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Roberto Mahlab
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Inserito - 17/10/2009 :  16:04:20  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Da quando aveva avuto la risolutiva idea di smettere di invitare le appartenenti al genere opposto, Roberto aveva ritrovato il giardino dell'Eden, mentre Mephisto, Lilith e il folletto dispettoso della galassia trascorrevano i loro giorni a mangiarsi il fegato. "Guardalo lì", intonava furente Mephisto rivolto alla sfera di cristallo originale Toshiba clonata in una fabbrica di Shanghai a metà del prezzo di listino, "passa le giornate tutto sorridente in palestra, a fare sport, a leggere, a scrivere, come sono lontani i bei tempi in cui gli mandavamo incontro le nostre Lilith e lui ci cascava e le invitava per ogni dove e le nostre agenti ben addestrate lo bidonavano con i metodi di crudeltà più sublime!". E Lilith sospirò di nostalgia, ricordando quando si era travestita da Julia Roberts e Roberto l'aveva invitata a cena prenotando un'intera ala del Plaza e lei gli aveva dato uno di quei bidoni che entrò nel guinness dei primati come il centomillesimo che Roberto aveva subito, cosa che permise a Lilith di ricevere il pulitzer della diavoleria quell'anno.

Subito dopo quell'episodio, tutto cambiò, non smise di sorridere a tutte le Lillith che incontrava, ma quando esse erano ormai convinte che il fatidico invito stesse per arrivare e già pregustavano il bidone che gli avrebbero rifilato, Roberto invece salutava e se ne andava al cinema. Ben presto il regno delle tenebre sprofondò nella depressione, Mephisto ricevette addirittura una lettera di richiamo dagli inferi, le Lilith dell'universo passavano le serate a giocare a tombola tra loro e il folletto dispettoso della galassia dovette accontentarsi di rovinare le domeniche ai tifosi del Manchester United allargando senza essere scorto la rete del portiere della squadra rossonera.

Ma quel fatidico giorno di inizio d'autunno, la sfera di cristallo registrò un'immagine le cui conseguenze si fecero faticosamente strada tra gli ingranaggi, quasi arrugginiti per l'inattvità, della mente perversa di Mephisto, "Vieni a fare colazione con me prima che apra la palestra?", era la voce dell'istruttrice più carina della palestra che quel mattino era arrivata in anticipo, incontrando Roberto che era già lì a leggere il Wall Street Journal e Mephisto fece cenno a Lilith di alzare il volume dell'audio" "Certo che vengo, così mi spieghi quell'esercizio per rinforzare i miei addominali a guscio di tartaruga", rispondeva Roberto avviandosi con lei verso il vicino bar.

"Premi il rewind...", la voce di Mephisto divenne concitata e, dopo aver visto e rivisto la scena una mezza dozzina di volte, il malvagio essere e Lilith si guardarono negli occhi ed esclamarono all'unisono :"Eureka!". Se il castello stregato avesse avuto dei vicini, quella notte essi non avrebbero potuto dormire a causa del rumore di attrezzature che proveniva dalle segrete del maniero, era quasi l'alba quando Mephisto e Lilith si asciugarono il sudore dalla fronte e ammirarono il risultato della loro fatica sdraiato sul lettino degli esperimenti. Mephisto fece un cenno al folletto dispettoso della galassia che a sua volta schioccò le dita e la loro bellissima opera aprì gli occhi e si levò, :"comandate, miei masters, e io eseguirò", al suono della sua voce flautata l'intero maniero esplose in grida di giubilo, da Mephisto al folletto alle mille forme della poliedrica Lilith. "Il tuo nome è Gaia, significa Terra in una antica lingua del mondo", la istruì il folletto dispettoso della galassia, "quel pianeta così ordinato che Roberto ha condotto allo squilibrio con il suo comportamento".

