Concerto di Sogni
Main sponsor: Ideal Gomma Sport Sas
Think and Make It!

Remember Nassiriya : Appendete una bandiera ai vostri monitor Concert of the World: English Version



 Home   Elenco Autori   Forum:Elenco Argomenti   Eventi attuali e storici    Le prime pagine   Link  
Utente:
 
Password:
 
Salva password Dimenticata la password?
 
 tutti i Forum
 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 Pretzel o Bagel
 Versione per la stampa  
Autore Tema Precedente Tema Tema Successivo  
Roberto Mahlab
Amministratore



2852 Inseriti
296 Gold
2457 Punti Rep.
Inserito - 25/11/2010 :  09:12:52  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Bagel
Pretzel

Che sarebbe stato un pomeriggio difficile, me ne resi conto già quando alle quindici e trenta toccò a me indicare che cosa desideravo alla ragazza che gestiva sia le richieste degli avventori che la cassa al bistrot della sala imbarchi dell'aeroporto di Dusseldorf.

Eppure era filato tutto liscio fino a quel momento, la sveglia alle quattro, il taxi in orario mezz'ora dopo, la partenza del mio volo in perfetto orario alle sette, l'autobus senza ritardi dall'aeroporto alla fiera in Germania, gli incontri con i miei fornitori e poi il ritorno all'aeroporto di Dusseldorf verso le due del pomeriggio. I controlli per accedere alla sala imbarchi erano rigorosi, la borsa sul nastro dello scanner, il passaggio attraverso la porta che trillava se si portava addosso qualcosa di sospetto, l'addetto con il rilevatore che mi controllava da capo a piedi e mi chiedeva di alzare le scarpe di modo da poter verificare che non ci fossero esplosivi nascosti all'interno.

Il salone delle partenze era quasi deserto, a quell'ora c'erano pochi voli in programma, una coppia mi superò mentre osservavo le pietanze che si potevano scegliere dietro una vetrina che ricopriva il bancone del bistrot, scelsero senza alcuna indecisione il loro pranzo, intanto io leggevo con attenzione la lista. Toccò a me, avevo già l'acquolina in bocca, avevo notato, appesi al caratteristico gancetto, la deliziosa specialità che sempre, quando vado in Germania, compone i miei spuntini da uomo d'affari affamato dopo una giornata di incontri negli stand.

"Che cosa desidera?", mi chiese la ragazza dietro il bancone in tedesco. "Un bagel", risposi con tono convinto e gioioso nella stessa lingua e indicai il filone intrecciato, ricoperto di crosta marroncina e di semi di sesamo e sale.

Raramente ho osservato una persona così indignata come quella ragazza, le gote le si erano arrossate, le guance gonfiart a trattenere il fiato per poter poi esprimere con rabbia :"nein! Das ist pretzel, nicht bagel!", "è un pretzel, non un bagel".

Impallidii rendendomi subito conto dell'enormità del mio imperdonabile errore. Ma certo! Mi diedi uno schiaffetto leggero sulla parte destra del viso, mi ero autoinfluenzato leggendo la lista delle vivande, "bagel con mozzarella", "bagel con salmone" e così via ed erano bagel quelle ciambelle ripiene e ben in mostra dietro la vetrina del ripiano. Bagel, non pretzel. I pretzel invece erano, e come potevano non essere, appesi al gancetto. Insomma, era stato come se io avessi confuso i mandarini con le arance.

"Es tut mir leid, ein pretzel bitte", "mi scusi", replicai con il tono più umile e afflitto che potessi esprimere, "un pretzel per favore" e indicai la delizia appesa al gancetto.

La ragazza mi osservò come si osserva un fastidioso insetto e non potei darle torto, prese dal gancetto un pretzel, lo avvolse in un tovagliolino di carta e me lo porse, indicando con le dita che le dovevo due euro.

Sia il bagel che il pretzel sono forme di pane le cui origini si perdono nella Storia passata, il pretzel dalla caratteristica forma intrecciata, con la superficie lucida e scura e croccante e la superficie salata era una tipica creazione pasquale dell'Europa centrale, il bagel, la ciambella lievitata, una tipica creazione ebraica askenazita. Entrambe le creazioni sono ai giorni nostri di casa da Berlino a New York.

Mi sedetti sulla comoda poltrona vicina alla porta di imbarco dalla quale sarebbe partito il mio volo di ritorno e, tocco dopo tocco, staccavo crosta e mollica del mio pretzel emettendo sospiri di deliziata estasi quando i bocconi si appoggiavano sulle papille gustative della mia lingua.

Lo schermo della tv digitale appesa al soffitto era fisso sull’immagine del parlamento di Berlino con un cerchio rosso sulla cupola, la dicitura sotto l’immagine riportava le parole appena pronunciate dal ministro dell’interno tedesco, secondo il quale era in corso un sospetto complotto di al qaeda per attaccare il paese.

Attento più al pretzel che allo schermo, non mi accorsi dell’ombra che si era avvicinata e mi sovrastava.

