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 20 Sfumature di Vita
 di quando Fabio è andato via
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rosvita
Villeggiante


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Inserito - 21/10/2004 :  22:14:48  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a rosvita
La malinconia è la stessa, struggente, delle perdite improvvise. Di quando un caso fortuito e maledetto ti strappa dalla vita una presenza che credevi ci sarebbe stata per sempre. La nostalgia, immotivata, ti colpisce nello stesso modo, ad ondate, improvvisa, quando non la riconosci, mentre sali i gradini dell’ufficio, alla cassa del supermercato, all’ingresso di un ristorante.
Il senso di vuoto è lo stesso.
Persone sparite così, inconsciamente. Le saluti un giorno, normalmente, e il giorno dopo non ci sono più.
Le persone il cui ricordo non si associa più né ai momenti felici, né alle risate, né alla rabbia degli istanti condivisi, ma solo alla malinconia, una malinconia che colpisce ad ondate, e che lascia stonati.
Persone ancora esistenti, ma che un giorno improvvisamente diventano irraggiungibili.
Persone alle quali non riesci neanche più a dire “ti voglio bene”, perché sai che non stanno più ascoltando.
Persone il cui distacco civile non ci offre neanche la legittimità della disperazione dei distacchi reali.
Persone che un giorno sono partite, e tu sapevi che non le avresti viste mai più.
Persone che si portano via una parte di te, che ti rendono irriconoscibile agli altri, che ti lasciano una cicatrice che non deturpa, ma che brucia quando piove.
Persone che erano tue amiche, un pezzettino del tuo cuore, e adesso sono niente, sono solo persone scomparse, allontanate da una psicosi, da una distanza, da una persona.

E appena lo sai, l’unica cosa che ti torna in mente è l’ultimo incontro. Immagini che non scorderai mai, fotografie che continui a ripassare nella tua mente. E quello che altrimenti sarebbe stato un giorno come un altro, diventerà indimenticabile, nei dettagli, per sempre.
Così rivedo noi, nel nostro ultimo appuntamento, seduti ad un baretto sulla spiaggia, in una mattina assolata di luglio, tu che sorridevi, e scusami se ho soltanto così poco tempo, e un incastro di impegni pur di potersi salutare, e dopo neanche un’ora, un cappuccino ed un caffè, sei salito sulla tua moto nuova e sei partito, e io che ti facevo ciaociao con la manina. Ci vediamo presto, mi hai detto. E invece non più.
Avevo una canotta bianca, io, ed un costume azzurro. E tu una maglietta rossa. Hai sempre una maglietta rossa, tu. Hai un armadio di magliette rosse.
E il ricordo è tornato all’improvviso, in un sabato di ottobre, in una mattina assolata e cittadina, seduta a fare colazione lontano lontano da te, e una vibrazione di telefonino mi ha avvisato che partivi. Per dove? Boh, un posto lontano, migliaia di chilometri da qui. Non si può sapere.
Dio, che struggente malinconia.

Quale senso di disorientamento, quale destabilizzazione, quale sconforto…
Senza poterlo manifestare, perché quello da cui stai scappando siamo proprio noi, le persone che ti vogliono bene, le persone che dipendono da te e dal tuo affetto.
Senza il diritto di provarlo, perché nella tua vita ufficiale non c’è nessun ruolo per me. Non è legittimo, per me, un dolore così intenso.
Come avrei voluto dirti, Fabio mio, che la mia vita si spaccava in mille pezzettini senza di te, che non riuscivo neanche ad immaginare un ulteriore distacco per noi due, che avevo ancora disperatamente bisogno di te, e non poterlo fare per lasciarti libero. E nascondermi, allora, dietro le espressioni fredde e neutrali di convenienza, dopo domande proforma e, sinceramente, assolutamente indifferenti.
Come dirtelo, d’altronde?
Io che non sono nulla per te, se non la tua insostituibile e segreta amica, come spiegartelo questo smarrimento dentro, questo senso di abbandono, la malinconia delle vedove? Degli orfani. Di chi un giorno ha perso qualcuno senza averlo mai deciso.

E l’unica cosa che riesco a pensare, Fabio, è che tutte le separazioni che ho affrontato negli ultimi sei mesi, tutte le perdite, tutti i distacchi, l’uomo che amavo, i miei amici, la mia città, il mio passato, la mia quotidianità, tutto non era altro che il preludio a quello che sarebbe stato il più struggente, la perdita di te.
“ci vediamo presto”, mi hai scritto.
Addio Fabio, lo sappiamo benissimo entrambi che non è vero.


   
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