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 Un pezzetto di cielo
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luisa camponesco
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Inserito - 13/01/2004 :  15:29:39  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Valentina, nella soffitta della sua casa, si accingeva ad aprire il vecchio baule . Lì erano riposti gli addobbi per le feste di compleanno , era sempre emozionante aprirlo, esso racchiudeva i ricordi fin da quando era bambina.
Incominciò ad estrarre uno alla volta gli oggetti , le palline multicolori da appendere , le candeline ciascuna di esse ricordava persone care , alcune non c’erano più da parecchio , la nostalgia le strinse il cuore. Prese il vecchio album di fotografie,. c’era la storia della sua vita , si sedette sul pavimento incrociando le gambe e incominciò a sfogliarlo .
La prima foto la ritraeva con una bella tutina rosa sul divano , alle sue spalle i genitori sorridenti .
Com’era bello suo padre , forte e generoso , aveva lasciato un grande vuoto quando era morto. Man mano sfogliava gli anni passavano e lei cresceva , alcune foto la facevano sorridere altre la rattristavano, poi le foto cessarono del tutto , ormai era diventata grande e aveva iniziato un altro album , l’album della sua vita di donna e di mamma . Ma quel baule era una parte essenziale di lei , era ciò che era stata e ciò che era diventata, che tenerezza quelle vecchie bambole dal viso di porcellana con quegli abitini un po’ stinti dai molti lavaggi , le strinse al petto, poi le ripose con delicatezza quasi non volesse destarle e ancora , la sciarpa di lana rossa fatta a maglia , uno dei suoi primi lavori , i punti erano un po’ irregolari , diritto rovescio, diritto rovescio, tutto merito della nonna che con gli occhi benevoli la osservava dalla sua poltrona . Era ormai arrivata sul fondo del baule ed ecco un pacco di lettere un po’ ingiallite legate da un nastro azzurro , le raccolse , non ricordava di averle mai viste prima . Erano indirizzate a sua nonna , portavano delle strane strisce nere , venivano da un campo di concentramento , allora si ricordò che il nonno , ufficiale dell’esercito, era stato deportato dai nazisti , con i suoi uomini, per non avere aderito alla Repubblica di Salò . Con la mano tremante sciolse il nastro , le pareva di violare qualcosa di personale , di molto intimo, qualcosa che non le apparteneva , ma voleva sapere .
I nonni ormai erano morti da tempo e lei era l’unica nipote , forse , pensò , loro avrebbero voluto che lei conoscesse quella storia e incominciò a leggere.
La carta era sottile e la grafia poco chiara ma non lo erano il senso di quelle parole,
“ Amatissima, io mi trovo..(riga nera)… , ma stò… (riga nera) … stò bene . Voglio che tu stia tranquilla in questo campo… (riga nera) …. lavoro , tua sai che sono un bravo meccanico , passo tutta la giornata in officina. Mi trattano ..(riga nera) bene. Ti scriverò ancora appena mi sarà possibile. Sei sempre nei miei pensieri.
Tuo Giuseppe “
Il nome del campo era illeggibile , ma ora non aveva più importanza.
Adesso Valentina ricordava la storia, il nonno era sopravvissuto in quel campo grazie alla sua abilità nel riparare i motori , molti dei suoi compagni invece erano rimasti là , uccisi dagli stenti e dalle torture , ma nessuno aveva rinnegato i propri ideali e la propria fede.
Nelle lettere successive le righe nere erano aumentate e le frasi leggibili sempre di meno, poi qualcosa le cadde in grembo, era uscito da una delle lettere , una scheggia di specchio e immediato fu il ricordo di quella sera d’inverno .


Il nonno vicino al camino con un plaid sulle ginocchia accarezzava quel pezzetto di vetro
- nonno hai rotto una specchio?? - Valentina si avvicinò incuriosita - perché non lo butti via?
- questo non è uno specchio , bambina mia , questo è un pezzetto di cielo. Sai il nonno è stato via per molto tempo in un posto lontano
- era un bel posto nonno?
- non era un bel posto, non c’era il calduccio come c’è qui , ma alla sera quando andavo nella mia branda prima di addormentarmi prendevo questo specchietto, lo tenevo nascosto bene sai, altrimenti me lo portavano via e poi , salivo in piedi sulla branda alzavo il braccio così, come faccio ora e da una finestrella stretta stretta posta in alto riuscivo a vedere un po’ di cielo e qualche volta anche delle stelle e pensavo che quelle medesime stelle forse le vedeva anche la nonna.


Valentina si commosse a questo ricordo che ora era tornato così vivo nella sua mente, istintivamente alzò il braccio con lo specchietto in mano e catturò un raggio di sole che filtrava dall’abbaino , tutta la soffitta si illuminò.
- mamma cosa fai , giochi con gli specchi? - Caterina sua figlia era arrivata all’improvviso, Valentina sussultò
- non è uno specchio – replicò – è un pezzetto di cielo . Poi si accinse a riporre tutto nel baule
- lascia che ti aiuti mamma finisco io
- bene Caterina io scendo a preparare la torta.
Valentina , in cucina , ce la mise tutta per preparare il miglior pranzo di compleanno , anche se con il pensiero tornava spesso al passato , tutto era ormai pronto , Luigi, suo marito stava per tornare, ma Caterina.........
Valentina tornò in soffitta per sapere cosa fosse successo, si fermò sulla porta , Caterina stava leggendo le lettere del nonno , poi la vide alzare il braccio con lo specchietto in mano e puntarlo verso la finestrella e...... .. un azzurro intenso si riflesse in esso
- hai ragione mamma questo è proprio un pezzetto di cielo
Valentina non poteva risponderle , grosse lacrime le rigavano il volto.


Edited by - luisa camponesco on 10/11/2005 18:16:31

   
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