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 L'Archeonauta
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luisa camponesco
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Inserito - 06/06/2008 :  16:45:39  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco


L'Archeonauta

L’edificio sorgeva sulla collina sovrastante la foresta di pietra, uno dei tanti su Urus IV il satellite-scuola destinato all’istruzione di tutti gli abitanti del sistema Ubliniano. Ciascuna costruzione ospitava un ramo del sapere, dalla fisica quantistica, alla letteratura inter-galattica.
L’idea, di destinare interamente ed esclusivamente un piccolo pianeta all’istruzione dei giovani ubliniani, era venuta al Primo Protettore Koolnà circa duecento anni prima.
Ursus IV possedeva anche la più completa biblioteca che occupava una vasta area frammentata da laghetti e macchie boschive, ed era proprio passeggiando su quei sentieri silenziosi che Quarell traeva ispirazione per il suo lavoro.
- Quarell, Quarell ….. – Il giovane Baltar, suo collaboratore gli corse incontro, poi si fermò a prendere fiato.
- Baltar! Cosa succede?
- È arrivato!
Baltar attivò il bracciale magnetico e un messaggio tridimensionale comparve, chiaro, nella trasparenza dell’aria.
Quarell lesse avidamente, sillabando parola per parola, mentre un entusiasmo crescente lo pervadeva fino a farlo tremare.
- Non ci speravo più, dimmi che è vero che non sto sognando.
- È tutto vero. Ora dobbiamo solo prepararci ed organizzare il tutto.
- Allora non perdiamo tempo Baltar.
I due uomini si diressero verso la collina dove sorgeva l’Istituto di Archeologia Spaziale.
Quarell aveva speso molto del suo tempo e del suo denaro per poter realizzare il sogno della sua vita.
La sua famiglia godeva di amicizie influenti su Ublun, il pianeta madre e, grazie a loro aveva ottenuto l’autorizzazione a condurre le ricerche su civiltà scomparse dentro e fuori la galassia.
Tutto era cominciato per caso, quando il giovane Quarell si era imbattuto in un manufatto su Stirium il pianeta serra dedicato alle coltivazioni di frutta, cereali e piantagioni di agrumini, molto ricercati per la loro concentrazioni di vitamine e per la facilità di conservazione per lunghi periodi, nelle frigo-celle delle astronavi e, dato il clima particolarmente favorevole anche alla floricultura.
Nessuno, fino ad allora, sospettava che Stirum avesse ospitato in passato forme di vita senziente. Quando il pianeta venne colonizzato, gli ubliniani avevano compreso quale uso farne sostituendo la vegetazione indigene con colture adatte alle loro esigenze.
Le famiglie più potenti del pianeta si erano accaparrate intere fette di continenti, fra queste, anche la famiglia di Quarell.
La stella Ecil illuminava e riscaldava Stirium, il piccolo Quarell in compagnia del padre ammirava la terra di loro proprietà e così, per gioco, si era messo a scavare.
- Papà ho trovato questo! – Mostrò un disco argentato. - Qui ce ne sono ancora.
La notizia fece il giro del Sistema e cosi molti altri si dettero alla ricerca trovando interessanti testimonianze di una civiltà scomparsa. Venne aperto un Museo e, il dotto Blasten, decano dell’Accademia delle Scienze, ricostruì la storia di Stirium.
Quarell imparò in fretta e Blasten era soddisfatto dell’allievo e non solo, ma usò tutta la sua influenza per far aprire e rendere operativo l’Istituto di Archeologia Spaziale.
Molto tempo era già trascorso e l’Istituto contava ora circa 2000 allievi.

La scoperta di una luna vagante da parte di una navetta che, in difficoltà, era stata costretta ad un allunaggio di emergenza, aveva destato l’interesse di Quarell e dei suoi collaboratori soprattutto perché il comandante della navetta aveva trovato un oggetto sferico ritenuto interessante.
Lo studio del reperto aveva condotto a risultati sorprendenti, tali da ritenere indispensabili ulteriori ed approfondite ricerche.
L’autorizzazione ad approntare una squadra di ricerca era finalmente arrivata, per Quarell e Baltar si apriva un periodo intenso di preparazione e di organizzazione incominciando dalla selezione dei componenti il gruppo di studio.

