Il giorno 9 novembre di sedici anni fa un ragazzo iniziò a picconare il muro di Berlino, altri lo seguirono e il muro cadde.
Era stato costruito in una sola notte e aveva diviso appartamenti e famiglie nel mezzo del città.
Ci sono stati film, spy story e romanzi sulle vicende umane che accompagnarono la costruzione del muro e i periodi che seguirono.
La Germania era divisa: Germania dell'Est e Germania dell'Ovest, due governi e due diversi modi di vivere. Vidi un film qualche tempo fa: " Good bye, Lenin!"( 2003). Narra la storia di una famiglia che abitava nella Germania dell'Est. La madre, dopo essere stata brutalmente picchiata dalla polizia, venne costretta ad aderire al movimento politico nazionalcomunista sperando che facesse la spia. Suo marito si era recato per un congresso di medicina nella Germania dell'Ovest e non era più rientrato, la polizia lo voleva riavere.
La vicenda copre il periodo immediatamente dopo la costruzione del muro finchè i figli diventano grandi e collaborano alle proteste e alla distruzione del vecchio regime. La scena più rappresentativa consiste nella statua di Lenin agganciata ad un eliccotero che se ne vola alla discarica.
La protagonista, reduce da un periodo di grave malattia,un infarto seguito da coma mentre assiste all'arresto dei figli dimostranti in piazza, pensa Lenin stia andando al restauro. Poi, con grande sgomento , vede la pubblicità della Coca Cola. I figli cominciano a nutrirla con buoni cibi occidentali che mettono nelle vecchie scatolette del regime, che recuperano alla discarica.
In sostanza, anche se forse eccessivamente fantasioso in alcuni momenti, questo racconto riesce a dare una visione dei grandi drammi familiari vissuti dalla popolazione in quel lungo periodo. Oggi, a sedici anni dalla caduta del muro,in tutto il mondo , ma in particolare in Germania , tornata ad essere una unica nazione, si vive con gioia il 9 novembre, giorno della ritrovata libertà.
Davanti al muro le bancarelle continuano a vendere, insieme alle cartoline ricordo, mattoni e berretti degli ufficiali sovietici.
Elena Fiorentini