"Firulì, firulò, in montagna me ne vò", cantava Roberto quel venerdì sera, la settimana precedente aveva incontrato una ragazza che gli si era avvicinata per chiedergli di spiegarle alcuni segreti del popolo della Bibbia, lui lo aveva fatto e poi l'aveva salutata, senza invitarla come suo costume, le aveva solo raccontato che l'indomani sarebbe andato in montagna, l'aveva vista triste e disperata e si era sentito in dovere di incoraggiarla disegnandole a parole la bellezza della vita.

"Vengo anch'io", Roberto la osservava mentre lei si era assopita in macchina, ancora incredulo, quelle parole improvvise di poco prima e poi si era presentata davvero a quell'ora precedente l'alba e per tutta la giornata lei gli stette al fianco a salire e a scendere per sentieri, foreste, laghetti, per ore e ore gli raccontò e lo ascoltò, gli prese all'improvviso il mignolo e gli fece promettere che l'avrebbe sempre portata con sé in quei magici luoghi e gli espose una lista di occasioni e di inviti a cui desiderava che lui l'accompagnasse.
"Sul serio ti interessa sapere la quotazione dei semi di lino alla borsa di Vancouver?", le chiese Roberto mentre erano seduti al tavolino all'aperto del più spettacolare locale del centro di St Moritz, con la vista verso le montagne innevate. "E il raccolto del cotone nel Tagikistan?", gli rispose lei, "ti prego, elencami la lista delle quotazioni del cotone dalla fondazione della borsa merci fino alla chiusura di oggi a Wall Street!", lo implorava Gaia con una tonalità di voce così dolce e appassionata che lasciò lui senza voce, :"ma... ma.... ma.... io...", balbettava, rapito dai grandi occhi scuri con cui lei lo avvolgeva sapientemente.

"E' il compleanno più bello della mia vita", gli disse Gaia durante il pranzo a cui lei gli aveva chiesto di invitarla per esaudire la curiosità di Roberto sui tanti argomenti di cui lei era maestra. "ma... ma è solo una fetta di torta con una candelina...", sussurrava lui stupito.
"L'unico giorno in cui sono stata bene è stato in montagna con Roberto", lei disse quella sera alla cena con una grande tavolata di amici a cui lo aveva invitato con insistenza, tanto che appena sceso da un volo transoceanico Roberto era stato caricato dall'automobile di Gaia.
"Anche noi ci andremo", diceva Gaia intendendo lei e Roberto ad un comune amico alla cena al ristorante libanese che lei stessa aveva proposto, mentre l'amico raccontava di una gita al mare. "E sabato andremo di nuovo in montagna Roberto e io", concluse Gaia e Roberto si sorprese ad esserne contento, anche se all'improvviso un barlume di dubbio lo sfiorò e si sorprese a pensare che non sarebbe avvenuto.
"Ehi", gridò Mephisto, "presto ristabilite la tensione, c'è stato un calo e la sfera di cristallo mostra un momento di dubbio di Roberto, presto Lilith, premi quel tasto!", e la luce che si era affievolita nel salone delle segrete del maniero dei cospiratori ritornò al massimo livello. "Non possiamo rischiare oltre, dobbiamo agire", la voce ferma di Lilith era un odine, "procedi, folletto dispettoso della galassia", si affrettò a sibilare Mephisto.

"Firulì, firulò, in montagna me ne...", Roberto stava preparando lo zaino per l'indomani, ma all'improvviso sospese il canto della solita strofa della sua canzoncina, rifletté qualche secondo, poi sorrise come mai gli era capitato e continuò :"... in montagna ce ne andiam...". Non poté udire la risata sguaiata del folletto dispettoso della galassia che volteggiava fuori dalla finestra con le sue ali da pipistrello.

"Non mi sento bene, scusa, non ce la faccio a venire in montagna, ci vediamo domani alla mostra", "non mi sono sentita bene, scusa, non posso venire alla mostra, ti prego, prenota per domani al ristorante giapponese", "non mi sento bene, scusa, domani vieni da me verso le otto, ti cucino degli squisiti piatti orientali", "mi è capitata una improvvisa chiamata dal lavoro, scusa, so che stavi giù uscendo per venire da me, ma dobbiamo spostare a dopodomani, mi raccomando, non mancare...", gli inviti e le successive cancellazioni da parte di Gaia si accumulavano, :"non preoccuparti, capisco...", rispondeva invariabilmente Roberto precipitandosi ad annullare le prenotazioni e a richiedere quelle per i giorni successivi secondo le proposte di Gaia.

