Sei personaggi sempre attuali.
Quando debuttò a Roma, nel 1921, Sei personaggi in cerca d’autore suscitò reazioni contrastanti tra il pubblico, diviso tra ammirazione e sdegno per l’opera ed il suo autore, Luigi Pirandello, voce critica e autorevole della crisi europea culturale e sociale del secondo Ottocento. Tuttavia, diffusa era la sensazione di aver assistito ad uno spettacolo innovativo, destinato a rivoluzionare la scena italiana del Novecento.Durante le prove di un testo teatrale irrompe sul palcoscenico un gruppo di sei misteriosi Personaggi, membri di un’unica, tormentata famiglia, che chiedono al capocomico e agli attori di rappresentare il loro dramma. L’autore che li ha creati rifiuta di farli vivere sulla scena, negando quell’immortalità che solo l’arte può dare alla vita. Ciascuno racconta frammenti di storie personali che insieme compongono una verità fatta di abbandoni, sofferenza, desideri di vendetta. Ma quando gli attori iniziano a recitare, i Personaggi non si riconoscono in una rappresentazione che sentono inadeguata, e invadono la scena, riappropriandosi dei “ruoli”, fino al tragico finale annunciato. L’idea che la verità del teatro sia l’unica possibile realtà, e una profonda sfiducia nei confronti delle convenzioni sociali sono il fulcro della trilogia pirandelliana del “teatro nel teatro” a cui Sei personaggi in cerca d’autore appartiene, insieme a Questa sera si recita a soggetto e Ciascuno a suo modo.
Attraverso una formula drammaturgica rivoluzionaria, si abbattono i confini dello spazio teatrale, dissacrandolo e mescolandolo con l’urgenza del reale, in una rappresentazione lucida e tragica della perdita d’identità dell’uomo contemporaneo.
Scrive Cecchi nelle sue note di regia: “[…] Al centro di quasi tutte le commedie annegate nel dramma, drammi annegati nella commedia, tragedie annegate nella farsa, farse annegate nella tragedia, ecc. ecc., al centro di tutti questi annegamenti pirandelliani c’è sempre, o quasi sempre, una famiglia. […] la vita in famiglia delle due famiglie è quanto di più difficile e tormentato: odi disprezzi strazi sdegni ricatti vendette fra padre madre figlio figliastri fratelli fratellastri sorellastre […] Il ritratto che ne viene fuori potrebbe essere atroce se Pirandello, come sempre fa, non annegasse quell’inferno d’irrealtà e d’imbecillità borghese nell’aura dolciastra del dibattito pseudo-filosofico e pseudo-estetico”.
Per questo spettacolo Carlo Cecchi ha ricevuto il premio Maschera d¹oro come miglior interprete, mentre a Paolo Graziosi è andato il premio come miglior attore agli Oscar Olimpici del teatro (Vicenza, 30 settembre 2005) in cui anche la giovane Antonia Truppo (la Figliastra) è stata riconosciuta come miglior attrice esordiente.
Teatro Comunale di Monfalcone / Stagione di prosa 2005-2006
Sei personaggi in cerca d’autore (20-21 marzo) con Carlo Cecchi