“Non ha sentito?”, esplose un tono gutturale tipicamente tedesco, “ehi, dico a lei, si deve spostare dall’aera imbarchi e deve uscire al di fuori della zona di sicurezza!”. Nel passaggio dei miei sensi dal pretzel alla voce imperiosa, dovetti scuotere il capo più volte per comprendere se stessi sognando, alzai gli occhi e mi vidi di fronte un enorme poliziotto con tanto di pistola al fianco. Lo osservai perplesso ed egli mi ripeté, stavolta con maggior considerazione :”per favore, deve allontanarsi da qui, è zona di sicurezza”.

Mi volsi verso il corridoio e rimasi sbigottito a notare una lunga processione di persone di tutte le origini che si spostava verso l’uscita dei saloni di imbarco. Da ogni angolo sbucavano agenti armati di grossi mitragliatori e altri addetti alla sicurezza stavano facendo chiudere le serrande a tutti i negozi del duty free e ordinavano ai gestori di unirsi ai passeggeri in uscita.

Centinaia di persone si erano ormai accalcate alle porte scorrevoli che conducevano nuovamente al salone di ingresso prima del controllo di sicurezza e tutti quanti si erano fermati in attesa di istruzioni ulteriori su che cosa dovessero fare di più, iniziò uno scambio tra un signore con un turbante indiano in testa che non capiva quanto stava accadendo ed un ufficiale della polizia che lo invitava a continuare a camminare. Poco dopo quasi tutti i passeggeri si affiancarono al signore indiano per chiedere chiarimenti agli agenti, fino a che un ufficiale sbottò :”ma volete uscire da questi saloni al più presto? Uscite, potrete rientrare dopo i nostri controlli e dopo esser stati di nuovo sottoposti al passaggio attraverso il metal detector”. Mi venne da pensare che i poliziotti erano ormai più esasperati verso i passeggeri che verso coloro che avevano costretto alla procedure di evacuazione, evidentemente con una minaccia terroristica.

Nel salone di ingresso dell’aeroporto erano addensate migliaia di persone, un signore americano aveva portato via con sé dal salone imbarchi un grosso bicchiere colmo di birra chiara, un altro non si era staccato da un piatto di maccheroni al peperoncino rosso e mangiava, in piedi, con gusto e fretta, come se dovesse essere il suo ultimo pasto. Si formarono capannelli di persone della stessa nazionalità, della stessa lingua, tutti a darsi coraggio a vicenda, a raccontarsi episodi comici di cui erano stati testimoni nel corso di viaggi precedenti. Le vetrate di accesso ai metal detector vennero sbarrate e dietro si posizionarono dei militari pesantemente armati, evidentemente anche l’entrata all’aerostazione era stata bloccata, perché i passeggeri in attesa non aumentavano.

Ogni tanto dall’altoparlante provenivano voci gracchianti e incomprensibili che invitavano i passeggeri che avevano prenotato i voli per Barcellona, Londra e Parigi a incamminarsi verso un’altra ala dell’aeroporto a cui i loro voli erano stati appoggiati. Le persone rimaste assediavano il bancone dell’addetto al controllo della carta d’imbarco per chiedergli informazioni, ma lo sguardo del giovane pareva smarrito e allargava le braccia in segno di impotenza.

Dopo mezz’ora infine osservai che gli uomini armati dietro alle vetrate si ritiravano e che agli addetti alle porte con i metal detector era stato consentito tornare al loro posto. E di nuovo dovemmo tutti quanti sottoporci al controllo del bagaglio a mano e del rilevatore manuale per poter ripresentarci nel salone degli imbarchi.

Avevo di nuovo fame, ma non c'era tempo, il mio volo venne chiamato subito, osservai tristemente i pretzel appesi al gancetto del bancone del bistrot e i bagel in bella mostra sotto la vetrata e incrociai lo sguardo della ragazza con la quale poco prima avevo avuto l'alterco culinario, lei sorrise, io sorrisi, alla prossima disfida, pretzel o bagel, le invincibili armi del mondo libero.

Roberto Mahlab


   
Clicca qui per la scheda generale dell'autore
Altri testi dello stesso autore
Tema Incorniciato L'autunno dell'ibisco
Tema eventi
Tema Incorniciato Concerto mix 
Tema CONTATTO! TRINGLOWA!
Tema Lettera a Emergency
Tema La leggenda di Al, John e Jack
Tema Il grande dittatore
Tema Incorniciato Pictures in the rain
Tema help Concorso per Concerto di Sogni
Tema Incorniciato auguri per un nuovo anno di pace e solidarietà
Tema Incorniciato Un Sabato speciale
Tema Facciamoci gli Auguri per il 2003
Tema Incorniciato Sogni salati
Tema Incorniciato Il segreto del battito sospeso
Tema La proporzionalita' dei sogni
Tema Le interviste della cns/i semi dell'intolleranza
Tema Incorniciato Il portagioie di batik
Tema Un mondo pericoloso
Tema EDITTO/Il club dei belli
Tema I corrispondenti/Il Sarto di Panama
-----------------------------------------
Vai a:

Pagina Caricata in :2,82
Imposta come tua pagina di avvio aggiungi ai favoriti Privacy Segnala Errori © 2001-2021 Concerto di Sogni - B.A. & R.M MaxWebPortal Snitz Forums Go To Top Of Page