Roberto Mahlab
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 Inserito - 28/12/2001 : 19:50:51
Era una coperta termica quella del cielo con le sottili nubi girgie che non sapevano scegliere che fare, l'aria temperata del lago dalla superficie zigrinata e scura faceva risaltare la neve sulle Alpi intorno come in una fotografia in bianco e nero. Un corso d'acqua segnava il confine tra l'ultima delle dieci casette di legno e pietra e il bosco che nascondeva sentieri che si inperpicavano fino sulle vette. I fitti alberi di colpo mi avvolsero e il mio passo era silenzioso sul tappeto di foglie ricoperte di rugiada. Le radure erano larghe, l'altissimo bosco poteva permettersi di lasciare spazio al panorama delle Alpi e del lago, il respiro libero e vasto del luogo indicava che raramente l'essere umano si avventurava tra le ombre dei rami.
Il suono dell'acqua che scorreva si avvicinava con l'incedere del mio passo, finche' ad un'altitudine di cinquecento metri arrivai alla prima cascata del bosco, cadeva per dieci metri dallo strapiombo in alto tra gli alberi e poi componeva un tumultuoso torrente per chilometri verso valle.
Mi arrampicai prima ai lati dei grossi massi tra i quali l'acqua correva e poi sui letto del torrente, un arto alla volta si staccava dal terreno in salita sugli scalini naturali e perpendicolari, l'ultimo metro su un tronco reso nero dal tempo e incastrato tra le pietre, le gocce della cascata che cadeva dall'alto zampillavano in cerchi d'onda sul minuscolo laghetto, per un attimo rimanevano immobili prima di soccombere alla gravita' e la forza del loro salto era tale che rimbalazavano poi su di me. Cercavo la porta verso la grotta creata dal balzo dell'acqua, fissai a lungo l'insieme di giallo, nero, trasparente, verde finche' ogni colore ebbe il suo significato e i miei occhi poterono scorgere l'anfratto e vi entrai, in precario equilibrio, di fronte avevo una parete di muschio verdissimo sulla roccia nerissima e una goccia d'acqua cadeva da ogni minuscolo stelo, un'altra cascata appiattita e dietro di me l'arco del grande e largo scroscio dall'alto del precipizio. Mi voltai per averla di fronte, ero curioso di comprendere che cosa c'era di diverso nell'osservare il mondo da dietro una cascata che faceva da filtro e mi parve che tutto cio' che era all'esterno apparisse piu' grande. Ridiscesi verso la radura del bosco cercando di ricordare i passi che mi avevano portato in alto, ma dopo poco non li ritrovai e dovetti non pensare a nulla e concentrarmi per leggere sull'acqua una via che non esisteva e la percorsi fino alla base degli alberi del sentiero. Duecento metri e il suono dello scorrere dell'acqua della seconda cascata sostitui' il suono dello scorrere della prima. Me la trovai davanti e mi venne in mente che il Signore doveva essere davvero in forma quel giorno in cui creo' quello spettacolo, quattro balzi da quattro consecutive rocce nere tra gli alberi e intercalate da minuscoli laghetti e poi la calma di uno specchio d'acqua di raccolta, come di riposo dopo la fatica, la strada da percorre era il muschio su quelle rocce, unite tra un salto e l'altro da tappeti di foglie ricoperte da uno strato di cristalli di ghiaccio sottile, saltai tra gli alberi radicati sugli intervalli tra le pareti dei massi con le scarpe nell'acqua corrente fino al penultimo scalino di muschio e all'improvviso avvertii l'irrefrenabile desiderio di voltarmi per tendere sorridendo una mano e tenere salda un'altra mano che non c'era e, dopo averla tirata al sicuro verso di me, stringerla in una carezza, la chiave di quel luogo che sapevo essere in tutti e due. E poi mi fermai di fronte a metri e metri di parete nera dalla quale si riversava l'origine della seconda grande cascata, tutto ammantato dal grande bosco cosi' fitto che non c'era mai stagione se non indicata di volta in volta dai suoi doni, fiori, frutti, funghi o castagne. Poco piu' alto il cielo grigio prese infine una decisione e scelse di lasciar cadere granellini di neve.E dopo il ritorno a casa mi e' venuta una grande fame e questa e' la ricetta delle tagliatelle in salsa Aurora che mi sono preparato. 1) Nell'acqua che bolle mettere tre canestri di tagliatelle all'uovo
2) In un pentolino far sciogliere dieci grammi di burro oppure in alternativa scaldare appena uno strato di olio e aggiungere una confezione intera di panna da cucina. Girare con il mestolo di legno e aggiungere una bottiglia di puro passato di pomodoro. Lavorare di mestolo e appena compaiono le prime bollicine spegnere il fuoco. La salsa Aurora e' pronta.
3) Scolare la pasta e porre sul fondo di un piatto uno strato di salsa, coprire con le tagliatelle e poi ricoprire il tutto con abbondanti cucchiai della salsa stessa. E se per caso non avete fatto precedere il pasto da una visita alle cascate del bosco, un piatto cosi' vi permettera' di sognarle.
In fondo l'importante nella vita e' in qualche modo condividere. Robchefdecuisine
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