§§§

- Lascerai fare tutto a Quarell? Nessun controllo? In fondo siamo noi a finanziare la spedizione.
Nel Palazzo del Governo, il Primo Ministro soppesava le domande del Consigliere.
- Non mi preoccupo affatto. Uno dei nostri farà parte del gruppo che partirà con lui – rispose il Primo Ministro.
- È affidabile? Saprà cosa fare?
- L’ho addestrato io stesso. Non abbiamo nulla da temere e Quarell non sospetta minimamente il vero scopo della missione, dovrà continuare a credere che sia una spedizione archeologica.
Il Consigliere trasse un sospiro di sollievo ben conoscendo i metodi che il Ministro adottava per addestrare le proprie spie.

Intanto su Urus IV Quarell dettava al videofono l’elenco dei materiali di supporto per il viaggio e la ricerca.
- Ti stanno aspettando e sono impazienti! – disse Baltar che era giunto proprio in quel momento.
- Di chi stai parlando?
- Degli aspiranti alla spedizione! Sono tutti nella sala delle conferenze. È meglio tu venga..
- Sono in molti?
- Vedrai tu stesso.
La sala era gremita di giovani entusiasti e pronti all’avventura. Quarell li osservò, sarebbe stata dura scegliere, ne servivano solo sette ed erano più di cento.
L’analisi dei requisiti fu lunga ed accurata, forse eccessivamente accurata, ma gli serviva a prendere tempo e soprattutto a far capire a quelli esclusi che nulla era lasciato al caso o preso alla leggera.
- Convocali per domani intanto mi studierò i loro curricoli.
Baltar fece un cenno d’assenso poi si diresse verso il gruppo dei prescelti per dar loro la notizia.
Quella fu una notte insonne, Quarell continuò a domandarsi se avesse fatto la cosa giusta.

§§§

Nello spazioporto del deserto di Ganpol, situato nell’emisfero sud di Ublun, si approntava l’astronave che avrebbe portato gli archeonauti ad esplorare LM5, la sigla assegnata alla famosa luna vagante. Alcuni uomini in tuta nera assemblavano strumentazioni che, a prima vista, non si accordavano con quelle di una normale navigazione.
- Ma quelli chi sono? – chiese l’ufficiale alla navigazione.
- Sono uomini del Primo Ministro meglio non fare domande. – rispose il suo vice.
Da lontano il Primo Ministro osservava le operazioni di allestimento della nave soppesando nella mano una bizzarra sfera grigia.

§§§

- Vorrei foste consapevoli di ciò che vi aspetta.
I sette ascoltavano con attenzione ciò che Quarell stava dicendo.
- Non sarà un viaggio di piacere, ma voi siete stati scelti in base alla competenza e preparazione che avete dimostrato nel test di selezione. LM5 è un piccola luna che vaga nella spazio presumibilmente da miliardi di anni luce, quasi sicuramente proveniente da un’altra galassia. Ma. evidentemente, in un lontano passato qualcuno l’ha abitata ed ha lasciato testimonianza della sua presenza.
Quello che noi dovremo fare è riportare alla luce la storia di questa civiltà. Voi possedete la competenza e la conoscenza necessaria per fare questo, ma, poiché dovremo operare in assenza di atmosfera e con gravità limitata si rende necessario una preparazione fisica e mentale, a questo scopo è stata approntata una apposita palestra che riprodurrà le condizioni ambientali che dovrete affrontare. Se qualcuno di voi non si sentisse pronto, può ancora ritirarsi.
Nessuno lo fece e Quarell spense l’oleo-monitor .

§§§

I motori della nave spaziale A’Sar si stavano scaldando l’equipaggio era già a bordo in attesa degli scienziati.
- Ti vedo pensieroso. – disse Baltar vedendo Quarell che osservava in lontananza la nave.
-E’ stato troppo facile!
- A cosa ti riferisci?
- Per anni abbiamo chiesto invano finanziamenti per ricerche su insediamenti nel nostro Sistema, ed ora, improvvisamente, il Primo Ministro sovvenziona un viaggio costosissimo verso una luna sconosciuta. I conti non tornano.
- Terremo gli occhi aperti, Quarell, se c’è qualcosa sotto lo scopriremo presto.