Un giorno si mise a contarli e si accorse che erano già ventiquattro. Ventiquattro bidoni e in crescita continua. Si sovvenne che nel passato, quando era lui ad invitare, i bidoni che aveva subito al massimo erano arrivati a quattro per ogni singola invitata. "Domani però andiamo al cinema", Gaia gli diceva intanto al telefono e Roberto pose un nuovo segnetto preventivo sulla colonna dei bidoni, dopo pochi giorni dovette addirittura voltare pagina per farci stare i segnetti e dopo qualche settimana dovette comprare un blocco nuovo.

"Give me five!", disse allegramente Mephisto al folletto dispettoso della galassia, nel salone delle feste del castello delle tenebre Mephisto, Lilith e tutte le migliaia delle sue identità che nel passato si erano divertite a dare i bidoni a Roberto bevevano champagne Dom Perignon del 1965, il caviale scorreva e le ostriche non si contavano.
Una posata scosse il calice di cristallo e, dopo aver ottenuto il silenzio, Mephisto iniziò un discorso commovente che fu diffuso dalle onde radio galattiche di modo che raggiungesse tutti gli esseri al soldo degli inferi :"signori, ho un annuncio straordinario da farvi, finalmente l'equilibrio dell'universo è sulla via di essere ripristinato, hip hip hurrah!".

Quella notte gli astronauti che pilotavano le navicelle spaziali in orbita nello spazio avvertirono Cape Canaveral :"è come se dei fuochi artificiali spettacolari solcassero l'orizzonte!". "Non diteci che esseri alieni stanno festeggiando qualche ricorrenza", rispose il centro di controllo con tono canzonatorio.

"Firulì... firulò... non so dove... e quando... in montagna...", Roberto osservava perplesso lo zaino che tante volte aveva riempito e poi subito dopo svuotato, i fogliettini con i numeri di telefono dei ristoranti che aveva dovuto avvisare della cancellazione delle prenotazioni si erano ammonticchiati sul tavolino, non sapeva più dove mettere i vassoietti di pasticcini che aveva comprato per farne omaggio a Gaia per ringraziarla degli inviti a cena a casa sua che poi saltavano, i fiori che aveva comprato per la stessa ragione riempivano il cestino, ormai appassiti. Dal cellulare giungeva la voce di Gaia :"allora domani andiamo qui e dopodomani andiamo lì...", Roberto non rispondeva, ascoltava solo, contava, cento, duecento, mille inviti al giorno, fu allora che alzò le spalle e smise di pensarci e fu il momento della svolta, come pianificato da Mephisto.

"Firulì, firulò, in montagna me ne vò!", la sera prima e quel mattino Roberto non aveva neppure controllato i messaggi al cellulare, aveva preparato lo zaino ed era balzato in macchina, l'aria frizzante della montagna presto lo riempì di quell'entusiasmo che da un po' di tempo gli mancava, per un attimo sul sentiero si sovvenne di quel giorno quando Gaia era al suo fianco e di come era stato prima sorpreso e poi contento, sospirò una volta per la nostalgia, poi ancora una volta e poi una terza volta ma per la semplice gioia di essere di nuovo in quel luogo e si avviò felice verso valle.

"E' il momento del colpo di grazia, è tutto tuo, vai Lilith!", esclamò Mephisto e poi si volse verso lo specchio magico e disse alla sua terrificante immagine riflessa :"specchio, specchio delle mie brame, chi è il concorrente al pulitzer della malvagità più promettente del reame?".

