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 La Rocca
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luisa camponesco
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La Rocca.

Anfo 1 maggio 1917

Io Giuseppe Beltrami mi trovo in questo luogo da sette giorni, ho lasciato il mio Piemonte molto tempo fa, tanto che non ricordo. Sono stato in prima linea, di notte sento ancora, in sogno, il frastuono delle battaglie, il rombo dei cannoni, rivedo i compagni feriti e quelli caduti. Anch’io sono stato ferito, per questo motivo sono stato trasferito qui alla Rocca che si specchia su un lago di cui non conoscevo l’esistenza. Faccio un po’ fatica con la gamba sinistra, zoppicherò per tutta la vita, ma almeno sono ancora vivo. Stasera sono in libera uscita, andrò a visitare il paese.

Anfo 2 maggio

Ieri sera ho passeggiato un po’, la gente qui è cordiale, ho incontrato Francesco De Angelis, lui viene dalla Puglia ed è qui da un mese.
“vieni” mi ha detto “andiamo a berci un buon bicchiere di vino”.
La Locanda degli Alpini è proprio all’inizio del paese, sulla strada. Dentro c’erano molti uomini, l’ambiente odorava di vino e tabacco, ci siamo seduti ad un tavolo libero.
“I signori ufficiali desiderano?” abbiamo riso Francesco ed io “non siamo ufficiali signorina, siamo semplici soldati”. La ragazza ha un bel viso, con le guance rosa e gli occhi azzurri.
“Come si chiama signorina?” ha chiesto Francesco
“Celestina” – ha risposto
“allora Celestina ci porti due bei bicchieri di vino, ma mi raccomando di quello buono”. Mi ha sorriso e io mi sono perso in quegli occhi. Spero di rivederla domani.

Anfo 13 maggio

Oggi sono stato di vedetta, sono salito fin su all’osservatorio, il caldo è mitigato dal venticello, lo chiamano Ander, mi sono incantato ad osservare il volo di due falchi. Il silenzio qui è totale odo solo il frinire delle cicale. La guerra sembra tanto lontana, e invece il confine è vicinissimo. Sento il profumo dei ciclamini.

Anfo 20 maggio

Oggi ho rivisto Celestina, era al lavatoio china suoi panni, li sbatteva, li insaponava e poi li risciacquava nelle acque del torrente. Le sue mani erano livide, non mi sono fatto vedere, la spiavo da dietro un angolo, come un ladro, un ladro di sogni.

Anfo 26 maggio

Ieri sono stato di guardia su alla Batteria Veneta, guardavo il lago dalle feritoie e controllavo il passaggio sotto alla Rocca Vecchia con i suoi ponti levatoi e i portoni in ferro. La gente che transita è controllata dalle sentinelle, potrebbero passare spie o peggio ancora infiltrarsi il nemico. Stasera sarò libero, voglio scendere fino al lago.

Anfo 27 maggio

Ho passeggiato lungo la riva, le trote nuotavano a pelo d’acqua, alcuni pescatori sistemavano le reti e le lanterne, uno di loro mi ha visto e mi gridato:
“Pucia el barchét “
Non avevo capito, allora mi hanno ripetuto “spingi la barca” li ho aiutati e poi mi sono soffermato ad osservare la loro remata lenta ma regolare.
Uomini di lago, sarebbero stati fuori quasi tutta la notte, attenti a non passare il confine. Mi sono chinato a toccare l’acqua, era fredda ma trasparente. Una moltitudine di pesci nuotava frenetico vicino alla riva.
“sono in frega” mi disse un altro pescatore mentre preparava la sua barca. “foresto nééé!”
“si” risposi “piemontese”
“poaritì anche te”
Si poveretto, come molti altri, come quei paesani che si rompevano le ossa suoi loro “carei” su e giù per le Tese o il Baremone a far legna per aver qualcosa da mettere sul fuoco.
Non ho visto Celestina, chissà forse domani…

Anfo 30 maggio

Sono stato impegnato in questi giorni, su per la Rocca alta sul sentiero dei cannoni. Sono arrivati i nuovi obici, polvere da sparo e fucili. Abbiamo sistemato le casse con fucili e munizioni nelle casematte della Rocca Vecchia. Ho fatto il mio turno alla Batteria Tirolo, il cielo era limpido vedevo le Giudicarie oltre il Caffaro.
Stasera sarò di sentinella al ponte levatoio, anche se vorrei passeggiare sulla riva del lago con Celestina.

Anfo 1 giugno

Oggi ho una strana sensazione, ieri seri ho visto un’ombra aggirarsi vicino ad una delle baracche in legno, nella quale sono custoditi gli esplosivi, forse ho solo sognato, ma non riesco a scrollarmi il presentimento che qualcosa stia per accadere.

Anfo 3 giugno

La percezione di pericolo si è fatta più forte, le cicale hanno smesso di frinire, non ho più visto un falco e nemmeno una rondine, la cosa non mi piace, terrò gli occhi aperti.