§§§

Lo spazio con il suo silenzio avvolgeva la nave, Quarell, l’archeonauta, fissava le stelle lontane, attraverso l’oblò, domandandosi quali arcani nascondessero, i suoi pensieri vennero interrotti da un lieve bussare. Una giovane donna dai capelli rosso fiamma che ricadevano dolcemente sulla tuta argentea gli sorrideva timidamente.
- Si?
- Ho bisogno di alcuni chiarimenti, sempre che sia possibile!
Quarell sospirò e le fece segno di entrare cercando di ignorare il senso di disagio. Preferiva non conferire con i componenti l’equipe in privato.
- Bene dì pure……
- Clia, il mio nome è Clia. Ho qualche perplessità sul sito che hai scelto per scavare. Secondo le informazioni che abbiamo ricevuto si tratta di un luogo geologicamente instabile.
- Ma è lì che hanno trovato la sfera!
- Vero! Ma se tutti noi ci accalcassimo nel medesimo punto potremmo provocare un cedimento del terreno, ho una specializzazioni in geologia e so quello che dico.
- Bene allora cosa proponi?
- Che sarebbe bene saggiare prima la stabilità del terreno.
- Immagino che questo lo faresti tu!
- Beh certo, naturalmente sotto la tua supervisione Quarell.
- Grazie ci penserò!
Quarell non era sospettoso di natura ma quell’incontro lo aveva lasciato perplesso, tanto che ne parlò con Baltar. I due uomini convennero che era opportuno tenere Clia sotto sorveglianza.
Il resto del viaggio trascorse senza ulteriori problemi.

