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 Pianeta Giallo
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luisa camponesco
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Inserito - 05/03/2005 :  17:19:36  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Pianeta Giallo

L’allarme risuonò in tutta la nave, una avaria nella zona motori aveva causato uno spostamento di almeno 45 gradi dalla rotta e un abbassamento di energia mettendo fuori uso la maggior parte delle strumentazioni.
- Sala macchine! Cosa succede?
- Comandante Blazer, abbiamo un motore fuori uso, gli scudi protettivi sono scesi al 60%
- Potete ripararlo?
- Avremmo bisogno di urzenite e anche al più presto, rischiamo il collasso.
L’urzenite, una fonte energetica ricavata da un minerale rarissimo chiamato urzenio come il pianeta dove era stato scoperto. Questo minerale trattato in modo appropriato si era rivelato un insostituibile combustibile per i viaggi interstellari ma era anche stato la causa principale di una guerra planetaria per il controllo dell’estrazione del minerale. La guerra era ancora in corso e si combatteva senza esclusione di colpi. La Lovell riportava appunto i danni di uno scontro avuto con i talconiani, una specie umanoide dall’epidermide azzurra. Talcon, mondo gemello di Urzenio, aveva dichiarato l’annessione del pianeta e con esso tutti i diritti sul minerale, ma la Terra era l’unica a possedere la tecnologia per la sua lavorazione.
- Tenete Parker – disse Blazer
- Veda se abbiamo la possibilità di parcheggiare, da qualche parte, la Lovell per le riparazioni
Poco dopo.
- Signore! Nel quadrante omega c’è un pianeta di classe M, con atmosfera respirabile, disabitato.
- Distanza?
- 24 ore terrestri!
- Sala macchina! Potete resistere per 24 ore?
- Abbiamo scelta?
- No!
- Tenente, imposti la rotta per quel pianeta.
Blazer aprì un canale di comunicazione.
- Melissa Sanders a rapporto nel quadrato ufficiali, subito!
La Sanders era una esperta astrofisica, era la persona giusta, l’unica che poteva dare ulteriori ed esaurienti informazioni su quel pianeta.
- Comandante! – Melissa, occhi azzurri e carnagione chiara, una massa di capelli rame era quella che si dice “una bella ragazza”, intelligente ed arguta.
Il comandante proiettò in 3D la mappa del settore omega ed indicò un minuscolo puntino.
- Cosa si sa?
- Non molto – rispose Melissa
- Fu scoperto casualmente, da una nave mercantile che trasportava spezie da Titanus 4 . Si erano messi in orbita, per un avaria al sistema di ventilazione, una pattuglia era scesa per una breve esplorazione e per prelevare campioni di terreno. L’atmosfera è respirabile anche se con una percentuale di azoto leggermente superiore. Non risultano forme di vita intelligente…
- Bene Sanders, lei farà parte della squadra che scenderà sul pianeta e mi auguro di avere informazioni maggiori e soprattutto utili per una eventuale colonizzazione nel caso ne esistessero le condizioni.
Melissa non nascose il sorriso soddisfatto, l’esplorazione di un nuovo mondo era sempre e comunque un’esperienza elettrizzante.
Raggiunsero l’orbita nel tempo previsto e la squadra pronta, oltre a Melissa era composta da Clif O Brien geologo, Gary Ulman batteriologo, Patricia Anderson archeologa spaziale e dai tenenti Paul Burton, Alan Mansfield della sicurezza, nonché da Tony Carpenter ufficiale responsabile della spedizione.

Attrezzata la navicella si sganciarono dalla nave madre ed incominciarono la discesa sul pianeta. L’impatto con l’atmosfera surriscaldò le pareti esterne dell’abitacolo.
- Manovra di raffreddamento!
- Fatto signore!
Il calore interno divenne sopportabile.
- Tracciare coordinate per l’atterraggio!
- Fatto!
Dalla Lovell arrivò una comunicazione del comandante Blazer
- Usate le dovute cautele, pur mancando forme di vita intelligenti e pericoli apparenti ritengo necessario teniate gli occhi aperti.
- Lo faremo – rispose Carpenter che non sottovalutava mai le affermazioni del comandante la cui esperienza era nota a tutti.
La navicella penetrò l’atmosfera e si diresse al luogo dell’atterraggio. Si adagiò dolcemente.
- Mettetevi il casco!
- Ma l’aria è respirabile!
- Lo verificheremo, ma usciamo ora tutti col casco. E’ un ordine!
Nessuno discusse e obbedirono. Il colore abbagliante di Naar, la stella che illuminava quel mondo li costrinse a chiudere gli occhi per abituarli a quella luce. Dopo aver saggiato la consistenza del terreno fecero i primi passi.
- Capisco ora cosa possa aver provato Neil Armstrong – esclamò Carpenter
- Noi oggi ci sentiamo come quelli dell’Apollo 11 – commentò Ulman
- Non proprio, qui l’uomo c’è già stato. – concluse Melissa
- Le donne…in fondo sognare un po’ non fa male.
- Basta così! Abbiamo un incarico da svolgere, allora diamoci da fare. - Carpenter si mise in testa al gruppo e diede inizio all’esplorazione
Cominciarono ad analizzare campioni di aria e terreno.
- Questo pianeta ha qualcosa di strano, mi sento osservato. – Paul Burton mise istintivamente la mano sull’arma.
- Hai letto troppi libri di fantascienza – replicò Alan Mansfield
- Eppure….
La missione proseguì senza nessun problema.
- L’aria è respirabile – affermò la Sanders
- Possiamo toglierci i caschi, lavoreremmo più liberamente – continuò Melissa
- Questo lo decido solo io! – Carpenter non voleva correre rischi inutili
Fu il primo, infatti a toglierselo e dopo aver respirato a pieni polmoni autorizzò anche gli altri a fare altrettanto.
- Rilevo qualcosa a ore nove.- Clif O Brien indicò la zona – un paio di miglia
- Allora muoviamoci – ordinò il comandante la missione
Camminarono su quel terreno di un color giallo intenso, privo di vegetazione. Il silenzio era totale. Abituati a mondi molto più chiassosi, l’ambiente così desolato metteva loro malinconia.
Giunti sul luogo indicato dalle strumentazioni…
- Ma non c’è proprio nulla! - esclamarono
- Eppure il mio segnalatore …
Non fece a tempo a terminare la frase che la terra si aprì sotto i loro piedi e li inghiottì.
La discese si interruppe bruscamente.
- Qualcuno è ferito? – chiese Carpenter
Si guardarono l’un l’altro, erano tutti incolumi.
- Ma cosa è successo?
- Dove siamo?
- Cos’è questo posto?
- Incominciamo a far luce
Accesero i fari degli elmetti e quello che videro li fece restare a bocca aperta.

