Capita raramente ormai, di trovare il Duomo Vecchio di Brescia aperto, ma ogni volta è sempre emozionante entrarvi. Questa costruzione unica nel suo genere risalente alla fine dell’XI secolo, con la sua mole rotonda ed imponente leggermente al di sotto del livello stradale, rappresenta un pezzo di storia al quale sono molto legata.
Varcando la soglia si ha la sensazione di attraversare una porta del tempo di respirare un’aria antica nella fresca penombra, fra i giochi di luce delle alte finestrelle. Stamattina sono entrata mi sono appoggiata alla balaustra per ammirare la sottostante platea, poi sono scesa per le scale di pietra rasentando con la mano la parete.
Silenzio, quel silenzio che riempie l’anima, che lenisce le angosce, il rumore del mondo rimane fuori per un attimo, per darti modo di riflettere. Riflessione introspettiva per ritrovare ciò che si perde nella frenesia del vivere quotidiano. Sono scesa ancora più giù per entrare nella cripta dell’antica basilica di S. Maria Maggiore con le sue colonne appartenenti a varie epoche fra l’VIII e il IX secolo, ho camminato lungo il perimetro pensando a tutte le volte che in passato ho fatto il medesimo percorso, così importante per ritrovare me stessa , le mie radici e con esse il mio senso dell’appartenenza.