§§§

I retrorazzi della nave entrarono in funzione, equipaggio e passeggeri subirono il contraccolpo che, grazie alle cinture di sicurezza venne notevolmente attutito.
- La nave rimarrà in orbita, voi scenderete sulla luna con le autospolette, con voi verranno anche gli uomini della sicurezza, il contatto radio dovrà essere costante, al primo segnale di pericolo dovrete rientrare. – il comandate la A’Sar dette ulteriori istruzione agli archeonauti su come muoversi con le tute protettive
- Rispetteremo il protocollo di sicurezza. – assicurò Quarell che non nascondeva la premura a scendere su LM5.
Era davvero una esperienza singolare, camminare su di un terreno con una gravità di gran lunga inferiore a quella di Ublun, e ancor più sorprendente accorgersi che le spesse tute non era affatto di impedimento ai movimenti..
Quarell e Clia si recarono, per i rilievi al famoso sito della sfera, la donna iniziò subito le analisi geologiche.
- C’è una cavità qua sotto! – esclamò ad un tratto
- Come una cavità?
- È come se camminassimo sul tetto di una costruzione.
- C’è modo di entrare?
Clia continuò a sondare il terreno.
- Ho trovato qualcosa! Una piccola spaccatura.
Entrambi chini sulla fessura esplorarono l’interno con le torce e quello che videro fu sufficiente a far comprendere l’importanza del ritrovamento.
Con cautela allargarono l’apertura poi, si calarono dentro. Piazzati i fari alogeni, la grotta o qualunque cosa fosse, si illuminò a giorno. Ciò che videro li lasciò a bocca aperta. Il respiro di Quarell era così affannoso da appannare il casco protettivo.
Sulle pareti della caverna erano scolpite una serie di figure rappresentanti scene di vita quotidiana, alcune serene altre tragiche.
- Incredibile i miei strumenti le datano a 20 miliardi di anni, ma questa luna ne ha molti di più evidentemente sta vagando nello spazio da trilioni di anni luce.
- Voglio un panoramica di tutto l’ambiente e fotogrammi per ogni scultura- Soggiunse Quarell.
- Guarda! Ecco le famose sfere, però non hanno nulla a che vedere con i petroglifi. Sono di una tecnologia molto avanzata e decisamente molto più recente. – Clia le analizzò con lo spettrometro – Rilevo una fonte di energia all’interno. Energia fortemente compressa la cosa mi spaventa, se venisse liberata le conseguenza sarebbe disastrose.
Quarell preso da simili scoperte aveva abbassato la guardia e non si era accorto di una nuova presenza.
- Quelle le prendo io!
Quarell e Clia si girarono sorpresi, davanti a loro era apparso Baltar e….puntava un’arma .
- Baltar! Cosa stai facendo? E cosa significa quell’arma?
- Significa che io prenderò le sfere e qui accadrà un incidente purtroppo mortale, ma vi assicuro su Ublun voi sarete ricordati come eroi.
- Baltar io mi fidavo di te, come puoi fare questo?
Un sorriso cattivo si intravide attraverso il casco, Quarell si dette dello sciocco per non aver capito prima
- Adesso scostatevi da lì e addossatevi a quella parete, niente mosse avventate non sto scherzando.
- Cambierebbe qualcosa? La nostra sorte è comunque segnata.- la voce di Clia era chiara e ferma, Quarell ammirò il suo coraggio.
Baltar non fece caso alla donna preso com’era a raccogliere le sfere e solo allora Quarell si accorse che Clia stringeva una sfera nella mano. La donna indicò l’uscita e, lentamente si avvicinarono ad essa.
Baltar, sicuro si sé continuava a deporre le sfere negli appositi contenitori. Clia e Quarell si trovarono sulla superficie della luna ma prima. di allontanarsi la donna lasciò cadere la sfera all’interno della caverna.
L’esplosione non si fece attendere innestando una reazione a catena.
- Presto alle autospolette! – l’ordine venne dalla nave in orbita. Mantenersi in equilibrio non era facile date le continue scosse, voragini si aprivano in continuazione e inghiottivano qualsiasi cosa si trovasse in superficie.
Clia inciampò e cadde, Quarell le fu subito accanto.
- Mi spiace Quarell, la grotta è andata distrutta non sapremo mai a quale civiltà appartenessero quelle sculture.
- La vita è più importante e poi non tutto è andato perduto. – la aiutò a sollevarsi, salirono sull’autospoletta pochi istanti prima che il terreno si squarciasse.

§§§

L’A’Sar si allontanava con tutta la potenza dei suoi motori, mentre alcuni frammenti della luna colpivano lo scafo.
- Cosa ha causato l’esplosione? – chiese il comandante l’astronave.
- All’interno della cavità si era accumulato un gas sconosciuto e le nostre strumentazione hanno, per l’appunto, causato l’esplosione è stato grazie all’eroismo di Baltar se noi siamo ancora vivi.
Clia ascoltava con stupore quanto Quarell andava dicendo ma non lo contraddisse. La spiegazione convinse il comandante che annotò il fatto sul diario di bordo.
Per il resto del viaggio Quarell e Clia evitarono di incontrarsi ma l’archeonauta sapeva di doverle delle spiegazioni.

§§§

“Non tutto è andato perduto” Così aveva detto Quarell a Clia prima che la luna si frantumasse e, in un certo senso era proprio vero. I filmati erano intatti come pure i fotogrammi. Ora scorrevano dinnanzi a lui sul mega monitor dell’Istituto di Archeologia Spaziale.
- Ci stanno aspettando per la commemorazione. – Clia era giunta in quel momento
- Si, me lo ricordo, ma guarda Clia, guarda queste immagini. Cosa ne pensi?
- È un guerriero ferito e fatto prigioniero.
- Non sappiamo per chi stesse lavorando. – disse all’improvviso Quarell. - Ma ti ringrazio per avermi sostenuto
- Penso che lo studio di queste immagini ci darà parecchio lavoro nel prossimo futuro. - rispose la donna fingendo di non aver udito la frase precedente.

Intanto davanti al Palazzo del Governo di Ublun il Primo Ministro, dopo il discorso di rito, scoprì il monumento eretto in memoria di Baltar l’eroe scomparso .









Luisa Camponesco

   
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