Era il tramonto e Roberto si era seduto su una roccia da cui lo sguardo poteva spaziare dalle vette innevate fino al lago attorniato dalla foresta, il suo animo era lieto, sollevato, udì un soffice canto che si levava da un cespuglio di coloratissimi fiori di montagna, era una donna che apparve aver udito i passi di Roberto e si volse a guardarlo :"buon giorno, pensavo di essere la sola a conoscere questo luogo meraviglioso, che coincidenza trovarsi qui", Lilith fece fatica a nascondere un tono di trionfo dalla sua voce vellutata. Parlarono del più e del meno, scoprirono di avere gli stessi interessi :"e dovevi vedere la faccia del broker della United Fruits quando le azioni della Macedonian Incorporated sono finite fuori dalla media dello Standard&Poors 500!", le raccontava Roberto ridendo e anche lei rise. Roberto si bloccò all'improvviso, un senso di deja vu, ma la donna non lo invitò a cena, non gli chiese di rivedersi e Roberto emise un sospiro di sollievo.

"Dai baby, dai, coraggio, chiediglielo, è la tua anima gemella, forza non deluderci!", sibilava un pallido Mephisto a denti stretti, il tifo attorno alla sfera di cristallo nel tetro salone del maniero degli inferi era al parossismo, attorno al diabolico essere si levarono striscioni che riportavano slogan del tipo :"Roberto facci sognare, a cena la devi invitare", il folletto dispettoso della galassia si rosicchiava le unghie da pipistrello per il nervosismo.

"E domani che fai, ci vieni alla conferenza sulla coltivazione delle azalee in Botswana?", non ci aveva neppure riflettuto, l'invito era sgorgato dalla bocca di Roberto con naturalezza, non si rese neppure conto del ritorno ad un lontano passato. "Che gentile, sono contenta dell'invito, volentieri!".

Il colore tornò sul volto di Mephisto, il folletto dispettoso della galassia si levò in volo verticale e volteggiò nello spazio fino a disegnarci un grande "bingo", gli astronauti richiamarono Cape Canaveral riferendo che la polvere spaziale era forse stata utilizzata dagli extraterrestri per lanciare un segnale comprensibile agli umani, "ma adesso ci sono gli spacciatori nello spazio?", esclamò un risentito responsabile a cui era arrivato appena un dispaccio dalla Casa Bianca sul taglio dei sussidi se i progetti della Nasa non avessero cessato di riguardare fenomeni di dubbia dimostrazione.

Fu solo l'inizio, un nuovo inizio, Roberto ricevette un bidone, l'incarnazione di Lilith non andò alla conferenza sulle azalee del Botswana, ma ormai Roberto era ricaduto nella trappola, Lilith si trasformò in altre donne e Roberto le invitò ed esse lo bidonarono regolarmente, centinaia, migliaia di volte, come fu in origine.

Come tutte le favole, anche la nostra ha un lieto fine, almeno per la maggior parte dei personaggi, Mephisto vinse a mani basse l'agognato pulitzer per la perfidia, il folletto dispettoso della galassia fu libero di raggiungere vertici sublimi nella sua attività e finì sulla copertina di Time, le molteplici Lilith passavano da una festa di Hollywood all'altra e si contendevano il record di chi tra esse aveva dato più bidoni a Roberto e Gaia convolò a felici nozze con il Golem, l'altro mitico essere creato nei laboratori del ghetto di Praga da un predecessore di Mel Brooks.

E Roberto? Avrete capito che proprio lui in fondo è il cattivo della nostra storia, è innegabile che fosse stato lui a sconvolgere gli equilibri della galassia con il suo comportamento alla rovescia e infine fu giustamente punito. Fino a che si sedette solitario su quella roccia in montagna da cui lo sguardo poteva spaziare dalle vette innevate fino al lago attorniato dalla foresta e, sospirando, prese a scrivere le sue memorie, le intitolò 'Bidon reloaded' e iniziavano così :
"Da quando aveva avuto la risolutiva idea di smettere di invitare le appartenenti al genere opposto, Roberto aveva ritrovato il giardino dell'Eden, mentre Mephisto, Lilith e il folletto dispettoso della galassia..."

E l'anno successivo vinse il pulitzer per la letteratura, nelle favole anche i cattivi infine si redimono.

Roberto Mahlab

   
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