, animi che sentono di doversi fare accettare come diversi, ma che non vogliono farsi sentire diversi, dimostrano come sfida e poi si ritirano, mostrano paura e timore di mettersi in gioco, ma e' la stessa paura e timore di tutti, nelle due volonta' di avvicinarsi.

Come un popolo intero che ha percorso la Storia offrendosi per quello che e', a volte con le spalle gravate del peso della propria condizione, del proprio passato faticoso, perche' non accettato, che tende la mano e poi la ritira, offre l'animo e poi senza parole propone di decidere di avvicinarsi, ma non pretende.
E' sorprendente come l'arte possa essere specchio di una situazione, anche quando apparentemente e' lontana nel tempo e nello spazio, anche se in quel momento parla di altro, ma il nocciolo che si scopre o si vela e' definibile, come tema eterno, anche ricoperto di allegria oppure di tristezza. O forse e' l'appartenenza, quel nucleo e' dentro non solo all'artista ma anche dentro lo spettatore. E' difficile staccarsi, accettare che l'arte sia solo una disciplina che sappia farsi piacere, che non rappresenti l'animo dell'autore che vuol far comprendere qualche cosa che va al di la' della rappresentazione, e anche se questo non e', anche se ha voluto rappresentare solo arte, e' anche importante il significato che spinge alla partecipazione dell'animo, anche proprio, un incontro tra gli animi di chi offre e di chi riceve.


La Compagnia di ballo Vertigo proviene da Israele, da Gerusalemme, e' famosa in tutto il mondo e ieri ha preceduto sul palcoscenico un altro gruppo di artisti, i ragazzi del Centro Culturale Luigi Einaudi. Il primo presidente della repubblica dell'Italia libera, presidente onorario del comitato italiano della Alyat Ha Noar, una istituzione che vide la luce nel 1933, gli stessi giorni dell'ascesa al potere del nazismo, un milione e mezzo di bambini ebrei sarebbero stati tra i sei milioni di sterminati, cinquecentomila bambini profughi, bisognosi, durante e dopo la guerra, fino ai giorni nostri, sono stati accolti dall'organizzazione, curati nell'animo, educati ad esprimere dalla tragedia la luce, nei tanti villaggi sparsi in Israele, ancora oggi, dall'Etiopia alla Russia, spesso ragazzi che giungono senza i genitori, e continuano ad arrivare, continuano ad essere accolti.
L'Italia scelse di adottare, 27 anni fa, uno di questi villaggi, dal nome "Israel Goldstein", inaugurando il Centro Luigi Einaudi, prestigioso, per la formazione che i ragazzi vi ottengono, al primo piano della costruzione sorge il Conservatorio.

Roberto Assaggioli, cittadino italiano di religione ebraica, il fondatore della psicosintesi. Fu mentre il regime fascista lo imprigiono' per la sua origine che elaboro' il pensiero delle zone di luce della mente umana, fino ad allora la psicoanalisi freudiana aveva esplorato le zone di buio per poterle curare, ma l'inconscio puo' sviluppare le qualita' dalla sofferenza, l'arte e' uno dei mezzi per ricollegare il proprio essere al mondo esterno, per poter sentire di esserne parte, la guarigione e' l'accettazione e la consapevolezza di cio' che si puo' offrire.

I ragazzi del Centro Luigi Einaudi si sono esibiti in un coloratissimo numero del loro coro, hanno ricordato Gerusalemme, di nuovo riunificata e libera alla preghiera di ogni fede, hanno cantato la loro vita di giovanissimi, la loro musica e l'allegria uguale a quella di tutti i coetanei in tutto il mondo, il loro direttore aveva ricordato poco prima lo sgomento al pensiero di altri loro coetanei, che non erano li', che erano morti negli attentati terroristici a Tel Aviv, ragazzi che erano in discoteca, avevano raggiunto Israele da poco, dalla Russia e da altri paesi.

Ero bambino, una mattina di giugno, era il 1967, la tensione attorno ad Israele aumentava, la minaccia di sterminio palpabile, non avevo piena coscienza del perche' i miei genitori fossero in lacrime quando tornavo a casa dalla scuola, del perche' telefonassero ogni ora ai loro fratelli e sorelle in Israele. Non potevo ancora comprendere le grida disperate di chi era sfuggito e ancora rivedeva i fantasmi da cui la sua vita era stata marcata, nei ghetti, in oriente e non solo in occidente, le fughe, le avventure per salvarsi e per salvare i propri cari e di nuovo, neppure la Terra di nuovo ricostituita era in salvo. L'altoparlante della scuola all'improvviso si animo', il preside fece l'annuncio che la guerra era scoppiata. E che Israele era solo. Ebbe sei giorni per sopravvivere. E l'anima dell'Italia vibro', Indro Montanelli con i suoi editoriali, il presidente della repubblica di allora, Giuseppe Saragat, che spezzo' il silenzio dei potenti e disse chiaro che tutti gli italiani avevano tremato, per i loro fratelli di Israele aggrediti. L'Italia parlo'.

"Lasciatemi cantare... con la chitarra in mano.... lasciatemi cantare.... sono un italiano... un italiano vero...."
Il pubblico era sorpreso ieri sera quando la bellissima voce di uno dei ragazzi del Centro Luigi Einaudi inizio' a cantare il famoso motivo, omaggio di Israele all'Italia, grande democrazia sorella, applausi ritmati del pubblico italiano di ogni fede, commosso.
E poi tutti in piedi, gli inni dei due paesi, il Mediterraneo trasmissione di cultura comune, di amicizia, di rispetto, di amore, di riconoscenza, l'inno di Mameli per primo, poi l'inno di Israele, l'Hatikva', significa la speranza, la speranza di pace di cui i ragazzi del coro, che studiano in Israele nel centro che rappresenta l'Italia, sono portatori.

Concerto News System - @2003

   
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