Anfo 4 giugno

E’ stata sfiorata la tragedia ieri notte l’ufficiale di turno ha svegliato tutti con l’ordine di far evacuare il paese, una delle casematte contenente dinamite aveva preso fuoco, l’esplosione poteva essere imminente. Ho pensato subito a Celestina, mi sono precipitato fuori con me c’era De Angelis e tutti gli altri che non erano impegnati nello spegnimento del fuoco. Siamo corsi in paese urlando “La Rocca è in fiamme” abbiamo bussato a tutte le porte. La gente scendeva spaventata, le esplosioni si susseguivano nella batteria della Rocca Vecchia. Tutti gridavano, si chiamavano correvano verso il lago. Vidi Celestina avvolta in una coperta, terrorizzata, gli sono corso incontro, l’ho presa per un braccio e poi con lei di corsa giù fino al lago. La spiaggia era gremita di gente, vestiti come potevano, salivano sulle barche, qualcuno diceva di andare verso Crone. La confusione era totale, ma appena vidi Celestina allontanarsi le mandai un bacio con la punta delle dita. Sono tornato alla Rocca, l’incendio è stato domato solo verso le 6 del mattino.

Anfo 5 giugno

Molti danni ma nessuno morto, solo feriti lievi, l’incendio è stato circoscritto alle prime due baracche. Nessuno riesce a spiegarsi com’è potuto accadere, ma la sensazione di qualche giorno prima mi perseguita. Non so se dire del mio sospetto, che qualcuno si possa essere introdotto nella Batteria Statuto la sera in cui ero di vedetta. Forse potrei confidarmi con De Angelis, ma, forse, …comunque ci penserò.

Anfo 7 giugno

Oggi ho fatto l’inventario delle munizioni, mancano 10 candelotti di dinamite, l’ho detto al caporale di giornata, mi ha risposto che tutto era a posto e non dovevo preoccuparmi, i candelotti erano stati prelevati con l’autorizzazione del comandante per allargare un sentiero su per il monte Censo. Mi sento a disagio, stasera andrò in paese.

Anfo 10 giugno

Sono andato alla Locanda degli Alpini, speravo di vedere Celestina, un grappino davanti a me e pensavo, pensavo a casa mia ai miei genitori, a mia sorella che doveva sposarsi e non ha più notizie da molto tempo del suo Alberto. Nella locanda, gli uomini del paese, commentavano ancora il disastro sfiorato qualche notte prima. Un tenente è entrato proprio in quell’istante, mi sono alzato di scatto, mi ha fatto un cenno della mano dicendomi “comodo, comodo” e sono tornato a sedermi. Il tenente ha spiegato ai presenti che tutto era sotto controllo e non avevano più nulla da temere. Ho letto perplessità sui quei volti scuriti dal sole e induriti dalla fatica. Sono uscito, volevo respirare l’aria fresca della sera. L’orsa maggiore era proprio sopra di me.

Anfo 20 giugno 1917

La notizia mi ha colto di sorpresa, sono stato chiamato dal comandante: ” Beltrami! Lei è stato trasferito alla 53esima, per il momento andrà a Vestone per poco tempo, forse un mese, poi le verrà assegnata una destinazione definitiva.”.
De Angelis mi ha dato una pacca sulla spalla incoraggiandomi
“credimi!” mi ha detto, “dovunque andrai sarà sempre meglio di qui”.
Il mio pensiero è andato a Celestina, al fatto che non l’avrei più incontrata. Mi sarebbe mancato il suo sorriso. Dovevo rivederla ancora una volta.

Anfo 21 giugno

Ho cercato Celestina, mi è venuta incontro sorridente, per un attimo sono rimasto senza parole, poi le ho detto: “parto domani, vado a Vestone per un pò, poi non so dove mi manderanno”.
Ho letto stupore e rincrescimento sul suo viso, o forse era solo quello che speravo di vedere. Abbiamo passeggiato per un po’ lungo il torrente, le ho sfiorato una mano, lei l’ha subito ritirata e le gote si sono imporporate. Si è allontanata da me poi, all’improvviso è tornata e mi ha dato un bacio sulla guancia ed è corsa via come il vento, mentre il mio cuore sussultava. Lì vicino, su di un muricciolo c’era un affresco della Madonna col bambino, ho colto delle margherite le ho poste a suoi piedi e ho detto: “ se Dio vorrà un giorno tornerò”


Anfo 22 giugno 1917


Oggi, seduto su di un carro, in un caldo giorno d’estate, mi dirigo verso una nuova destinazione. Saluto il lago, chiudo questo breve diario che mi ricorderà i giorni trascorsi fra questa gente, la quiete di queste montagne, il volto sorridente di una giovane donna.

che il cielo mi assista
Giuseppe Beltrami


   
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