Si trovavano in uno spazio enorme in lontananza si notava il profilo di una città ma la cosa stupefacente era la lunga fila di grandi teste che circondavano tutta la zona abitativa.
- Incredibile!! Mi ricordano i Moai – esclamò Patricia Anderson avvicinandosi
- Ferma! – intimò Carpenter – prima controlliamo che non ci siano pericoli
Dopo un accurato controllo tutto il gruppo si avvicinò alle costruzioni.
- Incredibile! – ripetè la Anderson – sembra di rivedere la cultura Rapa Nui dell’isola di Pasqua
- C’è molto di più – disse ad un tratto Clif O Brien
- Sapete di cosa sono fatte queste teste? Il componente principale è rappresentato da urzenite
- Urzenite??- Carpenter spalancò gli occhi
- In che percentuale?
- Direi circa il 70%
- Sapete cosa significa questo? – dissero Barton e Mansfield quasi insieme
- Che da queste teste potremmo ricavare tanta energia da far viaggiare un’intera flotta stellare per millenni.
- E tu vorresti distruggere questi capolavori? – Patricia alzò la voce
- E a cosa servono? Qui nascosti su di un pianeta desolato. Almeno sarebbe utilizzati per il bene dell’umanità!
- Io penso che l’umanità possa trovare il suo bene in qualche altro modo. – Melissa si schierò dalla parte di Patricia
- Si potranno trovare altre fonti di energia, ma questo… - disse indicando le sculture – non potrà più essere recuperato, una volta distrutto. Un simile patrimonio culturale…
La discussione coinvolse tutti e gli animi si alterarono, comparvero le armi nella mani dei due addetti alla sicurezza.
- Smantelleremo queste statue che vi piaccia o no!
- Non fare sciocchezze Barton, il comandante sono io – Carpenter si stava preoccupando
Mansfield puntò la sua lasercolt su Carpenter
- Spiacente Carpenter adesso comandiamo noi.
Poi puntarono le armi contro le statue con l’evidente intento di danneggiarle.
- NOOO- urlò Patricia
Accadde qualcosa di assolutamente imprevisto, da una delle teste uscì un raggio rosso che colpì i due uomini facendoli sparire nel nulla.
Un pesante silenzio cadde sul resto del gruppo. Patricia si avvicinò alla statua e posò dolcemente la mano accarezzandola.
- Io rimango.
- Cosa??
- Ha capito bene comandante Io resto qui, voglio sapere di questa civiltà e scoprire le sue similitudini con la cultura terrestre. Come ha visto queste sculture sono in grado di difendersi da sole se minacciate.
- Ma come farai? Qui non c’è ne cibo ne acqua, come vivrai? – Melissa era preoccupata
- Potreste mandarmi qualche provvista dalla Lovell e poi passare fra un po’ a riprendermi.
Carpenter guardò in modo interrogativo il resto del gruppo.
- Siamo d’accordo comandante – Ulman parlò per tutti
- Diremo che sono state trovate rovine di interesse archeologico
- Ma come giustificheremo la scomparsa di Burton e Mansfield ?
- La verità! Che è stata legittima difesa. In fondo le statue si sono difese, anche se non lo diremo espressamente.

Blazer lesse attentamente il rapporto presentato da Carpenter e anche se non era del tutto convinto, accettò la registrazione, Manfield e Burton aveva già avuto dei precedenti ed erano stati diffidati per i loro atteggiamenti violenti, ma lasciare Patricia Anderson sola su di un pianeta semisconosciuto era un’altra faccenda.
Le argomentazioni portate dalla Anderson però lo convinsero a lasciarla sul pianeta per un breve periodo.
- Auguri Patricia – Melissa la abbracciò.
- Grazie Melissa, questa è la mia grande occasione.

Le grandi teste Moai si guardarono:

Sta tornando, la accoglieremo nel migliore dei modi, ha meritato la nostra fiducia.

Patricia dopo aver radunato tutto il materiale necessario si apprestò ad entrare nella città, ed ecco, come per incanto, tutto illuminarsi e prendere vita sotto un cielo azzurro.

Uomini e donne, riccamente vestiti, le vennero incontro sotto lo sguardo benevolo delle grandi teste, porgendole frutti dolcissimi e acqua fresca scaturita da un mondo che pareva deserto. Patricia comprese che l’apparente desolazione era solo un modo, intelligente adottato da un popolo pacifico per difendersi dalle invasioni, lei era stata accettata e accolta fra loro, allora commossa …pianse.














Edited by - luisa camponesco on 06/03/2005 17:27:11

   
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