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 Un regalo di Natale
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 20/12/2010 :  17:34:34  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
Un regalo di Natale

Mio nipote Renatino è un bambino di otto anni e da quando ne aveva quattro, ha sempre desiderato un cellulare. Si divertiva con un telefonino giocattolo fingendo di parlare con il padre. I genitori non hanno mai voluto comprargliene uno autentico perché sembrava assurdo darlo nelle mani di un ragazzino così piccolo. Allora spesso Renato se lo faceva prestare da me mostrando di conoscerne perfettamente il funzionamento. Quando gli ho mostrato il mio nuovo cellulare super accessoriato, lui in un momento si è reso conto dei marchingegni, di tutte le funzioni e me le ha spiegate. Dunque ho deciso di regalargliene uno per Natale. Ma l’avventura che è capitata ha dell’incredibile!
Io possiedo un cane barbone, con il pelo bianco e soffice. Si chiama Fido, detto Fid. Le sue dimensioni non sono indifferenti e sembra un enorme montagna di cotone. Ha un carattere vivacissimo e affettuoso, non fa altro che correre per la casa. Renatino, quando mi viene a trovare, lo fa saltare, ridendo e divertendosi come un matto e gli ha insegnato a camminare sulle zampe posteriori.
Avevo acquistato al vivaio un bellissimo abete e l’avevo addobbato con luci rosse intermittenti, nastri bianchi e centinaia di palline colorate. Dopo di che, avevo comprato per Renato il cellulare tutto avvolto in un bel pacchetto e l’avevo collocato sotto l’albero. Era un modello molto piccolo e moderno. Lui aveva capito perfettamente cosa contenesse il pacchetto e mi aveva supplicato di poterlo aprire prima, impaziente di giocare con il suo primo autentico telefonino. Invece il giorno di Natale, sotto l’albero era rimasta solo la carta dorata, ma del telefonino nemmeno l’ombra. Ero molto adirata perché supponevo che, di nascosto, mentre era a casa mia, non avesse aspettato e che avesse già aperto il pacco. Telefonai nervosa a casa sua e melo feci passare. Invece di augurargli Buon Natale, lo investii dicendo: - Renato! Che hai fatto! I pacchi non si aprono prima del momento.- Lui mi ascoltò trasecolato, poi disse: -Io non ho toccato niente e non ho aperto nessun pacco.- Aveva un tono convincente.
-Non è possibile! Il pacchetto è scomparso e tu l’hai preso!- Però cominciavo a dubitarne. Renatino al telefono si stava mettendo a piangere: -Io non ho preso niente, niente, niente, non ho preso niente!-
Mio marito si mostrò pure allibito: - Com’è possibile che sia scomparso, scusa? C’è la carta e non c’è il cellulare?-
Nella nostra mente però andava prendendo corpo la realtà delle cose:
Il cane Fid doveva avere preso il pacco, l’aveva aperto e aveva giocato con il telefonino. Ci guardammo e quasi contemporaneamente chiedemmo: -Dov’è Fid?- Il cane era sdraiato sulla poltrona del soggiorno e dai morbidi peli del suo muso spuntava solo il naso nero a patata.
-Fid, che hai combinato?- gridai arrabbiata –Dov’è il telefonino?-
Mi guardava con le orecchie drizzate e agitava la coda.
-Hai aperto il pacco, vero? Hai giocato col telefonino! Dove l’hai messo?- Continuava a guardarmi e ad agitare la coda, poi scese dalla poltrona e mi venne incontro saltando ed abbaiando.
-Sei uno scemo Fid! Dov’è? Dove l’hai messo?-
Ero arrabbiata anche perché pensavo che potesse averlo rotto sbattendolo a terra. Mio marito disse: -Non ci resta che cercarlo con santa pazienza; da qualche parte l’avrà lasciato. Lo troveremo. -
E così ebbe inizio la caccia al cellulare. Guardammo in tutti gli angoli della casa. In cucina, vicino la cuccia di Fid; cercammo nel ripostiglio, vicino i giornali che usa per i suoi bisogni. Rovistammo nel salone e nello studio, ma il cellulare pareva volatilizzato! Poi un’idea attraversò la mia mente: andai a rintracciare il numero del famoso telefonino e mi diressi verso il l’apparecchio telefonico di casa. Composi il numero e attesi. Poco dopo, incredibile a dirsi, udimmo degli squilli provenire dalla pancia di Fid!
Mio marito cominciò a urlare terrorizzato: -Nella pancia! L’ha ingoiato! Aiuto! Cosa facciamo? Fid ha ingoiato il telefonino!-
-E’ vero, - dissi - non c’è dubbio che lo squillo proveniva dalla pancia del cane.- Il quale, udendo il suono, aveva abbaiato e si era dimenato.
So che questo avvenimento può sembrare frutto di fantasia ed inventato e invece è l’esatta realtà di ciò che accadde.
Adesso, io e mio marito ci guardavamo trasecolati, senza sapere che pesci pigliare.
-Dobbiamo portare subito Fid dal veterinario, - disse mio marito prendendo il coraggio a due mani.
-Sì, d’accordo, - risposi, -andiamo subito. -
Ci siamo messi in auto con il cane. Mio marito guidò ad un’andatura non consentita in città. Quando arrivammo dal veterinario, eravamo spaventati e agitati. Spiegai al dottore quanto era successo e lui mi guardò incredulo. -E’ convinta di quel che dice? Il cellulare ha squillato dentro la pancia del cane?-
-Sì, sì,- gridò mio marito -l’ho sentito io, è nella pancia di Fid!-
Il dottore ha sempre avuto in cura l’animale e lo conosce da quando è nato. L’ha vaccinato e gli è comunque affezionato. Lo prese per il muso e lo guardò. Fid per contraccambiare gli leccò la faccia.
-E’ possibile? Fid, è possibile che hai inghiottito il cellulare?-
Altra leccata di faccia. A questo punto, l’ha fatto accucciare sul tavolo delle visite e gli ha toccato lo stomaco. L’ha visitato e non gli ha riscontrato nulla di anormale.
-Secondo me, - esordì - è un oggetto abbastanza piccolo e non ha nociuto in alcun modo all’apparato digerente. Quindi, prima o poi, lo espellerà. Da questo momento in poi, dovete solo stare attenti alle sue feci; vedrete che presto vi troverete il cellulare. Comunque registrerò il caso. In veterinaria è proprio assurdo. Mah! Ancora stento a crederci!-
Così nei giorni successivi, io, mio marito e Renatino, abbiamo spiato con la massima attenzione tutte le cacche di Fid. Il bambino sperava di recuperare il suo agognato cellulare. Seguivamo il cane, lo tenevamo d’occhio, ci precipitavamo a cercare nei giornali dove aveva lasciato i suoi bisogni, e il cane non capiva perché andassimo ogni volta ad esaminarli come se fossero un reperto prezioso. Sin quando una bella mattina udii il grido di soddisfazione di mio marito: - Oh! Finalmente! Ecco il telefonino!- E così dicendo aveva toccato una bella cacca cilindrica. Fid lo guardava con la testa piegata da una parte e sembrava voler dire: -Ma guarda sto cretino!-


Gabriella Cuscinà

   
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