-le diciture sono in italiano, quelle riportate in tedesco nel manoscritto, non sono originali, ma suggerimenti -
- "Moderato cantabile, molto espressivo" è il classico primo tempo , con i due temi, uno sviluppo importante, grande ,musica. Segue il secondo tempo, in genere in 3/4 , tempo di minuetto o ,come capita nel Nostro autore, come Scherzo, più veloce e drammatico. -Il secondo tempo di questa sonata è "Allegro molto"in 2/4 invece del tradizionale tempo ternario. Come di tradizione a questo punto c'è un adagio, ma quale adagio ci aspetta!!!! ecco il grandioso terzo tempo seguito dalla fuga, composizione autonoma , che L.van, B, inserisce, solo come lui sa fare, in una sonata.
- Il terzo tempo apre con la dicitura "Adagio, ma non troppo" . Alla quarta battuta, cioè dopo 1 o 2 secondi troviamo nell'ordine, tutto in una battuta: recitativo, "Più adagio" e , dopo 12 note la scritta " Andante" qui ora ci introduciamo in un altro andamento la quinta battuta,"Adagio" discussa dagli interpreti per i ribattuti legati, suonare oppure no la seconda nota del gruppo di due note uguali legate e tenute fino ad un piccolo crescendo per poi rallentare in crescendo, , man mano spegnersi fino al Cantabile da eseguire sulla "corda" fino al "meno adagio."Così abbiamo esattamente l'indicazione di come fare ad esecuire senza incorrere in esecuzioni abborracciate e volgari. Ricordiamoci che all'epoca non c'erano registratori, tantomeno radio e televisori. Eccoci finalmente arrivati al cuore di questo meraviglioso tempo con un "Adagio ma non troppo", che introduce il tema con un terzinato di note e accordi ribattuti fino al celebre "Arioso dolente, Klagender Gesang" ( nel ms non di pugno di Beethoven)
- Fuga -allegro,ma non troppo.(*) Dopo la fuga entra di nuovo l'arioso con la dicitura "Lo stesso tempo dell'Arioso". Dopo il terzinato di introduzione leggiamo Ermattet , Klagend - perdendo le forze, dolente.Il tema dell'arioso viene riproposto con varianti, la melodia ora è molto respirata, è veramente "dolente", quasi un pianto che va a spegnersi per poi riprendere con degli accordi in "crescendo" con (**)pedale tenuto, autografo, per arrivare a "L'istesso tempo della fuga e poi a poi di nuovo vivente", riferito al tempo della fuga e non al volume, già indicato con (****)"sempre una corda".La fuga questa volta ri-compare come "Inversione della fuga", in cui il tema è rovesciato (fiamminghismo, processo compositivo in uso già all'epoca dei compositori fiamminghi).
"Meno allegro", la fantasia si scatena, i temi che erano espressi in quarti e ottavi ora diventano sedicesimi e trantaduesimi,e, dopo lo stretto finale si arriva ad una esplosione di gioia con il tema della fuga messo in grande rilievo. A questo punto segnalo anche ciò che dice il revisore, Artur Schnabel, che ha costellato di minuscole e abbondanti noticine tutta l'edizione delle Sonate per pianoforte di L. van Beethoven.
"sempre appassionato";"espressivo, ma non allargare";" sempre più entusiastico, ma non stringere", raccomanda infine di "non accelerare" il grande arpeggio finale, da eseguire con grande forza, ma non in accelerando.
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note:
(*)Fuga , composizione più antica della sonata, che non fa parte della sonata. Nella fuga viene enunciato un tema che viene ripreso da altri strumenti o voci, in questo caso da altre parti.
(**)il pedale destro del pianoforte solleva i panni dalle corde , che altrimenti risuonerebbero per simpatia. In questo caso l'autore chiede per un certo numero di battute che si tolgano i feltri.
(***)Lo stretto si ha quando nella fuga i temi vengono molto avvicinanati.
(****)Una corda- La martelliera si sposta , tramite il pedale,e ogni martello suona su una corda, ottenendo un suono delicato.
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E ora cercate un edizione registrata, se ne trovano facilmente a buon prezzo, prendete in mano la parte, non è difficile da leggere leggere, se mai da suonare.E' uno dei modi, razionale, per ascoltare l a musica.
Buon ascolto.
Elena Fiorentini